Wrong Turn - Il bosco ha fame (2003) di Rob Schmidt

Trailer del film

Gradevole horror, con alcune pecche, ma non male. La storia ha uno sviluppo classico, ma risulta strutturato abbastanza bene, anche se non manca di difetti nella costruzione dell'intreccio. Il tutto si regge grazie ad una regia che riesce a dare la giusta tensione alla scene. Purtroppo i personaggi non sono caratterizzati benissimo, risultando troppo piatti e interpretati da attori non molto in forma. I killer sono ben realizzati e permettono di creare scene veramente feroci e interessanti. Gli effetti speciali sono ben fatti e riescono a disturbare. Il comparto tecnico non è il massimo, ma porta avanti degnamente il racconto, con alcuni momenti prevedibili, ma ben realizzati.

Le streghe son tornate (2013) di Álex de la Iglesia

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Grande opera di De la Iglesia, dalle forti tinte femministe. La storia è irresistibile ed appassiona dall'inizio alla fine senza cali, con un ottimo crescendo che porta a un bellissimo finale. La forza iconoclasta dell'opera è palese fin dal principio e viene portata avanti molto bene una visione femminista della società, in cui la donna è vista come vera dominatrice della coppia, con gli uomini che sono alla continua ricerca del modo di dominarla. Tutto questo viene portato avanti attraverso un racconto dall'ironia macabra, ma molto intelligente e divertente. Il regista conferma il suo talento, costruendo bellissime scene e mantenendo un ritmo ottimo. Il comparto tecnico lavora in maniera coordinata, portando avanti una messa in scena efficace e mai banale. Un film dalla bellezza rara, che affronta con intelligenza e leggerezza molti temi importanti, dando nuova linfa al genere stregonesco.

Hysteria (2011) di Tanya Wexler

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Mediocre commedia che parte da spunti interessati per poi risultare innocua e prevedibile. La narrazione è strutturata in maniera canonica e presenta uno sviluppo fin troppo prevedibile, che alla lunga non appassiona. La nascita del primo vibratore permetteva una freschezza che non è stata sfruttata, per portare in primo piano una storia d'amore che non convince, per via di personaggi un po' troppo squadrati. L'analisi sulla situazione della donna nella società è ben fatta e risulta di buon impatto, anche se poteva essere più ficcante. Finale fin troppo conciliatorio e cerchiobottista. La regia è troppo basilare e porta avanti l'opera senza grande impegno, cosa che si riflette anche in un comparto tecnico che non lascia il segno. La messa in scena invece non è male. Colonna sonora nella media.

Halloween - The Beginning (2007) di Rob Zombie

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Buon remake, con idee interessanti, ma anni luce dall'originale. La storia ricalca più o meno quella del primo Halloween, ma riesce a differenziarsi puntando molto sull'approfondimento psicologico di Michael, che non sembra rappresentare il male puro come in origine. La seconda parte cala in termini di qualità, tornando su binari ripetitivi e fin troppo convenzionali. Non mancano alcune trashate, ma nel complesso lo stile regge e regala dei momenti veramente cruenti. Molto bella e delirante la scena finale. Interessante anche la critica al professore e alla sua avidità. La regia confeziona un buon prodotto, con una sua dignità, ma tecnicamente non riesce a sbizzarrirsi, forse per timore reverenziale. La fotografia e la messa in scena sono buone e cambiano faccia al quartiere fra il giorno e la notte. Personaggi non molto interessanti, esclusi quelli principali, che risultano ben sfaccettati. Bella colonna sonora.

Split (2016) di M. Night Shyamalan

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Bella opera, che intrattiene benissimo con dei personaggi veramente ben fatti. La narrazione scorre benissimo, senza punti morti e riesce a tenere col fiato sospeso fino alla fine, con un crescendo ben strutturato. Le rivelazioni sono ben dosate, grazie al buon ritmo e una costruzione intelligente delle scene. I due protagonisti hanno una caratterizzazione invidiabile, anche grazie alle ottime prove attoriali. Finale molto amaro, che spiazza, ma che apre scenari veramente interessanti e corregge in parte alcune forzature della trama. La regia ha una bella tecnica, con un ottimo uso delle soggettive e con la costruzione di scene di forte impatto grazie ad inquadrature ben studiate e creano una bella atmosfera. L'ambientazione e la fotografia immergono nella narrazione e risultano ben strutturate. Buona colonna sonora.

Sweet Movie - Dolce film (1974) di Dušan Makavejev

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Opera fuori dagli schemi, con una narrazione molto spezzettata, ma visivamente interessante. La pellicola cerca di fare una feroce critica a molti aspetti della società occidentale, fra cui il capitalismo, mostrato come portatore di disumanità e bestialità nell'uomo. La televisione è mostrata come fortemente fascista e incentrata unicamente sull'apparenza. Anche il comunismo viene posto sotto accusa, essendo visto come una buona speranza che nasconde però un realtà violenta e piena di soprusi. Queste critiche sono mosse in maniera interessante, attraverso dei piccoli episodi nelle vicende dei personaggi, risultando visivamente ben fatte, anche se forse un po' troppo didascaliche. La narrazione non convince pienamente, essendo fin troppo sconclusionata per appassionare, anche se alcuni momenti sono notevoli. La regia riesce a cerare una realtà distorta ma affascinante, anche se frammenta un po' troppo la narrazione, spiazzando lo spettatore, anche se nel complesso le sensazioni che lascia sono abbastanza intense. La messa in scena è molto ispirata ed estrema. Colonna sonora molto interessante e personaggi ben utilizzati.

10 Cloverfield Lane (2016) di Dan Trachtenberg

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Bel thriller con dei risvolti veramente originali. La narrazione riesce a mantenere altissimo l'interesse e fa nascere numerosi dubbi su ciò che sta succedendo fuori dal bunker. Interessanti le relazioni fra i personaggi e il modo in cui si evolvono. I protagonisti sono ben caratterizzati e gli scontri che nascono sono ben gestiti. Anche la tensione è buona e valorizza molto alcune scene. Ben fatta anche la parte finale, anche se un po' troppo carica. La regia riesce a dosare bene le rivelazioni e ritma bene la vicenda. Anche la fotografia valorizza gli angusti spazi dell'ambientazione. Effetti speciali di qualità.

Gli amici del bar Margherita (2009) di Pupi Avati

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Mediocre amarcord, che non riesce a stupire. La storia viene fin da subito minata da una voce narrante onnipresente che inizia a snervare immediatamente. La narrazione procede attraverso la presentazione di un buon microcosmo, che però non riesce mai a stupire, essendo un po' troppo fiacco. L'intrecciarsi dei vari avvenimenti ha molti alti e bassi, senza riuscire a trovare la quadratura. Alcuni dei difetti principali sono il narratore, che crea solo malumore nello spettatore, oltre a scenette fin troppo frettolose. La regia non è male, ma non ha mai la giusta verve nel racconto e si lascia trascinare stancamente. Ambientazioni ben fatte, ma che da sole non bastano a salvare la situazione.

Hell or High Water (2016) di David Mackenzie

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Interessante thriller ambientato in una società ormai decaduta. I due protagonisti hanno uno sviluppo veramente interessante, dato che acquistano via via uno spessore che spiazza e coinvolge. La trama scorre bene e, nonostante uno sviluppo prevedibile, risulta appassionante e ben ritmata. Sono presenti alcune forzature di poco conto nella trama, mentre il finale è veramente efficace e ben strutturato. Ben sviluppata è anche l'ambientazione del racconto, che mostra una società schiava delle banche, le quali hanno rovinato i risparmiatori, conquistando tutto. La regia narra molto bene il racconto e dosa bene l'azione e i rapporti interpersonali. La fotografia caratterizza molto bene l'ambiente e la colonna sonora completa l'immersione.