lunedì 27 novembre 2017

Lo straniero (1946) di Orson Welles


Trailer del film


Capolavoro di Welles, che con una tecnica sublime costruisce una storia veramente bella e ben strutturata. La trama è narrata splendidamente e riesce a disturbare lo spettatore (soprattutto del dopo guerra). La storia è semplice ma è stata sfruttata benissimo, mostrando come dietro anche il più innocuo cittadino possa nascondersi un pericolo, andando così a creare un forte senso di inquietudine. L'intreccio narrativo valorizza ogni istante della pellicola senza lasciare nulla al caso. Lo scontro fra i due protagonisti è veramente avvincente, soprattutto per via del pericolo di morte che aleggia sulla moglie del criminale, così innamorata e così cieca alla realtà dei fatti. Lei è uno dei personaggi meglio strutturati, dato che ha un'evoluzione interessante e, giustamente, graduale. La regia dà sfoggio di una tenia senza pari con inquadrature costruite magistralmente e con una profondità di campo sempre sfruttata benissimo. Le musiche sono molto belle e la caratterizzazione dei personaggi dà il giusto spessore ad ognuno di essi. Uso ottime delle ombre.

Kill Your Friends (2015) di Owen Harris


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Una forte critica al mondo della discografia, grazie ad un personaggio irresistibile che cerca con ogni mezzo di farsi strada. Il modo spietato con cui vengono trattate tutte le brutture della discografia permette allo spettatore di prendere coscienza del funzionamento di quel mondo. L'arte ormai non è più centrale, ma sono solo i soldi che comandano, portando tutte le produzioni ad assomigliarsi per dare al pubblico ciò che vuole. Questa critica è veicolata molto bene, grazie alle gesta del protagonista che si trova circondato da persone senza scrupoli come lui. La narrazione è molto buona ed è ben strutturata, senza lungaggini e con scene che colpiscono. Fantastico il finale, che mostra come quel mondo ti porti ad avere nemici sempre più agguerriti e pronti e farti fuori. La regia dà un taglio molto moderno alle scene, con un montaggio molto veloce che ben si adatta alla narrazione. Anche la fotografia fa entrare bene nell'atmosfera del racconto. Molto belle le scene macabre. Protagonista molto efficace, frutto anche di una buona interpretazione. Colonna sonora ottima.

Ida (2013) di Paweł Pawlikowski


Trailer del film


Una bella storia di formazione e di presa di coscienza costruita con bravura. La narrazione riesce a tratteggiare molto bene i personaggi e l'ambientazione postbellica nella quale la protagonista prova a cercare le sue radici. Ciò che viene mostrato è una società ancora vittima del suo passato e che non è ancora pronta per ripartire. Il viaggio intrapreso da Ida è strutturato molto bene e riesce ad appassionare fino al bellissimo finale. Lei fa le sue prime esperienze nella società, capendo però che il suo vero posto è nel convento che l'ha sempre protetta. Le pulsioni e i dubbi di Ida sono veramente ben fatti e le viene dato uno spessore ottimo. Il comparto tecnico fa un lavoro di qualità, riuscendo a creare delle atmosfere ottime con un bianco e nero che resta impresso. Anche gli altri personaggi sono ben sfaccettati con la zia di Ida che spicca per via della sua personalità e dei suoi tormenti.

giovedì 16 novembre 2017

Lacrime di sangue (2013) di Hélène Cattet e Bruno Forzani


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Un grande thriller, che prende a piene mani dai gialli anni 70 e andando a modernizzarli per creare qualcosa di unico. Sulla carta la storia è molto semplice, quasi banale, ma ciò che rende ottima questa pellicola è una messa in scena veramente ispirata e che dona mistero alla narrazione. Lo sviluppo della storia porta avanti sempre più interrogativi lasciando allo spettatore l'interpretazione di quanto visto. La casa stessa è al centro del racconto, mostrata come un essere vitale e pieno di lati oscuri; un luogo in cui lo spazio-tempo non segue più un andamento lineare. Gli stessi omicidi accadono più volte, lasciando il dubbio sulla realtà di quanto stiamo vedendo. Tutto questo si traduce in un'esperienza sensoriale che prende il meglio dal passato per dare una veste completamente nuova alla materia trattata. Tecnicamente l'opera è su altissimi livelli, con alcune meravigliose scene in stop-motion e una fotografia che utilizza ottimamente alcuni colori. Veramente riuscite le messe in scena dei diversi filoni narrativi, ognuno che una sua particolarità. Colonna sonora strepitosa.

Amer (2009) di Hélène Cattet e Bruno Forzani


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Opera veramente interessante e ben fatta che ben analizza la psiche della protagonista. La narrazione segue tre fasi della vita di Ana, dall'infanzia fino alla maturità. Queste fasi riescono ad avere una identità ben definita che rende ogni fase interessante. Durante la pellicola vengono ben miscelati toni horror e una certa dose di erotismo, che fa ben entrare nella mente di Ana. Lei è il vero centro del racconto, permettendo, grazie ad una bella caratterizzazione, di mettere in scena dei momenti veramente interessanti. Il suo rapporto con il sesso è molto forte, frutto anche di una sessualità repressa. Parte finale completamente folle e che, tuffandosi nell'horror, sembra portare alla rinascita della ragazza. La messa in scena è delirante, ma bellissima, con un uso surreali delle luci. Bellissima la fotografia e la varietà visiva utilizzata nelle varie scene. La cura tecnica è palpabile e, nonostante alcune lungaggini, ci troviamo di fronte ad un bel film. Colonna sonora retrò semplicemente ottima.

Thor: Ragnarok (2017) di Taika Waititi


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Un'opera che convince in parte, per via di alcune buone trovate di messa in scena a cui non corrisponde una narrazione all'altezza. La trama è semplice, ma non si sviluppa benissimo, essendo fin troppo semplice e scontata. Ciò che viene notato fin da subito è il cambio di tono rispetto alle altre pellicole di Thor, dato che in questo episodio tutta la vicenda ha dei toni molto scanzonati e sopra le righe. Questo cambiamento non risulta molto sensato, non riuscendo ad ottenere la qualità dei Guardiani della Galassia, ma risolleva in minima parte una trama un po' fiacca. Le interazioni fra i personaggi sono abbastanza banali. Le ambientazioni sono ben studiate, con alcuni momenti di pregio. Il cattivo invece è mal sfruttato e ha una profondità pressoché inesistente. La regia è mediocre, anche se ci sono alcuni momenti visivamente riusciti. Colonna sonora buona.

Mr. Smith va a Washington (1939) di Frank Capra


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Una grande opera che si scaglia senza pietà contro la corruzione politica americana. Il modo in cui viene sviluppata la vicenda è ottimo e riesce a mantenere alto l'interesse e la qualità narrativa. I colpi di scena e le relazioni fra i personaggi vanno a costruire un intreccio veramente pregevole e non banale. Tutta la parte finale è magnifica, con uno scontro fra l'informazione corrotta e la verità che colpisce e fa emozionare. La politica è mostrata arenata in un mare di disillusione e sconforto, cosa che porta a perdere gli ideali e a andare nell'illegalità. Molto speranzosa e positiva la figura del protagonista, che riesce a creare empatia, grazie anche ad un'evoluzione e ad una presa di coscienza ottima. La regia è fantastica e riesce a dare la giusta forza a molte scene, che si caricano di una potenza rara. Si nota anche nel montaggio una grande cura, che dà ulteriore forza alle scene. Non manca una certa dose di patriottismo che non risulta, però, stucchevole, ma mosso da sincero trasporto. Grandi interpretazioni.

Gomorra (2008) di Matteo Garrone


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Interessante spaccato sociale, che mostra una realtà disagiata e senza speranza. La narrazione si divide in più filoni narrativi ambientati nella medesima realtà sociale degradata e criminale. Questa scelta permette di vedere varie sfaccettature dell'ambientazione mostrata, che risulta la vera protagonista del racconto. L'umanità mostrata è allo sbando, abbandonata dallo Stato e che concepisce solo l'illegalità come forma di vita. Le storie non sempre hanno un arco narrativo sufficientemente definito, ma riescono comunque ad appassionare per via di una messa in scena che riesce ad essere credibile e molto sanguigna. Le barbarie portate avanti nella pellicola sono veramente disturbanti e riescono a colpire lo spettatore. La regia è buona, ma non eccezionale, anche se riesce a ben caratterizzare la società e alcuni personaggi. Colonna sonora buona.

domenica 5 novembre 2017

The Neon Demon (2016) di Nicolas Winding Refn


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Meravigliosa opera di Refn, che riflette sul mondo della moda in maniera intelligente e con un'estetica meravigliosa. La trama è ridotta all'osso e i tempi sono dilatatissimi, però questo non provoca noia, ma una completa immersione nel racconto. Il mondo della moda viene mostrato crudele e inumano, sempre alla ricerca di una purezza che non può scaturire dal suo interno e, una volta ottenuta, la fagocita per diventare più forte. Il Neon Demon rappresenta la corruzione che un ambiente del genere provoca e che rende, agli occhi degli altri, irresistibili. Effetti speciali molto belli, che danno vita a delle scene molto forti. Regia tecnicamente impeccabile, che crea delle sequenze visivamente bellissime. Viene ben mantenuta la tensione durante il racconto e, grazie ad un'ottima ricerca visiva, lo spettatore viene rapito dalla vicenda narrata. La fotografia sfrutta l'estetica di quel mondo per creare sequenze dai toni macabri e disturbanti. Colonna sonora bellissima e che aiuta molto l'immersione. Personaggi ben caratterizzati che vanno a comporre un microcosmo terribile e spregevole. Le donne sono le figure centrali, con una protagonista che possiede un'aura unica e che fa provare anche allo spettatore l'attrazione che gli altri provano per lei.

giovedì 2 novembre 2017

Jeepers Creepers 2 - Il canto del diavolo 2 (2003) di Victor Salva


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Secondo capitolo sempre di buona qualità, solo lievemente inferiore al primo. Si nota fin da subito come la narrazione non copi banalmente le idee del primo capitolo, ma sfrutti gli spunti del predecessore per costruire una trama originale e ben congegnata. Si notano alcuni cali di ritmo, ma nel complesso tutto procede bene. Il mostro viene sfruttato pienamente, anche se perde un po' del mistero costruito nel primo. Viene data molta importanza alle relazioni dei personaggi, in cui emergono emozioni negative e un classismo sotterraneo che inquieta. Le giovani vittime non riescono a collaborare, ma pur di avere salva la vita si ostacolano l'uno con l'altro. Buono lo sviluppo, un po' troppo allungato, con un finale molto interessante. Il regista riesce anche in questo caso a sfoggiare una buona tecnica, con inquadrature ben studiate e scene strutturate correttamente. C'è una costruzione della tensione sempre efficace, ma meno cupa rispetto al primo.

Jeepers Creepers - Il canto del diavolo (2001) di Victor Salva


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Un bell'horror, con delle belle trovate sfruttate con maestria. La narrazione ha un incedere veramente ben costruito che fa montare bene la tensione e che crea moltissima curiosità intorno alla creatura. Il ritmo è veramente ben dosato e tutto prosegue benissimo fino al bel finale, ironico, ma non consolatorio. Il mostro è fantastico, con un design ispiratissimo e una caratterizzazione che gli dà una potenza rara. I dialoghi sono realizzati molto bene e rendono il tutto veramente credibile e appassionante. La regia riesce a valorizzare moltissimo la narrazione, miscelando bene ironia nera e macabro, creando così un'atmosfera originale. Anche la fotografia propone delle inquadrature che restano impresse e che risultano veramente curate. Bella colonna sonora.

Marie Antoinette (2006) di Sofia Coppola


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Bella opera della Coppola che riesce a creare un ritratto molto interessante di Maria Antonietta. La narrazione segue le vicende della ragazza al momento del suo ingresso a Versailles. Lei si scontrerà con una nobiltà frivola che si isola dal mondo per vivere nell'edonismo. Tutto l'ambiente nobiliare viene mostrato con un occhio fortemente critico. Al centro di tutto spicca la protagonista, la quale si cala perfettamente in quel mondo, pur dandone una visione sfaccettata che dà profondità al personaggio. Lei viene fortemente criticata per via della sua frivolezza e stupidità, ma non le viene data la colpa dei disagi della Francia, che ricade tutta sui regnanti, ottusi e ciechi. Uno degli aspetti più accattivanti della pellicola è la veste pop e glam della messa in scena, cosa che lo rende veramente bello e credibile. Ciò che emerge è un mosaico bellissimo che accompagna lo spettatore fino al bellissimo e malinconico finale. La messa in scena è meravigliosa, con dei costumi meravigliosi. La regia è sicura e crea una narrazione ottima, con inquadrature curatissime. Colonna sonora azzardata, ma che risulta vincente.

Monster (2003) di Patty Jenkins


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Una storia molto toccante di una vita umana schiacciata dalla società. La narrazione segue le vicende della protagonista e ne mostra la graduale caduta nel baratro. Lo sviluppo è abbastanza classico e non sono presenti guizzi degni di nota, anche se la regia riesce a costruire alcune scene interessanti. Lei riesce ad avere un buono spessore psicologico, ma non ci troviamo di fronte a nulla di eccezionale, sapendo un po' troppo di già visto. Molto interessante il rapporto fra le due protagoniste, risultando una delle componenti più intriganti della pellicola. C'è una certa critica alla società, ma alla fin fine risulta un po' superficiale. Il lato tecnico quindi, non brilla, ma nel complesso convince abbastanza, mostrando una realtà sociale degradata e senza speranza. Buone le recitazioni, con una Theron in forma, anche se un po' sopra le righe.

La notte brava del soldato Jonathan (1971) di Don Siegel


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Film fantastico, che gestisce sapientemente la tensione presentando una realtà agghiacciante. L'ambientazione è ottima e ben introduce alla storia. Magnifica è l'evoluzione della situazione nel collegio, partendo da uno status quo candido e puro, per poi degenerare gradualmente e mostrare tutti i retroscena delle personalità dei personaggi. La forza del racconto risiede nell'andare a mostrare la vera personalità delle donne e del soldato. Quest'ultimo rompe l'equilibrio nella casa e fa emergere i conflitti rimasti sopiti. Il ritmo è ottimo e la tensione viene costruita gradualmente, ma benissimo, tanto da tenere lo spettatore col fiato sospeso. Non mancano anche scene abbastanza disturbanti realizzate benissimo. I cambi di tono sono gestiti molto bene. La regia sa come gestire la narrazione e, grazie a delle interpretazioni veramente ottime, crea delle situazioni che formano una storia molto efficace. Anche la messa in scena è curata e risulta veramente funzionale al racconto. Parte finale magnifica.