martedì 31 luglio 2018

Message from the King (2017) di Fabrice Du Welz


Trailer del film


Un film che ha dalla sua alcune buone idee e una messa in scena riuscita, pur non avendo una narrazione eccessivamente originale. La pellicola ben sfrutta una messa in scena credibile e cruda, che fa percepire il degrado dello spicchio di società nella quale si muove il protagonista. La sua odissea per avere giustizia lo porta a sporcarsi umanamente e a fare azioni molto forti pur di raggiungere il suo scopo. Purtroppo il suo cadere verso il baratro non sfocia in una crisi vera e propria, ma porta inaspettatamente ad un finale fin troppo conciliatorio, anche se ben gestito. Lo sviluppo narrativo segue strade ampiamente battute, ma lo fa con una buona qualità narrativa e che fa appassionare, anche se alla lunga l'interesse tende un po' a calare. Interessante il quadro che viene dato di Los Angeles, una città ormai famosa per le sue luci ed ombre. Il protagonista è convincente, così come alcuni comprimari, mentre altri non sono granché, anche se nel complesso il cast convince. Buona anche la dose di violenza adottata, non eccessiva, ma adeguata al contesto del racconto.

La jena (1945) di Robert Wise


Trailer del film


Un capolavoro del macabro, che riesce ancora oggi, dopo più di 70 anni, ad avere una forza incredibile. La trama riprende un racconto di fine ottocento veramente disturbante. Il suo sviluppo è molto curato, riuscendo a dosare molto bene i toni durante la pellicola, passando da momenti più macabri ad altri più rilassati, andando così a costruire un racconto sempre interessante e coinvolgente. Non mancano scene molto forti, strutturate sempre con maestria e con una messa in scena che le fa rimanere impresse. Sono numerosi i momenti di alta qualità, frutto di un comparto tecnico che ha lavorato egregiamente e di una scrittura che è riuscita a creare dei dialoghi non forzati e molto interessanti. Anche lo sviluppo e il crescendo finale sono ottimi e portano avanti l'opera senza intoppi fino al bel finale. I personaggi sono realizzati benissimo e hanno una profondità ottima, avendo numerose sfaccettature, che li rendono interessanti. La regia è sublime e sfoggia una tecnica ottima, che valorizza ogni singolo istante. Molto bello come il terrore sia spesso solo suggerito, senza utilizzare scene esplicite, suscitando comunque una sensazione di malessere e di disturbo. Ottime musiche.

Scappa - Get Out (2017) di Jordan Peele


Trailer del film


Un horror di indubbia qualità, che si contamina con il thriller e con la fantascienza senza soluzione di continuità e con indubbio gusto. Molto interessante lo sviluppo che viene dato alla storia, essendo il mistero costruito gradualmente e in maniera molto intelligente. Il modo graduale in cui vengono svelati tutti i misteri del film è ottimo e permette di tenere sempre alto l'interesse dello spettatore. Il crescendo narrativo è anch'esso ben gestito e permette di tenere la tensione sempre al giusto livello. La rappresentazione che viene data dell'america borghese è ovviamente esagerata, ma comunque sintomo di un malessere sociale, essendo ancora presenti numerose discriminazioni a sfondo razziale anche negli USA. Il ritmo è ottimo e anche la gestione dei personaggi non è banale, con molti twist inseriti al momento giusto. È presente anche una certa dose di ironia, che stempera la tensione e rende il tutto ancora più surreale. Non mancano scene memorabili per via della loro forza espressiva, merito di una regia che sa quando spingere sull'acceleratore per creare disagio e tensione. Anche il resto del comparto tecnico crea una messa in scena di qualità e dai toni veramente ben gestiti. Anche i personaggi hanno delle caratterizzazioni ben fatte e che creano un'amalgama interessante e che dà delle buone soddisfazioni. Buoni gli effetti speciali nei momenti in cui esplode la violenza.

The Big Kahuna (1999) di John Swanbeck


Trailer del film


Un adattamento di una pièce teatrale che convince in parte, avendo dalla sua alcune idee molto buone, ma che sono messe in scena in maniera un po' piatta. L'avere una ambientazione molto ristretta non ha giovato alla narrazione, penalizzata da una mano registica non sufficiente per sfruttare pienamente il buono script, nonostante siano effettivamente presenti alcune buone idee registiche, che però non riescono a dare alla narrazione la giusta veste. Molto interessanti i temi trattati, sul modo in cui l'uomo sia portato naturalmente a plagiare gli altri per vendere le sue idee o i suoi prodotti. Buono anche il modo in cui viene presentata la difficoltà nel conciliare aspetti alti come la religione alla vita di tutti i giorni, che ti spinge verso una visione dell'esistenza molto più bassa e cinica. I tre protagonisti tengono molto bene la scena e il buono script riesce a valorizzarli, dando delle caratterizzazioni sfaccettate e interessanti. Lo sviluppo non è sempre buono e, soprattutto nella parte finale, tende ad dilungarsi un po', oltre al fatto che alcuni confronti sembrano un po' forzati. La regia poteva osare di più, invece di adagiarsi sui dialoghi continui dei protagonisti e gestendo tutto in maniera un po' piatta. Per il resto il comparto tecnico mantiene una qualità costante, senza grossi alti e bassi. Attori veramente in gamba, senza i quali la pellicola non avrebbe retto.

L'assassino ti siede accanto (1981) di Steve Miner


Trailer del film


Buon secondo capitolo, per gli amanti del genere slasher, senza particolari guizzi, ma confezionato con una sufficiente cura. La trama e le dinamiche della pellicola sono ormai dei classici, con l'iniziale presentazione dei personaggi e il loro successivo massacro da parte di Jason. Le uccisioni sono ben fatte e alcune hanno delle dinamiche interessanti. Nel complesso il film ha un andamento fin troppo classico e si adagia fin troppo sulle buone basi del suo predecessore. Jason ad ogni modo viene ben sfruttato e, insieme al buon ritmo rendono il tutto molto gradevole. La regia è molto basilare, ma riesce a dare il giusto taglio all'opera, con un buon sfruttamento delle inquadrature e delle soggettive. Anche la messa in scena e l'ambientazione (ormai iconica) danno il loro contributo. I personaggi sono semplicemente carne da macello, senza alcun supporto da parte di una trama veramente esile, ma adatta al genere. La colonna sonora dà la giusta atmosfera e alcuni motivi restano impressi.

giovedì 19 luglio 2018

La prima notte del giudizio (2018) di Gerard McMurray


Trailer del film


Una delle saghe più convincenti degli ultimi anni finalmente ci mette di fronte all'origine di tutto, non riuscendo però a convincere pienamente. Sicuramente è un peccato vedere l'ascesa dei Nuovi Padri Fondatori riassunta in pochi minuti, dato che poteva essere un processo dai numerosi spunti di riflessione. Anche l'idea stessa dello Sfogo poteva essere meglio approfondita, invece di presentare già tutto pronto. Per il resto la narrazione segue i binari tracciati dai precedenti episodi, senza però avere momenti veramente degni di nota o alcuna novità rispetto a quando già mostrato nei "sequel". Ad ogni modo questo episodio risulta gradevole, sfruttando discretamente l'idea di base e dandole un tono e una messa in scena che fa ben percepire come quello che stiamo vedendo sia un primo test dello Sfogo. Lo sviluppo un po' troppo esagerato e buttato sull'action però non convince pienamente, andando a sminuire la buona formula ideata. Anche i personaggi non spiccano per profondità, pur essendo buoni nel complesso. Alcuni momenti sono sicuramente riusciti e alla fine il film risulta gradevole. La regia dimostra di non saper sfruttare appieno la materia trattata e confeziona una pellicola che non lascia il segno ma che vive di rendita sulle buon idee della saga. Anche la messa in scena sembra risentire di una guida incerta e non sfoggia la stessa creatività vista in passato. Quindi, un'episodio buono, ma che non aggiunge nulla alla saga, non andando ad analizzare con la giusta cura il background dietro la formazione di una pratica così barbara e inumana.

Il pianeta delle scimmie (1968) di Franklin J. Schaffner


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Un cult intramontabile, che mette in scena una storia irresistibile e con numerosi spunti di riflessione. L'età della pellicola si fa sentire, ma al contempo rende la messa in scena kitch e affascinante, avendo un look irresistibilmente retrò. Il modo in cui viene sviluppata la storia, senza scadere in un crescendo action che avrebbe rovinato l'atmosfera, è molto intelligente e permette di avere una narrazione ben strutturata. Interessanti anche i temi trattati, essendo l'uomo mostrato come un animale minaccioso e autodistruttivo, con le scimmie che sembra stiano pericolosamente percorrendo gli stessi errori dell'uomo. Anche lo scambio di ruoli tra le due razze mette in risalto alcune crudeltà che l'uomo commette spesso verso gli animali. Ben gestita è anche la tematica religiosa, che mostra come una fede cieca e senza autocritica possa portare ad un arretramento culturale della società. Il ritmo è molto buono e tutto scorre bene fino al magnifico finale, in cui tutto è rivelato allo spettatore. L'inquadratura finale è magnifica. Sono molte le scene degne di nota, anche grazie ad una messa in scena riuscita e ben studiata. Anche la regia cadenza bene la narrazione e riesce a creare un'opera convincete e che resta impressa. Ottimi i costumi, con le maschere che riescono a dare molta umanità alle scimmie.

Obbligo o verità (2018) di Jeff Wadlow

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Un film ignobile, del quale non salvo nulla a partire dalla pessima idea di base. La pellicola mette in scena una trama ridicola, che già dall'incipit dimostra una scarsa qualità sia dal lato tecnico che dal lato della scrittura. I personaggi non bidimensionali e lo sviluppo è talmente prevedibile da non creare alcun interesse nello spettatore, non essendo presenti nemmeno delle uccisioni con un minimo di inventiva. Se aggiungiamo anche dei buchi narrativi non da poco e degli effetti speciali di scarsa qualità, abbiamo un quadro completo sul disastro che ci troviamo di fronte. L'idea di utilizzare un ridicolo filtro sulle facce per mostrare la possessione demoniaca è pessima e rende stupide anche le scene più macabre e serie. Purtroppo nemmeno la parte finale è salvabile, per via di un enorme buco di sceneggiatura e di una risoluzione finale scadente. Il lato tecnico non riesce a dare alcun contributo, con una fotografia piatta e rarissimi momenti passabili. Anche gli attori non sono in parte e non creano personaggi interessanti. L'unica cosa positiva è che fra un anno questo film sarà sparito dalla memoria generale.

The Devil's Candy (2015) di Sean Byrne


Trailer del film


Un grande film horror che mette in scena una storia che appassiona dall'inizio alla fine. Il tema della possessione demoniaca è trattato in maniera eccellente e senza andare ad utilizzare i soliti cliché del genere, ma facendo passare il tutto attraverso l'arte. A quest'ultima viene data connotazione oscura molto interessante. Lo sviluppo narrativo porta i protagonisti in una spirale di terrore realizzata benissimo. Anche il collegamento fra il killer e il protagonista è realizzato in maniera molto affascinante e originale. Il ritmo è molto buono e la messa in scena ha i giusti cambi di tono e riesce ad essere molto convincente. Lo scontro fra la famiglia e il killer è gestito molto bene e la parte finale ha una forza veramente convincente, anche se eccessivamente fracassona. La regia regala dei momenti veramente riusciti e che riescono ad inquietare moltissimo. Tutto è studiato bene e il comparto tecnico si muove con coerenza per portare avanti il lavoro. Anche i personaggi non sono niente male, con un antagonista che riesce a ben trasmettere la sua aura minacciosa. Musiche metal veramente azzeccate con alcune finezze degne di nota. Non al livello di The Loved Ones (precedente lavoro del regista), ma comunque un ottimo prodotto.

Tre colori - Film rosso (1994) di Krzysztof Kieślowski


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Una degna conclusione di una bella trilogia. La pellicola mette in scena una trama ben intrecciata, dai toni molto umani e dalla spiccata sensibilità. La protagonista si trova ad avere a che fare con un vecchio giudice con il quale instaura una "amicizia" molto particolare che porta entrambi a confrontare la propria visione della vita e della società. Il giudice è caratterizzato da una visione molto pessimistica, dato chereputa tutte le persone crudeli e insensibili, mentre la ragazza è molto più speranzosa. Il confronto fra di loro porterà entrambi a rivedere il loro punto di vista e ad uscire arricchiti reciprocamente. Molto belle le riflessioni del giudice e, nel complesso, le relazioni fra i personaggi. Molto bella e originale l'idea di creare un parallelismo fra la vita passata del giudice e quella di un giovane ragazzo che segue precisamente la giovinezza del vecchio uomo. La regia è sempre di alto livello e riesce a dare una sensibilità unica all'opera, anche grazie a delle caratterizzazioni eccellenti. Anche la scrittura è ottima e le riflessioni portate avanti non sono banali. La fotografia dà risalto al colore dominante del film (il rosso), senza diventare forzata o stucchevole. Musiche ottime. Una conclusione ottima di una trilogia che è già nella storia del cinema.