sabato 12 maggio 2018

Tre colori - Film blu (1993) di Krzysztof Kieślowski


Trailer del film


Pellicola molto intima che va a scandagliare le psiche della protagonista in un momento difficile della sua vita. La storia ha per tutta la sua durata una forte intensità emotiva che scuote lo spettatore e crea un bel legame empatico con la protagonista. La donna decide si superare il suo lutto eliminando ogni legame con il suo passato, non capendo che questo processo la sta svuotando di tutta la sua umanità. L'imprevidibilità della vita è palpabile e saranno proprio i legami con il passato a far rinascere la protagonista, che ingloberà quel dolore e lo utilizzerà per vivere pienamente. La sua evoluzione psicologica è ottima e non risulta mai banale o forzata, anche se non sempre il ritmo è sempre ben dosato. Ben gestita è l'ombra dell'opera incompiuta dal marito, la quale aleggia sulla protagonista, venendo, così, utilizzata con furbizia per simboleggiare il suo attaccamento con il passato e come buona sottotrama nella pellicola. Finale veramente interessante. La regia riesce a dare un taglio unico alla narrazione, anche grazie ad una fotografia studiata benissimo che sfrutta una dominanza del colore blu e un'illuminazione non realistica in alcune scene per esternalizzare benissimo l'emotività della protagonista. Musiche be studiate e che ben si adattano col racconto. Personaggi ben strutturati, con una grande protagonista, anche se non tutti sufficientemente approfonditi.

La fortezza nascosta (1958) di Akira Kurosawa


Trailer del film


Capolavoro di Kurosawa, che come sempre riesce a dare un'epicità unica ad una storia apparentemente banale. La narrazione si snoda su una linea narrativa che viene ambientata in un contesto veramente affascinante. I personaggi si dimostrano fin da subito un gruppo assortito benissimo che incorpora una grande varietà di personalità e di archetipi della società giapponese dell'epoca. I toni della storia sono molto variegati, passando da momenti ironici ad altri momenti più epici carichi di pathos. Tutte queste sfaccettature sono ben dosate e vanno a costruire un racconto veramente bello e coinvolgente. La società viene mostrata fortemente maschilista e con numerosi difetti, ma con al suo interno anche molte qualità e valori. La storia prosegue benissimo fino ad un gran finale che chiude adeguatamente l'opera. Molte sono le scene memorabili, girate con una maestria unica dal grande regista. Le inquadrature sono studiate benissimo e danno un colpo d'occhio incredibile. La cura nelle scenografie è incredibile e anche le coreografie degli scontri sono ottime. I personaggi sono realizzati benissimo, con la principessa che spicca per la sua tempra, così come il mitico Toshiro Mifune, un grandissimo attore.

Autopsy (2016) di André Øvredal


Trailer del film


Un horror ben fatto che appassiona e sfrutta bene le sue carte. La storia nella prima parte mantiene un'aura incredibilmente inquietante e affascinante, con i due protagonisti che svelano via via il mistero, mantenendo un bel mistero e una buona tensione. Il cadavere inoltre è fantastico e l'attrice che lo impersona ha un volto incredibilmente espressivo. Non mancano aspetti molto gore nello sviluppo della trama, gestiti molto bene e senza un uso invadente della CGI. La seconda metà della pellicola, pur rimanendo convincente perde un po' di fascino per via di un andamento più classico e prevedibile, anche se la parte finale è veramente convincente. Alcune scelte nella messa in scena sono interessanti e aiutano molto nella creazione di momenti interessanti. Bello il rapporto fra il padre e suo figlio, il primo realista e il secondo più propenso nel credere a fenomeni inspiegabili. Alcuni indizi lasciati sul cadavere sono interessanti e originali. La regia gestisce bene il ritmo, che non sfocia mai in un'accelerazione troppo repentina, cosa che permette i assaporare la bella atmosfera creata. Anche la fotografia e la messa in scena riescono a creare delle belle sequenze. Buon uso delle musiche, che danno alle scene un'aggiunta fondamentale.

martedì 1 maggio 2018

Annientamento (2018) di Alex Garland


Trailer del film


Un'opera di fantascienza dai toni fortemente filosofici che si apre a numerose chiavi di lettura. La storia è veramente interessante e ricorda, molto vagamente, il capolavoro Stalker (Dio mi perdoni il paragone). Il mistero intorno alla zona inesplorata (Area X) si fa molto intrigante e cattura subito lo spettatore. Lo sviluppo narrativo all'interno dell'Area X è ben fatto ed ha il giusto ritmo. Le tinte horror con le quali si tinge vagamente l'opera in alcuni momenti arricchiscono la narrazione, anche se il tutto non ha uno sviluppo molto originale. La messa in scena aiuta moltissimo nel creare un'atmosfera eterea e delle ambientazioni molto affascinanti, anche se una CGI non bellissima, e in alcuni momenti un po' troppo invasiva, mina alcune scene che potevano avere una forza ben maggiore. Molto interessante la chiave di lettura che vede nel loro viaggio una grande allegoria sul cancro (la mutazione genetica presente in tutta l'area) o sul disegno divino incomprensibile all'uomo (il creatore di tutta la mutazione, spinto da motivi sconosciuti). Questo dà una valenza molto profonda all'opera. Parte finale riuscita e veramente coinvolgente. I personaggi sono ben amalgamati e hanno una buona profondità ,anche se in alcuni frangenti si comportano in maniera un po' forzata. La protagonista non ha una caratterizzazione incredibile, ma la Portman dà una buona interpretazione che fa avere la giusta forza al personaggio. La regia riesce a creare una bella atmosfera e a dare vita ad un'opera molto interessante e sfaccettata che però si mantiene a metà strada fra l'etero e puro e uno sviluppo più convenzionale. Colonna sonora molto interessante.

Avengers: Infinity War (2018) di Anthony e Joe Russo


Trailer del film


Un episodio chiave per i film della Marvel, non semplice da gestire per via della moltissima carne al fuoco messa per questa storia. C'è subito da dire che il ritmo è frenetico per tutta la pellicola e questo fa sì che il tutto scorra molto bene fino alla fine. Le diverse linee narrative sono intrecciate discretamente e nessuna viene eccessivamente sacrificata. C'è comunque da dire che nessuna di queste ha una potenza tale da rimanere impressa a lungo. L'unico elemento veramente degno di nota è senza dubbio Thanos. L'antagonista è caratterizzato molto bene e l'arco narrativo che lo coinvolge ha uno spessore molto interessante, grazie ad una scrittura di buona qualità. Il resto della pellicola purtroppo, pur essendo molto piacevole, si concentra quasi unicamente sugli scontri e, anche se non stuccano nel complesso, non danno uno spessore degno di nota all'intero film. Nel genere supereroistico si tratta comunque di un buon prodotto che intrattiene e diverte. Alcune sequenze denotano anche una discreta cura e sono visivamente molto interessanti. La parte finale porta con sé molto pathos e dona la giusta chiusa alla pellicola. I registi riescono a gestire bene una narrazione non facile viste le numerose storyline intrecciate e portano a casa un buon lavoro. Anche le musiche aiutano molto nel dare epicità al racconto. Non mancano alcune leggerezze narrative e alcuni personaggi di troppo, senza i quali il tutto sarebbe stato più snello e incisivo, ma nel complesso la pellicola risulta godibile grazie ad un bell'antagonista, senza il quale non sarebbe stata la stessa cosa.

Il bacio della pantera (1982) di Paul Schrader


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Buon remake del capolavoro del '42 di Tourneur. La pellicola si scontra con originale di peso, ma riesce ad avere la sua dignità. La storia ha delle variazioni rispetto al film del '42, ma nel complesso resta molto buona e con uno sviluppo abbastanza interessante. Purtroppo, dove il primo puntava su una componente horror di altissima qualità, qua abbiamo uno sbilanciamento verso la componente erotica, che non ha la stessa forza dell'originale pur regalando alcune scene dal forte impatto. McDowell porta avanti un personaggio veramente interessante e dalle tinte molto perverse che gli donano una bella profondità. Anche la protagonista ha un buon spessore e porta con sé un'aura veramente affascinante. Alcune scene mantengono una buona componente horror e nel complesso la pellicola scorre molto bene. Alcune sequenze nel deserto sono inoltre visivamente interessanti e ben approfondiscono il background dei personaggi. La regia ben gestisce la narrazione e mette in scena alcuni momenti molto curati. e dalla buona fotografia. I turbamenti e le relazioni fra i personaggi sono gestiti molto bene, anche se manca un po' della bellissima atmosfera dell'originale. Quindi, un buon remake, che si guadagna il suo spazio, grazie a delle buone idee ben realizzate, pur perdendo lo scontro con l'originale.

I segreti di Wind River (2017) di Taylor Sheridan


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Un bel thriller che ha dalla sua un'ambientazione veramente suggestiva e una narrazione che regge bene per tutta la pellicola. Lo sviluppo narrativo è ben strutturato e riesce ad appassionare, andando nel frattempo a portare avanti una buona denuncia sulla condizione dei nativi americani. Questi ultimi sono infatti ancora emarginati dalla società e trattati come cittadini di serie B. La storia è molto semplice e soprattutto nella parte finale viene notata un'eccessiva velocità nel chiudere la vicenda, senza che le indagini appassionino sufficientemente. Ciò che convince maggiormente è l'atmosfera degradata e mortifera che aleggia su tutto i personaggi. Non mancano alcuni cliché nella caratterizzazione dei personaggi, i quali risultano a volte un po' stereotipati, anche nel complesso convincono sufficientemente. La regia fa un buon lavoro e riesce a gestire abbastanza bene una storia che poteva risultare banale. La fotografia ha gioco facile nel creare delle belle inquadrature con quei paesaggi a disposizione, ma riesce anche a creare delle inquadrature che riescono a mostrare anche situazioni di degrado. Gli attori sono abbastanza in parte, anche se la detective dell'FBI non mi ha convinto pienamente. Buona la colonna sonora che ben si amalgama alle scene mostrate.

La cura dal benessere (2016) di Gore Verbinski


Trailer del film


Opera veramente convincente che riesce a mettere in scena una storia intrigante e ben narrata. La trama viene ben sviluppata, con un mistero ben gestito e che accompagna lo spettatore lungo tutta la visione. L'indagine del protagonista è veramente ben fatta e porta lo spettatore ad appassionarsi. Molto interessante come le persone ricche provino malessere per ciò che hanno fatto, pur essendo sanissimi. Visivamente la pellicola adotta delle scelte molto interessanti, con una fotografia dai colori freddi, e non risparmia alcune scene molto belle. Anche il lato più macabro e horror è curato e alcuni momenti restano impressi. I comprimari sono ben caratterizzati e aiutano molto nella creazione dell'atmosfera. Quest'ultima è veramente ben fatta e lascia il segno. Lo sviluppo narrativo è ben gestito con una parte finale, dai toni retrò, che presenta un bel climax che conclude degnamente l'opera, anche se sono presenti alcune parti poco chiare. C'è inoltre un buon uso del grottesco che convince molto. La regia è sicura e riesce a caratterizzare molto bene sia l'ambientazione che i personaggi. Anche la colonna sonora e la messa in scena sono vincenti e regalano nel complesso un bel colpo d'occhio che giova molto alla bella storia raccontata.