domenica 4 novembre 2018

S1m0ne (2002) di Andrew Niccol


Trailer del film


Niccol tratta molto bene un argomento non semplice e che poteva scadere nella banalità. Lo sviluppo della trama è ben strutturato e riesce a bilanciare abbastanza bene tutte le sue componenti, riuscendo a creare un microcosmo molto interessante. Bello il finale ingannevole, dalle tinte positive ma che mostra una realtà in cui i personaggi restano nella loro torbida situazione. Messa in scena semplice ma efficace.

I disertori - A Field in England (2013) di Ben Wheatley


Trailer del film


Film veramente ben fatto, con una storia originale realizzata con una cura rara. La mano di Wheatley è meravigliosa, manifestando una maestria tecnica degna di nota.A volte la trama risulta inutilmente complicata, ma man mano che il tutto prende senso emerge un quadro veramente affascinante. Alcune sequenze sono visivamente molto originali e risultano stimolanti. Bellissima la parte finale e l'atmosfera magica creata.

Halloween (2018) di David Gordon Green


Trailer del film


La regia non è male e valorizza abbastanza bene Michael, con alcune buone scene, anche se la trama è una copia del primo, senza alcun guizzo autoriale. Ben fatta la violenza messa in scena. Personaggi non sempre ben caratterizzati, anche se Michael è sempre potente come figura su schermo. Colonna sonora veramente ottima. Episodio che poco aggiunge alla saga e che resta un semplice divertissement. Abbastanza inutile.

Secretary (2002) di Steven Shainberg


Trailer del film


Storia S&M molto intrigante, raccontata con eleganza e sensibilità. Lo sviluppo narrativo è ben strutturato e ben racconta l'evoluzione del loro rapporto e della psiche della protagonista, la quale, partendo da un carattere remissivo, riesce a tirare fuori la sua forza e determinazione. Molto buona la carica erotica trasmessa dalle scene più spinte e molto bella la normalità con cui viene mostrata la loro relazione.

The Predator (2018) di Shane Black

The Predator (2018) di Shane Black

Trailer del film


Seguito che non aggiunge nulla alla saga, ma che riesce a divertire senza pretese. La trama ha uno sviluppo buono, senza grandi alti e bassi, pur restando tutto abbastanza piatto. La regia mette in scena il tutto in maniera un po' troppo fracassona, ma mantenendo un buon ritmo. Non mancano alcune cadute di stile, soprattutto nel modo in cui viene combattuto il Predator. Personaggi abbastanza piatti.

Knock Knock (2015) di Eli Roth


Trailer del film


Film molto gradevole. Lo sviluppo non è strutturato benissimo ma l'idea è interessante. L'escalation di violenza presentata è ben fatta, ma è un peccato che non sia presente una reazione vera e propria da parte di Reeves, cosa che appiattisce un po' la narrazione. Buona la messa in scena, non molto spinta, ma comunque adeguata alla narrazione. Buoni i personaggi e molto buona la tensione. Ritmo senza cali eccessivi.

Venom (2018) di Ruben Fleischer


Trailer del film


Un cinecomics con delle idee interessanti, ma che purtroppo non riesce a discostarsi dalla media. La trama segue binari ben rodati e, non avendo dei personaggi abbastanza profondi, non riesce a decollare, pur facendosi seguire bene. Anche la violenza è un po' troppo edulcorata, non permettendo a Venom di sfogare se stesso come dovrebbe. Nel complesso comunque resta un film che si lascia vedere. Per i fan del genere.

martedì 2 ottobre 2018

Revenge (2017) di Coralie Fargeat


Trailer del film


Un ottimo rape & revenge, che riesce ad appassionare moltissimo e a coinvolgere grazie ad ottime idee e ad un ritmo molto buono. La narrazione ha uno sviluppo molto interessante, con una prima parte nella quale lo spettatore vede la protagonista come una preda e come un oggetto sessuale, per poi vederla rinascere e vendicarsi dei suoi nemici. La regista fa sentire lo spettatore in colpa per aver fatto pensieri sessuali e possessivi verso la protagonista e aver visto le conseguenze dell'aggressività maschile. Il modo in cui la ragazza "torna in vita" e riesce sconfiggere tutti è veramente ben strutturato e riesce a colpire per la forza adottata nella messa in scena, che non risparmia dettagli splatter e violenti. I tre uomini sono ben caratterizzati e svolgono molto bene la loro funzione. Anche le ambientazioni sono veramente ispirate e riescono a dare una buona atmosfera al racconto. La regia ha una buona mano e confeziona molte sequenze degne di nota, con alcuni pianosequenza riusciti. Molto interessante lo scontro finale in casa e il trip allucinogeno della protagonista, che denotano un'ottima cura, così come altre scene. Non mancano alcune forzature nella trama, che rendono alcuni momenti inverosimili, ma nel complesso non c'è nulla di talmente forzato da minare in maniera decisa l'opera. Colonna sonora di classe e veramente azzeccata. Attrice protagonista veramente in parte.

Caniba (2017) di Lucien Castaing-Taylor, Verena Paravel


Trailer del film


Un documentario non semplice, che spiazza per via di una messa in scena molto minimale che analizza la psicologia del cannibale, senza presentare facili giudizi, ma mostrando un uomo debole e malato. Il quadro presentato mostra come dietro al "mostro" si nasconda un uomo misero, senza sanità mentale, mostrato senza sensazionalismi. Molto interessante il modo in cui il regista ci metta a tu per tu con l'uomo, grazie ad inquadrature molto ravvicinate che studiano ogni movimento del viso del killer. Anche la figura del fratello è emblematica, perché mostra altre perversioni assimilabili a quelle del cannibale. La messa in scena, per quanto efficace, alla lunga è fin troppo faticosa, pur dovendo dare atto al regista del coraggio avuto nel realizzare il tutto. Non mancano alcuni momenti molto forti e quasi insostenibili. Peccato che lo sforzo da parte dello spettatore sia fin troppo eccessivo, perché sulla carta questo documentario poteva essere una bomba, ma purtroppo si limita ad essere un buon film che ha il grande pregio di dare uno sguardo imparziale e umano a una figura disumana, che grazie a questa narrazione riesce a creare un conflitto nell'opinione dello spettatore, che da una parte giudica e dall'altro empatizza verso una persona sconfitta dalla vita.

La vendetta di un uomo tranquillo (2016) di Raúl Arévalo


Trailer del film


Buon revenge movie che si fa forte di una messa in scena molto cruda e realistica, per portare avanti una storia ben strutturata e molto umana. Il ritmo è ottimo e la narrazione è ben scandita, anche se la divisione in capitoli dà un po' troppo stacco fra un momento e l'altro. Il protagonista ha un forza incredibile e, grazie ad una buona interpretazione, riesce a portare avanti benissimo la vendetta. La struttura narrativa è ben fatta e il tutto scorre benissimo seguendo un andamento classico, ma non banale. Anche il contesto presentato è molto interessante, essendo presentato uno spaccato molto umile e umano della società. Bello il conflitto interiore del protagonista e la sua determinazione che lo portano a rinunciare a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo. Buono il colpo di scena finale e la chiusa del film, che lascia alle sue spalle solo desolazione e morte. La violenza non è risparmiata ed è sempre realizzata con cura e molta crudezza. Il lato tecnico riesce ad avere una buona forza e riesce a dare a tutta la vicenda un tono molto macabro e funereo, tanto da mettere a disagio lo spettatore, dando al tutto la giusta atmosfera. Anche la messa in scena è senza fronzoli e crea delle scene dal forte impatto emotivo. Personaggi non sempre ben tratteggiati, ma che nel complesso creano una bella amalgama. Ottimo il protagonista e alcune delle vittime.

domenica 9 settembre 2018

La settima musa (2017) di Jaume Balagueró


Trailer del film


Un fantasy molto dark di Balaguerò, che ha dei momenti veramente riusciti, anche se nel complesso lascia un po' insoddisfatti. La storia ha un andamento molto lineare, nel quale sono ben inseriti dei buoni colpi di scena anche se non tutti imprevedibili. L'incedere della narrazione ha il grande pregio di creare una buona atmosfera in un'ambientazione veramente convincente. Invece, a mio avviso, le muse potevano essere meglio sfruttate, dato che risultano troppo altalenanti come minaccia ai protagonisti. Ad ogni modo la storia scorre bene e l'interesse viene ben mantenuto, pur non raggiungendo mai vette altissime. Il ritmo è buono, anche grazie ad una durata che risulta adeguata al tipo di pellicola. Purtroppo, nonostante uno sviluppo buono, dalle tinte gotiche e interessanti, il finale non convince pienamente perché un po' troppo semplicistico, con le muse fin troppo impotenti di fronte al pericolo che le minaccia. C'è comunque da dire che la preparazione al climax finale è carica di pathos e regala delle belle inquadrature. Chi si aspetta un horror che colpisca allo stomaco rimarrà deluso, dato che la pellicola punta quasi esclusivamente sulla creazione di un'atmosfera convincente e mortifera, che però viene sfruttata in parte. Buoni i personaggi, i quali presentano una caratterizzazione efficace, muse comprese. Quest'ultime hanno un ottimo background, ma nella pratica quest'aura mitica non sembra avere la giusta forza. La regia ha dalla sua delle inquadrature e delle sequenze eccellenti, così come una messa in scena curata e che omaggia i film di genere degli anni 70. Buono, ma non al top.

Oculus - Il riflesso del male (2013) di Mike Flanagan


Trailer del film


Un buon horror che ben sfrutta il genere per portare avanti un racconto interessante. La narrazione subisce un crescendo ben strutturato che coinvolge molto, anche grazie a due protagonisti ben fatti e che ben si amalgamano fra loro. L'iniziale scontro fra i loro due punti di vista è veramente ben fatto e fa venire il dubbio che la sorella sia effettivamente fuori di testa. Lo sviluppo è abbastanza classico, ma coinvolge abbastanza, andando a ben miscelare il presente con il passato dei due protagonisti. Anche lo specchio, vero antagonista nella pellicola, ha una caratterizzazione di tutto rispetto e crea un'atmosfera veramente pesante. Il modo subdolo in cui tenta di soggiogare le menti dei due ragazzi lo fa apparire veramente temibile e spietato. La perdita graduale di lucidità dei giovani viene ben trasmessa, il quale fa fatica a distinguere la realtà dall'illusione. Sul lato tecnico ci troviamo di fronte ad un buon lavoro, che non ha chissà quali guizzi, ma porta a casa un'opera convincente che poteva scadere nel ridicolo con facilità. Il resto del comparto tecnico lavora bene e dà il giusto tono all'esperimento organizzato dai protagonisti, per poi virare verso una messa in scena più sanguigna e viscerale. Non mancano alcuni cliché un po' fastidiosi, ma nel complesso la storia regge bene.

Madre! (2017) di Darren Aronofsky


Trailer del film


Una rappresentazione allegorica della bibbia che convince per la follia visionaria messa in scena, piuttosto che per l'idea di base. La narrazione parte con una calma incredibile, per poi procedere con un susseguirsi di eventi che portano ad un crescendo magnifico che si spinge fino alla follia più pura. L'arco narrativo ha un'evoluzione che spiazza e disturba lo spettatore, tanto da rendere la visione quasi insostenibile. Il parallelismo fra la vicenda narrata e i racconti biblici non è immediatamente palese, ma una volta notato, risulta immediato da cogliere. I simbolismi messi in campo non sono sempre raffinatissimi, ma nel complesso il tutto ha una messa in scena veramente convincente. L'entrata in scena dei vari personaggi stordisce volutamente lo spettatore e crea un forte legame fra lui e la protagonista. Non mancano momenti gore abbastanza spinti e, una caratterizzazione dei personaggi ben studiata, fa sì che si arrivi al finale senza grossi cali. La parte finale è molto buona e riesce a stupire, oltre a dare un senso al tutto. La regia ha ovviamente una buonissima mano e riesce ad osare senza scendere a compromessi, pur mostrando il fianco in alcuni passaggi. La messa in scena a volte è un po' semplicistica, ma nel complesso si nota una buona cura. Sicuramente un'opera coraggiosa, con dei difetti, ma con una forza incredibile. Sicuramente da vedere.

The End? L'inferno fuori (2017) di Daniele Misischia


Trailer del film


Un horror italiano fatto con criterio e con buona mano, che fa ben sperare per il futuro del genere in Italia. La trama è molto semplice e si svolge tutta in un ascensore, mentre fuori un'infezione sta decimando la popolazione di Roma. La situazione non è semplice da gestire, dato che il ritmo è sempre a rischio, ma in questo caso il tutto è stato gestito bene e non sono presenti cali degni di nota. La narrazione gestisce molto bene il tutto e vengono create numerose situazioni dalla buona varietà, arrivando anche ad un buon grado di violenza. Anche l'evoluzione del protagonista, per quanto telefonata, è buona e crea un buon interesse. Gli effetti speciali sono buoni, anche se a volte lo scarso budget si sente. Anche i personaggi inseriti sono ben strutturati e permettono al protagonista di confrontarsi con numerose figure che favoriscono la sua crescita. Anche il finale è buono, probabilmente un po' troppo idilliaco, ma calza bene con la storia raccontata. La regia, quindi, fa un buon lavoro e riesce a portare a casa il risultato, creando una buona atmosfera e ben sfruttando l'angusta ambientazione, come avviene ad esempio con la scena dei walkie talkie. La messa in scena non è perfetta, ma svolge bene il suo scopo. Anche le musiche non sono male. In definitiva, una pellicola buona, non eccezionale, ma fatta con vera passione e che fa bene al cinema italiano.

Yoga Hosers - Guerriere per sbaglio (2016) di Kevin Smith


Trailer del film


Un Kevin Smith che non si prende sul serio, ma riesce a costruire una storia folle e molto divertente. La trama segue le vicende di due ragazze canadesi, apparse anche nel precedente film del regista, Tusk. La storia segue la loro vita da adolescenti, portando avanti uno sviluppo che vira sempre più verso il nonsense e il folle. Questo stranisce lo spettatore e riesce a dare alla narrazione un taglio molto divertente. Il tutto viene gestito con molta leggerezza, permettendo di gestire al meglio tutte le trovate nonsense messe in scena. La trama ha delle buone idee, talmente folli da risultare credibili nel contesto presentato. Alla fine si tratta di una narrazione molto fine a se stessa e senza grossi spunti, ma fa senza dubbio il proprio dovere. Anche la messa in scena favorisce questa atmosfera rilassata e divertente. Alcune scene sono veramente interessanti e risulta ben visibile lo stile di Smith. Gli effetti speciali sono volutamente posticci, ma nel contesto presentato sono adeguati allo scopo. I personaggi sono caricaturali e l'ironia messa in scena tramite le loro battute è ben sfruttata. Nel complesso, quindi, un buon film, senza pretese che riesce ad intrattenere abbastanza bene e far divertire senza impegno.

domenica 12 agosto 2018

13 peccati (2014) di Daniel Stamm


Trailer del film


Un action movie dalle tinte horror che, senza avere grandi pretese, riesce a divertire e ad appassionare fino alla fine. La trama non è delle più originali, ma risulta veramente funzionale e adatta anche ad una lieve critica sociale. Quasi ogni personaggio risulta avere una sete incontrollata per il denaro, cosa che spingerà quasi tutti a commettere atti malvagi e senza morale pur di guadagnare qualche spicciolo. Il protagonista è emblema di come la società capitalista contemporanea tiri fuori il peggio dall'essere umano. Il tutto viene portato avanti grazie ad una trama ritmatissima, che non ha paura di mettere in scena alcune scene molto forti e al limite del gore. Il tutto porta a sacrificare un po' di realismo, ma il risultato finale giustifica in parte questa mancanza. L'escalation delle prove è ben gestita e alcune di esse sono veramente interessanti e ingegnose. La chiusa della pellicola non è granché, ma la parte finale ha delle buone trovate narrative per dare drammaticità al racconto. Non si tratta sicuramente di un'opera che resterà negli anni, ma comunque di un film che ben sfrutta a sue carte. Il comparto tecnico fa un buon lavoro e, senza esagerare, riesce a mantenere un ritmo molto buono e una messa in scena cruda e seriosa, senza scadere nel ridicolo. Buoni gli attori, con un Ron Pearlman veramente convincente. Per gli amanti del genere, che non vogliono staccare il cervello, è un visione sicuramente da non perdere.

Hereditary - Le radici del male (2018) di Ari Aster


Trailer del film


Un horror dall'indubbia qualità, che riesce a mettere in scena una trama ben architettata e che disturba moltissimo. La narrazione ha un sviluppo veramente interessante e riesce a virare il tono dell'opera sempre più verso l'horror spinto senza dare una sensazione di discontinuità, riuscendo a trascinare lo spettatore dentro una spirale di malvagità e depravazione. Molte sono le sequenze che restano impresse veramente a lungo, per via della perizia tecnica con le quali sono messe in scena. Alcuni momenti lasciano senza fiato, altri riescono a spaventare e a disturbare fortemente. Gli effetti speciali, nonostante il budget non altissimo, sono ben fatti e fanno il loro dovere. Anche delle buone musiche e un montaggio ben studiato riescono a creare delle sequenze molto forti. Lo sviluppo narrativo ha un crescendo molto bello che porta ad un finale buono, ma che non fa gridare al miracolo, pur essendo veramente molto bello e adatto alla storia presentata. La regia ha dei guizzi molto interessanti e porta avanti un'opera mantenendo un tono serissimo e oppressivo che non abbandona mai la visione. Anche i personaggi sono tutti ben caratterizzati e hanno delle psicologie ben strutturate e che si evolvono in maniera intelligente, andando a creare una famiglia veramente ben amalgamata e che si fa fulcro della malvagità emergente. Colonna sonora ottima.

Nerve (2016) di Henry Joost e Ariel Schulman


Trailer del film


L'ennesimo young adult che mal sfrutta un'idea di base che poteva, sulla carta, essere interessante. L'introduzione alla narrazione mette in scena una tendenza diffusa fra i giovani, che ben si presta ad essere specchio di alcune storture della nostra società. Purtroppo il modo in cui viene messo in scena il tutto non è convincente e la forza del racconto ne risente moltissimo, essendo il tutto mostrato molto edulcorato e troppo legato alla relazione fra i due protagonisti. Questi ultimi non riescono a convincere, per via di una caratterizzazione troppo piatta e perché la ragazza subisce dei cambi caratteriali troppo repentini. Anche lo sviluppo, nonostante un buon inizio, non decolla mai e non riesce ad arrivare ad un livello di serietà sufficiente per tenere alto l'interesse. Finale un po' troppo idilliaco e facilone, che delude molto. La messa in scena ha delle buone idee, ma non riesce a reggere per tutta la pellicola con la medesima qualità. La regia non riesce a gestire il ritmo con la dovuta perizia e la parte centrale risulta veramente fiacca. La parte finale doveva iniziare ben prima per tirare avanti la narrazione. Anche i rapporti fra gli adolescenti sono trattati con la solita superficialità e non risultano, quindi interessanti. Un'opera destinata palesemente ad adolescenti legati maggiormente al mondo dei videogame, piuttosto che al cinema. Anche le musiche risultano abbastanza anonime.

martedì 31 luglio 2018

Message from the King (2017) di Fabrice Du Welz


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Un film che ha dalla sua alcune buone idee e una messa in scena riuscita, pur non avendo una narrazione eccessivamente originale. La pellicola ben sfrutta una messa in scena credibile e cruda, che fa percepire il degrado dello spicchio di società nella quale si muove il protagonista. La sua odissea per avere giustizia lo porta a sporcarsi umanamente e a fare azioni molto forti pur di raggiungere il suo scopo. Purtroppo il suo cadere verso il baratro non sfocia in una crisi vera e propria, ma porta inaspettatamente ad un finale fin troppo conciliatorio, anche se ben gestito. Lo sviluppo narrativo segue strade ampiamente battute, ma lo fa con una buona qualità narrativa e che fa appassionare, anche se alla lunga l'interesse tende un po' a calare. Interessante il quadro che viene dato di Los Angeles, una città ormai famosa per le sue luci ed ombre. Il protagonista è convincente, così come alcuni comprimari, mentre altri non sono granché, anche se nel complesso il cast convince. Buona anche la dose di violenza adottata, non eccessiva, ma adeguata al contesto del racconto.

La jena (1945) di Robert Wise


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Un capolavoro del macabro, che riesce ancora oggi, dopo più di 70 anni, ad avere una forza incredibile. La trama riprende un racconto di fine ottocento veramente disturbante. Il suo sviluppo è molto curato, riuscendo a dosare molto bene i toni durante la pellicola, passando da momenti più macabri ad altri più rilassati, andando così a costruire un racconto sempre interessante e coinvolgente. Non mancano scene molto forti, strutturate sempre con maestria e con una messa in scena che le fa rimanere impresse. Sono numerosi i momenti di alta qualità, frutto di un comparto tecnico che ha lavorato egregiamente e di una scrittura che è riuscita a creare dei dialoghi non forzati e molto interessanti. Anche lo sviluppo e il crescendo finale sono ottimi e portano avanti l'opera senza intoppi fino al bel finale. I personaggi sono realizzati benissimo e hanno una profondità ottima, avendo numerose sfaccettature, che li rendono interessanti. La regia è sublime e sfoggia una tecnica ottima, che valorizza ogni singolo istante. Molto bello come il terrore sia spesso solo suggerito, senza utilizzare scene esplicite, suscitando comunque una sensazione di malessere e di disturbo. Ottime musiche.

Scappa - Get Out (2017) di Jordan Peele


Trailer del film


Un horror di indubbia qualità, che si contamina con il thriller e con la fantascienza senza soluzione di continuità e con indubbio gusto. Molto interessante lo sviluppo che viene dato alla storia, essendo il mistero costruito gradualmente e in maniera molto intelligente. Il modo graduale in cui vengono svelati tutti i misteri del film è ottimo e permette di tenere sempre alto l'interesse dello spettatore. Il crescendo narrativo è anch'esso ben gestito e permette di tenere la tensione sempre al giusto livello. La rappresentazione che viene data dell'america borghese è ovviamente esagerata, ma comunque sintomo di un malessere sociale, essendo ancora presenti numerose discriminazioni a sfondo razziale anche negli USA. Il ritmo è ottimo e anche la gestione dei personaggi non è banale, con molti twist inseriti al momento giusto. È presente anche una certa dose di ironia, che stempera la tensione e rende il tutto ancora più surreale. Non mancano scene memorabili per via della loro forza espressiva, merito di una regia che sa quando spingere sull'acceleratore per creare disagio e tensione. Anche il resto del comparto tecnico crea una messa in scena di qualità e dai toni veramente ben gestiti. Anche i personaggi hanno delle caratterizzazioni ben fatte e che creano un'amalgama interessante e che dà delle buone soddisfazioni. Buoni gli effetti speciali nei momenti in cui esplode la violenza.

The Big Kahuna (1999) di John Swanbeck


Trailer del film


Un adattamento di una pièce teatrale che convince in parte, avendo dalla sua alcune idee molto buone, ma che sono messe in scena in maniera un po' piatta. L'avere una ambientazione molto ristretta non ha giovato alla narrazione, penalizzata da una mano registica non sufficiente per sfruttare pienamente il buono script, nonostante siano effettivamente presenti alcune buone idee registiche, che però non riescono a dare alla narrazione la giusta veste. Molto interessanti i temi trattati, sul modo in cui l'uomo sia portato naturalmente a plagiare gli altri per vendere le sue idee o i suoi prodotti. Buono anche il modo in cui viene presentata la difficoltà nel conciliare aspetti alti come la religione alla vita di tutti i giorni, che ti spinge verso una visione dell'esistenza molto più bassa e cinica. I tre protagonisti tengono molto bene la scena e il buono script riesce a valorizzarli, dando delle caratterizzazioni sfaccettate e interessanti. Lo sviluppo non è sempre buono e, soprattutto nella parte finale, tende ad dilungarsi un po', oltre al fatto che alcuni confronti sembrano un po' forzati. La regia poteva osare di più, invece di adagiarsi sui dialoghi continui dei protagonisti e gestendo tutto in maniera un po' piatta. Per il resto il comparto tecnico mantiene una qualità costante, senza grossi alti e bassi. Attori veramente in gamba, senza i quali la pellicola non avrebbe retto.

L'assassino ti siede accanto (1981) di Steve Miner


Trailer del film


Buon secondo capitolo, per gli amanti del genere slasher, senza particolari guizzi, ma confezionato con una sufficiente cura. La trama e le dinamiche della pellicola sono ormai dei classici, con l'iniziale presentazione dei personaggi e il loro successivo massacro da parte di Jason. Le uccisioni sono ben fatte e alcune hanno delle dinamiche interessanti. Nel complesso il film ha un andamento fin troppo classico e si adagia fin troppo sulle buone basi del suo predecessore. Jason ad ogni modo viene ben sfruttato e, insieme al buon ritmo rendono il tutto molto gradevole. La regia è molto basilare, ma riesce a dare il giusto taglio all'opera, con un buon sfruttamento delle inquadrature e delle soggettive. Anche la messa in scena e l'ambientazione (ormai iconica) danno il loro contributo. I personaggi sono semplicemente carne da macello, senza alcun supporto da parte di una trama veramente esile, ma adatta al genere. La colonna sonora dà la giusta atmosfera e alcuni motivi restano impressi.

giovedì 19 luglio 2018

La prima notte del giudizio (2018) di Gerard McMurray


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Una delle saghe più convincenti degli ultimi anni finalmente ci mette di fronte all'origine di tutto, non riuscendo però a convincere pienamente. Sicuramente è un peccato vedere l'ascesa dei Nuovi Padri Fondatori riassunta in pochi minuti, dato che poteva essere un processo dai numerosi spunti di riflessione. Anche l'idea stessa dello Sfogo poteva essere meglio approfondita, invece di presentare già tutto pronto. Per il resto la narrazione segue i binari tracciati dai precedenti episodi, senza però avere momenti veramente degni di nota o alcuna novità rispetto a quando già mostrato nei "sequel". Ad ogni modo questo episodio risulta gradevole, sfruttando discretamente l'idea di base e dandole un tono e una messa in scena che fa ben percepire come quello che stiamo vedendo sia un primo test dello Sfogo. Lo sviluppo un po' troppo esagerato e buttato sull'action però non convince pienamente, andando a sminuire la buona formula ideata. Anche i personaggi non spiccano per profondità, pur essendo buoni nel complesso. Alcuni momenti sono sicuramente riusciti e alla fine il film risulta gradevole. La regia dimostra di non saper sfruttare appieno la materia trattata e confeziona una pellicola che non lascia il segno ma che vive di rendita sulle buon idee della saga. Anche la messa in scena sembra risentire di una guida incerta e non sfoggia la stessa creatività vista in passato. Quindi, un'episodio buono, ma che non aggiunge nulla alla saga, non andando ad analizzare con la giusta cura il background dietro la formazione di una pratica così barbara e inumana.

Il pianeta delle scimmie (1968) di Franklin J. Schaffner


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Un cult intramontabile, che mette in scena una storia irresistibile e con numerosi spunti di riflessione. L'età della pellicola si fa sentire, ma al contempo rende la messa in scena kitch e affascinante, avendo un look irresistibilmente retrò. Il modo in cui viene sviluppata la storia, senza scadere in un crescendo action che avrebbe rovinato l'atmosfera, è molto intelligente e permette di avere una narrazione ben strutturata. Interessanti anche i temi trattati, essendo l'uomo mostrato come un animale minaccioso e autodistruttivo, con le scimmie che sembra stiano pericolosamente percorrendo gli stessi errori dell'uomo. Anche lo scambio di ruoli tra le due razze mette in risalto alcune crudeltà che l'uomo commette spesso verso gli animali. Ben gestita è anche la tematica religiosa, che mostra come una fede cieca e senza autocritica possa portare ad un arretramento culturale della società. Il ritmo è molto buono e tutto scorre bene fino al magnifico finale, in cui tutto è rivelato allo spettatore. L'inquadratura finale è magnifica. Sono molte le scene degne di nota, anche grazie ad una messa in scena riuscita e ben studiata. Anche la regia cadenza bene la narrazione e riesce a creare un'opera convincete e che resta impressa. Ottimi i costumi, con le maschere che riescono a dare molta umanità alle scimmie.

Obbligo o verità (2018) di Jeff Wadlow

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Un film ignobile, del quale non salvo nulla a partire dalla pessima idea di base. La pellicola mette in scena una trama ridicola, che già dall'incipit dimostra una scarsa qualità sia dal lato tecnico che dal lato della scrittura. I personaggi non bidimensionali e lo sviluppo è talmente prevedibile da non creare alcun interesse nello spettatore, non essendo presenti nemmeno delle uccisioni con un minimo di inventiva. Se aggiungiamo anche dei buchi narrativi non da poco e degli effetti speciali di scarsa qualità, abbiamo un quadro completo sul disastro che ci troviamo di fronte. L'idea di utilizzare un ridicolo filtro sulle facce per mostrare la possessione demoniaca è pessima e rende stupide anche le scene più macabre e serie. Purtroppo nemmeno la parte finale è salvabile, per via di un enorme buco di sceneggiatura e di una risoluzione finale scadente. Il lato tecnico non riesce a dare alcun contributo, con una fotografia piatta e rarissimi momenti passabili. Anche gli attori non sono in parte e non creano personaggi interessanti. L'unica cosa positiva è che fra un anno questo film sarà sparito dalla memoria generale.

The Devil's Candy (2015) di Sean Byrne


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Un grande film horror che mette in scena una storia che appassiona dall'inizio alla fine. Il tema della possessione demoniaca è trattato in maniera eccellente e senza andare ad utilizzare i soliti cliché del genere, ma facendo passare il tutto attraverso l'arte. A quest'ultima viene data connotazione oscura molto interessante. Lo sviluppo narrativo porta i protagonisti in una spirale di terrore realizzata benissimo. Anche il collegamento fra il killer e il protagonista è realizzato in maniera molto affascinante e originale. Il ritmo è molto buono e la messa in scena ha i giusti cambi di tono e riesce ad essere molto convincente. Lo scontro fra la famiglia e il killer è gestito molto bene e la parte finale ha una forza veramente convincente, anche se eccessivamente fracassona. La regia regala dei momenti veramente riusciti e che riescono ad inquietare moltissimo. Tutto è studiato bene e il comparto tecnico si muove con coerenza per portare avanti il lavoro. Anche i personaggi non sono niente male, con un antagonista che riesce a ben trasmettere la sua aura minacciosa. Musiche metal veramente azzeccate con alcune finezze degne di nota. Non al livello di The Loved Ones (precedente lavoro del regista), ma comunque un ottimo prodotto.

Tre colori - Film rosso (1994) di Krzysztof Kieślowski


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Una degna conclusione di una bella trilogia. La pellicola mette in scena una trama ben intrecciata, dai toni molto umani e dalla spiccata sensibilità. La protagonista si trova ad avere a che fare con un vecchio giudice con il quale instaura una "amicizia" molto particolare che porta entrambi a confrontare la propria visione della vita e della società. Il giudice è caratterizzato da una visione molto pessimistica, dato chereputa tutte le persone crudeli e insensibili, mentre la ragazza è molto più speranzosa. Il confronto fra di loro porterà entrambi a rivedere il loro punto di vista e ad uscire arricchiti reciprocamente. Molto belle le riflessioni del giudice e, nel complesso, le relazioni fra i personaggi. Molto bella e originale l'idea di creare un parallelismo fra la vita passata del giudice e quella di un giovane ragazzo che segue precisamente la giovinezza del vecchio uomo. La regia è sempre di alto livello e riesce a dare una sensibilità unica all'opera, anche grazie a delle caratterizzazioni eccellenti. Anche la scrittura è ottima e le riflessioni portate avanti non sono banali. La fotografia dà risalto al colore dominante del film (il rosso), senza diventare forzata o stucchevole. Musiche ottime. Una conclusione ottima di una trilogia che è già nella storia del cinema.

domenica 24 giugno 2018

Psychokinesis (2018) di Yeon Sang-ho


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Opera interessante a gradevole, che riesce a raccontare abbastanza bene la vicenda narrata. La storia è abbastanza semplice, con alcune leggerezze di poco conto che non vanno ad inficiare troppo la qualità narrativa. Nel complesso ci troviamo di fronte ad una pellicola leggera, che manda una buona critica contro le aziende colluse con lo Stato, con quest'ultimo schierato solo dalla parte dei più forti. Ad ogni modo l'opera convince in parte, perché mantiene una qualità buona senza avere picchi degni di nota. Questo impedisce al film di sfruttare pienamente la discreta idea iniziale. Il protagonista poteva essere meglio sviluppato, ma nel complesso non è male. Anche sua figlia è ben fatta, per quanto un po' stereotipata. Visti i temi trattati, mi sarei aspettato una minor leggerezza nella narrazione, cosa che secondo me avrebbe giovato. La regia resta comunque buona e porta avanti dignitosamente la trama. Gli effetti speciali non sono granché, ma, non essendo invadenti, risultano sfruttati abbastanza bene. Il lato tecnico funziona, ma non sempre viene data la giusta enfasi alle scene, anche se alcune sono veramente efficaci.

La truffa dei Logan (2018) di Steven Soderbergh


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Soderbergh, di nuovo in azione, prova a proporre una rapina, portata avanti da dei reietti della società, come una sorta di rivalsa sociale. La pellicola mette in scena una trama che ha dei momenti indubbiamente riusciti, anche se nel complesso non riesce ad avere delle caratteristiche degne di nota. Questo potrebbe essere dovuto ad un ritmo con troppi cali e da personaggi interessanti, ma a volte un po' squadrati. Non manca anche una certa ironia, che aiuta discretamente la narrazione. La rapina in sé è ben girata, ma sa tutto di già visto e questo non permette di provare il giusto interesse nella vicenda. Anche il voler dare a tutti i personaggi una caratterizzazione così peculiare fa sembrare le loro interazioni un po' forzate. Soderbergh riesce a dare un taglio particolare al tutto, ma nel complesso non colpisce e lascia non pienamente convinti, anche se va dato il merito al regista di avere una buona mano che riesce a risollevare alcune scene non riuscitissime. Il lato tecnico è buono, ma la scrittura non regge e anche la regia ne risente. Le musiche sono buone e ben si adattano all'ambientazione. Quest'ultima è veramente azzeccata e interessante.

The Strangers: Prey at Night (2018) di Johannes Roberts


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Secondo capitolo di una saga passata un po' in sordina, che non riesce a portare nulla di nuovo, ma che si lascia guardare dagli amanti del genere. La narrazione segue un andamento fra i più classici, con i protagonisti che si troveranno loro malgrado nel territorio di caccia dei tre killer, i quali li inseguiranno senza pietà per ucciderli tutti. Il tutto quindi segue binari ben rodati, purtroppo senza avere alcun barlume di originalità, ad eccezioni dei buoni killer, che riescono a mantenere alta la tensione. I personaggi non hanno caratterizzazioni degne di nota e si limitano ad essere carne da macello, anche se i due figli nel complesso non sono male. Le uccisioni sono buone e l'atmosfera creata è funzionale al racconto, pur essendo molto derivativa. Il ritmo è buono e la parte finale di buon impatto, anche se nel complesso non ci sono scene che restano impresse, pur essendo visibile, in alcuni momenti, una buona fotografia. La regia è molto basilare e non riesce a stupire. Le musiche sono buone e in alcune scene danno una buona mano. Nel complesso però non mancano difetti nella narrazione. Una qualità non buona non permette alla pellicola di avere la giusta forza.

domenica 3 giugno 2018

Tre colori - Film bianco (1994) di Krzysztof Kieślowski


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Secondo film della trilogia dei colori. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una grande pellicola, che porta avanti un dramma umano e una vendetta spietata. La storia segue le vicende di Karol, che si trova distrutto a causa dell'abbandono della moglie.L'unica sua ragione di vita, a questo punto, sarà la vendetta. Il modo rocambolesco, ma studiato fin nei minimi particolari, con il quale porterà avanti il suo intento lo rendono un personaggio con una forza d'animo che inizialmente non traspare e danno al racconto un tono fortemente drammatico e con un interessante humor nero. Anche la Polonia viene mostrata con un forte degrado sociale e morale, in cui tutto è ottenibile con i soldi. Il modo con cui procede la narrazione e la chiusa del film vanno così a creare una storia incredibilmente interessante, nella quale la vendetta non viene vista positivamente, ma come una cosa che porta lo stesso protagonista a non ottenere alcun vantaggio personale, se non quello di una temporanea rivincita. La regia è anche stavolta ottima e riesce a catturare l'interiorità dei personaggi e dello spaccato sociale nel quale avviene la vicenda. La fotografia dà giustizia al nome del film, virando molte scene su toni tendenti al bianco, andando a far scontrare la candidezza di alcune immagini con una realtà imperfetta e decadente. Musiche eccellenti, che scandiscono molto bene la narrazione.

Solo: A Star Wars Story (2018) di Ron Howard


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Ormai anche la saga di Star Wars si sta sviluppando portando ulteriore serialità nel suo universo cinematografico. Stanno quindi emergendo numerosi spin off, come questo Solo: a Star Wars Story. Rendere giustizia ad un personaggio amato come Han Solo non è cosa facile e questa pellicola ci riesce in parte. La storia non è delle migliori, ma riesce a dare una certa coerenza allo sviluppo del personaggio, per farlo gradualmente diventare quello che tutti conoscono. Non sono presenti momenti degni di nota, ma solo alcune scene più riuscite di altre. Con questo non intendo criticare interamente l'opera, ma nel complesso non lascia il segno. Alcuni personaggi sono invece molto buoni, con una caratterizzazione abbastanza riuscita. Anche il ritmo non è esente da difetti, essendo in alcuni momenti squilibrato, facendo pesare le quasi due ore di durata. La scrittura non è granché e anche i rapporti fra i personaggi sono abbastanza banali. Nel complesso la regia non riesce a dare la giusta verve all'opera, ma in alcune scene è possibile notare una certa forza narrativa. Purtroppo non mancano anche momenti abbastanza confusionari, a causa di un montaggio con troppi stacchi e di una mdp troppo mossa. Colonna sonora carina, salvata dal famoso tema principale. Attori non molto in parte.

La pelle che abito (2011) di Pedro Almodóvar


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Film grottesco e disturbante che racconta una storia veramente interessante. La struttura narrativa è veramente buona e riesce a svelare le sue carte con il giusto tempismo, in modo da creare una bella atmosfera e una buona sorpresa. Gli eventi presentati costituiscono una situazione malata, frutto di personalità che hanno subito forti traumi. Ad esempio il dottore ha dedicato la sua vita alla scienza senza alcuna remora morale. Tutto l'intreccio si basa sulla psicologia dei personaggi e sul loro essere vittime di una vita che ha riservato loro poche gioie. In una narrazione algida non mancano alcuni momenti al limite del kitsch, causati dall'ingresso di figure grottesche che vanno ad arricchire un microcosmo molto particolare. Lo sviluppo narrativo dà vita ad una storia che ribalta il punto di vista in maniera ottima. Finale con il giusto climax che chiude ottimamente l'opera. I personaggi hanno un ottimo spessore e riescono a rimanere impressi a lungo per via di un'ottima scrittura. Anche la regia è molto buona e riesce a dare al racconto un taglio molto freddo e preciso, come un orologio. Uso molto intelligente dei diversi tipi di inquadrature, con un ottimo uso dei primi piani. Buona la colonna sonora.

Deadpool 2 (2018) di David Leitch


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Secondo capitolo, più riuscito del suo predecessore, ma che non fa gridare al miracolo. La trama non è il punto forte dell'opera, che punta tutto sull'esplosività del protagonista che viene ben sfruttato per portare avanti tutta l'opera. La demenzialità è pressoché costante e, nonostante sia dosata meglio rispetto al primo capitolo, alla lunga stucca un po'. Il ritmo non è sempre buono, ma nel complesso la pellicola scorre sufficientemente bene. L'idea di base, nel creare una parodia di un cinecomics è sempre buona e non viene mal sfruttata. Purtroppo però lo sviluppo narrativo non regge e risulta molto prevedibile e un po' piatto, anche se non mancano alcune sequenze molto ironiche e inaspettate. La regia è molto basilare, con alcune buone idee, ma non riesce a entusiasmare. Il lato tecnico nel complesso non è granché e si nota la presenza di un budget non altissimo in alcuni frangenti. Anche la fase di scrittura non è stata ben gestita, con personaggi bidimensionali e poco interessanti. Anche l'universo da cui proviene Cable non viene approfondito, nonostante potesse dare un po' più di profondità al racconto. Quindi un passo avanti rispetto al primo Deadpool, ma non vengono raggiunti risultati ragguardevoli. Molto divertenti le scene post credits.

Halloween III - Il signore della notte (1982) di Tommy Lee Wallace


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Un terzo capitolo che intelligentemente tenta di rinnovare la formula dei primi due capitoli, anche se con risultati non eccellenti. La trama segue l'indagine di un dottore su un misterioso omicidio avvenuto pochi giorni prima. Lo sviluppo della storia è interessante e i risvolti macabri che vengono via via svelati sono buoni e ben studiati, anche non fanno gridare al miracolo. Nel complesso il ritmo regge abbastanza bene e la parte finale, un po' grossolana, ha un chiusura interessante. L'atmosfera non è male in alcuni punti e riesce a dare alla narrazione qualche buon tocco, che risolleva un andamento un po' piatto. Le scene splatter non sono male hanno dei begli effetti speciali. Anche il cattivo non è male, ma non ha uno spessore degno di nota. Interessante la forte critica al potere dei media e delle multinazionali, che vengono mostrati onnipotenti e non curanti dei comuni cittadini. I protagonisti non sono male e si spalleggiano bene durante la narrazione. La regia non ha molti guizzi, ma riesce a dare un'atmosfera particolare al racconto, donandogli un nonsoché di malsano. La fotografia e il resto del comparto tecnico sono nella media, con una colonna sonora azzeccata e ben sfruttata.

sabato 12 maggio 2018

Tre colori - Film blu (1993) di Krzysztof Kieślowski


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Pellicola molto intima che va a scandagliare le psiche della protagonista in un momento difficile della sua vita. La storia ha per tutta la sua durata una forte intensità emotiva che scuote lo spettatore e crea un bel legame empatico con la protagonista. La donna decide si superare il suo lutto eliminando ogni legame con il suo passato, non capendo che questo processo la sta svuotando di tutta la sua umanità. L'imprevidibilità della vita è palpabile e saranno proprio i legami con il passato a far rinascere la protagonista, che ingloberà quel dolore e lo utilizzerà per vivere pienamente. La sua evoluzione psicologica è ottima e non risulta mai banale o forzata, anche se non sempre il ritmo è sempre ben dosato. Ben gestita è l'ombra dell'opera incompiuta dal marito, la quale aleggia sulla protagonista, venendo, così, utilizzata con furbizia per simboleggiare il suo attaccamento con il passato e come buona sottotrama nella pellicola. Finale veramente interessante. La regia riesce a dare un taglio unico alla narrazione, anche grazie ad una fotografia studiata benissimo che sfrutta una dominanza del colore blu e un'illuminazione non realistica in alcune scene per esternalizzare benissimo l'emotività della protagonista. Musiche be studiate e che ben si adattano col racconto. Personaggi ben strutturati, con una grande protagonista, anche se non tutti sufficientemente approfonditi.