sabato 24 gennaio 2015

Don Jon (2013) di Joseph Gordon-Levitt


Trailer del film



Buon esordio di Lewitt che tenta, con un'anomala commedia romantica, di creare qualcosa di originale. La storia è quella di Jon, giovane ragazzo che fa una vita molto routinaria, andando di giorno a lavoro e di sera a rimorchiare ragazze con due suoi amici. Il giovane è molto insoddisfatto della sua vita e non riesce a trovare il giusto appagamento nei rapporti con l'altro sesso. Questo lo ha portato a diventare dipendente dal porno, una realtà surrogata nella quale far vivere le sue fantasie più nascoste e dimenticare lo squallore della sua vita. Tutto questo procede come un infinito circolo, fino a quando non incontrerà Barbara, una bomba sexy che lo travolgerà.
Jon con un suo amico
Fra loro nascerà una relazione in cui il desiderio della ragazza di non consumare subito il rapporto fa incuriosire Jon, il quale inizia ad essere veramente trasportato nel rapporto. Tutto non andrà per le vie più classiche e la storia avrà un andamento interessante. La vicenda è abbastanza interessante e presenta un buon numero di elementi pop che la rendono visivamente gradevole. La linea narrativa battuta non è male e sono prese delle scelte intelligenti che evitano alla pellicola di scadere nella noia assoluta. Devo purtroppo ammettere che non sempre il ritmo viene mantenuto adeguato, essendoci alcuni momenti di stanca. Questo è soprattutto dovuto all'allungamento di alcune fasi che, a mio avviso, non aggiungono molto alla trama e potevano essere accorciate. Nonostante questo ho notato una buona cura anche dal punto di vista stilistico, dato che sono usati colori molto accesi e alcuni montaggi molto veloci che scandiscono bene il racconto.
Primo piano di Jon
Nella seconda parte il montaggio sembra tornare ad una velocità più normale e ciò ben si amalgama al tipo di fase della storia. Anche il sonoro non è usato male, dato che il jingle di accensione del PC di Jon riesce a far capire subito allo spettatore che qualcosa non va e che lui sta tornando nel mondo del porno. Anche la routine che lui sta vivendo viene rappresentata bene e riesce a far capire bene come possa sentirsi il ragazzo. I personaggi nel complesso non sono mal fatti, anche se Jon e quello interpretato da Julianne Moore sono quelli con più spessore, con quest'ultima figura che riesce a dare una profondità e una svolta inaspettata alla narrazione. Gli altri personaggi sono tratteggiati in maniera abbastanza superficiale, pur non dando alcun fastidio durante la visione. Anche la tecnica registica non è male, con alcune trovate intriganti e ben fatte, anche se è presente una certa verbosità e alcuni momenti poco riusciti.
Un momento di riflessione
C'è inoltre da aggiungere che il porno, uno dei perni intorno al quale ruota la vicenda non si traduce in una messa in scena altrettanto provocante, ma viene mantenuto un tono abbastanza casto che sembra un po' stonare con il tema trattato. Non dico che dovevano essere presenti nudi o similari, ma ho trovato le scene intime fin troppo caste e adatte maggiormente ad un film per tutti (dal punto di vista dell'età). Prendendosi un po' più di rischi poteva venir fuori un prodotto più interessante.
Jon e Barbara ballano insieme
Un altro aspetto che ho trovato riuscito è la rappresentazione del bombardamento sessuale al quale siamo quotidianamente sottoposti, il quale può provocare deviazioni nella sessualità di tutti i giorni. Il finale e la morale complessiva li ho trovati invece un po' buonisti e già visti, anche se sono sfruttati bene nel complesso. Quindi possiamo tranquillamente parlare di un buon esordio, che non fa gridare al miracolo, ma riesce ad intrattenere e presentare una storia abbastanza originale in una veste pop che riesce a farsi apprezzare, pur non mancando difetti che impediscono all'opera di elevarsi e spiccare pienamente.

sabato 17 gennaio 2015

Radiazioni BX: distruzione uomo (1957) di Jack Arnold


Trailer del film


Bellissimo film di fantascienza che vanta una storia molto bella e una messa in scena incredibile. La storia è semplice: un uomo sta vivendo un'esistenza normale fino a quando in barca entrerà in uno strano banco di nebbia, che gli farà contrarre una strana malattia. Ogni giorno lo sventurato diventa più piccolo di dimensioni e non sembra esserci una cura. La storia è tratta da un libro di Richard Matheson, che già di per sé aveva una narrazione di qualità, quindi riproporre tale storia su pellicola ha fornito un buon punto di partenza.
Scott è in pericolo
La narrazione è strutturata molto bene, pur modificando un po' la linea narrativa tracciata dal romanzo, mantenendo tutta la forza presente nel racconto e costruendo alcune scene veramente eccezionali. Una delle cose che fa più impressione è la cura con cui sono stati ricreate le ambientazioni per far recitare il protagonista una volta arrivato a misurare solo qualche centimetro di altezza. Tutti i luoghi e le interazioni presenti durante queste scene sono realizzati ottimamente e per l'epoca sembrano incredibili. Dietro è visibile un lavoro certosino sia da parte della regia, che del comparto tecnico più in generale, dato che c'è anche un ottimo uso delle prospettive. Nel film viene messa in luce la paura dell'uomo di scomparire nel nulla, cosa che sta capitando al protagonista.
Louise e Scott discutono della propria situazione
Il suo è come se fosse un cammino verso una sentenza di morte già scritta, e sentirsi via via ogni giorno sempre più inadeguato alla vita di sempre lo fa cadere nello sconforto. I suoi stati d'animo sono gestiti e rappresentati bene, grazie ad una bella interpretazione di Grant Williams, sia grazie ad un buon lavoro di scrittura. Lo spettatore, immedesimandosi nell'uomo, sarà portato a provare tensione ed interesse per la sua sorte, garantendo al film l'attenzione dall'inizio alla fine del racconto.
Scott contro il ragno in cantina
Alcune delle sequenze più di pregio sono senza dubbio gli scontri con il gatto e con il ragno, i quali sono veramente carichi di tensione ed hanno delle tinte vagamente horror che, nel complesso, li fanno rimanere impressi. Unica nota stonata è il fatto che il ragno nel libro veniva approfondito maggiormente e si sentiva molto di più la minaccia incombente, rispetto al film. Il ritmo è perfetto e tutto scorre via veramente bene, fino al bel finale dove viene ottenuta una nuova consapevolezza sulla sua condizione e si prepara a far parte di un nuovo mondo. Oltre a tutto quello già scritto c'è da aggiungere che i due coniugi sono amalgamati molto bene e la voce narrante viene gestita con cura, senza farla diventare opprimente, ma sfruttandola nel modo adeguato.
Un tentativo disperato di recuperare del cibo
La colonna sonora rimane su toni classici, ma devo ammettere che mi ha convinto. Non è da sottovalutare nemmeno il fascino che trasmette uno stile così retrò (essendo degli anni'50), il quale è un aspetto che io apprezzo molto. Ciò che resta è quindi un film di fantascienza di alta qualità, che vanta una tecnica incredibile per l'epoca, una narrazione scorrevole che accompagna lo spettatore lungo una vicenda veramente accattivante, giocando così al meglio le carte disponibili e creando un'opera indimenticabile e che farà la gioia non solo degli appassionati.

venerdì 16 gennaio 2015

Provaci ancora, Sam (1972) di Herbert Ross


Trailer del film



Divertentissima commedia, gestita con brio e intelligenza. La storia vede come protagonista Sam, un giovane uomo appena uscito da un divorzio, il quale si fa aiutare da due suoi amici, Linda e Dick, per trovare una nuova compagna. Sam quindi si troverà ad incontrare numerose donne, fingendo ogni volta di essere quello che non è, cioè un uomo sexy, sicuro di sé ecc. Durante queste attività, però scoprirà di provare qualcosa per Linda, la moglie di Dick, e ciò provocherà ulteriore scompiglio nelle loro vite. Come se non bastasse, Sam è un critico cinematografico e ha continue apparizioni di Humphrey Bogart che gli dà consigli su come comportarsi con le donne.
Sam approccia una ragazza in una galleria d'arte
Da lì in poi la trama si svilupperà verso una serie continua di appuntamenti che faranno morire lo spettatore dalle risate, grazie ad un Woody Allen in splendida forma e a dei tempi comici veramente ben studiati. Il ritmo della pellicola è splendido e accompagna lo spettatore lungo tutta la narrazione, facendolo divertire e presentando situazioni e personaggi interessanti e ben strutturati che vivranno delle esperienze composte in maniera intelligente. L'inserimento del personaggio di Bogart ha dato un tocco in più alla storia, creando dei bei siparietti comici e facendo rivivere, anche se in maniera un po' macchiettistica, una leggenda del cinema. La trama raccontata non è di per sé nulla di originale, ma è il modo in cui viene presentata e sviluppata tutta a vicenda a risultare coinvolgente e con un'ottica fresca. Il film mostra molto bene come tentare di sembrare ciò che non si è faccia apparire ridicoli e come essere se stessi porta sicuramente a raggiungere traguardi migliori.
I tre protagonisti
Questa morale, forse un po' banale, viene comunque veicolata bene e viene anche mostrata la nuova consapevolezza che acquisisce Sam nelle sue qualità e nell'accettarsi per quello che è, senza aver paura di mostrare il suo vero io. Una menzione d'onore va alla scena conclusiva, la quale è una parodia del finale di Casablanca, con una regia molto curata che ripropone con maestria le atmosfere di Casablanca, con un tono più leggero e faceto. Anche le scene immaginate da Sam sono girate e gestite molto bene, dato che si amalgamano benissimo con le altre. La regia fa anche un ottimo lavoro con i tempi comici, non perdendo mai l'attimo per far risaltare la qualità delle battute. Anche le ambientazioni sono molto curate e ben si amalgamano con le situazioni che accadono.
Bogart spinge Sam a provarci con Linda
Soprattutto la casa del protagonista risulta ben studiata e sembra riflettere bene la sua personalità. La colonna sonora è veramente curata e presenta pezzi che danno molta atmosfera alla narrazione. Viene anche riproposto una canzone che cita Casablanca (non ricordo se è identica), dando ad alcuni momenti un fascino accentuato. Sui personaggi è stato fatto un bel lavoro, con Sam e Linda strutturati veramente bene e con caratteri complementari che li faranno subito entrare nelle grazie degli spettatori. La loro alchimia e l'intrecciarsi delle loro storie riescono a rendere la vicenda irresistibile. Nel complesso, quindi, siamo di fronte ad una commedia intelligente e fatta con cura, in cui è portata avanti una narrazione ben strutturata, con l'inserimento di elementi surreali che fanno divertire e che, essendo gestiti molto bene, riescono a costruire una storia divertentissima, con alcuni tratti amari e molte cose su cui riflettere.

La ragazza della porta accanto (2007) di Gregory Wilson


Trailer del film



Horror interessante e molto disturbante che rimarrà impresso per la sua crudezza. La storia vede come protagonista David, il quale è amico della famiglia Chandler. Un giorno quest'ultima accoglierà Susan e Megan, due giovani ragazze rimaste orfane, e David instaurerà subito un bel legame con la seconda ragazza. Purtroppo quest'idillio è solo apparente, dato che in realtà Ruth, l'unica donna della famiglia Chandler, e i suoi figli inizieranno a commettere atrocità sempre crescenti verso le due povere ragazze. David si troverà quindi coinvolto in questi "riti" senza avere la forza di sottrarvisi o di farli cessare. La pellicola è sviluppata molto bene, con una narrazione spedita e con tensione sempre crescente, arrivando ad un punto quasi insostenibile per lo spettatore.
Alcuni amici di David
La storia è come se fosse un atto di violenza anche contro lo spettatore, dato che alla fine lascia un senso di spossatezza e di tristezza, vedendo le atrocità commesse. Il tema centrale dell'opera è ovviamente la violenza sulle donne, mostrando efficacemente come essa possa venire da entrambi i sessi e come tali comportamenti fioriscano fintanto che venga presentata come una cosa giusta o come una punizione ricercata dalla stessa vittima. I figli di Ruth non hanno remore morali essendo sempre stati educati ad obbedire e a considerare le donne come meri oggetti. Altro aspetto che ho trovato interessante è la patina di pulizia e bontà della famiglia Chandler, che dietro un'apparenza intonsa nasconde la corruzione morale.
Zia Ruth durante una seduta di torture
Questo tema è stato sfruttato molte volte, ma in questo caso mantiene una certa forza ed efficacia, oltre a tramettere benissimo il disgusto verso coloro che commettono violenze verso il sesso femminile. La componente horror non viene ovviamente sacrificata in alcun modo e risulta a mio avviso una delle più efficace che ho visto recentemente, per via della forza con cui riesce a turbare e disgustare. Una scelta che ho trovato vincente è stata quella di non mostrare quasi mai le violenze, ma sfruttando bene il fuoricampo, che da un lato permette di sopportare maggiormente le scene e dall'altro le rende ancora più insostenibili, dato che vengono immaginate crude e realistiche. Questo aspetto dipende molto dalla sensibilità e dall'immaginazione dello spettatore, ma in entrambi i casi risultano efficaci. Per me sono stati dei momenti veramente duri da mandar giù. La forza di quest'opera è indubbiamente dovuta alla caratterizzazione molto buona dei personaggi principali, facendo entrare in forte empatia con la spensierata Megan e rendendo, in questo modo, spietata la sua discesa agli inferi. Nel film è stata anche aggiunta una nota romantica che alla fine dei conti ha aiutato molto nell'approfondimento dei caratteri e regala alcuni momenti struggenti soprattutto nella parte finale.
Megan viene seviziata
La zia Ruth inoltre riesce ad avere un'aura malvagia di prim'ordine, anche se il suoi modi risultano forse fin troppo esagerati per risultare credibili. La storia non è a prova di bomba ma scorre benissimo e non ci sono trovate che danno fastidio, anche se alcuni comportamenti di Davd risultano fin troppo comodi per portare avanti la trama, perdendone in realismo, oltre al fatto che sembra strano come nessun figlio di Ruth abbia alcuna remora nel commettere certi atti. Dal lato tecnico è stato fatto un buon lavoro, dato che con un budget non elevato sono riusciti a tirare fuori un'opera visivamente stimolante e molto forte. Le inquadrature sono molto curate e viene creata efficacemente una routine nell'andare nella casa ad assistere a nuovi soprusi.
Le violenze aumentano...
L'uso del fuoricampo denota inoltre una certa cura, dato che è una tecnica che può diventare un'arma a doppio taglio se non sfruttata a dovere. La fotografia è anch'essa curata e riesce a creare un'atmosfera più rilassata e solare fuori dalla casa, per poi costruire un ambiente opprimente e malsano al'interno dell'edificio, sfruttando anche una certa freddezza nei colori. Lo stile con il quale è improntato il film è quindi un suo punto di forza e gli ha permesso di essere un gioiellino. Ciò che rimane è quindi un bel film horror, costruito con intelligenza, sfruttando molto bene una storia non semplice in modo che sia un pugno allo stomaco per lo spettatore, che rimarrà stordito e svuotato alla fine del racconto, facendo diventare questa pellicola uno degli horror più interessanti degli ultimi anni.

Nido di vespe (2002) di Florent Emilio Siri


Trailer del film



Thriller costruito con intelligenza che si ispira al miglior Carpenter, per regalare momenti di puro intrattenimento. Il film intreccia diverse linee narrative che vanno poi ad intrecciarsi per portare avanti al meglio la storia. Vedremo quindi svolgersi il piano di un gruppo di ladri che intendono rubare centinaia di computer in un deposito, mentre un convoglio della polizia sta scortando un terribile criminale appena arrestato. Varie vicissitudini porteranno i due gruppi ad incontrarsi e a dover respingere l'assalto di un commando che intende liberare il criminale. La trama, pur seguendo linee narrative che sanno un po' di già visto, riesce comunque a intrigare e ad essere veramente interessante.
Una poliziotta durante l'assedio
Lo stile adottato dona molta tensione alla vicenda, la quale è caratterizzata da dei toni molto crudi e che non permettono mai che lo spettatore si rilassi. Il ritmo è una componente sfruttata bene e il film scorre via benissimo. Le interazioni fra i personaggi "buoni" è uno dei perni centrali dell'opera, dato che verranno messi a confronto ladri e poliziotti in una situazione straordinaria, che farà mettere a nudo i loro caratteri, mostrando un'umanità inaspettata. A ciò va aggiunta una drammaticità sfruttata benissimo e un assedio ben congegnato, dato che riesce ad essere credibile e mai ripetitivo. Ovviamente una delle fonti ispiratrici risulta essere Carpenter, che è un maestro in questo genere di pellicole.
Un momento di tensione nel gruppo
Ad esempio la scena dell'uccisione del bambino è una palese citazione di "Distretto 13 - Le brigate della morte". C'è da ammettere che i cattivi non sono molto approfonditi, ma questo è controbilanciato da un capo che ha un certo carisma. Anche il finale denota una certa drammaticità e tensione, scegliendo un modo veramente intelligente per far capire chi è sopravvissuto. Anche dal lato tecnico il film si difende egregiamente, potendo vantare delle inquadrature veramente ispirate e una comprensibilità invidiabile anche nelle scene più movimentate. Non mancheranno nemmeno momenti interessanti anche dal punto visivo, soprattutto grazie ad un buon uso delle ombre, che rendono molto minacciosi gli assalitori, i quali sono mostrati come una furia inarrestabile e instancabile.
Uno degli assalitori
I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, non molto approfonditi, ma adeguati al tipo di pellicola che viene proposta. Nel complesso quindi le loro interazioni sono molto naturali e i loro caratteri sono delineati maggiormente grazie ai dialoghi. Per alcuni di essi arriveremo a provare empatia e ciò favorirà ulteriormente l'immersione. Questi aspetti, uniti ad uno sviluppo ben studiato della trama, completa un'opera fatta con gusto e con bravura, andando a prendere alcune caratteristiche vincenti e a riproporle in maniera curata, senza innovare molto, ma riuscendo comunque a convincere pienamente.