sabato 19 settembre 2015

Scream (1996) di Wes Craven


Trailer del film



Cult del genere horror che si è impresso indelebilmente nell'immaginario collettivo. La trama è ambientata nella tranquilla cittadina di Woodsboro, nella quale iniziano ad avvenire numerosi casi di omicidio per mano di un serial killer mascherato. Da qui inizierà a svilupparsi una trama molto interessante e caratterizzata da alcuni elementi folli ed altri fortemente ironici. La storia ha le caratteristiche tipiche di uno slasher, ma riesce ad avere uno stile riconoscibile e un killer caratterizzato molto bene. Uno degli aspetti che permette alla pellicola di elevarsi sopra la media è il fatto che riesca a giocare col genere senza prendersi troppo sul serio.
Ghostface: una leggenda!
Lo sviluppo narrativo scelto è stato molto intelligente, dato che permette allo spettatore di appassionarsi alla vicenda, grazie alla buona aura di mistero e pericolo che aleggia su tutta la vicenda. Il killer è senza dubbio una delle chiavi vincenti dell'opera, essendo, a differenza dei soliti killer, molto più vulnerabile e "umano", commettendo spesso errori e accusando normalmente i colpi ricevuti. Il modo con cui vengono messi alla berlina tutti i meccanismi dei film simili, per poi venire sfruttati nelle scene, mette in atto un appassionante gioco metacinematografico con lo spettatore più esperto.
Sidney mostra le sue grazie al ragazzo
Le morti risultano essere strutturate con intelligenza, essendo tutte caratterizzate dà una fortissima tensione e da dei dialoghi appassionanti che fanno crescere la tensione e la curiosità. Dopo un po' la formula viene intelligentemente snellita e il killer passerà prima all'azione, essendo ormai concluse le fasi di presentazione. Vengono mosse anche delle critiche ai mass media, che vengono mostrati come portatori di caos e di scarsa utilità, mentre la cittadina apparentemente idilliaca nasconde molti segreti che vanno oltre la bella facciata. Gli effetti splatter sono molto belli, artigianali, e riescono a disturbare molto lo spettatore per via della loro crudezza.
La prima vittima del killer
L'uccisione dei personaggi è utilizzata quasi come un rito dal regista che soddisfa lo spettatore con scene gore su personaggi che non creano volutamente molta empatia, eccezion fatta per quelli principali. Il regista è come se ci volesse far capire che il genere segue delle regole abbastanza ferree e per questo non è possibile sfuggire ad una serie di trovate narrative, a volte ingenue, per portare avanti la storia. Il sapiente miscelamento di tutte queste componenti ci regala una serie di situazioni veramente interessanti.
Billy e Stu scherzano con Sidney
La pellicola ha inoltre al suo interno numerose citazioni, una fra tutte quella di Nightmare molto bella e ironica. La regia è molto curata e riesce a gestire benissimo tutte le situazioni, dando il giusto tono e il giusto ritmo per tutta la durata del film. Gli omicidi sono orchestrati molto bene e risultano interessanti per via della precisione con cui sono strutturati. Le inquadrature sono strutturate molto bene, con alcuni picchi qualitativi, come il volto del killer riflesso nella pupilla di una vittima. Anche il momento in cui viene messo in scena il parallelismo fra il film alla televisione e quello che sta accadendo è gestito bene e crea delle situazioni macabre e ironiche. La fotografia è sempre pulita e ordinata, fino al momento in cui il sangue inizia a scorrere e va ad imbrattare tutte le scenografie. Nel complesso le ambientazioni e la posizione dei personaggi sono sempre strutturate con cura e non risultano mai sciatte o mal gestite. Il montaggio è molto buono, dato che riesce a strutturare tutte le scene in maniera adeguata e con un ritmo invidiabile, in modo da non far mai scemare la tensione.
Un'altra vittima del killer
La colonna sonora non è eccezionale, ma alcuni momenti risultano riusciti. I personaggi sono caratterizzati in maniera non troppo approfondita, ma visto il loro ruolo nella pellicola non si tratta di un difetto, anche se alcuni di loro risultano un po' odiosi. La follia di alcuni di essi è però resa benissimo e i personaggi principali risultano avere tutti delle caratteristiche distinguibili che li rendono abbastanza interessanti. La storia, come già scritto, non punta su una linea narrativa originale, ma sfrutta altri elementi per distinguersi dalla massa, raggiungendo dei risultati notevoli. Quindi questo film si è giustamente guadagnato il titolo di cult per via delle buone trovate, della bella realizzazione tecnica e per il tono che viene adottato, il quale mescola sapientemente ironia nera e tensione, riuscendo ad inquietare strizzando l'occhio ai fan del genere, i quali troveranno molto interessanti le riflessioni portate avanti dalla pellicola.

Left Behind - La profezia (2014) di Vic Armstrong


Trailer del film



Un film osceno che presenta talmente tanti difetti da scadere nell'involontaria parodia. La storia è semplice: un giorno, di punto in bianco, parte della popolazione mondiale sparisce nel nulla, lasciando sul luogo i propri vestiti. Questo evento viene mostrato attraverso le vicende di Chloe, una giovane ragazza universitaria venuta a trovare i genitori, e del padre Rayford, un pilota che sta andando in volo verso Londra.
La sparizione della gente non ha risparmiato nessuno
Il tutto comincia con delle riprese che ricordano una commedia romantica di serie Z e questo non aiuta ad entrare nell'atmosfera. La trama è raccontata malissimo e tutto si riduce alla ragazza che va a giro per la città e al padre che gestisce la crisi sull'aereo, dato che Rayford stupidamente aspetta l'ultimo secondo per evitare un aereo fuori controllo. Tutto questo di traduce in quasi due ore di scene ridicole dai dialoghi scritti con i piedi e con una regia che ricorda le peggiori serie tv in circolazione.
Inutili messaggi apocalittici
Elencare tutti i momenti che rendono questa pellicola  una cosa inguardabile è un'impresa fin troppo ardua. Uno dei difetti maggiori del film è lo scarsissimo peso che viene dato alla sparizione della gente, dato che viene utilizzata solamente per portare avanti le storie dei due protagonisti, senza che questo straordinario evento venga minimamente analizzato o studiato. Le uniche spiegazioni che vengono proposte sono di tipo religioso, ma sono talmente campate per aria da non suscitare il minimo interesse. La linea narrativa che coinvolge Chloe è di un'inutilità disarmante dato che, escluso l'istante della sparizione delle persone, non accade nulla degno di nota fino agli ultimi minuti nella quale finalmente la ragazza si rende utile. La parte sull'aereo presenta una quantità di scene ridicole che ha dell'incredibile. Innanzitutto i passeggeri sono uno dei gruppi più strani che mi sia mai capitato di vedere: sono presenti dei personaggi veramente bizzarri che sembrano usciti da "L'aereo più pazzo del mondo".
Rayford tenta di gestire la situazione sull'aereo
Le situazioni che si verificano sono anch'esse surreali, partendo dall'ingresso senza alcun controllo nella cabina del pilota da parte dei passeggeri, fino ad arrivare all'apice: una signora tira fuori una pistola lasciata da una guardia giurata sparita e minaccia gli altri passeggeri accusandoli di essere complici del marito nella sparizione della figlia. Semplicemente ridicolo! Anche il modo con cui viene dato credito a dei fanatici religiosi, dimostrando come avessero ragione sull'ascesa al paradiso è francamente fastidioso e non fa ben capire di quali gravi peccati si siano macchiate le persone rimaste sulla Terra, essendo presenti figure all'apparenza tranquillissime e buonissime per tutto il film. Dal punto di vista tecnico il film è un disastro: la regia presenta delle inquadrature senza alcun mordente, anche se riesce a mantenere un ritmo abbastanza buono.
Chloe è in difficoltà
Il modo con cui viene sviluppata la storia è completamente insensato e riesce a spegnere ogni entusiasmo che una storia del genere poteva creare. La fotografia non è molto buona, infatti nei piani lunghi sembra più da cartolina piuttosto che funzionale alla narrazione, mentre buona parte delle altre scene risultano abbastanza piatte e hanno un taglio fin troppo televisivo per risultare sufficientemente curate. Il montaggio è nella norma e non aiuta minimamente una situazione nel complesso imbarazzante. La colonna sonora è la ciliegina sulla torta che affossa definitivamente l'opera: questa è infatti completamente estranea rispetto a ciò che la scena suggerisce, con l'unica conseguenza di rendere alcuni momenti ulteriormente ridicoli, primo fra tutti il finale, nel quale, di fronte al caos nella città, parte una canzone che sembra più adatta ad una sitcom rispetto ad un film del genere. Dal punto di vista narrativo, eccezion fatta per l'idea di fondo che sulla carta era promettente, è stato fatto un pessimo lavoro. I personaggi sono caratterizzati malissimo e sembrano tutti delle macchiette, protagonisti compresi. L'empatia verso lo spettatore risulta praticamente assente, oltre a far risultare odiosi tutti i personaggi. In conclusione siamo di fronte ad un vero e proprio disastro che rimarrà impresso solo per le risate involontarie che scatena la sua visione, essendo presenti talmente tanti errori e cattivo gusto da risultare un'involontario film comico, che spero di dimenticarmi presto.

Lo strangolatore di Boston (1968) di Richard Fleischer


Trailer del film



Bel thriller che sfrutta uno stile molto interessante per creare una storia appassionante dall'inizio alla fine. La narrazione segue le vicende dello strangolatore di Boston, un serial killer realmente esistito, che ha mandato nel panico la città durante il suo periodo di attività. Seguiremo quindi due linee narrative distinte: la prima sarà ovviamente quella della polizia che tenterà in ogni modo di scoprire l'identità del killer, mentre l'altra seguirà gli omicidi in modo da dare un ottimo spessore al criminale.
Uno dei detective

La pellicola colpisce subito per lo stile adottato durante le scene che vedono come protagonista il killer. Quest'ultime infatti sfruttano in maniera pesante la tecnica dello split screen per mostrare ciò che accade attraverso un buon numero di punti di vista, dando alle scene uno spessore e una tensione unici, rendendo ogni delitto visivamente molto stimolante. Alla lunga la tecnica rischia di stancare ma fortunatamente non viene utilizzata oltre quel limite che l'avrebbe resa ripetitiva. Uno degli aspetti più interessanti della pellicola è il modo con cui viene mostrata la reazione della città di fronte al pericolo.
La polizia ricorre ad un sensitivo per scoprire l'assassino
Sono messe in evidenza le reazioni delle donne, le quali si sentono sempre più minacciate dal killer, e questa loro inquietudine è resa molto bene. Molto interessante è il modo in cui viene mostrata la società, la quale va in forte crisi nel momento in cui un suo componente riesce a sfuggire alla legge e a fare ciò che vuole, mettendo così in risalto come la nostra convivenza si regga su un equilibrio molto fragile che è tenuto in piedi unicamente dal buon senso generale. Il modo con cui vengono cercati dei capri espiatori è emblematico nel mettere in evidenza la crisi che pervade la cittadina. Le scorribande dell'assassino e le ricerche della polizia sono orchestrate benissimo e la narrazione procede spedita e senza cali, lasciando lo spettatore incollato allo schermo.
Una scena del delitto
Anche gli sviluppi scelti per la trama sono ben studiati e riescono a dare un tocco di originalità ad una vicenda abbastanza semplice, che poteva perdere mordente andando avanti. Lo stile adottato soprattutto per quanto riguarda il killer ricorda un po' quello argentiano (anche se Argento è venuto dopo) e anche l'inserimento della componente sovrannaturale va ad amalgamarsi bene col resto della storia. Quindi la trama riesce a mettere in scena una bella vicenda, che si concentra molto sulla psicologia dei personaggi per creare delle situazioni dal forte pathos e per mostrare le reazioni umane di fronte a situazioni eccezionali.
Una scena con numerosi split screen
La regia è veramente interessante, per via delle scelte visive che rendono la pellicola sempre stimolante, soprattutto nei momenti in cui vengono seguite le vicende dell'assassino. Inoltre i momenti finali in cui c'è lo studio psicologico dello strangolatore sono veramente belli e l'esplorazione della sua psiche è resa benissimo. Inoltre il regista riesce a dare un ottimo ritmo alla vicenda e a rappresentare molto bene la psiche della popolazione, grazie a delle inquadrature studiate benissimo. La fotografia fa un lavoro veramente oneroso, ma riuscito, dato che per molte scene deve studiare numerose inquadrature da proporre per portare avanti la narrazione, riuscendo però bene nell'intento, anche se la tecnica è un po' abusata.
La scoperta di un cadavere
Il montaggio va a braccetto con la fotografia dato che entrambi portano avanti delle scelte che ben si amalgamano per creare delle belle sequenze. Il ritmo è inoltre scandito bene e non sono presenti imperfezioni degne di nota. I personaggi e il lavoro di scrittura sono aspetti molto curati. I protagonisti e il killer risultano avere uno spessore degno di nota, con un Curtis in ottima forma che dà al suo personaggio una forza rara, oltre a prendere parte a delle sequenze che restano impresse. Gli altri protagonisti riescono a ritagliarsi il loro spazio e a rendere intrigante la loro indagine.
Una feroce aggressione
Lo scontro finale fra il poliziotto e il killer denota una buona qualità narrativa e un'interpretazione degna di nota, grazie a dei personaggi che danno molta intensità grazie alla loro caratterizzazione. In definitiva, questa è un'opera che può vantare un livello tecnico di spessore, che si mette al servizio della storia per darle un taglio molto interessante e per valorizzarla, consegnando così un thriller veramente ben fatto che riesce ad appassionare a e creare molto bene la tensione, così da rimanere fortemente impresso anche dopo la fine della visione.

martedì 1 settembre 2015

Innerspace - Salto nel buio (1987) di Joe Dante


Trailer del film


Interessante rivisitazione del classico "Un viaggio allucinante" da parte di Joe Dante, che dimostra anche stavolta la sua bravura. La storia racconta di un esperimento che non va come dovrebbe. Infatti il pilota Tuck doveva essere rimpicciolito ed iniettato nel corpo di un coniglio per studiarne l'anatomia. Purtroppo l'arrivo di alcuni malintenzionati fa finire il povero pilota dentro il corpo di Jack, un uomo qualunque, invischiato per caso nella vicenda.
Jack mentre cambia faccia

I due quindi si troveranno a collaborare per far tornare Tuck a grandezza naturale evitando che la tecnologia di rimpicciolimento finisca nelle mani sbagliate. La storia è strutturata veramente bene e riesce ad intrattenere dall'inizio alla fine. Nella pellicola riesce ad avere anche una buona dose di ironia che alleggerisce il racconto e lo rende molto più godibile. Uno degli aspetti più interessanti è il modo con cui sono stati gestiti i personaggi: infatti i due protagonisti, oltre ad essere ben amalgamati, hanno delle caratteristiche che stridono con i ruoli che sembrano ricoprire. Tuck sembra il classico eroe senza macchia e senza paura, mentre Jack sembrerebbe ricoprire la parte dello sfigato che si ritrova in una situazione anomala. Invece il primo dimostra molte insicurezze e lati più discutibili, mentre il secondo si scopre via via adatto a quella vita e sempre in grado di risolvere la situazione, facendolo così sembrare il vero eroe del film. Anche gli effetti speciali sono fantastici e risultano ancora oggi ottimi e visivamente molto belli.
Un killer al soldo dei cattivi
Tali scene risultano essere una componente ottima per la buona riuscita del film, essendo utilissime per lo sviluppo della trama. Non mancheranno anche momenti dalle tinte più forti, come la digestione di una persona dentro l'intestino di Jack o altri momenti veramente ispirati, come la possibilità di modificare la faccia di quest'ultimo attraverso dei componenti della navicella di Tuck. Anche la storia d'amore del pilota con Lydia, non è banale e ha degli sviluppi interessanti, dato che anche Jack interagirà con la coppia.
Jack balla in camera
La regia è molto buona, dato che riesce a mantenere un ottimo ritmo e ad intrecciare una storia ben strutturata mantenendo uno stile vivace e divertente. Il tutto senza scadere nel banale e con una buona cura nei dettagli. La fotografia è molto buona, e alcune scene sono visivamente molto belle, soprattutto quando l'azione si sposta dentro il corpo di Jack. Anche il montaggio è curato e aiuta molto nella creazione di momenti più ironici e divertenti. Nel complesso il comparto tecnico riesce a mantenere una buona qualità e a valorizzare una storia sulla carta interessate. Quest'ultima infatti ben si presta alla creazione di situazioni affascinanti e risulta ben scritta. Anche i personaggi, pur non mancando alcuni caratteri fin troppo macchiettistici, riescono ad avere un buono spessore. I protagonisti, come già scritto, hanno dei caratteri sfaccettati con delle caratteristiche che emergono via via lungo l'evolversi della trama.
La nave di Tuck all'interno del corpo di Jack
Questo permette alla storia di essere molto più godibile e le impedisce di scadere dal punto di vista qualitativo. Joe Dante, anche stavolta riesce a creare un'opera veramente buona, con molte belle idee e con una verve e un ritmo invidiabili, permettendo così allo spettatore di godersi una bella storia di fantascienza, senza puntare sulla spettacolarità, ma sulla creazione di un buon intreccio e sui dei personaggi irresistibili, insieme ad un comparto tecnico che fa degli ottimi effetti speciali il suo fiore all'occhiello.