sabato 19 settembre 2015

Lo strangolatore di Boston (1968) di Richard Fleischer


Trailer del film



Bel thriller che sfrutta uno stile molto interessante per creare una storia appassionante dall'inizio alla fine. La narrazione segue le vicende dello strangolatore di Boston, un serial killer realmente esistito, che ha mandato nel panico la città durante il suo periodo di attività. Seguiremo quindi due linee narrative distinte: la prima sarà ovviamente quella della polizia che tenterà in ogni modo di scoprire l'identità del killer, mentre l'altra seguirà gli omicidi in modo da dare un ottimo spessore al criminale.
Uno dei detective

La pellicola colpisce subito per lo stile adottato durante le scene che vedono come protagonista il killer. Quest'ultime infatti sfruttano in maniera pesante la tecnica dello split screen per mostrare ciò che accade attraverso un buon numero di punti di vista, dando alle scene uno spessore e una tensione unici, rendendo ogni delitto visivamente molto stimolante. Alla lunga la tecnica rischia di stancare ma fortunatamente non viene utilizzata oltre quel limite che l'avrebbe resa ripetitiva. Uno degli aspetti più interessanti della pellicola è il modo con cui viene mostrata la reazione della città di fronte al pericolo.
La polizia ricorre ad un sensitivo per scoprire l'assassino
Sono messe in evidenza le reazioni delle donne, le quali si sentono sempre più minacciate dal killer, e questa loro inquietudine è resa molto bene. Molto interessante è il modo in cui viene mostrata la società, la quale va in forte crisi nel momento in cui un suo componente riesce a sfuggire alla legge e a fare ciò che vuole, mettendo così in risalto come la nostra convivenza si regga su un equilibrio molto fragile che è tenuto in piedi unicamente dal buon senso generale. Il modo con cui vengono cercati dei capri espiatori è emblematico nel mettere in evidenza la crisi che pervade la cittadina. Le scorribande dell'assassino e le ricerche della polizia sono orchestrate benissimo e la narrazione procede spedita e senza cali, lasciando lo spettatore incollato allo schermo.
Una scena del delitto
Anche gli sviluppi scelti per la trama sono ben studiati e riescono a dare un tocco di originalità ad una vicenda abbastanza semplice, che poteva perdere mordente andando avanti. Lo stile adottato soprattutto per quanto riguarda il killer ricorda un po' quello argentiano (anche se Argento è venuto dopo) e anche l'inserimento della componente sovrannaturale va ad amalgamarsi bene col resto della storia. Quindi la trama riesce a mettere in scena una bella vicenda, che si concentra molto sulla psicologia dei personaggi per creare delle situazioni dal forte pathos e per mostrare le reazioni umane di fronte a situazioni eccezionali.
Una scena con numerosi split screen
La regia è veramente interessante, per via delle scelte visive che rendono la pellicola sempre stimolante, soprattutto nei momenti in cui vengono seguite le vicende dell'assassino. Inoltre i momenti finali in cui c'è lo studio psicologico dello strangolatore sono veramente belli e l'esplorazione della sua psiche è resa benissimo. Inoltre il regista riesce a dare un ottimo ritmo alla vicenda e a rappresentare molto bene la psiche della popolazione, grazie a delle inquadrature studiate benissimo. La fotografia fa un lavoro veramente oneroso, ma riuscito, dato che per molte scene deve studiare numerose inquadrature da proporre per portare avanti la narrazione, riuscendo però bene nell'intento, anche se la tecnica è un po' abusata.
La scoperta di un cadavere
Il montaggio va a braccetto con la fotografia dato che entrambi portano avanti delle scelte che ben si amalgamano per creare delle belle sequenze. Il ritmo è inoltre scandito bene e non sono presenti imperfezioni degne di nota. I personaggi e il lavoro di scrittura sono aspetti molto curati. I protagonisti e il killer risultano avere uno spessore degno di nota, con un Curtis in ottima forma che dà al suo personaggio una forza rara, oltre a prendere parte a delle sequenze che restano impresse. Gli altri protagonisti riescono a ritagliarsi il loro spazio e a rendere intrigante la loro indagine.
Una feroce aggressione
Lo scontro finale fra il poliziotto e il killer denota una buona qualità narrativa e un'interpretazione degna di nota, grazie a dei personaggi che danno molta intensità grazie alla loro caratterizzazione. In definitiva, questa è un'opera che può vantare un livello tecnico di spessore, che si mette al servizio della storia per darle un taglio molto interessante e per valorizzarla, consegnando così un thriller veramente ben fatto che riesce ad appassionare a e creare molto bene la tensione, così da rimanere fortemente impresso anche dopo la fine della visione.

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