domenica 20 luglio 2014

Dead Man Walking - Condannato a morte (1995) di Tim Robbins


Trailer del film



Struggente film contro la pena di morte, che porta avanti il suo messaggio colpendo lo spettatore dritto allo stomaco. La vicenda raccontata è quella di Matthew, un condannato a morte che viene visitato da una suora con cui si era scritto delle lettere. Lei è profondamente contraria alla pena di morte e tenterà in tutti i modi si salvare il giovane uomo dalla fine, cercando nel frattempo di redimerlo e farlo pentire per ciò che sembra aver commesso. La storia è raccontata in maniera molto poetica e sensibile, che riesce a far tenere col fiato sospeso lo spettatore dall'inizio alla fine. La trama ha il grande pregio di portare avanti la sua critica alla pena di morte senza presentare il punto di vista dei contrari come privo di difetti e senza demonizzare i familiari delle vittime per desiderare la morte dell'assassino, anche se da un punto di vista umano è fortemente deprecabile. La suora tenta in tutti i modi di salvare il condannato, in parte spinta dalla compassione e dalla speranza che sia solo una vittima degli eventi. La narrazione procede in maniera ottima, riuscendo a mettere in scena delle situazioni dal forte impatto emotivo, che veicolano bene il messaggio e mostrano la crudeltà della giustizia americana. Infatti, è presente una fortissima critica verso la società americana, che viene mostrata come crudele ed ingiusta, non solo per via delle pene inumane che infligge ai condannati, ma anche per via delle condizioni impari nelle quali mette le persone di fronte alla legge. Viene reso in maniera palese come le figure più deboli non abbiano diritto allo stesso trattamento di quelle più abbienti. Il film segue l'odissea di Matthew che via via si apre alla suora, facendo emergere lati umani di lui che lo mostrano indifeso e vittima di una società che non crede nel reintegro nella società per i criminali. Anche la politica non viene risparmiata dalla pellicola, dato che viene mostrata interessata solo all'immagine e non a ciò che è giusto. Perfino il prete, che dovrebbe essere un difensore dei più deboli, accetta senza battere ciglio una situazione disumana, solo per mantenere il quieto vivere. Nel complesso emerge quindi un quadro desolante, dove l'umanità della suora risulta più efficace e potente del sistema giudiziario, al fine di redimere le persone. Il problema sembra sorgere dalla società stessa che riesce solo a provare odio per il criminale e chiunque abbia avuto contatti con lui, colpevolizzando un intero nucleo familiare solo perché un membro ha sbagliato. Il film riesce ad emozionare moltissimo, fino a sconvolgere lo spettatore nella parte finale del film che risulta insostenibile per via dell'empatia che si crea col condannato e per l'impotenza nella quale si trova lo spettatore guardando il fluire degli eventi. Ovviamente il film non è esente da difetti, dato che viene presentata una situazione fin troppo idilliaca e simbolica che rischia di scalfire lievemente il messaggio del film. La regia è molto buona, dato che riesce a dare la giusta intensità ai momenti cruciali e riesce a mantenere un buon ritmo. C'è un certa cura nelle inquadrature che non le fanno mai apparire ruffiane o banali. Alcune sequenze sono veramente riuscite, come quella del delitto che è d'impatto ed è visivamente interessante, anche grazie ad un discreto bianco e nero. SPOILER La scena finale dell'esecuzione è veramente insostenibile per via delle fortissime sensazioni che scatena, oltre a creare una sorta di parallelismo con la crocifissione che le dà un forte senso simbolico FINE SPOILER. La fotografia è molto ispirata e alterna momenti molto pacifici e rilassanti ad altri più crudi e claustrofobici, che creano un bel distacco fra la vita fuori e dentro la prigione. Anche il montaggio è riuscito e crea sequenze visivamente stimolanti e ben amalgamate, come quella del delitto o le riprese della giovinezza della suora. Gli attori sono in parte con Sean Penn veramente eccezionale e Susan Sarandon adatta a sostenere un ruolo non facile. I personaggi sono scritti molto bene e hanno una profondità che permette di creare una serie di relazioni non bidimensionali, ma che invece riescono a convincere e a creare un contesto realistico. Nel complesso quindi questa è un'opera veramente bella che risulta insostenibile per i più sensibili e pone molti interrogativi su un sistema sociale, senza fare una semplice morale, ma creando un contesto e una situazione che permette di far riflettere senza scadere nel banale.

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