domenica 20 luglio 2014

Hates - House at the End of the Street (2012) di Mark Tonderai


Trailer del film



Scadente thriller senza idee, che poteva diventare un gioiellino, ma rimane solo una delusione. Il film inizia con l'omicidio da parte di una bambina di entrambi i suoi genitori a colpi di martello. La piccola killer farà perdere le sue tracce nel bosco e la scena si sposterà un po' di anni dopo e seguiremo le vicende di Elissa e Sarah che si sono appena trasferite in una casa vicino a dove è stato commesso il delitto. Conosceranno quindi il fratello, ormai cresciuto, della bambina omicida e verranno a galla alcuni retroscena e verità inquietanti nel tranquillo quartiere. La storia procede a stenti, per via di un ritmo un po' troppo lento ed una storia senza guizzi degni di nota. I dialoghi e molte scene sanno di già visto ed è palese il fatto che alcuni momenti sono riempitivi, per via della trascuratezza di alcune situazioni e interazioni. Vengono inoltre forniti particolari alla trama per darle più drammaticità, anche se risultano forzati ed inutili, come il fatto che i genitori di Ryan erano drogati. La trama segue un andamento lineare che permette di prevedere molte svolte e situazioni, anche se devo ammettere che un paio di twist narrativi li ho molto apprezzati. Purtroppo quest'ultimi non bastano a risollevare una narrazione sottotono che non ha molto da offrire. Perfino i momenti più riusciti sono vanificati da situazioni non all'altezza e, un ritmo inadeguato completa un quadro tutt'altro che roseo. Un vero peccato perché alcuni momenti facevano ben sperare per via della loro efficacia. La regia non è granché, dato che presenta una narrazione eccessivamente lenta e sfrutta molti stili visivi senza riuscire a dare una linea ben definita. Si passa infatti da scene con uno stile simil-psichedelico senza alcun senso (dato che non sono nemmeno in soggettiva), ad altre realistiche e molto fredde. Inoltre la regia non riesce quasi mai ad appassionare lo spettatore, che procede nella visione in maniera passiva, attendendo il successivo momento di tensione. Anche gli espedienti per far paura sono della tipologia più semplice e meno duratura, dato che viene semplicemente alzato il volume della musica e viene fatto fare un scatto agli attori. Va inoltre aggiunto che il film non punta mai sulla violenza visiva e risulta pudico a tal punto da rendere fin troppo pulite alcune scene che dovrebbero essere almeno un minimo sanguinolente. Ad esempio, quando la protagonista rimarrà a contatto prolungato con una lampada incandescente, non subirà nemmeno un minima bruciatura sul braccio. Non vengono nemmeno sfruttati i momenti più riusciti, come ad esempio la scena al buio, che riesce a creare molta tensione, finché il cattivo non si comporta in maniera così stupida da far scadere tutto nel ridicolo. La fotografia non è il massimo, ma riesce saltuariamente a dare delle ambientazioni abbastanza ispirate, anche se molto derivative. Il montaggio è una delle componenti che mi ha convinto meno, per via di alcune scene veramente inguardabili, come quella alla festa nella quale c'è un montaggio tale da far sembrare tutto un videoclip di serie B, e altre nella norma che comunque non convincono, anche a causa di una narrazione mal gestita. Gli attori recitano nella norma, anche se, per via di personaggi bidimensionali non riescono ad esprimere granché e risultano semplicemente delle sagome alle quali far accadere spiacevoli eventi. Il lavoro di scrittura è malfatto soprattutto nei dialoghi e nelle relazioni interpersonali, che risultano finte e senza enfasi. Quindi, questo è un prodotto non riuscito, essendo stato affidato a mani inadatte alla materia trattata e per via di una storia che non brillava per originalità, che viene affossata da una realizzazione sciatta e senza ispirazione.

Nessun commento:

Posta un commento