Uno degli aspetti che dà maggior forza all'opera è la scelta di ambientare tutta la vicenda all'interno dell'auto del protagonista. La storia si sviluppa interamente attraverso le chiamate effettuate dalla macchina e l'ambientazione non si sposterà mai dall'abitacolo. La pellicola si concentra sulle interazioni sociali di Ivan, che dovrà giustificare la sua scelta e spiegarla alle persone coinvolte da questa presa di posizione. Nonostante sia stata scelta una struttura che poteva portare ad un'eccessiva staticità, il ritmo del film è sempre mantenuto adeguato e riesce a scatenare sempre forte interesse sul destino di Ivan. L'opera riesce a mostrare come le scelte nella vita riescano a modificare in maniera radicale la realtà che ci circonda e come un errore effettuato in passato possa avere ripercussioni imponenti anche dopo molto tempo. Anche la forza del protagonista viene messa in primo piano, mettendo in risalto la sua determinazione nel portare avanti, senza mai cedere, la sua decisione, che lui vive come una rivincita verso un padre che lo aveva abbandonato da piccolo e che lui non ha mai perdonato. Uno dei punti che più mi ha stupito è come il regista sia riuscito a far percepire l'azione che avviene dall'altro capo del telefono, facendo sentire solo le voci degli interlocutori.
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Non sarà un viaggio facile per il protagonista... |
A mio avviso è stato raggiunto un risultato non facile che denota molta bravura ed una visione ben definita del risultato finale. Alla fine la vicenda presentata non ha niente di straordinario o fuori del comune, essendo una situazione che potrebbe capitare a molte persone, ma questa viene posta sotto una luce molto interessante e fa riflettere sulla fragilità della vita e della condizione sociale che ognuno di noi si crea. Anche il finale è ben fatto e riesce, non dando molte risposte, a lasciare aperte numerose chiavi di lettura della storia. Il lato tecnico denota una cura ottima e risulta di qualità. Il regista riesce a portare avanti una narrazione nella maniera più complicata, senza virtuosismi inutili, ma con un'efficacia invidiabile. Il racconto mantiene infatti una buona dinamica durante tutta la sua durata. Ovviamente non c'è da aspettarsi movimenti di macchina degni di nota, visto lo spazio ristretto in cui si svolge l'azione, ma viene mantenuto un tono senza eccessi che porta avanti il racconto in maniera intelligente. La fotografia riesce a creare una bella atmosfera intorno alla vettura, che sembra vagare in un ambiente quasi alieno e isolato dal resto del mondo. I paesaggi notturni sono molto suggestivi, anche se non viene dato molto spazio ad inquadrature di ampio respiro. Il montaggio riesce a mantenere una certa dinamica nelle scene e impedisce cali eccessivi di ritmo. Dal lato narrativo, partendo da una trama semplice, è stata creata una sceneggiatura molto interessante, che pur non essendo adatta a tutti i palati, non manca di forza e dialoghi ben scritti e molto scorrevoli. Una menzione di onore va ovviamente a Tom Hardy, che praticamente da solo riesce a portare avanti la storia con un'intensità incredibile e riesce a tratteggiare un personaggio non semplice e composto da molte sfaccettature. La caratterizzazione di Ivan è ben fatta e viene ben sviscerato il suo carattere e i suoi turbamenti, creando così una figura molto umana e di forte spessore. C'è da aggiungere che la normalità della storia può essere considerata da alcuni uno dei punti deboli della pellicola, ma io credo che riesca invece a risultare uno dei mezzi migliori per veicolare il messaggio verso lo spettatore, rendendolo comprensibile e facilmente assimilabile. Ci troviamo quindi di fronte ad un'opera veramente interessante che ha dalla sua parte una messa in scena e un struttura originali, che vengono sfruttate sapientemente per mostrare come la vita sia composta da innumerevoli scelte che vanno ad influire sullo status quo con una forza spesso inattesa, ma grazie alla giusta convinzione è possibile superare anche degli ostacoli che sembrano troppo grandi.
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