Il regista non sta toccando ancora gli apici artistici della sua carriera, ma riesce comunque a proporre una ricercatezza visiva non comune e che dà un qualcosa in più alla vicenda. La cura con cui vengono orchestrate le morti denota molta bravura e viene centrato l'obiettivo di rendere quelle sequenze appassionanti. Non mancherà nella pellicola anche una certa ironia, come quando Roberto incontra Diomede, il quale viene chiamato Dio, e viene intonato un'alleluia come musica della scena. Questa alternanza di momenti più scanzonati ad altri più crudi e terribili permette ai momenti horror di essere ancora più efficaci. La trama in sé per sé non presenta delle caratteristiche particolarmente interessanti, ma risulta funzionale allo sviluppo delle situazioni, che è talmente ben fatto da far passare sopra ad alcuni buchi nella trama, i quali risultano antesignani dell'anarchia narrativa di molte opere di Argento. Il suo stile è riconoscibilissimo ed è palese il desiderio di sperimentazione del regista.
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Le quattro mosche del titolo |
Anche il mistero che si nasconde dietro il folle piano dell'assassino viene mantenuto vivo abbastanza bene fino alla fine, anche se il suo svelamento non rivela nessun colpo di scena degno di nota, ma viene usato solo come "scusa" per la scia di omicidi. Sono presenti anche numerose scene oniriche o surreali, come il sogno del protagonista, oppure la scomparsa delle persone nel parco giochi, poco prima che l'assassino si incontri con la domestica di Roberto. Questi momenti sono inseriti con gusto e vanno a completare un quadro nel complesso molto positivo. Anche il finale è ben fatto, anche se il cattivo perde un po' di fascino, e va a concludere degnamente la vicenda. La regia è molto buona, ancora da perfezionare, ma è già possibile vedere la maestria di Argento. Alcune inquadrature sono veramente ispirate e vengono utilizzati punti di vista insoliti, come quello all'interno della chitarra, che danno allo spettatore una sensazione di straniamento. La telecamera risulta abbastanza mobile e riesce a seguire bene l'azione.
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Roberto con l'investigatore privato |
Il ritmo è sempre adeguato ma non viene mai spinto troppo l'acceleratore, eccezion fatta per le scene degli omicidi. La fotografia è veramente curata, dato che sono utilizzate delle immagini veramente belle. Anche le soggettive riescono ad essere convincenti e risultano funzionali alla storia. Il montaggio risulta curatissimo e vengono create numerose sequenze orchestrate benissimo, come l'inserimento del sogni di roberto nella narrazione o la sequenza nella quale Roberto sta andando dall'investigatore, che viene alternata con momenti in cui lui è già nell'ufficio dell'uomo. C'è una certa sperimentazione che non sempre porta a risultati eccezionali, ma risulta sempre apprezzabile. La colonna sonora è molto bella e viene fatta sposare spesso con ciò che viene mostrato a schermo, creando delle scene bellissime con un ritmo musicale eccezionale. Questo può essere definito come uno dei marchi di fabbrica del migliore Argento. I personaggi sono poco caratterizzati e fungono unicamente come bersagli della furia del killer. Quest'ultimo e il protagonista risultano invece abbastanza approfonditi. Nel complesso le figure che vediamo risultano comunque funzionali e non sembreranno mai tirati via.
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Un sogno ricorrente di Roberto |
L'assassino è un personaggio ben sfruttato e ha un background che alla fine non è eccezionale, ma viene costruito molto bene e crea una buona aura intorno a lui rendendolo molto minaccioso e fuori controllo. Alcuni caratteristi sono inoltre da menzionare per il loro contributo, come Diomede o l'investigatore, entrambi dai tratti macchiettistici, ma che restano piacevolmente impressi. Questa è una delle prime opere di Argento, ma è già visibile la sua maestria e il suo modo originale di trattare una vicenda abbastanza classica, rendendo così il film molto interessante sia sul piano narrativo che visivo, creando delle ottime atmosfere e costruendo benissimo la tensione. Insomma, un prodotto di qualità, imperdibile per i fan del genere e che risulta appassionante e disturbante, oltre che visivamente molto stimolante.
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