Il tono che caratterizza l'opera è fortemente ironico e riesce a divertire e ad alleggerire una trama che sulla carta è abbastanza seria. Infatti ci troviamo di fronte al dramma umano del protagonista, che ha letteralmente perso 12 anni di vita e i suoi affetti per denaro. Vedremo quindi il suo tentativo di tornare in pista, con scarsi risultati. La pellicola gira tutta intorno alla sua figura e le costruisce intorno un microcosmo abbastanza parodistico della criminalità del luogo, per rendere più leggero il tono della pellicola. Dom è un personaggio ben fatto che nasconde un'aura fortemente patetica dietro una facciata da spaccone e da persona sicura di sé.
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Dom in un momento di crisi |
La storia è gestita abbastanza bene, anche se visto il bell'inizio, speravo che si sviluppasse in maniera un po' più ricercata, pur avendo numerosi elementi a suo favore. Partendo dagli aspetti negativi, il finale non è granché, essendo fin troppo consolatorio e cerchiobottista, mentre l'inizio nella villa del boss ha dei momenti veramente riusciti, come l'incidente e alcune sequenze di dialogo particolarmente ispirate. Un aspetto interessante e che dietro la facciata un po' leggera vengono mostrare situazioni abbastanza crude e pericolose, che fanno comunque sentire l'aura minacciosa che le caratterizza. Quindi, per quanto questa sia una pellicola atipica, non si discosta molto da alcune scelte narrative già battute, ma non scade troppo e mantiene una buona qualità narrativa. Un ultimo aspetto che vorrei sottolineare è il fatto che vengano mostrati i danni psicologici che la galera porta ai detenuti, anche se questo tema è marginale e non viene approfondito molto durante la pellicola. La regia è abbastanza buona, con alcune trovate registiche buone, come il già citato incidente in macchina, e nel complesso viene mantenuto un tono che dona un certo fascino alla vicenda.
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Il protagonista mentre tenta di aprire una cassaforte |
Non mancano scene un po' più banali, soprattutto quando vengono mostrati momenti legati alla famiglia di Dom, che sanno forse un po' troppo di già visto e smorzano eccessivamente il ritmo. La fotografia è ben fatta, le ambientazioni risultano coerenti fra loro e vanno a formare un contesto criminale interessante, anche se sopra le righe. Gli attori sono disposti bene nelle inquadrature, le quali sono visivamente abbastanza curate. Il montaggio riesce a dare un ottimo ritmo alla vicenda e crea alcune buone sequenze molto rapide che fungono da intermezzi fra momenti più approfonditi. Il lato tecnico nel complesso non si spinge verso una ricerca visiva eccessiva, ma sfrutta bene il registro adottato, cucendolo bene sulla vicenda. I personaggi, escluso Dom, non sono molto approfonditi, ma riescono ad avere un buono spessore e portano avanti molto bene la vicenda.
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Dom tenta di riappacificarsi con la figlia |
Il protagonista invece dimostra una profondità inaspettata e, dietro un'eccessiva cafonaggine, dimostra una fragilità che aiuta a creare empatia con lo spettatore. La storia in sé non ha dalla sua numerosi elementi di spicco, ma nella sua classicità riesce a sfruttare bene alcuni snodi narrativi, riuscendo a valorizzarsi ponendo come focus centrale Dom. I dialoghi e i monologhi sono ben scritti e ben ritmati, riuscendo così a creare numerose situazioni ben fatte. Per concludere, questa è un'opera che riesce a convincere e a far divertire, senza prendersi troppo sul serio e riuscendo a costruire una buona narrazione, che riuscirà ad appassionare. Purtroppo non viene fatto il salto di qualità che lo avrebbe reso indimenticabile, ma riesce comunque a non lasciare assolutamente delusi.
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