Questa pellicola fornisce anche numerosi spunti di riflessione, soprattutto sulla società, che viene mostrata ingiusta e alienante per l'individuo. Gli operai sono rappresentati come una mandria senza identità che ha il solo scopo di produrre sempre di più per dei padroni insensibili e che hanno perso ormai tutta la loro umanità. Il modo con cui vengono trattati i lavoratori viene messo in evidenza più volte, in scene dal forte impatto visivo, come quelle sulla catena di montaggio o durante gli scontri con la polizia, che dimostra come lo Stato stia palesemente dalla parte dei potenti. Sotto questo punto di vista il film è fortemente eversivo ed invita a non farsi schiacciare da questo sistema sociale. Perfino il protagonista preferisce stare in prigione piuttosto che restare in fabbrica.
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La famosa scena negli ingranaggi |
Il tutto non viene mostrato in maniera didascalica e banale, ma viene veicolato attraverso la verve comica di Chaplin, in un racconto che diverte e non annoia mai. Non mancheranno i momenti di pura poesia, nei quali l'operaio sta in contatto con la ragazza, dimostrando il suo amore per lei e come la vera felicità sia nello stare insieme piuttosto che nel benessere economico. Infatti la ricerca di uno status migliore non porterà altro che guai ai due. Emblematico risulta essere il finale, il quale resta abbastanza aperto e non fa capire come sarà il futuro della coppia, ma il fatto di vederli ancora insieme rassicura e dà forte speranza per il loro avvenire. Un aspetto che rende il film ancora più interessante è l'inserimento di aspetti surreali nella messa in scena e nella narrazione, infatti la fabbrica ha un aspetto volutamente irrealistico e anche il sogno di Chaplin o il suo cadere negli ingranaggi sono momenti in cui la realtà scompare per andare in un contesto surreale e visivamente ben fatto.
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Il numero musicale del protagonista |
Il povero anche in questo caso viene rappresentato come moralmente migliore di chi lo comanda, anche se questo aspetto risulta essere forse fin troppo buonista. La regia è buona e riesce a costruire una buona narrazione, lasciando a Chaplin gli spazi necessari per portare avanti le sue gag. Non saranno ovviamente presenti molti virtuosismi, ma si vede che la mano dietro la macchina da presa (lo stesso Chaplin) sa cosa vuole mostrare e raggiunge i risultati voluti. Unico neo che mi sento di mettere in evidenza è l'inserimento un po' invadente di schermate nere che descrivono cosa sta accadendo sullo schermo e che spezzano un po' la narrazione.
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La coppia sogna una vita insieme |
Il montaggio e ben fatto e la messa in scena riesce ad avere di guizzi inaspettati, mostrando delle ambientazioni molto curate e visivamente stimolanti. Questo permette alla commedia di risultare originale e particolare. La colonna sonora accompagna molto bene le scene e in alcuni momenti dà vita a delle sequenze veramente ben fatte, come la crisi nervosa dell'operaio in fabbrica. La scelta di avere il sonoro, ma solo in alcune parti del film l'ho trovata coraggiosa e riuscita, dato che viene data, in questa maniera, molta più enfasi alle fonti che emettono quei suoni. I personaggi sono abbastanza macchiettistici, ma i due protagonisti mantengono una caratterizzazione più approfondita che li fa entrare in empatia con lo spettatore. Il protagonista riesce inoltre a scatenare emozioni contrastanti, nel vederlo soccombere con un'allegria che lascia interdetti.
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I due se ne vanno insieme verso un futuro incerto |
In conclusione, questa è una grande commedia che, attraverso una trama romantica e molto piacevole, riesce a mettere in luce tutte le brutture del progresso sregolato e della società di quegli anni. Quest'ultima viene, infatti, mostrata insensibile e sempre più priva di compassione e umanità verso i più deboli, che si trovano a venir trattati come bestie pur di poter sopravvivere. Il tutto viene reso molto digeribile grazie alla potente comicità di Chaplin che rende il messaggio facilmente assimilabile facendoci ridere, che è una cosa non da poco.
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