lunedì 29 giugno 2015

La teoria del tutto (2014) di James Marsh


Trailer del film


Buon biopic che, senza molto mordente, racconta con grazia la storia di Stephen Hawking. La pellicola segue le vicende della vita dello scienziato partendo sai suoi primi successi accademici, che coincidono con il manifestarsi della sua terribile malattia. La storia seguirà quindi la sua vita e la sua relazione con Jane, la sua futura moglie. Il film riesce a trasporre la vicenda senza scadere eccessivamente nel patetismo, ma riesce a raccontare con una certa grazia l'avanzare della malattia e come questa vada ad influire pesantemente sulla vita di tutto il nucleo familiare. Nonostante la drammaticità della vicenda, non manca un forte messaggio di speranza, dato che Stephen sembra reagire con molta forza positiva contro le avversità, mentre Jane è quella che ne soffre di più. Le situazioni si susseguono con un ritmo molto buono e lo spettatore si troverà ad appassionarsi e a sentirsi emotivamente  abbastanza in empatia con la vicenda raccontata, per via della cura che è stata data alle sequenze, le quali sono doate del pathos necessario. Purtroppo il modo con viene presentatao il tutto, se da un lato convince perchè non sceglie mai la strada che porta alla lacrima facile, dall'altro presenta una storia un po' troppo positiva, nella quale non esistono momenti che stupiscono o che riescono a dare quel qualcosa in più che non viene trovato in numerose pellicole simili. Non dico di modificare la realtà per renderla più cinematografica, ma il taglio scelto è forse fin troppo classico e questo non giova nel bilancio dell'opera. Non è stata data la giusta drammaticità a molti momenti che hanno caratterizzato la vita dello scienziato, svuotando alcune scene della loro potenza visiva.
Stephen viene posto sulla statua delle regina
A mio avviso alcuni aspetti potevano essere trattati meglio e con più forza, come la crisi in famiglia, e poteva essere dato più risalto alla carriera accademica del protagonista. Entrambi questi aspetti non sono trattati a dovere, il primo perché viene mostrato in maniera fin troppo blanda con degli sviluppi che non colpiscono perché non vengono gestiti con la giusta forza, mentre il secondo funge solamente da contorno alla vicenda, anche se avrebbe potuto dare dei begli spunti. Non nego che sono presenti sequenze pregevoli e che riescono a colpire, ma mi è mancato il salto di qualità che avrebbe reso la pellicola qualcosa di più. Nel complesso comunque l'opera è appassionante e la scelta di non far provare pietà per Stephen l'ho trovata coraggiosa e vincente, anche questa mancanza non è stata compensata dal punto di vista emotivo.
Stephen con sua figlia
Da ciò che ho scritto finora risulta chiaro come il mio giudizio sia combattuto su un prodotto confezionato come si deve, ma che, una volta visto, lascia un senso di incompiutezza e di occasione mancata. L'aspetto che ho trovato più riuscito è il modo con cui viene mostrato lo sviluppo della malattia, la quale ha un'evoluzione tangibile e che permette allo spettatore si seguire il percorso del protagonista verso un'esistenza sempre più complicata. Anche il personaggio di Jane l'ho trovato importante nel bilancio generale dell'opera, essendo uno dei più sfaccettati ed essendo l'unico che porta un po' di scompiglio nell'idillio sociale costruito. La regia è molto buona, dato che riesce a strutturare abbastanza bene la storia e darle un tono non molto forte, ma nemmeno patetico. C'è un buon uso delle soggettive, che vengono ben sfruttate per dare un bell'impatto alle sequenze e l'avanzare della malattia viene esaminato a dovere. Purtroppo alcune inquadrature insistono fin troppo sulla sua crescente incapacità nel muoversi, quasi a voler far capire fino allo stremo allo spettatore che sta per accadere qualcosa di grave. La fotografia fa un buon uso delle luci, creando delle inquadrature veramente ispirate e che riescono a rimanere impresse, come lui nella vasca da bagno all'inizio del manifestarsi del suo morbo. Il volto di Stephen è spesso oggetto di inquadrature ravvicinate, che vanno a mostrare la forte umanità che traspare dalle sue espressioni.
Un momento di gioia poco prima dell'aggravarsi della malattia
La messa in scena è buona nel complesso, ma la scelta di far rimanere pressoché invariata la fisionomia di molti personaggi nel passare degli anni risulta quasi ridicola e senza senso. Tolto questo neo, il resto, ambientazioni e costumi, sono ben fatte. Il montaggio riesce a ritmare benissimo la vicenda e regala alcune sequenze ben strutturate e che posseggono una buona forza visiva, soprattutto durante le crisi fisiche dello scienziato. La fase di scrittura è stata strutturata senza infamia e senza lode, dato che la storia è stata sfruttata mettendo in mostra gli aspetti più immediati e semplici, senza dare risalto anche alle ombre più profonde dell'animo umano, mostrando sempre il lato più positivo, scelta adatta per attirare il pubblico, ma non adatta per creare un'opera indimenticabile.
La moglie tenta di comunicare col marito
I personaggi sono ben fatti, anche se come già detto, avrebbero avuto bisogno di una sfaccettatura maggiore. Stephen riesce ad avere una buona caratterizzazione e le sue emozioni sono rese palpabili durante la visione, anche grazie alla bellissima interpretazione di Eddie Redmayne, che risulta veramente in parte. Anche Jane, come già scritto, riesce a spiccare, per via dei suoi turbamenti, che purtroppo non riescono ad avere l'importanza che meriterebbero. Quindi, ci troviamo di fronte ad un buon film, che emoziona ed intrattiene, grazie ad una buon tecnica e ad degli interpreti veramente bravi. Purtroppo una scelta stilistica veramente troppo classica, anche se ben fatta, per questo genere, impedisce alla pellicola di spiccare, anche per via del modo con cui viene analizzata la storia stessa, che non presenta mai aspetti di contrasto all'amore che circonda il protagonista in ogni momento, impedendo alla storia di avere una forza che rimanga impressa.

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