domenica 19 luglio 2015

Il ladro di orchidee (2002) di Spike Jonze


Trailer del film



Originale opera che analizza la psiche di uno sceneggiatore in crisi, attraverso una storia molto particolare. Il protagonista del racconto è Charlie Kaufman, uno sceneggiatore al quale viene affidato il compito di trasporre il libro "Il ladro di orchidee" in una sceneggiatura. L'uomo inizierà quindi a leggere il romanzo, per avere un'idea su che taglio dare alla storia. Purtroppo un blocco gli impedisce di portare avanti il lavoro e per questo motivo andrà in forte crisi.
Il ricercatore di orchidee
Nel frattempo vengono seguite altre due linee narrative: la prima riguarda la scrittrice del romanzo che porta avanti la stesura dell'opera, mentre la seconda mostra tutti gli eventi che hanno portato alla racconta di materiale per scriverla. La scelta di impostare la pellicola con questa struttura dà un tocco di originalità alla storia e la rende veramente interessante da seguire. Il nucleo centrale della storia rimane Charlie che analizza continuamente il suo modo di vivere e di approcciarsi alla vita, mostrando un lato fortemente insicuro della sua personalità che però gli dona molta profondità. Tutti i suoi ragionamenti e il modo con cui vengono messi in scena rischiano di stancare alla lunga, ma la bella messa in scena evita che questo accada. Alcuni momenti sono veramente riusciti e nel complesso c'è una buona qualità narrativa.
Charlie in crisi
Anche l'introduzione del personaggio di Donald, il fratello di Charlie, regala dei bei momenti, essendo anche quest'ultimo uno sceneggiatore che però si accontenta di fare film popolari senza tante pretese. Il protagonista andrà ulteriormente in crisi quando si vedrà superare dal fratello per quanto riguarda il successo nel mondo dello spettacolo. Questo permette di criticare il mondo del cinema commerciale e di mettere a confronto due modi opposti di approcciarsi all'arte cinematografica. Anche il modus operandi di Charlie risulta eccessivo e fin troppo ricercato e serioso, cosa che gli impedisce di prendere qualsiasi decisione. La pellicola procede su un livello medio molto alto, ma inizia a perdere colpi nell'ultima mezz'ora, quando vengono introdotte dinamiche tipiche del thriller, che ne fa scadere la qualità e sono portate avanti in delle sequenze finali non molto ispirate e che vanno e riportare tutto su binari più rodati e banali. Questa scelta non l'ho capita, anche se potrebbe essere interpretata come un obbligo che ogni film deve sostenere nel dimostrare di avere anche una componente più popolare e accessibile a tutti.
Charlie e la scrittrice in ascensore
Se questo fosse vero tutta la parte finale sarebbe una forte critica alle pressioni dei produttori, ma il calo qualitativo è innegabile e come scelta sarebbe in ogni caso fin troppo azzardata e non compensativa della perdita della bella atmosfera creata fin a quel momento. Comunque le analisi psicologiche sono ben strutturate e riescono ad appassionare molto, essendo creata una forte empatia fra Charlie e lo spettatore. La regia ha dei momenti in cui è veramente ispirata e riesce a sfruttare molto bene la vicenda, strutturandola su diversi piani narrativi senza generare mai confusione. Anche dal punto di vista visivo c'è una buona ricercatezza e alcune trovate dal taglio quasi metacinematografico sono veramente riuscite.
Un'orchidea
Purtroppo, come già scritto, la parte finale perde molto smalto e, senza interpretarla come una specie di attacco ad Hollywood, non risulta convincente, anche se la qualità complessiva è più che soddisfacente. La fotografia è curata e crea delle inquadrature molto buone, dando un apporto fondamentale al tono delle scene, soprattutto nei momenti più introspettivi. Anche il montaggio risulta ben fatto, con un buon alternarsi delle linee narrative, permettendo così di avere una chiarezza narrativa non facile da raggiungere. Nel film è stato scelto di utilizzare molto la voce fuori campo per spiegare i pensieri e lo stato d'animo del protagonista. Questa scelta è stata sfruttata bene anche se appesantisce un po' troppo il racconto. Rimane comunque una scelta azzeccata e la scena nella quale tale scelta viene messa in discussione l'ho trovata geniale. Gli interpreti sono veramente in parte e Cage riesce a mantenere un profilo adeguato senza esagerare. I personaggi sono ben strutturati e anche quelli un po' sopra le righe risultano coerenti con il contesto e acquistano sempre un certo spessore, permettendo a Charlie di essere circondato da figure intriganti e non solo da personaggi scialbi e senza mordente.
I due fratelli Kaufman
Nel complesso questa pellicola ha dalla sua numerose qualità sia dal punto di vista tecnico che visivo e riesce a coinvolgere, grazie ad una storia dal taglio originale, che sul finale torna in una dimensione più classica che smorza un po' l'entusiasmo, ma in fondo rimane comunque la sensazione di aver visto qualcosa di bello ed interessante.

Nessun commento:

Posta un commento