lunedì 15 giugno 2015

Il grande Gatsby (2013) di Baz Luhrmann


Trailer del film



Buon film che sfoggia un'estetica barocca, la quale purtroppo non ha alle spalle una narrazione di alto livello. La trama è raccontata attraverso la voce narrante di Nick Carraway, un ragazzo che ha conosciuto Gatsby, un ricco e famoso personaggio di New York, alcuni anni addietro durante il periodo in cui ha vissuto nella Grande Mela. Lui inizierà a scrivere le sue memorie su quel periodo come aiuto nella sua terapia per superare la dipendenza da alcool. La pellicola quindi prosegue intessendo una trama interessante, adattando l'omonimo romanzo e seguendo il punto di vista di Nick. La storia purtroppo, pur presentando numerosi spunti di riflessione, non è riuscita a dare la giusta forza a tutti i temi trattati.
Una grandiosa festa organizzata da Gatsby
Un aspetto che ho trovato veramente curato, almeno inizialmente, è il contesto nel quale si muovono i personaggi, essendo stata rappresentata con una certa cura, anche se un po' barocca, la New york e la società degli anni '20. Questo aspetto si associa alla critica che viene portata avanti all'inizio del film, quando vengono mostrati gli operai che lavorano duramente per costruire, mentre la classe abbiente se ne frega e continua a vivere nello sfarzo. La deriva morale dei ricchi è palese e viene posto il focus sui loro eccessi e sulla loro pochezza morale. Questa critica non viene però portata avanti con la giusta forza e man mano che la storia procede, questo aspetto viene sempre più lasciato in secondo piano, per poi riproporlo sul finale, senza conseguire però la giusta intensità. Questo penalizza molto l'opera e la svuota in parte del suo significato. Anche il tema del razzismo e del sessismo imperante sono inseriti come meri contorni, quasi forzatamente. Il fulcro centrale risulta essere la storia d'amore fra Gatsby e Daisy, che comincia in maniera fin troppo melensa, per poi proseguire in maniera molto interessante. Soprattutto verso le battute finali, quando vengono messe in discussione tutte le certezze sentimentali di Gatsby, il loro rapporto prende una piega torbida e grottesca che spiazza. Anche l'importanza dell'immagine, in quella società, è uno dei temi ricorrenti, dato che i personaggi danno una forte importanza essa, senza curarsi molto di avere realmente quel candore che vorrebbero rappresentare. Il gioco di creare una sovrastruttura che metta al riparo dai giudizi degli altri sembra essere rappresentato dalle sfarzose feste e dalla messa in scena pacchiana, anche se ritengo che sia stato portato tutto un po' troppo all'eccesso, creando una saturazione che spezza fin troppo l'intensità e la profondità della trama.
Gatsby si prepara ad incontrare l'amata Daisy
Le feste ricoprono uno spazio eccessivo nella narrazione, andando ad appesantire molto il racconto, anche se nella seconda metà c'è un ritorno all'equilibrio. La storia in sé ha comunque un'idea di base molto interessante, ma la sua trasposizione rischia di banalizzarla e di non renderle onore. Inoltre c'è un abuso della voce narrante, che alla lunga stanca e appesantisce ulteriormente la visione. Resta comunque una narrazione che riesce ad appassionare moderatamente e ad intrattenere abbastanza bene. Dal punto di vista registico non ci troviamo di fronte ad un lavoro molto pregevole, dato che il tono della pellicola e lo stile adottato non riescono a coinvolgere eccessivamente, oltre a dimostrare uno studio maggiore sulla messa in scena pacchiana, rispetto al vero fulcro del racconto. Tecnicamente sono presenti alcune leggerezze e visivamente sono presenti fin troppi alti e bassi, che non lasciano molto soddisfatti alla fine della visione. Nonostante ciò non nego la presenza di alcune scene ben strutturate che risultano di forte impatto, come quella dello sparo, le quali sono concentrate soprattutto nella seconda parte, che risulta essere quella di maggior qualità, sia tecnica che narrativa. Durante alcuni momenti viene anche creata una buona tensione, che riesce a tenere vivo l'interesse. La fotografia utilizza colori sempre molto accesi, insieme ad un messa in scena eccessiva e rivisitata in chiave un po' più moderna. Questa scelta l'ho in parte apprezzata per il coraggio, anche se il risultato finale non la giustifica.
Daisy in mezzo ai due uomini della sua vita
La scenografie sono comunque molto curate e in alcuni momenti l'impatto visivo non è niente male, denotando una buona cura nei particolari che riesce comunque a far entrare lo spettatore nella vicenda. Un aspetto che mi ha abbastanza infastidito è l'utilizzo della computer grafica che, oltre ad essere superfluo, viene usato per creare sequenze visivamente bruttine. Il montaggio l'ho trovato di qualità altalenante, infatti durante le scene più movimentate ci sono degli stacchi molto veloci che non permettono di seguire facilmente cosa sta accadendo. Inoltre, in questa maniera, non viene dato il giusto tempo per poter osservare le inquadrature proposte, vanificando in parte la cura messa nell'inscenare le feste. Nel complesso il montaggio non raggiunge la sufficienza, essendo troppo frenetico e ciò influisce molto negativamente nella fruizione dell'opera. La colonna sonora mi ha lasciato interdetto perché ho apprezzato molto la scelta di inserire brani dei giorni nostri riarrangiati per dare un tono più moderno al tutto, ma nello stesso tempo spoglia in parte le scene dell'aura retrò che si sarebbero meritate. In quegli anni erano presenti canzoni bellissime e il loro utilizzo, con la messa in scena adottata, avrebbe dato un tono un po' più intrigante alle scene. I personaggi nel complesso sono caratterizzati abbastanza bene, anche se, esclusi Gatsby, Daisy, Nick e Tom non sono presenti caratteri degni di nota.
Gatsby durante una festa
Questi quattro risultano strutturati degnamente, con Gatsby che riesce a spiccare per via delle sfaccettature conferitegli, che lo rendono misterioso e affascinante, ma allo stesso tempo patetico e fortemente drammatico. Nick e Daisy sono ben fatti ma non riescono a creare l'empatia necessaria per rendere molte scene sufficientemente forti dal punto di vista emotivo, cosa resa possible quasi sempre grazie a Gatsby. Quest'ultimo ha una buona forza anche dal punto di vista simbolico, per via delle sue umili origini, che l'hanno mantenuto moralmente più puro e per questo inadatto e vivere in quell'ambiente ormai corrotto e incurabile. Quindi, questa è un'opera che partiva da un ottimo materiale, che stato sfruttato in minima parte, impedendo così al film di avere la potenza e il pathos emotivo necessario per risultare sopra la media. Non mancano ovviamente alcuni aspetti positivi che salvano in parte la pellicola, ma vedere la maniera blanda con cui sono trattati gli aspetti più interessanti e, nel frattempo, notare la cura nell'estetica del racconto, crea un senso di delusione ancora più forte, che impedisce di passare sopra ad una tecnica nella media, la quale è riuscita a confezionare un film gradevole, che verrà ricordato più per lo sfarzo che per la sua profondità.

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