mercoledì 12 febbraio 2014

2010 - L'anno del contatto (1984) di Peter Hyams

Trailer del film


Buon film di fantascienza, seguito diretto del capolavoro di Kubrick, che ne banalizza un po' il contenuto, ma si mantiene su buoni livelli. La storia continua dopo 9 anni dalla fine di 2001: Odissea nello spazio. Viene programmata una nuova spedizione per recuperare il relitto della Discovery e ottenere informazioni sull'esito della precedente missione, oltre a tentare di entrare in contatto l'enorme monolito vicino Giove. Visto che i russi sono in vantaggio sui tempi rispetto agli americani, viene deciso di creare una spedizione combinata, nonostante le tensioni fra i due paesi (siamo in piena guerra fredda). Dopodiché la storia avrà un sviluppo molto simile al libro fino al buon finale dove è presente molta tensione ed è molto affascinante. La pellicola basa molta dell'ambientazione di sfondo sul conflitto non armato fra Stati Uniti e Unione Sovietica, mostrando bene a miopia dei governanti, controbilanciati dall'equipaggio della nave che riesce a collaborare passando sopra le divergenze terrestri. Il film presenta molte sequenze affascinanti nello spazio e riesce a creare una buona atmosfera. Viene inoltre creato un buon interesse sullo sviluppo della storia e sulla nuova apparizione di HAL 9000, uno dei migliori cattivi della storia del cinema. Le parti nello spazio sono ispirate e la sequenza dove il protagonista incontra Bowman è ben fatta ed è interessante il suo cambio d'età, pur essendo solo un virtuosismo visivo. Purtroppo il film non riesce ad approfondire bene alcuni aspetti, come ad esempio il legame fra HAL 9000 e lo scienziato che lo rieduca, facendo perdere un po' di pathos alle scene finali, che mantengono comunque un buon livello di tensione. Purtroppo il libro sul quale si basa questo capitolo della saga è qualitativamente inferiore al precedente e la voglia di dare una spiegazione a ciò che è accaduto fa perdere molta poesia all'universo creato, anche se rimane una vicenda interessante. Una cosa che ho apprezzato sia nel libro, sia nel film, è che ai fini della trama i personaggi sono pressoché ininfluenti, svolgendo solo il ruolo di testimoni oculari. Questo evidenzia bene l'impotenza dell'uomo di fronte alle forze in gioco. La regia è buona e riesce a dare il giusto senso di vuoto durante le fasi nello spazio, oltre a creare delle atmosfere discrete e un buon alone di mistero che tiene in piedi la baracca. La fotografia è buona e dà degli scorci abbastanza evocativi, insieme a della ambientazioni curate. Gli attori si comportano degnamente, pur non avendo interpretazioni eccezionali, tranne per Bowman che mantiene un'intensità molto interessante. I personaggi non brillano per profondità, però sono calati bene nella vicenda e non risultano fastidiosi, anche se difficilmente rimarranno impressi. La colonna sonora riprende alcuni motivi del precedente capitolo ed è buona, pur essendo in parte copiata. Gli effetti speciali sono ben fatti e mantengono ancora oggi un buon impatto visivo. Nel complesso siamo di fronte ad un prodotto onesto, ben fatto che ha come principale difetto il fatto di essere scritto in maniera un po' frettolosa. Il confronto che si trova a dover sostenere con 2001: Odissea nello spazio lo fa apparire peggiore di come sia in realtà, mentre rimane godibile e soddisferà pienamente gli amanti del genere, grazie al buon ritmo e alla buona messa in scena che conducono efficacemente verso un finale speranzoso che inneggia alla pace.

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