venerdì 28 febbraio 2014

Pietà (2012) di Kim Ki-duk


Trailer del film



Eccellente film drammatico che mostra una storia fatta di vendetta e crudeltà senza fine ambientata in una realtà degradata. Il film racconta di Lee Gang-do, un giovane picchiatore che riscuote i soldi dei debitori del suo capo. Per fare ciò, in caso di inadempimento, arriverà a rendere invalidi i malcapitati per riscuotere il premio dell'assicurazione, precedentemente stipulata in modo che servisse da garanzia. Ad un certo punto nella sua vita piomberà una donna, che dirà di essere sua madre, che lo ha abbandonato da piccolo. Lui all'inizio sarà molto diffidente, ma dopo un po', anche per necessità, inizierà ad accettarla e a provare sentimenti che aveva mantenuto sopiti per tutta la sua vita. La storia è interessantissima, riesce ad avere un ottimo ritmo ed essere raccontata con sapienza, sapendo dosare i momenti culminanti in modo da mantenere la tensione, quando necessaria, e l'interesse. Nonostante sia riuscito a prevedere alcune svolte narrative, devo dire che la trama mi ha preso molto per via dell'ottimo stile nel raccontarla. Non vengono risparmiate scene molto forti e la pellicola è nel complesso un po' disturbante, non per la violenza rappresentata, ma per le situazioni che si presentano. Nel complesso viene sempre mantenuta una certa grazia nel procedere e sono molte le scene visivamente molto poetiche per come sono strutturate. Tutto scorre benissimo e tutto avanza liscio fino al bellissimo finale, che ha delle inquadrature memorabili. Viene trattato in maniera molto bella il rapporto fra i due protagonisti, il quale subisce un'evoluzione ben fatta che risulta credibile nel complesso. Viene portata avanti una forte critica al denaro, visto come fonte di sofferenza e di distruzione, non presentando mai componenti positive e tutti coloro che ne vengono a contatto finiscono con soffrire più di prima. La morale del ragazzo è molto interessante, perché lui ritiene di non avere colpe per ciò che ha fatto considerando chi si indebita meritevole di quella sorte e non si accorge del fatto che stia giocando con la vita delle persone. Ho trovato molto simbolica tutta la parte finale, dove lui rivisita coloro che ha reso invalidi e sembra un percorso di tutta la sua vita da sicario. Il rapporto fra la donna e il figlio è rappresentato molto bene riuscendo a delineare bene i caratteri dei due riscendo a creare un'alchimia fra le due personalità. Grazie a questo rapporto viene mostrato come spesso la crudeltà umana sia dovuta ad una vita senza affetto, facendo emergere un lato di Lee Gang-do più umano, iniziando a preoccuparsi della vita della madre. Il tema principale della pellicola è la vendetta e sarà mostrato come gli errori commessi prima o poi si paghino. Tutto ciò è portato avanti molto bene ed è supportato da una società senza speranza e priva di umanità, a causa delle condizioni disperate in cui sono stati lasciati i cittadini da uno stato assente. Le autorità non sono mai presenti e nemmeno prese in considerazione dalle vittime, come a voler denunciare una debolezza nella giustizia. Il film è impietoso con i protagonisti e non permette mai che possano sperare in un futuro migliore, ma vengono sempre buttati senza più in basso da una vita che non permette sbagli. La regia è molto buona e compensa una tecnica non perfetta, ma comunque di alto livello, con una messa in scena molto poetica che risulta comunque essere visivamente molto forte, anche senza movimenti eccessivi di macchina. Il ritmo viene mantenuto ottimo e non ci sono mai situazioni di stanca o eccessivamente veloci, riuscendo anche a dosare bene la tensione e i colpi di scena, i quali sono raccontati con maestria. Alcuni momenti sono molto riusciti anche dal punto di vista tecnico e nel complesso c'è una buona qualità tecnica. La fotografia è fantastica con inquadrature studiatissime che danno nel complesso un impatto ottimo. I colori si adattano in parte alle situazioni, anche se predominano colori freddi, che quasi disumanizzano e rendono morente l'ambientazione. Ovviamente questo non è estremizzato, ma è più una sensazione scatenata dalla visione. Vengono presentate delle ottime geometrie e dalle immagini si vede come il regista sia anche pittore. Il montaggio è buono, con qualche imperfezione, ma niente di grave. Questo aspetto risulta comunque ben fatto e riesce a creare delle sequenze ben ritmate e molto interessanti che sono riuscite a comporre una narrazione strutturata benissimo. I due personaggi principali sono strutturati benissimo e dimostrano molte sfaccettature del loro carattere rendendoli realistici, anche se il ragazzo risulta molto accentuato nelle sua cattiveria iniziale. I comprimari sono figure nello sfondo e risultano caratterizzati giusto per essere funzionali alla storia, pur avendo un'identità definita. Gli attori sono molto bravi con Cho Min-soo una spanna sopra a tutti per intensità e per la parte che ha dovuto fare. Quindi, nel complesso, una grande opera che riesce a scatenare molte emozioni e non manca di stupire in positivo in molti momenti, trasportando lo spettatore in un mondo dove l'umanità sta morendo, con una messa in scena ottima.

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