mercoledì 26 marzo 2014

Gozu (2003) di Takashi Miike


Trailer del film


Eccellente film fuori di testa, che con uno stile visionario regala emozioni uniche, crea una storia interessante e che ha vari spunti di riflessione sulla società giapponese. Nel film vengono narrate la vicende di Minami, uno Yakuza che viene incaricato di uccidere Ozaki, un altro membro della sua famiglia mafiosa, che viene ritenuto pericoloso dal suo capo per via della sua estrema paranoia che lo porta ai limiti della follia. I problemi nascono nel momento in cui Minami, mentre sta portando il suo amico in un posto isolato per ucciderlo, fa un piccolo incidente e Ozaki sviene. L'altro decide allora di fermarsi ad un bar, ma quando esce fuori non trova più nessuno. Inizia così una folle ricerca del compare. La trama è raccontata in maniera talmente folle da risultare fortemente attrattiva. Il povero protagonista si vedrà immerso in una realtà surreale dalle forti tinte oniriche e, durante la ricerca, avrà a che fare con personaggi fuori di testa che andranno a comporre un universo complesso ed affascinante. Lo stile ricorda vagamente quello di Lynch, ma Miike ci mette del suo dando un'impronta personale al racconto, il quale passerà agilmente fra vari registri narrativi, dall'horror alla commedia (come la geniale morte del boss). Questi cambi di tono non danno mai l'impressione di stonare col racconto, ma vanno ad integrarsi fra loro, dimostrando una solidità incredibile del comparto tecnico. I temi trattati della pellicola sono molteplici, dall'omosessualità latente dei due protagonisti che sfocerà un in amplesso fra Minami ed un'altra figura emblematica, al tratteggio di una società che dietro un'apparenza normale nasconde perversioni, malvagità e intolleranza verso gli stranieri. Viene anche toccata la morte e la rinascita dell'individuo in maniera del tutto originale e fuori di testa, con una scena memorabile. Quasi nessun personaggio splende di una luce positiva e le loro particolarità vanno ad accrescere un clima straniante che rischierà di portare alla pazzia Minami. Le scene che rimangono impresse sono molteplici, dal minotauro che sputa sperma, al rapporto che c'è fra i due proprietari dell'hotel dove alloggia Minami, fino al dialogo con la donna americana, che viene letto in un gobbo appeso al muro. Viene creata talmente bene un'atmosfera folle e onirica da far perdere lo spettatore nel racconto. Anche il tempo viene dilatato e contratto con maestria, rendendo alcune sequenze volutamente ripetitive per dare il senso che il tempo non passi mai. Questo è un film che può non avere un filo logico a prova di bomba, ma credo che vada vissuto come un'esperienza sensoriale, senza porsi tante domande sul perché o su come sia possibile. In alcune pellicole non è necessaria la verosimiglianza, ma solo immersione e il coinvolgimento. Ovviamente il racconto è comprensibile, non è un'accozzaglia di scene strane messe a caso, ma può comunque creare una certa confusione. Di sicuro non è un film che vedi per rilassarti. La regia è straordinaria, dato che con pochi mezzi viene messa in piedi un'ambientazione originale e fatta a regola d'arte, che rende bene l'idea che voleva dare il regista. I movimenti di macchina sono studiati benissimo e sono molte le inquadrature che dimostrano una ricerca visiva non comune. Come dicevo in precedenza, i cambi di tono sono così riusciti da dimostrate una maestria tecnica di altissimo livello. Anche la fotografia è ottima, dato che crea delle inquadrature molto belle che restano impresse per la loro bellezza. Anche questo aspetto aiuta moltissimo a dare il giusto tono alle scene, insieme ad un montaggio ben fatto che si concede anche alcuni virtuosismi. La colonna sonora è la ciliegina sulla torta per portare avanti lo stile del film, con un montaggio audio che anticipa sapientemente alcuni eventi che avverranno. Gli attori danno delle prove convincenti, anche grazie ad una caratterizzazione molto riuscita che dà una forte identità anche a figure che restano sullo schermo per pochi minuti, delineando un universo sorretto da regole fuori del comune. In definitiva questo è un'opera eccellente che farà la gioia di chi ama i film fuori dagli schemi, dato che viene presentata una storia originale, con buoni spunti di riflessione e una tecnica sopraffina alle spalle che lascerà estasiato chiunque sia disposto a lasciarsi andare alle forti sensazioni provocate da Takashi Miike.

giovedì 20 marzo 2014

Reality (2012) di Matteo Garrone


Trailer del film


Bel film che analizza bene la ricerca del successo e della ricchezza per vie facilitate, la quale porta a perdere contatto con la realtà. Il protagonista è Luciano, un pescivendolo che arrotonda facendo un traffico losco di robot da cucina, che decide di partecipare ai provini del Grande Fratello per dare una svolta alla sua vita. La cosa, iniziata come un gioco, lo porterà a prendere tutto molto sul serio facendogli perdere il contatto con la realtà e arrivare alla follia. La storia è raccontata molto bene, dando il tono adatto alle varie parti del racconto e realizza molto bene la spirale che porta il protagonista a perdere contatto con ciò che lo circonda. Il film si schiera apertamente contro ogni forma di scorciatoia per raggiungere i traguardi e contro la fama di successo, che fa apparire quel mondo il migliore a cui una persona può ambire. I personaggi che hanno ottenuto velocemente popolarità sono sempre idolatrati e affascinano molto le persone comuni che, insoddisfatte della propria vita, vedono come un eden quella realtà. Molto interessante è come vengono vissute le varie tappe dei provini dalla famiglia di Luciano, dato che tutti vedono molto seriamente una selezione basata non sul merito, ma sull'apparire. Le figure che ci vengono mostrate hanno perduto la capacità di riscattarsi e farsi valere con il duro lavoro e con l'onestà morale, decidendo di fare qualsiasi cosa pur di arricchirsi. Azzeccatissima nel mostrare l'insoddisfazione dei personaggi per la loro condizione, è la scelta di mostrare, dopo lo sfarzoso matrimonio all'inizio della pellicola, gli invitati che tristemente tornano alla loro vita, mostrata grigia e senza soddisfazioni, aspetto che non traspariva durante i festeggiamenti. Il protagonista si troverà ad effettuare atti di bontà solo perché crede di essere osservato dai selezionatori, mettendo in luce la sua pochezza morale, ormai preso solo dai suoi obiettivi. Viene anche creata un'ottima atmosfera durante il racconto che dà un forte senso di paranoia e ciò viene aiutato da una scelta stilistica e scenica che porta avanti i dubbi provati dal protagonista. Molto bello è il fatto che tutto venga assecondato molto dalla famiglia, anche nel momento in cui è chiara la deriva che sta prendendo la cosa. SPOILER Anche il finale è azzeccato mostrando Luciano che di fronte al desolante spettacolo dei concorrenti del Grande Fratello, è comunque felice e realizzato per essere entrato nella casa, anche se senza permesso FINE SPOILER. La regia è tecnicamente ben fatta, con un uso massiccio di piani sequenza, gestiti e realizzati molto bene in ogni tipo di situazione che viene proposta. Raramente ho visto una tale mole di piani sequenza realizzati con cura e con uno stile riconoscibile. La telecamera si muove molto fornendo riprese continuate anche in momenti in cui solitamente viene usato il montaggio (come un campo/controcampo in un dialogo). Anche la fotografia è veramente curata, con dei colori abbastanza accesi che dipingono una realtà affascinante, anche se non viene percepita come tale dai personaggi. Le inquadrature dimostrano molta cura e l'ambientazione è composta bene. Anche la colonna sonora è ben fatta è nel complesso lascia un buon segno. Gli attori danno delle belle prove attoriali, con il protagonista veramente in forma nel tratteggiare la profondità del suo alter ego. Ciò è dovuto anche ad una buona caratterizzazione generale, comprimari compresi, con Luciano che subisce un'evoluzione resa benissimo. In conclusione, questo è veramente un bel film che, pur non presentando un punto di vista nuovo, riesce ad impressionare positivamente per l'efficacia e la perizia tecnica con cui mette in scena la vicenda, riuscendo a veicolare molto bene la sua tesi e a rimanere impresso nello spettatore.

Lei (2013) di Spike Jonze


Trailer del film


Bel film di fantascienza, che pur non ponendo questioni innovative, riesce ad affascinare con una buona messa in scena e una narrazione piacevole. La pellicola è ambientata pochi anni nel futuro, in cui la tecnologia è avanzata, ma in maniera credibile vedendo gli attuali sviluppi. Vengono seguite le vicende di Theodore, impiegato presso una ditta che scrive lettere su commissione, che si innamorerà dell'intelligenza artificiale installata sul suo PC. Ciò lo porterà a vivere una relazione anomala, ma presto la differenza fra i due esseri porterà difficoltà inaspettate. La trama è interessante e riesce a portare avanti una vicenda che ha vari spunti di riflessione, senza quasi nessun momento di stanca. Le svolte narrative e gli sviluppi sono ben calibrati e non vengono seguite passo passo le linee narrative già sfruttate in vicende simili, anche se alcuni momenti sono abbastanza prevedibili. Nonostante la palese critica ad una società alienata dalla tecnologia e minata nella capacità di comunicare fisicamente, ho trovato molto più interessante come viene presentata la relazione fra i due protagonisti. Viene ben mostrato come l'uomo non possa trovare la stessa pienezza e soddisfazione delle relazioni umane con surrogati costruiti a tavolino, che faranno presto emergere impossibilità per l'essere umano di potersi sottrarre alla società. Samantha, l'intelligenza artificiale, dimostra una superiorità intellettiva su Theodore, che la porta a trovare più appagante altre vie per relazionarsi. Nonostante siano presenti molte chiavi di lettura, ho trovato difficile capire la posizione assunta dal regista e quale tema sia il predominante, quasi come se avesse voluto mettere fin troppa carne al fuoco. Probabilmente necessito di un'ulteriore visione per chiarirmi le idee, dato che potrei non aver colto tutte le sfaccettature della storia. Un'altra cosa che mi ha lasciato dubbioso è la facilità con cui vengono accettate le relazioni con le A.I., senza che nessuno si ponga il problema della normalità della cosa. Questo può essere visto, però sia in un'ottica positiva che negativa, dato che può essere una leggerezza nella sceneggiatura, ma anche un'ulteriore dimostrazione che ci troviamo in una società ormai in simbiosi con la tecnologia. Una delle componenti che ho apprezzato maggiormente è la messa in scena dato che viene creata un'ambientazione credibile e accattivante, pur vedendo una società asociale in cui non si sente più il bisogno degli altri. La regia è ben fatta, con momenti azzeccati e altri un po'meno ispirati. Una cosa che mi ha un po' infastidito è stata la grande quantità di primissimi piani al protagonista, che dopo un po' stuccano. Per il resto lo stile registico mi ha convinto ed è riuscito a rendere accattivante una trama che poteva sapere di già visto. Non sono presenti trovate tecniche eccezionali, ma nell'insieme lascia una buona impressione. Tutto questo è aiutato anche da un ottimo uso della voce dell'intelligenza artificiale che riesce a dare pienezza alle scene, le quali nel complesso non godono di una grande mobilità. La fotografia è ben fatta, anche se alcune sequenze sono un po' anonime. Per il resto si nota una certa cura e, usando toni accesi, crea delle inquadrature affascinanti che danno una bella atmosfera alle ambientazioni. Il montaggio è ben fatto, realizzando sequenze interessanti e dando un buon ritmo alla vicenda, pur non mantenendolo per tutto il film. Peccato che vengano usate alcune tecniche già abusate in altri film, che tolgono un po' di magia alla narrazione (lui che ricorda i bei momenti con la ex) e la fanno sembrare una semplice love story senza grande profondità. La colonna sonora è molto azzeccata è il fatto di utilizzare l'A.I. per giustificare alcune canzoni nelle scene l'ho trovato uno stratagemma azzeccato. Questo aspetto a mio avviso aiuta molto lo spettatore nell'immedesimarsi nella vicenda. Gli attori danno delle buone prove, anche se è possibile parlare di un one man show, dato che Theodore è sempre al centro della vicenda, insieme a Samantha. Loro due risultano essere i personaggi più approfonditi, lasciando quasi tutti gli altri sullo sfondo, con un approfondimento minimo, ma non fastidioso. Quindi, questa è un'opera interessante che ha dalla sua molti aspetti positivi, grazie ad una bella ambientazione e una vicenda interessante che, anche senza presentare elementi molto innovativi, riesce a risultare accattivante, pur non raggiungendo l'eccellenza per via di alcune (poche) leggerezze tecniche ed una narrazione con alcuni cali.

sabato 15 marzo 2014

Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg


Trailer del film


Bel classico di fantascienza che non ha perso la sua bellezza. La trama parla di un'incontro fra l'umanità e gli alieni, mostrato intessendo una serie di storie parallele che vedrà mischiarsi persone che vanno dai comuni cittadini alle autorità militari. La storia viene orchestrata abbastanza bene, con dei momenti eccezionali e altri un po' più blandi, ma che vanno comunque a comporre un racconto molto bello. Il tono della pellicola si mantiene sul favolistico e non assume mai toni eccessivamente drammatici, mantenendo una certa ironia e un'atmosfera sognante, piuttosto che cupa. Non mancano però alcuni momenti in cui sale la tensione, come ad esempio nei primi contatti con gli extraterrestri prima di sapere le loro vere intenzioni. Molto interessante è il fatto che tutta la vicenda sia mostrata in un'ottica positiva, mettendo in risalto la meraviglia che scatena un evento di questa portata. Molto bello è il fatto che venga posto come tema portante l'accettazione del diverso, che se viene accolto in maniera umana può portare ad un arricchimento reciproco (tema che Spielberg tratterà anche in E.T., ma con minor qualità nel far passare il messaggio), senza che nessuno sacrifichi la propria identità. La storia segue forse un andamento un po' buonista, ma risulta molto coerente col clima creato e non dà alcun fastidio durante la visione. Alcune scene sono da antologia, come tutta la parte del contatto con la nave madre, in cui la comunicazione avviene su base musicale e dà un tono molto sognante e affascinante, oltre ad essere girata molto bene. C'è da dire che ci sono alcuni cali durante il film e forse sarebbe stata più adeguata una durata minore per poter avere un ritmo più serrato. La regia è molto buona, dato che fornisce inquadrature curate e della ambientazioni ben fatte, oltre a mantenere bene il tono della pellicola. Alcune sequenze, come già scritto, sono orchestrate benissimo e riescono a trasportare ottimamente lo spettatore nella vicenda. Anche la fotografia è molto curata e, pur non presentando spesso inquadrature da togliere il fiato, riesce a creare una bella atmosfera. La colonna sonora è una delle componenti portanti della trama e risulta molto bella. La scelta di comunicare con gli alieni attraverso la musica l'ho trovata molto ispirata e interessante, oltre ad essere stata sfruttata benissimo. La musica accompagna bene lo svolgersi della vicenda e il motivetto principale ha fatto storia, rimanendo impresso nella mente di chi l'ha visto. Gli effetti speciali sono ben fatti, anche se forse viene data un'eccessiva lucentezza alle navi in alcuni momenti rispetto ad altri. Gli attori danno delle prove discerte, con Truffaut e il protagonista che spiccano per la profonità che riescono a dare ai propri personaggi. Viene effettuata una caratterizzazione buona, pur non presentando mai figure eccessivamente complesse. Nonostante ciò, non viene mai raggiunta la piattezza nell'identità dei personaggi. Peccato che non sia stato inserito un antagonista degno di nota, eccezion fatta per i militari che sorvegliano il luogo dell'incontro, dato che questo aspetto spoglia il film da ogni componente malvagia. Quest'opera è ormai diventata un classico del genere, molto bella e citata ovunque, che riesce a lanciare bene un messaggio molto importante, grazie ad un comparto tecnico solido, che presenta poche sbavature, anche se la potenza del messaggio viene in parte minata da un eccessivo buonismo di fondo.

sabato 8 marzo 2014

Snowpiercer (2013) di Bong Joon-ho

Trailer del film



Bellissimo film di fantascienza che, dietro a dell'ottimo intrattenimento, riesce a creare una vicenda molto simbolica che si apre a molte chiavi di lettura. La storia è ambientata nel 2031, in un mondo in cui è avvenuta una glaciazione causata dall'uomo. I pochi superstiti si sono rifugiati in un treno molto lungo in continuo movimento intorno al globo e guidato dal suo creatore, il signor Wilford. La situazione non è, però, rosea, dato che c'è un nutrito gruppo di persone (quelle di coda) che vengono trattate come bestie e tenute segregate dalle guardie che sorvegliano l'accesso ai vagoni anteriori. Questa situazione di odio si acuirà sempre di più fino a far scatenare una rivolta. La trama è eccezionale e viene raccontata divinamente, riuscendo ad portare avanti un intreccio molto interessante e non scontato nello sviluppo. Uno dei punti di forza del racconto è che viene mantenuta costante la curiosità nel voler vedere cosa c'è nella parte anteriore del treno, oltre a presentare varie situazioni che aggiungono mistero alla narrazione. Salta subito all'occhio la chiave politica con la quale è possibile vedere il film. Il treno è una rappresentazione di una società divisa in classi sociali, dove quelle più ricche opprimono le più deboli e tentano in tutti i modi di impedirgli di avere più di quello che hanno, così da poter continuare a stare nel benessere. Nonostante i passeggeri di prima classe siano visti in maniera completamente negativa, dato che non sono produttivi e utili nel microcosmo della vettura, anche i passeggeri di coda, per colpa della disperazione vengono mostrati privi di uno scopo ben definito e tutta la loro azione viene vista come un qualcosa di distruttivo, più che migliorativo. Nel complesso le loro azioni sono comunque giustificate e ho apprezzato molto il fatto che venga ben mostrato come il potere corrompa fino in fondo l'animo umano (come visibile nelle sequenze finali) e come il treno rappresenti benissimo una qualsiasi realtà sociale dei giorni d'oggi (sia in piccolo che in grande). Da questo punto di vista ho trovato molto azzeccata la scelta di rendere i passeggeri composti da molte etnie diverse. SPOILER A proposito della corruzione del potere, ho trovato eccellente l'inserimento di un infiltrato fra i poveri, in modo che vengano guidati in scelte utili a loro solo in apparenza FINE SPOILER. Un altro momento che ho trovato molto riuscito è quello nella scuola, dove i bambini vengono indottrinati all'adorazione dello status quo, senza farli riflettere su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. I passeggeri più abbienti sono mostrati anche molto miopi, dato che non riescono a capire che sarebbe bastato trattati tutti in maniera più equa per evitare uno scontro che rischia di avere estreme conseguenze. La regia è ottima, con un ritmo eccezionale ed uno stile veramente curato e ispirato. Viene espressa una tecnica sopraffina che crea delle situazioni caratterizzate da molta inventiva e molto pathos. La vicenda prende moltissimo e viene unito sapientemente dell'ottimo intrattenimento con una ricerca visiva ben fatta. Un grande merito va al fatto di essere riuscito a dare inquadrature claustrofobiche in alcuni punti e più di ampio respiro in altri, pur rimanendo confinato nei vagoni. Anche la fotografia e il montaggio sono di ottima fattura, riuscendo a creare delle immagini e delle sequenze visivamente molto forti e che riescono a dare il giusto tono alle varie scene e alle ambientazioni attraversate durante la corsa verso la locomotiva. Alcune scene sono molto pregevoli, a volte grottesche (i poveri che si avventano sulle barrette di proteine, con lo spettatore che ne conosce l'origine) e altre che riescono a cambiare tono con pochi gesti (il momento in cui la maestra prende il mitra è stato fantastico). Anche gli effetti di luce hanno dei bei momenti, ma toccano l'apice nella scena del combattimento nella galleria. La messa in scena è veramente riuscita e riesce a creare delle ambientazioni che creano un microcosmo vitale e molto bello da vedere. Gli attori sono in splendida forma e riescono a dare vita a personaggi veramente ben fatti che rimangono impressi nella mente per via dell'ottima caratterizzazione. Alcuni di essi sono particolarmente riusciti, altri un po' meno, ma nel complesso dimostrano una profondità non comune. Alcuni di essi dimostrano delle caratteristiche più particolari e che danno un po' di ironia, cosa che nel complesso aiuta a creare un contesto variegato ed interessante. Questo è quindi un bellissimo film di fantascienza, dai moltissimi sottotesti di tipo politico, che fanno riflettere molto, senza trascurare l'aspetto dell'intrattenimento, il tutto portato avanti con uno stile ed una perizia tecnica veramente eccezionali.

martedì 4 marzo 2014

Into Darkness - Star Trek (2013) di J. J. Abrams

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Mediocre film di fantascienza che intrattiene benino, pur essendo pieno zeppo di cliché e prevedibilissimo. La pellicola è ambientata nell'universo di Star Trek e segue le vicende dell'equipaggio dell'Enterprise che dovrà vedersela con un terrorista, Khan. Dietro i crimini compiuti da quest'uomo si nasconderanno intrighi e segreti che metteranno in pericolo molte vite. Il film può vantare un messa in scena realizzata abbastanza bene, con delle ambientazioni che creano un universo interessante e ben strutturato, pur non presentando alcun aspetto originale rispetto a quanto visibile in altre opere dello stesso genere. La trama avanza con un buon andamento e riesce ad intrattenere abbastanza bene, ma purtroppo è fortemente minata da una serie infinita di cliché e di dialoghi stereotipatissimi che fanno perdere molto interesse verso la narrazione. C'è di buono che le scene di azione sono ben ritmate e intrattengono abbastanza, con una menzione particolare per le sequenze nello spazio e di combattimento che presentano dei momenti riusciti, sia dal punto di vista visivo, sia da quello dell'azione. Una cosa che non mi ha entusiasmato è stato il rapporto fra i protagonisti, che ho trovato molto stereotipato e con un'evoluzione abbastanza canonica e prevedibile. Una cosa che ho invece apprezzato molto è il personaggio del cattivo, che riesce ad essere il più interessante e sfaccettato dell'intero film, portando avanti una trama che rischiava di seguire strade fin troppo battute. Nel complesso tutto scorre bene, con dei alcuni risvolti più riusciti di altri. Peccato che un finale un po' forzato e troppo buonista rovini un po' quello che di buono era stato presentato nelle fasi finali. La regia è abbastanza buona, presentando un registro canonico che però dà un buon ritmo alla narrazione e non la rende mai eccessivamente pesante. Purtroppo in alcuni momenti scade un po' in alcuni aspetti un po' trascurati (uno su tutti la difesa dei capitani nell'edificio che verrà attaccato: non c'era nessuno che sorvegliasse da eventuali attacchi??). La fotografia e la messa in scena sono gli aspetti più riusciti, dato che compongono un microcosmo interessante, anche senza riuscire a presentare elementi innovativi. La colonna sonora è abbastanza anonima, ma riesce a non essere invasiva. Una delle parti in cui la pellicola pecca sono i dialoghi, dato che sono abbastanza deboli e sono inseriti in situazioni straviste. Oltre a ciò delineano caratteri abbastanza anonimi che non aiuteranno i personaggi a farsi amare dallo spettatore. Quasi nessun personaggio riesce ad avere un'identità che vada oltre la macchietta, con l'eccezione delle piccole evoluzioni personali tipiche di questo genere di film. L'unica figura che mi sento in parte di salvare è Khan, dato che risulta essere un cattivo abbastanza intrigante, fino a quando non vengono fuori i suoi veri intenti che lo fanno scadere un po' e lo riportano su binari canonici. Peccato. Ciò che rimane è un'opera che poteva essere qualcosa di interessante, ma grazie ad un mediocre lavoro di scrittura e a quasi nessuna ricercatezza visiva non spicca e non riesce a rimanere impresso, finendo col farsi presto dimenticare.

domenica 2 marzo 2014

The Raid - Redenzione (2011) di Gareth Evans


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Grande film d'azione che vanta una tecnica sopraffina e un ritmo che accompagnano magistralmente lo spettatore fino alla fine. Nel film si svolgono le vicende di uno squadrone di poliziotti che vanno a fare un raid contro un boss della malavita di Giacarta. Per trovarlo e ucciderlo dovranno infiltrarsi nel suo palazzo/fortezza e raggiungere l'ultimo piano dove ha l'ufficio il boss. Il problema è che in quasi ogni appartamento dello stabile vivono criminali al soldo del capo e, oltre a ciò, sembra che questa operazione abbia qualcosa che non vada. La trama scorre meravigliosamente e viene sempre mantenuto un ritmo eccellente che accompagna ogni attimo della pellicola. Oltre all'aspetto puramente d'azione viene anche mossa una critica verso i vertici della politica e della giustizia che sono mostrati intrecciati con i poteri criminali e non esitano a sacrificare la vita delle persone per supportare i loro interessi. La cosa che però fa fare il salto di qualità è senza dubbio la tecnica registica che viene sfoggiata. Raramente è possibile vedere un film di questo genere girato con una tale perizia e con delle scene d'azione e di tensione veramente da manuale. Tutto questo aspetto rende la visione un piacere e riesce ad emozionare e a suscitare un interesse fortissimo verso la vicenda. Gli unici piccoli difetti che si possono ravvisare sono in alcuni punti della narrazione un po' stereotipati e con risvolti fin troppo canonici, anche se nel complesso non hanno un peso rilevante. La regia è superba con molte sequenze che fanno rimanere a bocca aperta, grazie a scelte visive che hanno un cura ed una ricercatezza raramente visibile in film del genere. Viene adottato uno stile adeguato che riesce a rendere ogni momento veramente interessante. Anche la macchina da presa viene posizionata molto bene e cambia con intelligenza dinamicità a seconda del tipo di scena. Le sequenze che ovviamente meritano un plauso maggiore sono quelle d'azione, che vengono rese sempre comprensibilissime e coreografate in maniera eccellente, con dei combattimenti realizzati alla perfezione. La fotografia è buona e ricerca anch'essa di fornire inquadrature curate, che creano, nel complesso, una buona tensione e riescono ad appassionare. Vengono preferiti toni freddi che rendono l'ambiente decadente e marcio. In alcune scene sono presenti anche degli effetti luce che creano delle immagini molto belle. Il montaggio è molto curato e riesce a scandire bene il ritmo del racconto creando, con tutto il comparto tecnico, una buona atmosfera, anche grazie ad un'ambientazione che dà un costante senso di insicurezza e di oppressione. La pellicola non risparmia nemmeno la violenza, dato che sono presenti uccisioni mai eccessive, ma cruente. Anche la colonna sonora aiuta a dare il giusto tono alle situazioni e non risulta molto invasiva. I personaggi non sono approfonditi moltissimo, ma riescono comunque ad avere il giusto spessore per suscitare empatia con lo spettatore e ad avere un carattere riconoscibile e funzionale alla storia. Le due figure più interessanti sono il protagonista e uno dei due aiutanti del boss, fra i quali avverranno interazioni con conseguenze che arricchiscono ulteriormente l'intreccio. In conclusione, questo è un'opera realizzata alla grande che farà felici gli amanti del genere (e non solo), per via di un comparto tecnico eccezionale che rende questo film uno dei migliori d'azione degli ultimi anni.