domenica 11 maggio 2014

Infernal Affairs (2002) di Andrew Lau, Alan Mak

Trailer del film


Bellissimo thriller poliziesco che racconta in maniera magistrale la storia di due uomini speculari nei valori, ma simili nello stile. La trama vede intrecciarsi due storie: quella di Chan, giovane cadetto dalle spiccate qualità che verrà infiltrato nella malavita di Honk Hong, e di Lau, giovane malavitoso che viene infiltrato nella polizia per proteggere i traffici di Sam, il suo boss. Nascerà quindi uno scontro fra le due forze, nel quale i due ragazzi, diventati ormai uomini, svolgeranno un ruolo cruciale per favorire la propria parte a costo della vita. Tutto procederà con una serie di eventi molto serrati fino ad un finale non consolatorio, ma anzi molto cinico. Il film è raccontato benissimo, con un ritmo ed una chiarezza eccezionali, oltre a mettere in scena una storia veramente intrigante e sfruttata al 100%. Il tono della pellicola è molto freddo e distaccato senza dare quasi mai enfasi agli avvenimenti, tranne nei momenti in cui questo è necessario. Le sequenze chiave per la storia sono raccontate con trasporto e riescono ad emozionare talmente tanto da far quasi commuovere. Lo spettatore riesce a percepire perfettamente lo stato d'animo dei personaggi ed entra in forte empatia con i due protagonisti. Ciò che manca nel racconto è la pomposità nella quale poteva rischiare di cadere un thriller di questo tipo. Alcune sequenze sono molto belle e sono gestite veramente bene, in modo da dare un ritmo eccellente che le rende indimenticabili, come quella in cui i due infiltrati forniscono informazioni alla rispettive parti, durante il primo scambio di droga. Al centro della vicenda ci sono i due protagonisti, dei quali vengono analizzati molto bene gli stati d'animo e le difficoltà che sono costretti a superare per poter portare avanti la loro recita. Entrambi sono ormai impossibilitati nell'abbandonare il loro ruolo e ciò porta continue difficoltà anche dal punto di vista psicologico. Quello a farne maggiormente le spese è Chan che è costretto a commettere crimini pur di infiltrarsi nelle bande di criminali. Molto interessante è il fatto che i due non sono mostrati completamente buoni o cattivi, ma hanno delle sfaccettature, dato che Chan ha commesso atti deprecabili, anche se a fin di bene, mentre Lau aiuta il suo capo, ma nello stesso momento risolve casi e aiuta la giustizia. Ovviamente il ruolo positivo e negativo sono facilmente assegnabili ai due, ma non sono gestiti con piattezza o in maniera netta e squadrata. Molto bello è anche il rapporto che si crea fra i due, i quali vengono inizialmente a conoscenza l'uno dell'altro senza saperne l'identità, per poi aumentare i punti di contatto e creare uno strano rapporto fra di loro. La trama si concentra più su Chan dato che è lui quello che si mette più in gioco e il suo modo di fare sarà una probabile fonte di ispirazione per l'avversario. La tensione viene mantenuta sempre a livelli adeguati, aumentandola quando serve e facendola scemare nei momenti più introspettivi. Questo è un film molto crudo, che ha andamenti realistici ma crudeli e che non punta sulla violenza fisica, ma su quella psicologica, creando empatia con Chan, per poi fargli subire eventi dolorosi. La regia è molto bella e riesce a mantenere altissimo l'interesse coi personaggi e la vicenda. Anche la tecnica registica è di prim'ordine, con rallenty e velocizzazioni inserite nei momenti opportuni, che danno enfasi alle situazioni cruciali, senza rendere il film roboante, ma mantenendo un basso profilo e un ritmo non elevato che suscita benissimo tensione, anche se nel complesso c'è molto dinamismo. La fotografia è veramente riuscita con delle inquadrature di ampio respiro e altre più claustrofobiche che compongono molto bene le scene. Il montaggio è una delle componenti più riuscite, dato che riesce a comporre delle sequenze veramente ben fatte, molto veloci in alcuni punti, ma comprensibilissime. Viene inoltre utilizzata benissimo la tecnica del montaggio alternato, che regala momenti bellissimi, come nella sequenza in cui i due protagonisti danno informazioni alla propria fazione. La colonna sonora non è male, crea bene l'atmosfera, ma non fa gridare al miracolo. Gli attori sono veramente in forma e, grazie ad un ottimo lavoro di scrittura, riescono a dar vita a dei personaggi caratterizzati molto bene e che restano impressi. Quelli più riusciti sono ovviamente i due protagonisti per via delle loro sfaccettature che non li rendono mai completamente buoni o cattivi. Inoltre anche i due capi sono delineati bene, anche se dimostrano una personalità meno variegata. Molto belli sono i rapporti che si creano fra i personaggi, come quello fra Chan e il suo capo che ricorda un padre con il figlio, oltre ad essere la sua unica ancora di salvezza nel momento in cui tornerà alla vita normale. Quindi nel complesso questo è un thriller meraviglioso, un po' più cinico e più freddo del suo remake, che è realizzato con una tecnica di alto livello e con un lavoro di scrittura che riesce ad intessere una trama intrigante e molto bella che fa appassionare e riesce a raccontare bene i drammi e le emozioni vissute dai personaggi.

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