lunedì 26 maggio 2014

La stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti


Trailer del film



Bel film drammatico che analizza benissimo il dramma di un dramma familiare. La storia è quella di una famiglia felice che subisce d'improvviso il lutto del figlio. Da questo evento la vita del nucleo familiare sarà distrutta e risulterà molto difficile ritornare alla normalità. La pellicola inizia presentando la vita felice e tranquilla del nucleo familiare, per poi sconvolgerla improvvisamente con il lutto. Ogni membro della famiglia reagirà diversamente all'evento e i rapporti fra loro si incrineranno a causa della forte sofferenza provata. Il film racconta benissimo le sensazioni e la crisi subita dai protagonisti, mostrando sequenze struggenti in cui i genitori e la sorella del defunto sembrano come svuotati della loro umanità e voglia di vivere. Molto interessante è la figura del padre Giovanni che si colpevolizza ingiustamente per la sorte del figlio, per il fatto di non essere stato con lui il giorno dell'incidente ed essere invece andato da un suo paziente. Il rapporto fra Giovanni e i suoi pazienti risentirà molto del dramma e lui non riuscirà più ad avere un rapporto umano con loro. Una delle cose migliori della pellicola è la sensibilità con cui è raccontata la storia, senza cercare la lacrima facile, ma presentando in maniera realistica e senza enfasi le emozioni e gli stati d'animo dei protagonisti, anche se non mancano alcuni, ma pochissimi, eccessi. Anche i rapporti sociali sono mantenuti molto interessanti con degli scambi di battute profonde e un po' surreali, come è solito nei film di Moretti. Viene creata inoltre una forte empatia con i personaggi grazie ad una messa in scena molto curata e che ha delle trovate d'impatto che riescono ad emozionare molto. Un altro aspetto che rende interessante la vicenda è come emergano gradualmente dettagli sull'incidente e la vita del figlio che forniscono dettagli aggiuntivi così da comporre un quadro complesso e non banale. Interessante come venga mostrato che cercare la socialità e l'affetto di chi ti sta intorno sia il modo migliore per superare una crisi, cosa che non viene inizialmente capita dai membri della famiglia che si isolano in se stessi, cercando risposte e un senso impossibili da trovare. La regia è abbastanza distaccata e misurata, ma riesce comunque a far entrare in forte empatia con i personaggi e riesce ad emozionare molto. I movimenti di macchina sono semplici e lineari, ma efficaci. Il ritmo viene mantenuto adeguato e sono scandite bene le fasi del racconto, così da rendere la storia interessante. Oltre a ciò la regia, che riprende pienamente lo stile del regista, riesce a cambiare tono al racconto con poche inquadrature e questa è una cosa da apprezzare molto. La fotografia è ben fatta, dato che le inquadrature sono strutturate molto bene e riescono ad essere coerenti con ciò che accade su schermo. Alcune inquadrature sono molto riuscite e riescono a avere un buon impatto visivo. Il montaggio è molto curato, con alcune trovate molto riuscite che arricchiscono l'opera, come l'inserimento delle sequenze del giorno del lutto come lo avrebbe voluto Giovanni o il montaggio sonoro durante la chiusura della bara. La colonna sonora comprende pezzi inediti e non, che nel complesso riescono ad amalgamarsi bene e a dare un ulteriore forza alle scene, vista la qualità dei componimenti. Gli attori danno delle belle prove, con Nanni Moretti e Laura Morante sopra a tutti, dato che rendono molto verosimili i propri personaggi. Purtroppo altri interpreti non riescono a lasciare l'impronta voluta, come ad esempio il figlio e la sua amica Arianna che non riescono ad avere l'intensità giusta. Nel complesso comunque i personaggi sono scritti molto bene e sono caratterizzati a dovere, lasciando una buona impressione. In conclusione, questo è un gran bel film che analizza benissimo lo stato d'animo e la situazione di una famiglia sconvolta da una tragedia, il tutto utilizzando una sensibilità unica e che rende il racconto molto emozionante.

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