lunedì 24 novembre 2014

Freaks (1932) di Tod Browning


Trailer del film



Capolavoro che ha fatto storia e porta avanti una morale che sembra banale, ma è trasmessa con forza ed è ancora oggi ben lontana dall'essere diffusa sufficientemente. La trama è ambientata in un circo, in cui sono presenti vari artisti e dei fenomeni da baraccone, denominati freaks. Il film segue le vicende del gruppo di persone, nel quale Cleopatra, l'acrobata, tenta di raggirare il nano Hans per sfruttarlo e successivamente per portare avanti un piano diabolico. I rapporti fra i personaggi sono il vero fulcro dell'opera, così da mostrare tutte le dinamiche sociale in piccolo e rappresentare così la società dell'epoca e odierna.
Una cena fra i freaks
Sono presenti caratteri variegati che rendono il tutto molto variegato ed efficace dal punto di vista della narrazione. Le svolte che prende la trama potrebbero oggi sembrare ormai abusate, ma ricordate che stiamo parlando di un film del '32 che nonostante tutto risulta più interessante della maggior parte dei film che sfoggiano trame complicatissime raccontate senza suscitare interesse. La vicenda possiede una carica visiva invidiabile non solo per via delle deformità dei personaggi, ma anche per via del tono con cui vengono mostrate le sequenze. Molte scene hanno un tono quasi grottesco per come Cleopatra ed Ercole maltrattino i circensi deformi, facendo così apparire loro stessi dei mostri. Molto bello il finale in cui i freaks si comportano in maniera vendicativa incarnando per pochi attimi l'indole mostruosa che gli è sempre stata attribuita. Ciò mostra molto bene come anche le figure più positive, se ridotte allo stremo, possono arrivare a commettere atti che normalmente condannerebbero.
Alcune freaks con una loro tutrice
Dal punto di vista visivo questo è stato uno dei primi film "estremi" mai fatti, dato che nelle scene tagliate erano presenti momenti di violenza abbastanza esplicita e il modo con cui è posta la trama tende a destabilizzare lo spettatore. Ovviamente il tema centrale è che non conta l'aspetto fisico per giudicare una persona, dato che i comportamenti più spregevoli derivano da persone normali. Questo potrebbe sembrare un tema scontato, ma viene trasmesso con grande forza. Inoltre la questione morale aveva senso di essere esposta sia 80 anni fa sia oggi, vedendo intorno a noi ancora molti dei pregiudizi criticati nel film. Pure l'ironia è presente nella pellicola, anche se non tutte le gag sono riuscite, con alcune abbastanza deludenti, ma nel complesso questo è un aspetto di poco conto. La regia è ottima con pochi movimenti di macchina, ma con inquadrature studiate che riescono a comunicare più dei dialoghi stessi. L'ambientazione è ben strutturata e risulta una bella cornice alla vicenda. La fotografia e nel complesso il comparto tecnico riesce ad avere il giusto tono e a dare una certa verve alla trama, rendendola scorrevole ed accattivante. Anche il messaggio del film, grazie alla bella tecnica, riesce a passare bene e ad avere la forza necessaria per smuovere lo spettatore.
Altro momento della cena fra i freaks
I personaggi sono caratterizzati in maniera forse un po' squadrata, ma riescono comunque ad avere un certo carisma e ad amalgamarsi bene fra loro. Questo permette di avere interazioni strutturate bene e ad appassionarsi alla vicenda. Non mancano momenti in cui alcuni di questi scadono un po' nella macchietta, come ad esempio Ercole che sfotte Hans, ma questo non dà fastidio e alla fine riesce a lasciare un'ottima impressione. Quindi, questa è un'opera che ha fatto giustamente storia, sia dal punto di vista estetico, sia per l'estremismo della storia narrata, che riece a coinvolgere e a far riflettere grazie al modo ottimo con cui viene narrata e mostrata su schermo.

Interstellar (2014) di Christopher Nolan


Trailer del film



Bel film di fantascienza, che non arriva agli apici del genere, ma regala comunque forti emozioni. La pellicola è ambientata in un futuro non molto lontano, in cui la vita umana sulla Terra è messa in pericolo da una misteriosa piaga che fa morire tutte le coltivazioni, impedendo ala popolazione mondiale di avere abbastanza risorse alimentari. Salvare il globo sembra impossibile e quindi viene organizzata una missione per cercare nuovi mondi da colonizzare. Su tutta l'operazione sembrano vegliare entità superiori che hanno reso possibile il raggiungimento di una nuova galassia attraverso la creazione di un wormhole. Per portare avanti la missione viene richiamato in servizio il pilota Cooper che era diventato agricoltore nel momento della chiusura della NASA.
Cooper parla con i figli
La storia si sviluppa bene ed è strutturata in maniera intelligente. Il fatto che la linea narrativa si sviluppi in un arco temporale abbastanza lungo è una scelta molto intelligente, così da riuscire a dare molto spessore alla vicenda e per poter portare avanti la riflessione sul tempo che caratterizza la pellicola. Il tema principale del film credo sia l'addio alla propria casa e ai propri cari. Ciò crea vari parallelismi con la vita di tutti i giorni, in cui può capitare di dover abbandonare tutto per andare avanti o come tutto possa venirti strappato via in ogni momento. Altro aspetto approfondito in maniera a volte un po' banale è il rapporto fra un padre e i suoi figli, anche se devo ammettere che dal punto di vista delle emozioni il film si difende bene. Il fulcro centrale dell'opera resta l'avventura del protagonista che dovrà sostenere molte difficoltà per raggiungere il suo scopo. Il fatto di mantenere un registro molto realistico e abbastanza coerente per tutto il film aiuta molto nel creare interesse nello spettatore.
Il wormhole
La trama è studiata bene e riesce a coinvolgere molto, soprattutto chi, come me, è un fan accanito del genere. Nonostante l'indubbia qualità della narrazione, sono presenti degli aspetti che mi hanno fatto storcere il naso. Uno fra questi è l'inserimento, ad ogni costo, dell'amore come forza universale, dato che stona con l'atmosfera del film e viene utilizzato solo per dare un tono melenso ad alcuni momenti. Un altro aspetto che ho trovato disastroso ai fini della trama è l'introduzione di un antagonista umano, che si comporta in maniera ridicola ed è così slegato dal resto del film, che sembra essere stato messo come riempitivo. La sua eliminazione o un suo migliore sfruttamento avrebbe garantito una miglior qualità e una durata lievemente inferiore. Le due ore e quaranta che compongono la pellicola scorrono molto bene, ma a volte sembra che alcune sequenze potessero essere ridotte per poter avere un numero di minuti più ragionevole. Non mancano anche in questo caso molte spiegazioni un po' forzate, anche se in numero non elevato. Anche alcune svolte narrative risultano forzate, con deduzioni basate sul nulla e scelte discutibili. La regia è nel complesso veramente buona, con sequenze colme di pathos e un ritmo invidiabile. Le scene sono state studiate bene e il procedere della trama rimane comprensibile dall'inizio alla fine, cosa non facile viste le numerose implicazioni scientifiche. L'epopea di Cooper è studiata bene e, pur non mantenendo sempre una qualità impeccabile, riesce ad appassionare e a convincere. Il tono viene mantenuto molto realistico ed infatti quando vengono introdotti momenti un po' surreali vediamo come essi stonino un po' con il resto della narrazione. I movimenti di macchina e la tecnica sfoggiata sono di ottimo livello, senza bisogno di sfoggiare virtuosismi inutili. La fotografia è molto bella, con scorci spaziali che riescono a lasciare spesso a bocca aperta, soprattutto le zone limitrofe al buco nero. I toni della fotografia sono mantenuti tenui e realistici. Le ambientazioni sono ben fatte, anche se un po' scarne, dato che i pianeti visitati sono molto semplici e la base terrestre è un po' anonima.
Il buco nero
Lo stile dei pianeti resta comunque riuscito e molto coerente col realismo dell'opera, dato che riescono ad incuriosire, nonostante tutto. Alcune ambientazioni sono inoltre molto ispirate e riescono ad avere un fascino surreale. La colonna sonora è buona ed enfatizza bene le situazioni, dando la giusta epicità senza eccedere. Nel complesso quindi il comparto tecnico è di primo livello, anche se, tolte le belle ambientazioni spaziali, non ci sono molti momenti che faranno gridare al miracolo, anche per colpa di alcune scelte narrative che affossano alcuni punti della storia. Cooper e sua figlia sono caratterizzati veramente bene, riuscendo a dare una forza unica al loro rapporto e riuscendo a creare forte empatia con lo spettatore.
Lo stesso non si può dire degli altri personaggi che fungono soprattutto di contorno, anche se risultano quasi tutti figure abbastanza interessanti e dotate di una certo carisma. Uniche due figure che non mi hanno convinto molto sono il Dr. Mann, che stona con il resto della trama e sembra una figura al limite della parodia, e Amelia, che non possiede il carisma e l'intensità che mi aspettavo di trovare dall'unica donna della spedizione spaziale. La fase di scrittura denota molta cura e ha uno svolgimento molto interessante e credibile, anche se, forse per il desiderio di render il film più appetibile al grande pubblico, sono state inserite parti più tipiche dei blockbuster, che non si amalgamano bene con il tono mantenuto dall'opera. Quindi, questo è un bel film di fantascienza, molto citazionista, che grazie ad una storia intrigante e una tecnica invidiabile, riesce ad appassionare molto, anche se alcuni difetti gli impediscono di diventare, per poco, un cult del genere.

Il settimo sigillo (1957) di Ingmar Bergman


Trailer del film


Capolavoro senza tempo e meraviglioso che è entrato di diritto nella storia del cinema. Vengono seguite le gesta di un cavaliere di ritorno dalle crociate che si trova di fronte la morte in persona. Per evitare di fare una brutta fine, il cavaliere decide di proporre una sfida a scacchi alla morte, mettendo in palio la propria vita.
Il cavaliere gioca a scacchi con la morte
La partita non sarà continuativa, ma l'uomo andrà in pellegrinaggio per raggiungere il suo maniero. Durante il tragitto la sfida continuerà e lui, con il suo fido scudiero al seguito, farà la conoscenza di alcune persone che vivono viaggiando e vedrà come è ridotto il mondo che ha lasciato anni prima per andare in guerra. La trama è molto originale ed è sviluppata benissimo, seguendo le peregrinazioni del cavaliere con la presenza della morte sempre al suo fianco. Il ritmo è gestito ala perfezione e sono innumerevoli i momenti che restano impressi per la loro potenza visiva e simbolica. Il film analizza bene i comportamenti umani di fronte alla morte, mostrando come sia istintivo nell'uomo il tentativo di raggirarla o scansarla quando ormai è troppo tardi e mostra come tutti siano uguali di fronte ad essa, sia i credenti che i non credenti. Inoltre l'ambientazione permette di fare delle riflessioni su come l'uomo, di fronte alle difficoltà, cerchi sempre un capro espiatorio e come la religione sia l'unico rifugio al quale si aggrappa la popolazione di fronte all'ignoto. Per sondare al meglio questi ultimi aspetti è stata scelta come ambientazione il medioevo durante l'epidemia di peste. La morte è ovviamente una delle figure più importanti, essendo particolarmente temuta da tutti i personaggi che compongono l'opera. Molti momenti sono efficacissimi per trasmettere i turbamenti e le emozioni dei personaggi, riuscendo così a trasmettere tali pensieri nello spettatore. L'idea di umanizzare così la morte è inoltre geniale, per via di come è stata realizzata e per come si pone col cavaliere. Anche la contrapposizione religiosa che si crea fra il protagonista, cattolico, e il suo scudiero, ateo, riesce a risultare interessante ai fini della narrazione. La regia è magnifica, con una tecnica fantastica e una sensibilità unica nell'inquadrare i personaggi e le situazioni.
Il cavaliere parla con una donna accusata di stregoneria
Il ritmo è ottimo e il regista riesce pienamente a trasmettere la propria visione e ad emozionare lo spettatore, il quale si trova coinvolto nelle peripezie dei protagonisti. La scelta stilistica e la cura con cui viene orchestrata ogni scena è impressionante e viene sempre mantenuto il giusto tono, che è giocoso nei momenti più ironici e serio e solenne nei momenti in cui compare la morte, che è sempre mostrata con rispetto.
Il cavaliere con una donna che fa spettacoli
La fotografia è ottima, con degli scorci e delle inquadrature che sono giustamente entrati nella storia del cinema. Alcune sequenze sono indimenticabili, come la morte che trascina le sue vittime in fila lungo la collina o il modo con cui viene inquadrato il corteo religioso. Il bianco e nero e magnifico e ben si sposa con l'ambientazione funerea della storia. Anche il montaggio risulta veramente curato con delle sequenze orchestrate molto bene e alcuni stacchi di pregio, come l'uscita di scena del già citato corteo. I personaggi sono veramente belli, con il cavaliere e il suo scudiero che svolgono un ruolo quasi simbolico per via delle loro visioni contrapposte sulla religione e sul senso della vita. I comprimari sono caratterizzati come se fossero degli archetipi delle caratteristiche che li tratteggiano, così da dare una valenza più generale alla storia raccontata.
Una delle scene iconiche del film
La morte è indubbiamente la figura più riuscita, con l'aura che si porta dietro e con il bellissimo stile con cui è realizzata, oltre all'ironia che la rende temibile, ma molto interessante. Tutte le figure che vengono presentate nel film hanno senso di esistere e vanno a comporre un quadro variegato che espone varie sfaccettature dell'animo umano. In conclusione, questo è un capolavoro senza tempo, molto profondo e tecnicamente eccelso, che riesce ad emozionare e a far riflettere sulla povera condizione umana, attraverso una storia visionaria ed eccezionale.

sabato 15 novembre 2014

Dèmoni (1985) di Lamberto Bava


Trailer del film


Meraviglioso horror che è entrato nell'immaginario collettivo e che è stato citato in ogni dove. La protagonista è Cheryl, una giovane studentessa che viene avvicinata da uno strano uomo nella metropolitana, il quale le darà un invito per una serata in un nuovo cinema. Una volta arrivata all'edificio con una sua amica, andranno a godersi lo spettacolo. Purtroppo per loro, a causa di una maschera maledetta, alcune persone del pubblico si trasformeranno in demoni e scatterà un vero e proprio massacro. La storia è veramente intrigante ed è realizzata benissimo con un tono e un ritmo ben sfruttati per dare alla pellicola la giusta verve.
I protagonisti guardano un film
I punti di svolta sono disseminati con cura e la linea narrativa è veramente ispirata, per via di tutti i richiami metacinematografici e delle citazioni che sono inserite nel film. L'idea di ambientare tutta la vicenda dentro un cinema è ottima e tutto l'ambiente viene sfruttato con sapienza, riuscendo a creare situazioni veramente riuscite. In tutto questo l'horror la fa da padrone e sono molti i momenti tipici del genere, anch'essi ben sfruttati, e che garantiscono molta tensione per tutta la durata dell'opera. Gli effetti splatter, inoltre, sono realizzati in maniera artigianale e risultano ottimi ed efficacissimi. Il look dei demoni è curatissimo e rimane impresso a lungo per via dell'ispirazione con la quale sono stati concepiti. Il loro aspetto è stato ripreso in molti film e ha creato uno stile copiato molto. La vicenda si sviluppa, in alcuni momenti, come un vero e proprio assedio e ricorda vagamente uno stile carpenteriano.
Gli spettatori terrorizzati si preparano al peggio
L'opera ha un carattere molto derivativo, che potrebbe essere visto come un difetto, ma per me, vista la qualità con la quale sono stati mischiati gli elementi migliori dell'horror italiano e non solo, risulta comunque un lavoro degno di pregio. La regia è veramente ben fatta, con un ritmo invidiabile e un racconto così intrigante da far rimanere col fiato sospeso dall'inizio alla fine.
Un'infetta
Lo stile omaggia molto quello dei vecchi film horror italiani, aggiornandolo e rendendolo personale, pur conservando traccia delle sue ispirazioni. Anche l'aspetto horror è stato curato, dato che sono presenti molti momenti che disturbano e creano disagio. La fotografia è veramente ben fatta, con inquadrature che restano impresse e con dei giochi di luce irrealistici ma funzionali alla scena. Alcune inquadrature sono da antologia, come quella in cui vengono mostrati i demoni che salgono una scalinata del cinema, la quale è ormai diventata una scena cult che ha ispirato molti registi. Il montaggio è anch'esso ben fatto, dato che dà un bel ritmo alla narrazione e riesce a rendere sempre comprensibile come sta evolvendosi la trama. Anche la colonna sonora è molto ispirata, con brani dai toni rock curati e adatti alle scene.
La famosa scena quando i demoni salgono le scale
I personaggi sono caratterizzati in maniera semplice, ma efficace, dato che riescono a comporre un quadro variegato ed interessante, pur non vantando un approfondimento degno di nota. La scrittura della trama è stata fatta con criterio, essendo strutturata bene e presentando molte idee metacinematografiche che arricchiscono l'opera. Questo è un horror che ha ispirato innumerevoli film per via della qualità della narrazione e del comparto tecnico, che insieme riescono a creare un'opera di alta qualità che merita assolutamente la visione.

giovedì 13 novembre 2014

Prossima fermata: l'inferno (2008) di Ryūhei Kitamura


Trailer del film



Interessante horror che risulta convincente grazie ad una storia intrigante raccontata bene. Il racconto vede come protagonista Leon, un fotografo che sta cercando il modo di diventare un artista rinomato. Per far ciò inizierà a fare foto della città e si imbatterà in uno strano uomo. Quest'ultimo si rivela essere un killer che ogni notte sale su un treno della metropolitana e, quando il mezzo entra in un binario morto, fa strage dei passeggeri.
Leon parla con un suo amico in una tavola calda
L'indagine porterà Leon ha scontrarsi con il killer e a scoprire una verità terribile. La storia risulta essere strutturata abbastanza bene, con i punti di svolta nei momenti giusti e con alcune trovate non scontate che riescono a dare verve ad una narrazione che rischiava di scadere fin troppo facilmente in linee narrative battute fino all'inverosimile. Quasi ogni cosa inserita nel racconto non sembra essere un riempitivo, ma riesce ad essere in qualche modo funzionale alla narrazione. Ovviamente non mancano i momenti che fanno storcere il naso per via dei cliché che si portano dietro o per via di alcune ingenuità narrative. Ad esempio un aspetto che mi ha dato fastidio è il fatto che i personaggi si accorgano sempre quando il killer è alle loro spalle, con lui immobile dietro i loro e quest'ultimi che cambiano espressione, avendo capito di essere in pericolo. Altro aspetto non riuscitissimo è il fatto che il cattivo si comporti in maniera in po' illogica in alcuni momenti, lasciando spazio per contromosse e fughe precipitose, oltre al fatto che non uccida mai in maniera rapida, ma attenda sempre qualche momento per creare più pathos. Comunque nel complesso la storia convince molto e la mano di Clive Barker nella scrittura si nota, andando in alcuni momenti ad omaggiare Lovecraft.
Il killer attende il momento di agire
Il mistero e la tensione vengono create a dovere, oltre ad inserire momenti di macabra ironia che a volte stonano, ma risultano piacevoli alla fin fine. La regia è buona, con alcune trovate interessanti ed un uso consapevole della macchina da presa. La tensione e il ritmo vengono dosati bene, senza mai far scemare troppo l'attenzione dello spettatore. La fotografia è molto buona, dosando bene i colori, da caldi a freddi, e dando così alla scena il giusto tono. I momenti nella metro sono caratterizzati da tonalità molto fredde che danno bene il senso di metallico e inumanità del mezzo. Al contrario le scene nella città sono più calde e danno un senso di sicurezza allo spettatore, così da rendere più efficaci i momenti carichi di tensione. Il montaggio è ben fatto, con brevissimi inserti e visioni che fanno risultare comprensibile la scena, riuscendo ad arricchirla. Nel complesso il comparto tecnico è buono, senza far gridare al miracolo, anche se può vantare una messa in scena ispirata in alcuni punti. Il rumore di ferraglia della metro accompagna tutta l'opera e sono presenti molti suoni urbani che riescono a creare una bella atmosfera.
Il killer cerca le sue prede
Maya scappa per salvarsi la vita
I personaggi non sono molto approfonditi, ma riescono comunque ad amalgamarsi bene fra di loro e a creare delle interazioni che non sono ottime, ma fanno scorrere abbastanza bene la vicenda. La scelta di non caratterizzare i cattivi può essere da un certo punto di vista buona, così da disumanizzarli e darli un'aura più malvagia. Il protagonista invece è caratterizzato abbastanza bene, pur essendo circondato da comprimari dimenticabili.
Bradley Cooper non recita benissimo, ma alla fine porta a casa dignitosamente la parte. La scrittura è uno degli aspetti che porta avanti maggiormente l'opera, essendo ben visibile la visionarietà di Clive Barker, il quale costruisce una storia intrigante e colma di mistero. Quindi, questa è una pellicola convincente, non priva di difetti, che crea bene la tensione e l'interesse nella trama, la quale è ben raccontata anche grazie ad una tecnica buona, che rende piacevole la narrazione e riesce a creare una buon crescendo che nel bel finale trova la sublimazione.

mercoledì 5 novembre 2014

The Master (2012) di Paul Thomas Anderson


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Bel film di Paul Thomas Anderson, che racconta bene il rapporto fra due uomini sconfitti dalla vita e dai caratteri forti. La storia vede come protagonista il reduce Freddie, il quale, tornato dalla seconda guerra mondiale, fatica a reinserirsi nella società, avendo perso ogni contatto sociale della sua vecchia vita. Questo lo porterà ad essere irascibile e ad affogare i suoi dispiaceri in distillati da lui preparati. In seguito Freddie incontrerà casualmente Lancaster, capo di una setta che crede in una sorta di reincarnazione che permette allo spirito di essere eterno e di non morire mai realmente. Fra i due nascerà una intesa che poi andrà via via degenerando e ciò porterà a scontri fra le due forti personalità. Freddie si troverà in una situazione molto difficile e viene efficacemente messa in scena la distruzione psicologica a cui sono soggetti i reduci di guerra.
Freddie tenta di rifarsi una vita facendo il fotografo
La trama viene gestita bene e vede come fulcro il rapporto fra i due uomini. Questo permette di esaminare a fondo le dinamiche che sorgono quando due menti si scontrano, di cui una tenta di dominare l'altra, la quale però non si piega. La storia non presenta un andamento continuativo, ma sono presenti una serie di situazioni che coprono un arco temporale abbastanza lungo. Nonostante ciò la trama  risulta molto piacevole ed interessante, anche se non sempre è ritmata come dovrebbe. Un aspetto molto interessante è il modo con cui Freddie si avvicina al culto di Lacaster. Il reduce si trova in una situazione di forte difficoltà, dato che si trova in completa solitudine e spera di trovare nel gruppo dell'altro accettazione e calore umano. Nonostante il suo tentativo, non riuscirà comunque a far venir meno la sua volontà, che doveva diventare subordinata a quella di Lancaster, e ciò lo porterà a cercare altre strade per trovare se stesso. Interessante come alla fine della vicenda i due si separino, pur provando reciproco rispetto e affetto, salutandosi in maniera sincera e consci che per loro questa esperienza è stata un fallimento che li ha però portati a comprendere meglio se stessi.
Uno dei primi incontri di Freddie e Lancaster
Nel film viene anche presentato il tema dei falsi profeti e di come la gente sia disposta ad abbandonare ogni pensiero critico pur di avere una guida che gli indichi la strada, senza che loro debbano fare alcuno sforzo. Nonostante tutti questi temi siano ben sviscerati durante la visione, la storia non risulta così affascinante da reggere una durata così elevata, rischiando di stancare eccessivamente lo spettatore, il quale deve anche impostare un certo ragionamento per poter comprendere pienamente il film. La regia è veramente ben fatta, con delle inquadrature studiate benissimo e alcuni pianisequenza veramente ben fatti. Mediamente le scene sono abbastanza lunghe e danno ampio respiro ai movimenti dei personaggi. Nonostante i lievi problemi nel ritmo viene comunque creato un buon interesse nella storia e viene usato un tono molto umano per raccontarla. Anche lo stile visivo è molto curato e le scene durante le fantasticherie di Freddie sono realizzate molto bene e danno un tono adeguato al turbe del protagonista. Anche la messa in scena e la fotografia sono ben fatte, con ambientazioni suggestive e un uso ottimo delle luci, che ben sottolineano lo stato d'animo del reduce. Un esempio in tal senso è il momento in cui Freddie torna nella sua città natale per ritrovare una ragazza della quale era innamorato, che è caratterizzato da toni molto freddi che fanno intendere lo stato d'animo dell'uomo che vede sfumare le sue speranze. Anche il montaggio riesce a rendere comprensibile e coesa una storia che poteva rischiare di sembrare sfilacciata e senza continuità, anche se non sempre è stato evitato questo rischio. Il comparto tecnico è quindi veramente di alto livello e riesce sempre a mantenere una qualità non comune. Gli attori sono bravissimi, con i due protagonisti che riescono a spiccare in ogni scena per via della bravura con la quale hanno caratterizzato i loro personaggi.
Parte della setta in un ascensore
La scrittura e la caratterizzazione dei personaggi è stata eseguita bene, anche se ovviamente non tutti sono delineati alla perfezione, anche per evitare di dover esplorare troppi caratteri. La parabola ascendente e discendente nel rapporto fra i due protagonisti è stata raccontata molto bene e riesce a creare interesse nello spettatore. Quindi, questo è un bel film che racconta di uomini alla ricerca di un posto nel mondo, i quali, pur non riuscendo effettivamente a trovarlo, riusciranno comunque ad intraprendere un percorso che li cambierà e li renderà più consapevoli. Se a questo aggiungiamo una tecnica di tutto rispetto è facile intuire come questo sia un'opera assolutamente consigliata e che necessita di molta attenzione per farsi apprezzare, anche se questo è prerogativa di ogni bel film.

L'anticristo (1974) di Alberto De Martino


Trailer del film



Buon horror a tema esorcistico che non innova, ma risulta comunque piacevole per gli amanti del genere. La protagonista è la giovane Ippolita, una ragazza ricca che è diventata paralitica a causa di uno shock emotivo. Lei tenterà tutte le vie per tornare a camminare, perfino confidare in un miracolo, ma quando vede le sue speranze andare in fumo perde la fede che la contraddistingueva, lasciando entrare il maligno nella sua vita.
Il fratello di Ippolita nel suggestio corridoio di casa
La causa scatenante della possessione è la terapia ipnotica tenuta dalla ragazza come ultima via per tornare a camminare. Durante queste sedute lei verrà in contatto con una sua incarnazione precedente, la quale era stata protagonista di riti satanici. In breve lei sarà posseduta dal demonio e verranno chiamate varie persone per farla rinsavire. La storia è sviluppata abbastanza bene, anche se segue in tutto e per tutto le caratteristiche e le linee narrative tipiche del genere. Nonostante ciò quest'opera riesce a ritagliarsi un posto, per via della creazione efficace dell'atmosfera che viene costruita bene durante tutto il film.
Immagine del rito che ha sostenuto l'antenata di Ippolita
In molte scene viene dato un indizio sulla futura possessione che porterà ad avere momenti veramente efficaci e che rendono lo spettatore partecipe della storia. L'aura che si crea intorno alla protagonista è veramente ben fatta e riesce a renderla sempre interessante, sopperendo così alla poca fantasia del racconto. Alcuni momenti sono veramente ispirati, come quello della possessione con il parallelismo fra il sabba e lei sul letto. La figura di Ippolita è anche caricata di un certo erotismo, dato che il suo nuovo io la porterà ad avere una sessualità più aperta e sfrenata. La regia è buona, dato che è presente una certa cura nell'inquadratura e nella realizzazione delle scene, come ad esempio l'immagine di lei ripresa da dietro la fiamma del camino come se stesse bruciando. Anche la tensione provata in alcuni momenti e la potenza di Ippolita da indemoniata sono rese bene. La fotografia e la messa in scena sono buone, senza trovate eccelse, ma si difendono bene, soprattutto nei parallelismi fra il presente e la sua vecchia vita.
L'antenata di Ippolita
Il montaggio è uno degli aspetti che risulta più curato dato che viene sfruttato per dare un senso di collegamento fra i due spazi temporali e riesce, anche nelle sequenze finali, ad evocare un presagio di morte con una buona efficacia. Purtroppo in alcuni momenti, per fortuna pochi, un montaggio eccessivamente serrato stucca un po' e impedisce la piena comprensione, oltre a sembrare fuori luogo. Anche la colonna sonora è molto buona, con un uso intelligente dei violini per dare un tono diabolico alle scene. I personaggi non sono molto approfonditi, eccezion fatta per Ippolita, anche se i comprimari riescono ad essere caratterizzati con un certo gusto.
Ippolita che si difende da un esorcista
Le turbe della protagonista e la sua confusione mentale sono rese bene, oltre a vestirla sapientemente con un'aura demoniaca. La trama però è sviluppata in maniera fin troppo canonica e non vengono sfruttati fino in fondo le occasioni che c'erano. Quindi, questo è un film riuscito a metà, che convincerà i fan del genere per via i una messa in scena ben fatta e di alcune buone idee, ma nel complesso rimane un prodotto nella media, che è piacevole ma non rimarrà impresso, se non per qualche momento visivamente riuscito.

Hard Candy (2005) di David Slade

Trailer del film



Bel revenge movie che, cambiando più volte le carte in tavola, risulta interessante e riuscito. La storia comincia con una chat nella quale stanno conversando i due protagonisti: Hayley, una quattordicenne, e Jeff, un fotografo. I due decidono di incontrarsi in un bar e successivamente andranno a casa dell'uomo. Da lì emergeranno le vere intenzioni della ragazza, che causeranno una serie di eventi fuori controllo e molto pericolosi per entrambi.
Hayley gioca con Jeff
La storia ha il grande pregio di seguire un andamento abbastanza variegato, riuscendo a stupire ed interessare lo spettatore dall'inizio alla fine, con pochi cali di ritmo. Uno degli aspetti che ha garantito alla pellicola un guizzo inaspettato è il fatto che venga ribaltato più volte il punto di vista attraverso il quale è presentata la situazione, con i due protagonisti che svelano via via le loro vere nature e le loro intenzioni. Ciò premette di rinnovare molto la narrazione e destabilizza lo spettatore che non sa con chi schierarsi, avendo fino ad un minuto prima simpatizzato con uno dei due, per poi far scoprire alcuni lati del suo carattere che mettono in discussione l'attaccamento provato fino al momento precedente. La tensione viene creata molto bene e in alcune scene riesce a far stare col fiato sospeso, tanto è ben calibrata.
La lotta fra i due
Anche l'operazione chirurgica nella parte centrale della pellicola è stata sfruttata molto bene, dato che disturba moltissimo e riesce a risultare violenta anche senza mostrare cosa accade, ma solo attraverso il fuori campo e i suoni. I temi della pedofilia e dei pericoli che si possono nascondere nei meandri del web sono mostrati in maniera palese, ma non vengono sviluppati a fondo, essendo utilizzati principalmente come incipit della storia e per portare avanti alcuni risvolti della trama. Questa cosa secondo me è un peccato, perché la storia poteva dare molti più spunti di riflessione. Con questo non intendo affermare che i due temi citati non siano minimamente affrontati, ma nel bilancio complessivo del film risultano più che altro espedienti narrativi interessanti, piuttosto che le colonne portanti dell'intera vicenda. L'imprevedibilità della narrazione riesce a convincere moltissimo, riuscendo a far restare sulle spine e presentando una storia non banale che dimostra anche una certa dose di cattiveria e cinismo. La regia è buona, dato che riesce a dare il giusto ritmo alla narrazione e riuscendo a creare benissimo la tensione, spiazzando continuamente lo spettatore con svolte in parte inaspettate.
La ragazza sottomette Jeff
La natura stessa di revenge movie emergerà gradualmente, ma questo non ingabbia la narrazione che resta comunque libera da molti cliché. Viene anche dato il giusto pathos ai momenti cruciali dosando gli effetti visivi. Unica pecca è un uso eccessivo della telecamera in movimento, che alla lunga dà un po' fastidio, pur facendo rimanere comprensibile la scena. La fotografia è curata, alternando toni caldi ad altri più freddi nei momenti dove si intuiscono le vere intenzioni della ragazza. Le inquadrature sono curate e alcune di esse riescono a rimanere impresse. Anche la messa in scena è curata, con delle ambientazioni abbastanza caratterizzate e con un buon lavoro sui corpi dei protagonisti. Il comparto tecnico quindi si assesta, nel complesso, su buoni livelli e dà il suo contributo al film. La fase di scrittura è stata fatta bene, con una storia interessante narrata con gusto e senza rinunciare ad un po' di cattiveria e di morbosità nelle interazioni fra i personaggi. Entrambe le due figure sono state giustamente caratterizzate molto bene, con molte sfaccettature che le rendono disturbanti e disturbate. Essendo loro centrali in ogni scena, una caratterizzazione approssimativa avrebbe ucciso il film ancora prima di iniziare.
Un momento cruciale che introduce nuovi elementi nella storia
Nonostante il buon lavoro di scrittura devo ammettere che Ellen Page sovrasta la performance di Patrick Wilson, tanto da restare molto più impressa della sua controparte. Fra le due figure nasce una certa alchimia, come una danza della morte che li trascina verso il finale. Proprio quest'ultimo risulta essere gestito molto bene, dato che mostra, anche se non con la forza necessaria, l'inutilità della vendetta e della disumanizzazione e dei sacrifici che essa richiede. Ciò che rimane è una pellicola che sfrutta bene le sue carte e, pur lasciando da parte i temi trattati per portare avanti la buona trama, riesce ad appassionare molto e a calare bene lo spettatore in una vicenda malata che acquista senso man mano che procede.