lunedì 24 novembre 2014

Il settimo sigillo (1957) di Ingmar Bergman


Trailer del film


Capolavoro senza tempo e meraviglioso che è entrato di diritto nella storia del cinema. Vengono seguite le gesta di un cavaliere di ritorno dalle crociate che si trova di fronte la morte in persona. Per evitare di fare una brutta fine, il cavaliere decide di proporre una sfida a scacchi alla morte, mettendo in palio la propria vita.
Il cavaliere gioca a scacchi con la morte
La partita non sarà continuativa, ma l'uomo andrà in pellegrinaggio per raggiungere il suo maniero. Durante il tragitto la sfida continuerà e lui, con il suo fido scudiero al seguito, farà la conoscenza di alcune persone che vivono viaggiando e vedrà come è ridotto il mondo che ha lasciato anni prima per andare in guerra. La trama è molto originale ed è sviluppata benissimo, seguendo le peregrinazioni del cavaliere con la presenza della morte sempre al suo fianco. Il ritmo è gestito ala perfezione e sono innumerevoli i momenti che restano impressi per la loro potenza visiva e simbolica. Il film analizza bene i comportamenti umani di fronte alla morte, mostrando come sia istintivo nell'uomo il tentativo di raggirarla o scansarla quando ormai è troppo tardi e mostra come tutti siano uguali di fronte ad essa, sia i credenti che i non credenti. Inoltre l'ambientazione permette di fare delle riflessioni su come l'uomo, di fronte alle difficoltà, cerchi sempre un capro espiatorio e come la religione sia l'unico rifugio al quale si aggrappa la popolazione di fronte all'ignoto. Per sondare al meglio questi ultimi aspetti è stata scelta come ambientazione il medioevo durante l'epidemia di peste. La morte è ovviamente una delle figure più importanti, essendo particolarmente temuta da tutti i personaggi che compongono l'opera. Molti momenti sono efficacissimi per trasmettere i turbamenti e le emozioni dei personaggi, riuscendo così a trasmettere tali pensieri nello spettatore. L'idea di umanizzare così la morte è inoltre geniale, per via di come è stata realizzata e per come si pone col cavaliere. Anche la contrapposizione religiosa che si crea fra il protagonista, cattolico, e il suo scudiero, ateo, riesce a risultare interessante ai fini della narrazione. La regia è magnifica, con una tecnica fantastica e una sensibilità unica nell'inquadrare i personaggi e le situazioni.
Il cavaliere parla con una donna accusata di stregoneria
Il ritmo è ottimo e il regista riesce pienamente a trasmettere la propria visione e ad emozionare lo spettatore, il quale si trova coinvolto nelle peripezie dei protagonisti. La scelta stilistica e la cura con cui viene orchestrata ogni scena è impressionante e viene sempre mantenuto il giusto tono, che è giocoso nei momenti più ironici e serio e solenne nei momenti in cui compare la morte, che è sempre mostrata con rispetto.
Il cavaliere con una donna che fa spettacoli
La fotografia è ottima, con degli scorci e delle inquadrature che sono giustamente entrati nella storia del cinema. Alcune sequenze sono indimenticabili, come la morte che trascina le sue vittime in fila lungo la collina o il modo con cui viene inquadrato il corteo religioso. Il bianco e nero e magnifico e ben si sposa con l'ambientazione funerea della storia. Anche il montaggio risulta veramente curato con delle sequenze orchestrate molto bene e alcuni stacchi di pregio, come l'uscita di scena del già citato corteo. I personaggi sono veramente belli, con il cavaliere e il suo scudiero che svolgono un ruolo quasi simbolico per via delle loro visioni contrapposte sulla religione e sul senso della vita. I comprimari sono caratterizzati come se fossero degli archetipi delle caratteristiche che li tratteggiano, così da dare una valenza più generale alla storia raccontata.
Una delle scene iconiche del film
La morte è indubbiamente la figura più riuscita, con l'aura che si porta dietro e con il bellissimo stile con cui è realizzata, oltre all'ironia che la rende temibile, ma molto interessante. Tutte le figure che vengono presentate nel film hanno senso di esistere e vanno a comporre un quadro variegato che espone varie sfaccettature dell'animo umano. In conclusione, questo è un capolavoro senza tempo, molto profondo e tecnicamente eccelso, che riesce ad emozionare e a far riflettere sulla povera condizione umana, attraverso una storia visionaria ed eccezionale.

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