mercoledì 5 novembre 2014

Hard Candy (2005) di David Slade

Trailer del film



Bel revenge movie che, cambiando più volte le carte in tavola, risulta interessante e riuscito. La storia comincia con una chat nella quale stanno conversando i due protagonisti: Hayley, una quattordicenne, e Jeff, un fotografo. I due decidono di incontrarsi in un bar e successivamente andranno a casa dell'uomo. Da lì emergeranno le vere intenzioni della ragazza, che causeranno una serie di eventi fuori controllo e molto pericolosi per entrambi.
Hayley gioca con Jeff
La storia ha il grande pregio di seguire un andamento abbastanza variegato, riuscendo a stupire ed interessare lo spettatore dall'inizio alla fine, con pochi cali di ritmo. Uno degli aspetti che ha garantito alla pellicola un guizzo inaspettato è il fatto che venga ribaltato più volte il punto di vista attraverso il quale è presentata la situazione, con i due protagonisti che svelano via via le loro vere nature e le loro intenzioni. Ciò premette di rinnovare molto la narrazione e destabilizza lo spettatore che non sa con chi schierarsi, avendo fino ad un minuto prima simpatizzato con uno dei due, per poi far scoprire alcuni lati del suo carattere che mettono in discussione l'attaccamento provato fino al momento precedente. La tensione viene creata molto bene e in alcune scene riesce a far stare col fiato sospeso, tanto è ben calibrata.
La lotta fra i due
Anche l'operazione chirurgica nella parte centrale della pellicola è stata sfruttata molto bene, dato che disturba moltissimo e riesce a risultare violenta anche senza mostrare cosa accade, ma solo attraverso il fuori campo e i suoni. I temi della pedofilia e dei pericoli che si possono nascondere nei meandri del web sono mostrati in maniera palese, ma non vengono sviluppati a fondo, essendo utilizzati principalmente come incipit della storia e per portare avanti alcuni risvolti della trama. Questa cosa secondo me è un peccato, perché la storia poteva dare molti più spunti di riflessione. Con questo non intendo affermare che i due temi citati non siano minimamente affrontati, ma nel bilancio complessivo del film risultano più che altro espedienti narrativi interessanti, piuttosto che le colonne portanti dell'intera vicenda. L'imprevedibilità della narrazione riesce a convincere moltissimo, riuscendo a far restare sulle spine e presentando una storia non banale che dimostra anche una certa dose di cattiveria e cinismo. La regia è buona, dato che riesce a dare il giusto ritmo alla narrazione e riuscendo a creare benissimo la tensione, spiazzando continuamente lo spettatore con svolte in parte inaspettate.
La ragazza sottomette Jeff
La natura stessa di revenge movie emergerà gradualmente, ma questo non ingabbia la narrazione che resta comunque libera da molti cliché. Viene anche dato il giusto pathos ai momenti cruciali dosando gli effetti visivi. Unica pecca è un uso eccessivo della telecamera in movimento, che alla lunga dà un po' fastidio, pur facendo rimanere comprensibile la scena. La fotografia è curata, alternando toni caldi ad altri più freddi nei momenti dove si intuiscono le vere intenzioni della ragazza. Le inquadrature sono curate e alcune di esse riescono a rimanere impresse. Anche la messa in scena è curata, con delle ambientazioni abbastanza caratterizzate e con un buon lavoro sui corpi dei protagonisti. Il comparto tecnico quindi si assesta, nel complesso, su buoni livelli e dà il suo contributo al film. La fase di scrittura è stata fatta bene, con una storia interessante narrata con gusto e senza rinunciare ad un po' di cattiveria e di morbosità nelle interazioni fra i personaggi. Entrambe le due figure sono state giustamente caratterizzate molto bene, con molte sfaccettature che le rendono disturbanti e disturbate. Essendo loro centrali in ogni scena, una caratterizzazione approssimativa avrebbe ucciso il film ancora prima di iniziare.
Un momento cruciale che introduce nuovi elementi nella storia
Nonostante il buon lavoro di scrittura devo ammettere che Ellen Page sovrasta la performance di Patrick Wilson, tanto da restare molto più impressa della sua controparte. Fra le due figure nasce una certa alchimia, come una danza della morte che li trascina verso il finale. Proprio quest'ultimo risulta essere gestito molto bene, dato che mostra, anche se non con la forza necessaria, l'inutilità della vendetta e della disumanizzazione e dei sacrifici che essa richiede. Ciò che rimane è una pellicola che sfrutta bene le sue carte e, pur lasciando da parte i temi trattati per portare avanti la buona trama, riesce ad appassionare molto e a calare bene lo spettatore in una vicenda malata che acquista senso man mano che procede.

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