mercoledì 16 aprile 2014

Vieni avanti cretino (1982) di Luciano Salce


Trailer del film


Divertente commedia dai tratti surreali portata avanti da un incontenibile Banfi. La storia è quella di un carcerato (Banfi) che esce per via di un indulto e si appoggerà ad un amico che lavora al collocamento per trovare un'occupazione. La trama è composta da una linea centrale che unisce una serie di gag legate ai vari lavori che il protagonista si troverà a svolgere. Nel complesso è una pellicola molto divertente con alcune parti molto efficaci e altre in cui c'è un po' di stanca e sopraggiunge la noia. Per fortuna le prime sono in numero maggiore delle seconde e quindi, grazie ad un buon ritmo, scorre tutto agevolmente  fino alla fine. Alcune scenette sono molto ispirate, come quella dove Banfi, per coprire un suo amico, deve indovinare cosa ha raccontato quest'ultimo alla moglie, oppure ho trovato molto interessate e riuscita la gag dell'occupazione in fabbrica, in cui emerge una forte alienazione nel lavoro ripetitivo che si troverà a fare. Purtroppo questi momenti sono in parte compensati da alcune sequenze di qualità più scadente, come quella in cui Banfi fa il meccanico in un'officina e viene una cliente che si spoglia per concedersi a lui così da farla pagare ai fratelli possessivi. Non solo questa parte serve unicamente per scatenare gli ormoni del pubblico, ma è anche recitata da schifo dalla giovane ragazza. Quindi sono presenti alti e bassi, ma si ottiene comunque un bel risultato anche grazie alla componente surreale che accompagna tutto il film e dà un tono particolare alle scene. Anche alcuni personaggi contribuiscono al surrealismo, come il capo della fabbrica che, una volta finito di parlare si mette a fare dei versi senza alcun apparente motivo. Alcune scene rimangono impresse e riescono a far ridere anche dopo la visione, cosa che dimostra una certa forza nelle gag. Nella pellicola è presente anche una lieve critica sociale, nel mostrare come sia necessario avere degli agganci per accedere a determinate agevolazioni e la parte nella fabbrica mostra l'alienazione a cui può essere soggetto un operaio. Ovviamente queste sono aspetti trattati marginalmente rispetto all'opera nel complesso, ma riescono comunque ad arricchirla. La regia è buona, ma non eccezionale, dato che a volte ci sono degli stacchi un po' azzardati e visivamente non belli. Non sono comunque presenti scivoloni gravi, anche se il regista si mette completamente al servizio del protagonista per lasciargli la possibilità di fare il suo "show". La scenografia è abbastanza curata, con alcuni punti veramente ben fatti, e riesce a mantenere un buon livello durante tutta la pellicola. La fotografia dà il giusto tono alle scene, anche se non viene mai azzardata una soluzione visiva eccessivamente fuori dagli schemi. La colonna sonora è orecchiabile e crea dei motivetti che danno un tono allegro che, pur non avendo una qualità eccezionale, si amalgama bene col contesto. Gli attori danno delle prove attoriali buone, volutamente sopra le righe, dando vita a dei personaggi di qualità altalenante. Alcuni sono memorabili e molto divertenti, come l'amico di Banfi o l'uomo che incontra dal dentista, mentre altri veramente scadenti, come la ragazza nell'officina o i due che prendono un caffè. Fra tutti spicca Banfi, vero mattatore del film che porta avanti la baracca pressoché in solitaria e lo fa in maniera egregia, dato che riesce a valorizzare situazioni apparentemente di bassa lega. Quindi, in conclusione, questa è una bella commedia che diverte grazie ad una messa in scena e a degli attori che riescono a creare situazioni divertenti con battute che rimangono impresse, anche senza avere alle spalle una tecnica sopraffina e non mantenendo, purtroppo, una qualità costante.

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