giovedì 7 agosto 2014

Fudoh: The New Generation (1996) di Takashi Miike


Trailer del film


Eccellente opera di Takashi Miike che si scaglia contro la violenza dilagante nella società giapponese, senza rinunciare all'intrattenimento e ad una messa in scena ispiratissima. La trama segue e vicende di Riki Fudoh, figlio di un capo Yakuza, il quale vedrà uccidere il fratello Ryu dal proprio padre davanti ai suoi occhi. Tutto questo avviene a causa di un torto che Ryu aveva operato nei confronti di un clan rivale. Questo provocherà un Riki un forte odio che lo porterà, una volta cresciuto, a compiere la sua vendetta nei confronti dei capi Yakuza. La storia è strutturata in maniera lineare, con lui che porta avanti gradualmente la sua vendettta contro chiunque gli si pari contro. Riki, per compiere il suo piano si circonderà di strani ragazzi che lo serviranno e comporranno così il suo clan. Ovviamente i bersagli della sua vendetta non staranno a guardare e inzierà così una guerra e una spirale di violenza sempre crescenti. La pellicola si scaglia pesantemente contro la violenza dilagante nella società, mostrandone l'inutilità e come essa non provochi altro che una violenza continua e sempre più acuta. Questo fatto spoglia tutta l'epopea del giovane ragazzo di ogni epica e risulta lui stesso vittima degli eventi. Grande responsabilità viene ovviamente addossata alle generazioni precedenti, dalle quali proviene l'odio e la sopraffazione che scatenano la furia di Riki. La messa in scena e i personaggi presentati sono completamente fuori da ogni schema e, grazie a delle trovate visive veramente eccellenti, riescono e stupire e a rimanere impressi. Alcune idee sono geniali e rendono tutto irreale e fumettoso. Ad esempio, non mancano esagerazioni, come la ragazza che spara aghi dalla vagina, e ironia, portata avanti dall'enorme aiutante del ragazzo. Nonostante alcuni momenti scanzonati questa pellicola non è per tutti, per via di scene abbastanza forti e di momenti fortemente erotici, come l'amplesso fra la misteriosa signora e l'ermafrodita. Alcuni momenti sono forti non solo per via della violenza, ma per via delle situazioni che vengono messe in scena, come il fatto di far fare i killer a due bambini, i quali faranno una brutta fine. Questi baby killer risultano molto interessanti per via dello stacco fra il comportamento come bambini normali e come assassini. Oltretutto viene anche presentato un mondo scolastico veramente crudele che ripropone in piccolo le dinamiche prevaricanti del mondo degli adulti, come a voler lanciare un avvertimento sul clima di forte competizione delle scuole giapponesi. La regia è veramente ben fatta, per via di uno stile e di una messa in scena inconfondibili e visivamente molto accattivanti. I movimenti di macchina sono molto precisi e curati, sia nelle scene calme, sia in quelle d'azione. Lo stile è ottimo e riesce a dare un'ottima impronta alla pellicola, che risulta accattivante praticamente sempre. Anche le soggettive sono perfette e contribuiscono molto nel creare interesse nello spettatore. La fotografia è ben fatta e viene creata una messa in scena veramente curata e coerente. Alcune inquadrature sono molto interessanti e denotano una certa cura. Il montaggio è ottimo, con alcune scene ispiratissime. Grazie ad esso il ritmo viene mantenuto alto e la storia procede veramente bene. Anche la colonna sonora si adatta bene all'atmosfera del film e riesce ad essere intrigante con i suoi suoni elettronici. Gli effetti speciali sono un po' splatter ed esagerati, ma sono fatti molto bene e conferiscono ulteriore atmosfera al racconto. I personaggi hanno tratti fumettosi e rappresentano dei caratteri già visti in film analoghi, ma riescono comunque a spiccare grazie ad una caratterizzazione azzeccata che li rende accattivanti e li permette di rimanere impressi. Nel complesso questo è un gran bel film, che può vantare una tecnica e uno stile unici, che gli permettono di mettere efficacemente in scena una storia che poteva risultare banale, ma che nelle mani di Miike riesce a risultare innovativa ed interessante, portando dentro di se pure delle critiche alla società giapponese (e non solo).

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