domenica 26 ottobre 2014

È stato il figlio (2012) di Daniele Ciprì


Trailer del film



Interessante commedia nera di Ciprì che racconta una storia grottesca in un contesto disagiato e molto duro. La storia è ambientata nella periferia di Palermo, con la famiglia Ciraulo che vive la sua normale vita in un contesto degradato che li costringe a vivere in maniera precaria. Una tragedia familiare li metterà in condizione di ottenere molti soldi, che verranno sfruttati male e porteranno a conseguenze ben più gravi. La storia è ben narrata, con l'intelligente scelta di presentare tutto come un flashback, e riesce ad interessare lo spettatore dall'inizio alla fine. I colpi di scena ed i momenti significativi sono ben dosati e permettono alla narrazione di procedere spedita e senza grossi cali di ritmo. La pellicola ci porta in una realtà fortemente disagiata, dove non sembra esserci posto per la pietà e la giustizia. Le pieghe che prende la vicenda mettono in luce proprio questo aspetto, cioè che la miseria nella quale vive la popolazione impedisce di ragionare in maniera normale, ma li costringe a ricorrere a qualsiasi mezzo, morale o meno, pur di tirare a campare.
Parte della famiglia Ceraulo al mare

Interessante il fatto che l'unico personaggio che ci rimetterà maggiormente sarà proprio quello che meno si adatta e che risulta meno idoneo a quella situazione sociale. Lo Stato è assente e l'unico momento nel quale appare è quando dovrà risarcire la famiglia Ciraulo, senza curarsi, né prima né dopo, di aiutare quel contesto disagiato. Viene ben composto un microcosmo che sembra fuori dal mondo, nel quale è presente solo criminalità, con i protagonisti che dovranno averci spesso a che fare, non vedendo intorno altri interlocutori. Ovviamente i personaggi non sono esenti da critiche, non avendo voglia né interesse nel modificare lo status quo. L'arrivo dei soldi mette ancora più in luce la fragilità morale e la pochezza della famiglia, dato che penseranno unicamente a dare un'immagine esteriore di benessere, senza curarsi di riparare i veri problemi che l'affliggono. Nel complesso questo film può essere considerato una commedia nera, per via della tragicità che aleggia durante tutto il racconto, che viene però accompagnata da situazioni ironiche e al limite della comicità. Questo aspetto e ben sfruttato in buona parte dei casi, mentre altre volte assistiamo a scenette un po' banali che fanno sorridere senza aggiungere nulla alla vicenda. L'aspetto che emergerà maggiormente sarà comunque la tragicità del racconto, che colpirà spesso lo spettatore e lo metterà di fronte ad una realtà che non sembra possa esistere al giorno d'oggi. Viene anche ben mostrato come la ricerca continua del denaro e della rivincita sociale siano obiettivi che non finiscono con rendere migliore una persona, ma anzi la rendono tendente maggiormente a commettere atti immorali.
La famiglia attende notizie sul risarcimento statale
Un'altra cosa che non mi ha convinto è il fatto che alcuni aspetti siano un po' trascurati o eliminati in maniera un po' brusca, come il pagamento dei prestiti, forse per via dell'eccessivo numero di temi trattati. La regia è buona, dato che riesce a rendere la vicenda interessante e a darle un taglio stilistico definito e curato. Le inquadrature sono studiate bene, dato che i personaggi sono spesso disposti secondo geometrie che rendono visivamente interessante l'immagine. Purtroppo il tono non è sempre mantenuto adeguato, dato che non ho molto apprezzato i momenti musicali, che ho trovato, salvo rare eccezioni, un po' scialbi e poco coerenti col resto del film. Anche alcune trovate registiche, come quella di non far sentire le condizioni dei prestiti, le ho trovate poco originali e non aggiungono molto alla storia. Altre idee invece sono ispirate e aiutano il procedere della narrazione, come la scelta far capire chi è la vittima di una sparatoria mostrando via via i volti che guardano il corpo e facendo intuire per esclusione chi è stato colpito. La fotografia utilizza colori molto accesi, che tendono in alcuni casi quasi al bianco per via della presenza continua di un sole battente. L'ambientazione è curata molto bene, con l'agglomerato urbano ben strutturato e fortemente chiuso in se stesso, mentre il resto della città è quasi surreale per come è presentato e per via dei personaggi che lo popolano.
Nicola Ciraulo si rivolge ad uno strozzino
La colonna sonora non è male, ma nei momenti musicali mi sembra scada un po' e diventi eccessivamente banale. I personaggi sono sviluppati bene, con personalità variegate che si mescolano bene. I loro caratteri aiutano molto a capire le dinamiche che regolano quel luogo e come quest'ultimo rovini le persone. Tutti i membri della famiglia, e più in generale chi abita lì, hanno una moralità solida solo in apparenza, senza che questa regoli davvero le loro vite. In realtà loro sembrano guidati unicamente da una specie di istinto di sopravvivenza, che li fa commettere atti terribili. Tutto ciò è frutto dell'ambiente disagiato nel quale si trovano che non gli ha lasciato alternative e, non essendo venuti a contatto con ambienti normali, non si preoccupano molto di migliorare la propria condizione, adagiandosi pigramente nella propria realtà. Gli attori sono in parte e riescono quasi tutti a dar vita a personaggi convincenti, con alcuni di essi (la nonna e il padre), veramente ben fatti e capaci di impressionare. Quindi questa è una bella commedia nera, girata con gusto, che ha alcune pecche, ma grazie ad uno stile curato riesce a convincere e a spiccare descrivendo una realtà disfunzionale grazie ad una trama ben scritta.

Io ti salverò (1945) di Alfred Hitchcock


Trailer del film



Bel thriller di Hitchcock che percorre strade narrative interessanti con la solita maestria. La storia è ambientata in un istituto di psicanalisi, nel quale lavora Costance, una bella psicologa dai modi algidi. La sua vita subirà una scossa quando arriverà il nuovo direttore della clinica, Anthony, il quale entrerà quasi subito nelle sue grazie. La situazione andrà a complicarsi una volta scoperto il segreto del nuovo direttore, che porterà entrambi a vivere dei momenti pericolosi per giungere alla terribile verità.
Scatta la passione fra Constance, che si lascia andare, e Anthony
La storia procede molto bene, con il ritmo giusto e creando via via l'atmosfera adatta ad un thriller di questo tipo. Lo sviluppo dei personaggi e le vicende che dovranno affrontare sono strutturati molto bene e l'inserimento della psicanalisi nel racconto dà un ulteriore elemento di approfondimento. Questo porta la storia su vie interessanti, essendo, in alcuni punti, un'indagine effettuata nella psiche per scoprire cosa è realmente accaduto. Viene seguito un andamento lineare, che riesce comunque a mantenere alto l'interesse, grazie alla maestria nella creazione della tensione che è ancora oggi senza pari. Non sto parlando di uno dei migliori lavori del maestro, ma vista la qualità media dei suoi film non siamo di fronte ad un prodotto mediocre, ma di un bel film che si deve confrontare con pietre miliari della cinematografia e quindi dire che non è a quei livelli non è di per sé una critica.
Un'inquadratura del sogno di Anthony
Alcune sequenze riescono ad essere indimenticabili, come la fase del sogno che è visivamente eccezionale e riesce ad essere ben spiegata dagli psicologi. Uno dei temi che viene portato avanti dalla pellicola è mostrare come chiunque possa nascondere torbidi segreti, dietro un'immagine impeccabile, oltre a presentare la giustizia come una mano implacabile che non guarda in faccia a nessuno e rischia di incolpare senza la certezza della colpevolezza. La regia è fantastica, con un'ottima cura dell'immagine e una creazione della tensione che rimane piacevolmente impressa. La macchina da presa è mossa con bravura e riesce ad immergere completamente lo spettatore nella vicenda. Anche le soggettive sono studiate bene, come quella in cui Anthony beve e viene mostrata la sua visuale che osserva attraverso il fondo del bicchiere, che ho trovato molto interessante. Alcune trovate sono ottime, come la mano in primo piano che tiene la pistola, resa attraverso una mano finta, e riescono a dare una certa varietà alla narrazione.
Altra bellissima inquadratura del sogno
Altro aspetto che ho amato è il fatto di inquadrare con dei primi piani dei dettagli ambientali che danno un forte contributo alla crescita della tensione, dato che questa tecnica viene usata con gusto ed efficacia. Non mancano anche i momenti un po' horror, come il flashback con l'uccisione del bambino che, oltre ad essere girata in maniera ottima, scatena forti sensazioni per la crudezza con la quale viene mostrata. La fotografia è ottima, con un uso ottimo delle ombre e con la scena del sogno che da sola merita la visione del film, riuscendo a rimanere anch'essa impressa per via della cura nelle ambientazioni e della simbologia di alcune sequenze. Un esempio in tal senso è l'apertura delle porte nella psiche di lei durante il bacio, aspetto che viene ripreso per rendere più coinvolgente la ripresa di Anthony.
Il flashback che nasconde un terribile segreto
La colonna sonora è di stampo classico ed in alcuni momenti è un po' roboante, ma nel complesso è azzeccata e riesce a risultare piacevole. I protagonisti sono veramente accattivanti e riescono e creare forte empatia con lo spettatore, che si troverà a temere per la loro sorte. Constance ed Anthony sono caratterizzati bene e riescono ad avere un'alchimia amorosa che a volte sfocia nel rapporto dottore-paziente. I comprimari sono abbastanza caratterizzati, anche se un po' chiusi dentro i caratteri dati dalla loro professione. Ciononostante riescono a rimanere impressi e a dare qualcosa in più alla pellicola. Quello che rimane è un bel thriller, nel quale si vede la mano del maestro, che riesce ad appassionare molto e ad essere visivamente così vario ed accattivante da rimanere impresso, anche grazie alle bellissime scenografie di Salvador Dalì e all'ottima tensione suscitata.

domenica 12 ottobre 2014

Sin City - Una donna per cui uccidere (2014) di Frank Miller, Robert Rodriguez


Trailer del film



Seguito che non convince e che perde miseramente nel confronto col primo episodio. La trama si snoda in tre storie principali e un'introduzione. La trama si suddivide in maniera abbastanza netta fra una linea narrativa e l'altra, permettendo così di concentrarsi bene su ogni personaggio. Non mancheranno comunque elementi comuni fra le storie, come ad esempio Marv o il senatore Roark. La narrazione è sviluppata bene nel complesso, anche se gli episodi non sempre si concludono in maniera adeguata.
Johnny va a curarsi da Kroenig, un dottore abusivo
Al contrario del suo predecessore si perde un po' il tono noir che aveva reso bello il primo film, riportando tutto su canoni più normali. Il fatto che quasi tutte le storie si concludano con una serie di scazzottate e assalti a ville rende tutto un po' più banale e poco ispirato. Di per sé le vicende narrate non sono il massimo dell'originalità e grazie ad un tono inadeguato, rischiano spesso di scadere nel ridicolo. Anche la scelta di inserire Marv in due delle storie principali l'ho trovata finalizzata unicamente a far contenti i fan, anche se è controproducente nel bilancio della pellicola, dato che dà un senso di déjà vu nelle sequenze e banalizza il bel personaggio creato nella precedente pellicola. Rimangono comunque alcuni momenti che sono riusciti, come la prima parte con Marv che dà la caccia a due teppisti, che ha una messa in scena convincente in parte, e la storia con Johnny, la quale è l'unica che mantiene la bella atmosfera che ha fatto amare Sin City. Purtroppo anche quest'ultima sembra rimanere un po' in sospeso, anche se è riuscita comunque a convincermi, per via di una certa forza e di una cattiveria che non ho trovato nel resto del film.
Ava che schernisce Dwight
Questo picco narrativo è purtroppo compensato da scelte poco ispirate e che sembrano fungere più da riempitivi che altro. Emblematico in tal senso è l'episodio con protagonista Nancy, che ho trovato debole e con veramente poco da dire. Ho notato che manca anche buona parte della cattiveria e del cinismo presente nel primo Sin City. Anche qui viene mostrata una società marcia e priva di qualsiasi moralità, ma viene fatto in maniera meno elegante e ciò mi ha infastidito, senza contare che riprende temi già trattati a sufficienza nel suo predecessore. La regia è buona, anche se non riesce a rendere interessante e memorabile ogni momento del film, facendoci vedere parti ben riuscite e che presentano una certa ricercatezza, e altre più deludenti che sembrano più adatte a film action fracassoni.
Dwight e Marv pronti a combattere
La fotografia riprende lo stile che aveva reso celebre Sin City e lo ripropone senza modifiche. Questo rende quindi interessante anche questo episodio, anche se a volte un eccessivo uso del colore non mette abbastanza in risalto le componenti cromatiche rispetto a quelle in bianco e nero. Non mancano, però utilizzi raffinati di questa tecnica, come la scelta di rendere verdi gli occhi di Ava, che sono una delle poche cose che restano impresse a lungo. Nel complesso però c'è una buona ricercatezza e visivamente convince. La messa in scena riesce a rendere abbastanza caratterizzate le ambientazioni, anche se non si grida al miracolo, essendo presenti non molte location degne di nota. Il montaggio è ben fatto e riesce, insieme alla regia, a creare delle sequenze accattivanti, come ad esempio i ricordi di Marv ad inizio film. I personaggi sono scritti degnamente, con alcuni che hanno una certa profondità e altri che deludono molto. Ad esempio Marv perde molto del suo fascino essendo sfruttato da tutti come se fosse il gigante scemo che picchia tutti. Al contrario Johnny ha un carattere ben strutturato e riesce ad interessare molto lo spettatore, per via di un'aura tragica che si porta dietro. Altre figure risultano abbastanza interessanti, come Ava, anche se non spiccano per profondità, perché calati in un contesto del genere non stonano, ma anzi riescono ad amalgamarsi bene. Peccato che il lavoro di scrittura sia stata la componente debole della pellicola che ha puntato più ad un approccio semplice e commerciale dimenticando quasi tutte le caratteristiche che avevano reso la saga popolare e cult.
Nancy è in crisi e cerca la forza per uccidere il senatore Roark
Perfino le battute, che sono onnipresenti, stancano e risultano a volte così cariche e pompose da dare fastidio, minando così ulteriormente la componente narrativa. Ciò che rimane è quindi un seguito debole, che riesce ad intrattenere ma perde buona parte della profondità e del fascino del primo Sin City, per via di una narrazione poco ispirata e di personaggi che non appassionano come dovrebbero. Peccato, perché l'universo di partenza dava infiniti spunti che non sono stati sfruttati a dovere.

Looper (2012) di Rian Johnson


Trailer del film



Bell'action fantascientifico, appassionante e fatto con gusto. La storia è ambientata nel 2044, in un futuro con una società allo sbando, nella quale la criminalità e la corruzione morale dilagano. In questa realtà vengono istituiti i looper, dei killer che ricevono dal futuro le loro vittime, così da farne sparire le tracce in un'altra epoca. Questo è reso possibile dal fatto che nel futuro il viaggio nel tempo è stato scoperto, ma è diventato illegale ed è utilizzato dalle organizzazioni criminali, per mandare indietro nel tempo a morire i personaggi più scomodi. Una particolarità è il fatto che un looper ha come ultima vittima se stesso venuto dal futuro, così da chiudere il cerchio e godersi la vita fino al momento della sua uccisione.
Joe durante un esecuzione
Joe, il protagonista, è un looper che verrà sopraffatto dalla sua versione del futuro e si troverà ad inseguirla per riportare alla normalità la sua vita. La trama è veramente intrigante ed interessante, per via di una struttura ben fatta e grazie al fascino dell'universo creato. Il ritmo è sempre elevato e non calerà mai l'attenzione da parte dello spettatore per via delle continue trovate che vengono presentate. La narrazione non segue binari lineari, ma sfrutta le diverse linee temporali per presentare il tutto in maniera variegata ed intelligente. Un aspetto che contribuisce molto nel dare profondità alla narrazione è il collegamento fra i ricordi di Joe del futuro e Joe del passato, dato che le azioni del secondo modificano le memorie del primo, creando una forte tensione in ogni azione compiuta, dato che rischia di modificare irrimediabilmente la vita del vecchio Joe. Anche i caratteri dei protagonisti sono ben fatti e li rendono molto profondi, essendo composti da molte ombre e da molte luci, così da renderli comunque interessanti.
Il capo di Joe con un suo sottoposto
Lo stile di vita dei looper è anch'esso molto ispirato e mostra, a mio avviso, come ogni azione si ripercuota nel futuro e come uno rischi di non curarsi delle conseguenze fino a quando non viene presentato il conto. Ho apprezzato particolarmente l'inserimento di scene dalle tinte horror, che aggiungono molta cupezza all'universo presentato. Fra queste è possibile citare il primo scatto d'ira del bambino Cid e il modo con cui viene ricattata la versione anziana di un collega di Joe, che spiazza e disturba molto. Uniche pecche che mi sento di mettere in luce sono il modo con cui viene modificata la realtà a seguito di eventi temporali non previsti, dato che viene gestito tutto in maniera un po' semplicistica e non sempre logica. Inoltre il fatto che non siano spiegate fin troppe cose su come il futuro riesca a comunicare col passato, lascia un po' l'amaro in bocca. Questi però sono aspetti che non danneggiano l'opera, anche se potevano essere trattati con più accortezza. La regia è molto buona, dato che riesce a comporrre molto bene il racconto e a dare un ritmo ottimo alla narrazione. Le scene sono girate sempre con gusto e non viene mai inserita azione roboante a sproposito. Viene utilizzato un tono adeguato a ciò che viene mostrato su schermo e mi è piaciuta molto la contaminazione horror che hanno alcune scene. Anche la tensione viene mantenuta alta e ciò aiuta molto nell'immedesimarsi alla vicenda. La fotografia riesce a lasciare la sua impronta, garantendo delle inquadrature curate e che danno il giusto tono alle scene. L'ambientazione è anch'essa curata e riesce a tratteggiare un universo interessante e molto cupo.
Il figlio di Sara pronto a scatenarsi
Il montaggio riesce a rendere comprensibili tutte le scene e aiuta nello sviluppo della storia in maniera comprensibile, pur essendo complessa. I personaggi principali sono ben caratterizzati e presentano luci ed ombre in egual misura, permettendo di far crescere l'interesse nelle loro figure. I comprimari non sono sempre approfonditi, ma riescono comunque a risultare interessanti. Alcune azioni fatte compiere ai protagonisti sono un po' fuori dagli schemi, riuscendo così a spiazzare lo spettatore, e il finale dà il giusto coronamento alle loro personalità, mettendo a confronto un uomo anziano ormai disilluso e un giovane sulla brutta strada, ma ancora capace di bontà. Nel complesso questa è una pellicola veramente ben fatta, che sfrutta il genere fantascientifico per costruire una bella trama che intrattiene molto bene grazie ad una realizzazione intelligente e ben fatta, presentando un film che resta piacevolmente impresso.

Omicidio in diretta (1998) di Brian De Palma


Trailer del film



Bellissimo thriller di De Palma che con una tecnica sopraffina realizza trama molto avvincente. La storia è ambientata durante un incontro di boxe di livello nazionale, al quale presenziano sia il ministro della difesa, che altre figure di spicco della società. Durante l'incontro avverrà l'omicidio del ministro e il detective Rick Santoro, amico del capo della sicurezza, indagherà sull'accaduto. La storia è sviluppata molto bene, con un concatenarsi di eventi sempre interessante e ben strutturato, così da dipanare gradualmente il mistero, rendendo sempre chiaro cosa sta accadendo. Il ritmo è mantenuto sempre adeguato e non sorgerà mai il senso di noia, grazie a colpi di scena e rivelazioni dosate e ben calibrate. Anche i flashback sono inseriti sempre con cura e arricchiscono molto il racconto, essendo strutturati molto bene. Anche i rapporti fra i personaggi saranno uno dei fulcri centrali della narrazione e daranno spessore alla vicenda.
I due protagonisti
Tutte le figure presenti nella pellicola non sono totalmente buone o cattive, ma presentano sfaccettature che destabilizzano lo spettatore, soprattutto per quanto riguarda Rick. Un aspetto che viene reso interessante è il fatto che le figure più pericolose siano quelle che a prima vista si circondano da un alone di innocenza, mostrando come la corruzione sia dietro le maschere più belle. Anche il finale è veramente bello, mostrando come la società idolatri degli eroi solo fino a che sono novità, per poi abbandonarli e distruggerli appena cala l'interesse. La regia è tecnicamente ottima, con dei piani sequenza gestiti in maniera incredibile.
Rick parla con una misteriosa bionda
Il primo piano sequenza rischia di far gridare al miracolo per come è stato girato, essendo ambientato durante l'incontro con un numero enorme di comparse e un grande numero di eventi fondamentali ai fini della trama. Anche le sequenze durante i flashback sono girate con delle soggettive curatissime, che riescono ad immergere molto lo spettatore nella vicenda. La gestione del ritmo e dello svolgersi della storia sono attività svolte con maestria e regalano molti momenti interessanti.
Rick e il campione di boxe che ha sostenuto l'incontro
La fotografia è anch'essa ben fatta, con ambientazioni e inquadrature molto curate che vanno a mostrare i particolari necessari alla comprensione della trama, spesso evitando di dover ricorrere ad inutili spiegoni. Viene utilizzato un registro narrativo molto vario con delle inquadrature ispirate (come ad esempio la ripresa dall'alto delle camere d'albergo), che riescono a rendere piacevole la pellicola anche sul piano visivo, essendo stata fatta una ricerca di buon livello. Una scena degna di nota è quella durante il quale una ragazza parla con il ministro, mentre, grazie ad uno split screen, viene mostrato come procedono le macchinazioni al danno del politico. Il comparto tecnico è quindi veramente impeccabile e fa salire di livello al film. Gli attori sono, nel complesso, bravi, con Nicholas Cage senza freni e bravissimo, grazie anche a dei personaggi scritti molto bene che presentano molti lati di luce e di ombre. La storia data in mano ad un mestierante qualsiasi poteva venir fuori banale e senza mordente, ma grazie ad un'ottima messa in scena convince molto. Quindi, non resta che fare i complimenti a De Palma che, grazie alla sua maestria eleva una buona storia ad un livello filmico più elevato, donandole carisma e raccontandola come riesce a fare solo un grande regista.

The Dreamers - I sognatori (2003) di Bernardo Bertolucci


Trailer del film



Buon film di Bertolucci, che delude un po' le aspettative, ma riesce comunque a convincere. La storia è ambientata a Parigi durante le rivolte studentesche del 1968. Nel film vedremo Matthew, uno studente americano in visita alla città per imparare il francese, incrociare la strada con Theo ed Isabelle, fratelli francesi. Il giovane americano conoscerà i due ragazzi in un club di cinefili parigino e verrà invitato a vivere a casa loro durante l'assenza dei genitori.
Isabelle che protesta davanti ad un cinema
Il film si sviluppa quasi tutto all'interno dell'abitazione o comunque in spazi chiusi, nei quali i tre ragazzi vivranno esperienze e creeranno una relazione fra loro, mentre fuori ci sono le rivolte studentesche. I tre parleranno e rifletteranno molto sulla società e sulle misure da prendere stando all'interno delle loro camere, intessendo nel frattempo relazioni amorose. La pellicola presenta un andamento che all'inizio sembra abbastanza interessante, ma via via si perde un po' a causa di un ritmo eccessivamente lento e di una narrazione fin troppo diluita, tenendo conto degli eventi presentati sullo schermo. Il film sembra voglia portare avanti una critica sia verso i protagonisti, borghesi che discutono sul mondo senza viverlo veramente, e la realtà dei rivoltosi, che sembra non possedere niente delle qualità tanto idealizzate dai giovani, ma presenta solo un aspetto violento che li accomuna all'oppressione del potere che combattono. Questi aspetti però non sono, a mio avviso, sviscerati a fondo e rimane come principale linea narrativa la parziale perdita di innocenza dei tre ragazzi, che si troveranno catapultati fuori dal loro idillio per piombare in una realtà crudele e senza pietà. La relazione fra di loro sembra quindi il vero fulcro della storia, occupando fin troppo tempo, essendo analizzata molto a fondo.
Una scena iconica del film
Matthew funge unicamente da corpo estraneo che va ad insinuarsi in una relazione fortissima e già affermata che c'è fra Theo ed Isabelle. I due in un primo momento lo accettano e lo rendono partecipe, ma lo scaricheranno una volta che le sue opinioni si rivelano in forte contrasto con quelle dei due gemelli. Quindi i temi trattati sono molti e interessanti, peccato che non siano stati utilizzati benissimo e con la giusta cattiveria e forza, almeno per quanto riguarda gli aspetti politici. Una sensazione che mi ha dato la pellicola è che sia stata fatta volendo ricordare un po' troppo le atmosfere tipiche dei film dell'epoca trattata, senza aggiornare adeguatamente la messa in scena. Questo non è un aspetto che reputo negativo, ma mi è sembrato che creasse delle difficoltà nel trasportare ai giorni d'oggi i messaggi trattati.
I tre protagonisti che corrono dentro il Louvre
Viene inoltre tenuto un registro molto colto e filosofeggiante pieno di citazioni cinematografiche che fa capire la distanza fra la realtà e la situazione dei protagonisti, fermi nella loro bolla, ma alla lunga il gioco stanca e non riesce ad appassionare come dovrebbe. Inoltre alcune situazioni e alcuni momenti sono fin troppo prevedibili. Comunque questo non è un brutto film, ma non riesce a convincere ed appassionare fino in fondo. La regia è veramente ben fatta, con una serie di sequenze girate con gusto e precisione. Purtroppo il ritmo e la narrazione potevano essere studiate meglio, così da rendere il tutto più fluido ed interessante, magari anche diminuendo la durata dell'opera. Ho comunque apprezzato moltissimo l'inserimento di spezzoni di film d'epoca, che danno alle scene un tocco particolare e raffinato, oltre a facilitare la comprensione delle citazioni dei tre protagonisti, che sarebbero rimaste oscure per uno spettatore medio.
Isabelle imita la Venere di Milo
La fotografia è magnifica, con ambientazioni e inquadrature veramente belle. Alcune restano impresse, come quella in cui Isabelle imita la Venere di Milo, grazie ad un abile gioco di luci. Pure il montaggio è ben fatto, con il giusto inserimento delle clip dei vecchi film e garantendo comunque un susseguirsi coerente e comprensibile delle scene. La colonna sonora vanta dei brani molto belli che riescono a trasportare lo spettatore nell'epoca trattata. Gli attori sono molto bravi, con i tre protagonisti che riescono a rendere vivi i loro personaggi. Le tre figure centrali, soprattutto i due gemelli, risultano particolarmente odiosi, per via della puzza sotto al naso che sembra caratterizzarli. Questo aspetto aiuta a non entrare in empatia col loro modo di vedere, anche se non basta a portare avanti efficacemente le tesi presentate. Una menzione d'onore va ad Eva Green che risulta l'interprete migliore, dando vita ad un personaggio molto sfaccettato e non facile da gestire. La scrittura dei personaggi è, quindi ben fatta, mentre quella della linea narrativa, come già detto, ha delle lacune e non riesce a centrare gli obiettivi che si era prefissata, riuscendo addirittura ad annoiare lo spettatore in svariati momenti. Quindi, questo film non riesce a diventare un gioiello, ma resta una pellicola gradevole con alcune buone idee, che non vengono sviluppate a dovere e che rendono il tutto fin troppo formale senza avere alle spalle una scrittura all'altezza della buonissima tecnica che viene mostrata. Un vero peccato!

sabato 11 ottobre 2014

Citizen Toxie: The Toxic Avenger IV (2000) di Lloyd Kaufman


Trailer del film



Stupendo quarto episodio che ritorna ai fasti del primo film della saga. La storia avrà come protagonista il vendicatore tossico il quale, a causa di un'esplosione, verrà catapultato in una dimensione parallela nella quale vive Noxie, la sua versione malvagia. Quest'ultimo finirà nell'universo di Toxie ed inizierà a tormentare la popolazione, mentre l'altro cercherà di tornare nella sua realtà. La trama è veramente ispirata e prosegue molto bene, senza alcun calo di ritmo. La struttura che viene data alla storia permetterà di inserire numerose gag comiche al suo interno e consentirà di rendere ogni momento vivace ed ispirato. Non mancano, anche in questo caso, momenti politicamente scorretti e situazioni abbastanza fuori di testa, che faranno gioire i fan della serie.
Un criminale neutralizzato dal vendicatore
Il nonsense la fa da padrone e saranno presenti una miriade di momenti imperdibili e scene cult. La pellicola non presenta la quantità di critiche delle altre, ma anche in questo caso non viene risparmiata la politica e il falso buonismo che circonda le persone con dei problemi. Sono inoltre presenti numerose citazioni ad altre pellicole, delle quali una delle migliori è quella a Quarto Potere, nella quale è inserita la battuta "Nose Blood" che ricorda moltissimo la parola "Rosebud", resa celebre dal film citato. Anche la violenza non mancherà, essendo presenti un numero elevato di scene splatter realizzate veramente bene e che riescono a disturbare molto. Un aspetto che mi ha particolarmente divertito è la presenza di numerosi supereroi, uno più ridicolo dell'altro. Questi personaggi sono veramente divertenti e danno ulteriore ritmo e vivacità a molte scene. Sia loro che le loro controparti malvagie daranno vita a situazioni ironiche e macabre che rimarranno impresse.
Noxie, la versione cattiva di Toxie
Lo stile è ovviamente rimasto identico agli altri episodi, quindi abbiamo un trash di alto livello e una fantasia nelle scene e nella realizzazione che non è comune e regala bei momenti. Gli effetti speciali sono veramente riusciti e saranno molte le scene che daranno il voltastomaco, ma sempre col sorriso sulle labbra. La regia è veramente ben fatta e riesce a strutturare in maniera chiara la vicenda facendo mantenere altissimo l'interesse dello spettatore. Sono molti i momenti memorabili e verranno sfruttati bene i tempi comici per rendere le scene molto ironiche e riuscite.
Lo scontro fra Toxie e un supereroe malvagio
Alcuni split screen li ho trovati un po' confusionari, ma apprezzo comunque il tentativo di dare un tocco diverso dal solito. Ogni situazione risulta coerente con il tono della messa in scena e ogni momento riesce ad integrarsi benissimo nella pellicola, senza dare mai la sensazione di trovarsi di fronte ad una serie di gag scollegate fra loro. La fotografia e la messa in scena, come già accennato, è sempre delirante e curatissima, così da creare un microcosmo coerente e visivamente sempre stimolante. Ogni particolare è stato studiato a fondo e vengono quindi composte ambientazioni e situazioni molto variegate e interessanti.
Dio parla al vendicatore
Il trash ovviamente sarà presente in ogni momento e non mancheranno momenti da antologia. Quindi, il film può vantare nel complesso un comparto tecnico che sembra di cattiva qualità, ma che nasconde una cura e uno studio tali da renderlo veramente ben fatto. I personaggi sono veramente ispirati e quasi ognuno di essi rimarrà impresso nello spettatore per via di uno stile unico e di comportamenti molto divertenti. La fase di scrittura nasconde molti tocchi di classe, i dialoghi sono studiati bene e daranno un ottimo ritmo alla narrazione. Gli attori recitano sopra le righe e riescono a rendere vitali i propri personaggi. Quindi, siamo di fronte ad un'opera splendida che può rivaleggiare, senza raggiungerlo per poco, con lo splendido primo capitolo. Il trash e il politicamente scorretto la fanno da padroni, ma con uno stile e una cura uniche che rendono questo film un'esperienza imperdibile, che rimarrà impressa a lungo nello spettatore e che riporta la saga al livello di eccellenza.

1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (1971) di Boris Sagal


Trailer del film


Bell'horror girato con garbo e con una messa in scena coinvolgente. La storia racconta di Robert Neville, un uomo sopravvissuto allo sterminio dell'umanità avvenuto per colpa di un virus mortale. Robert vaga solitario nella città, tentando di sopravvivere agli attacchi dei mutanti, persone sopravvissute all'epidemia che si sono trasformate in creature notturne, le quali intendono eliminare ogni collegamento con la precedente epoca.
Una delle molte inquadrature che danno senso di solitudine
Il protagonista cerca da anni il covo dei mutanti per fermarli una volta per tutte. La storia procede benissimo, con un ritmo ottimo e una messa in scena veramente convincente. I colpi di scena e le svolte narrative sono studiati bene e riescono a mantenere la narrazione interessante. Un aspetto che rende il film veramente affascinante è l'atmosfera creata, dato che Robert sarà l'unico personaggio in molte scene e si troverà in una città morta e desolata. Il paesaggio postapocalittico è reso benissimo e riesce ad immergere pienamente lo spettatore nella vicenda. Viene mossa una forte critica verso il clima che si respira durante la guerra fredda e contro lo sviluppo deresponsabilizzato, che rischia di mettere a repentaglio l'umanità. Questo aspetto e presente, se ricordo bene, anche nel meraviglioso libro dal quale è tratto il film, anche se la parte finale presenta una prospettiva diversa e lievemente più banale, pur lanciando un grido di speranza all'umanità. Viene inoltre inserita nel racconto una forte ironia legata ai comportamenti di Robert, che alleggerisce l'atmosfera e rende tutto più brioso e gradevole, senza scadere mai nel ridicolo. Il pover'uomo sarà anche vittima della solitudine, con allucinazioni e comportamenti al limite della sociopatia, almeno fino a quando rimarrà da solo. Anche i mutanti non sono descritti positivamente, avendo un punto di vista retrogrado opposto a quello precrisi, basato sul progresso scellerato, come a voler mostrare che gli estremismi non portano mai a nulla di buono.
Robert si difende a colpa di mitra
La regia è ben fatta, con dei movimenti di macchina e delle inquadrature molto suggestive. Viene utilizzato sapientemente lo zoom, che metterà in evidenza la solitudine nella quale di trova il protagonista. Il ritmo è mantenuto adeguato e la storia viene sviluppata a dovere. Purtroppo alcune inquadrature presentano lievi errori, ma nel complesso non è nulla di grave. Alcuni momenti sono veramente riusciti, grazie a dei bei colpi di scena piazzati nei punti giusti.
Robert accerchiato dai mutanti
La fotografia e la messa in scena convincono molto, grazie ad inquadrature e paesaggi veramente suggestivi. La città deserta è veramente bella da vedere e riesce ad immergere pienamente lo spettatore nella situazione del protagonista. Nel complesso il comparto tecnico è quindi di buon livello e, insieme alle altre componenti, consegue un bel risultato. Robert è tratteggiato molto bene, con una sana ironia e un pizzico di follia che lo rende intrigante. Carlton Heston è veramente bravo, dato che sarà spesso l'unico interprete in scena, ma riuscirà a portare avanti la narrazione molto bene. I comprimari e i mutanti sono ben caratterizzati, anche senza essere approfonditi molto, visto che risultano funzionali alla trama e abbastanza interessanti. Ci troviamo, quindi, di fronte ad un film horror ben fatto, con buone idee alla base ben sfruttate, che compongono un quadro sempre interessante e veramente riuscito anche dal punto di vista estetico, pur non raggiungendo la profondità del libro da cui è tratto.