sabato 11 ottobre 2014

1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (1971) di Boris Sagal


Trailer del film


Bell'horror girato con garbo e con una messa in scena coinvolgente. La storia racconta di Robert Neville, un uomo sopravvissuto allo sterminio dell'umanità avvenuto per colpa di un virus mortale. Robert vaga solitario nella città, tentando di sopravvivere agli attacchi dei mutanti, persone sopravvissute all'epidemia che si sono trasformate in creature notturne, le quali intendono eliminare ogni collegamento con la precedente epoca.
Una delle molte inquadrature che danno senso di solitudine
Il protagonista cerca da anni il covo dei mutanti per fermarli una volta per tutte. La storia procede benissimo, con un ritmo ottimo e una messa in scena veramente convincente. I colpi di scena e le svolte narrative sono studiati bene e riescono a mantenere la narrazione interessante. Un aspetto che rende il film veramente affascinante è l'atmosfera creata, dato che Robert sarà l'unico personaggio in molte scene e si troverà in una città morta e desolata. Il paesaggio postapocalittico è reso benissimo e riesce ad immergere pienamente lo spettatore nella vicenda. Viene mossa una forte critica verso il clima che si respira durante la guerra fredda e contro lo sviluppo deresponsabilizzato, che rischia di mettere a repentaglio l'umanità. Questo aspetto e presente, se ricordo bene, anche nel meraviglioso libro dal quale è tratto il film, anche se la parte finale presenta una prospettiva diversa e lievemente più banale, pur lanciando un grido di speranza all'umanità. Viene inoltre inserita nel racconto una forte ironia legata ai comportamenti di Robert, che alleggerisce l'atmosfera e rende tutto più brioso e gradevole, senza scadere mai nel ridicolo. Il pover'uomo sarà anche vittima della solitudine, con allucinazioni e comportamenti al limite della sociopatia, almeno fino a quando rimarrà da solo. Anche i mutanti non sono descritti positivamente, avendo un punto di vista retrogrado opposto a quello precrisi, basato sul progresso scellerato, come a voler mostrare che gli estremismi non portano mai a nulla di buono.
Robert si difende a colpa di mitra
La regia è ben fatta, con dei movimenti di macchina e delle inquadrature molto suggestive. Viene utilizzato sapientemente lo zoom, che metterà in evidenza la solitudine nella quale di trova il protagonista. Il ritmo è mantenuto adeguato e la storia viene sviluppata a dovere. Purtroppo alcune inquadrature presentano lievi errori, ma nel complesso non è nulla di grave. Alcuni momenti sono veramente riusciti, grazie a dei bei colpi di scena piazzati nei punti giusti.
Robert accerchiato dai mutanti
La fotografia e la messa in scena convincono molto, grazie ad inquadrature e paesaggi veramente suggestivi. La città deserta è veramente bella da vedere e riesce ad immergere pienamente lo spettatore nella situazione del protagonista. Nel complesso il comparto tecnico è quindi di buon livello e, insieme alle altre componenti, consegue un bel risultato. Robert è tratteggiato molto bene, con una sana ironia e un pizzico di follia che lo rende intrigante. Carlton Heston è veramente bravo, dato che sarà spesso l'unico interprete in scena, ma riuscirà a portare avanti la narrazione molto bene. I comprimari e i mutanti sono ben caratterizzati, anche senza essere approfonditi molto, visto che risultano funzionali alla trama e abbastanza interessanti. Ci troviamo, quindi, di fronte ad un film horror ben fatto, con buone idee alla base ben sfruttate, che compongono un quadro sempre interessante e veramente riuscito anche dal punto di vista estetico, pur non raggiungendo la profondità del libro da cui è tratto.

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