domenica 7 dicembre 2014

Ender's Game (2013) di Gavin Hood


Trailer del film



Buon film di fantascienza che critica fortemente la guerra mettendo le sorti del conflitto in mano ad un bambino. La storia è ambientata nel futuro, in cui l'umanità è sopravvissuta all'attacco della razza aliena dei Formics. In seguito a ciò le tattiche belliche terrestri si sono evolute, fino ad arrivare al punto di usare dei bambini come strateghi, essendo i loro riflessi più rapidi di quelli degli adulti.
Ender arriva in accademia
Seguiremo quindi le gesta di Ender, promettente bambino che supera via via le prove che gli si parano davanti per essere degno di portare l'attacco finale agli alieni. La storia è ben sviluppata, con alcuni momenti riusciti e altri più banali, ma nel complesso è di buon impatto e riesce a coinvolgere e a veicolare bene il messaggio. Il tema portante dell'opera è il disprezzo verso qualsiasi forma di guerra o conflitto e questo viene rappresentato con forza maggiore grazie all'utilizzo dei bambini per portare avanti le strategie belliche, rovinando così per sempre la loro infanzia. Il fatto di avere una guerra così tecnologica da un lato permette di limitare le vittime della propria fazione, ma dall'altro rende tutto troppo impersonale e risulta difficile fermarsi una volta cominciata la distruzione. Molto interessante è il modo con cui viene descritto l'addestramento, che è mirato a fare dei ragazzi delle vere e proprie macchine da guerra. Anche la scelta di non mostrare mai gli umani come puri e buoni è efficace e riesce a far sorgere il dubbio nello spettatore su da che parte stare. Le critiche portate avanti non sono originalissime, ma devo ammettere che sono veicolate bene e riescono a scuotere lo spettatore. La struttura che viene data alla trama è buona, anche se alla lunga rischia di ripetersi un po'.
Ender si scontra con un suo superiore
Anche alcune scelte narrative non tornano molto e alcuni comportamenti sono un po' forzati, oltre ad essere presenti alcuni cliché, i quali fortunatamente non si fanno sentire troppo. Nel finale la situazione torna a decollare e sono presenti scelte narrative molto interessanti e che riescono a dare una degna conclusione alla pellicola. La regia è buona, senza eccessivi virtuosismi, ma riesce comunque a coinvolgere e a dare un bel ritmo al racconto.
Uno scontro simulato contro i Formics
Lo stile è discreto e viene mantenuto un tono abbastanza disturbante durante la storia, così da far entrare meglio in empatia con lo spettatore. La fotografia e le ambientazioni sono ben fatte, anche se molto derivative e riescono a calare abbastanza bene nella storia. Alcuni scorci e inquadrature sono realizzate con cura e nel complesso è stato fatto un buon lavoro. Il resto del comparto tecnico si assesta nella media, senza convincere al 100%, ma riuscendo comunque a portare avanti la storia in maniera abbastanza efficace. I personaggi sono, tranne il protagonista, abbastanza abbozzati e nessuno di essi rimarrà eccessivamente impresso, per via di caratterizzazioni un po' macchiettistiche che non danno fastidio, ma rendono i comprimari poco approfonditi e funzionali unicamente allo svolgersi della storia.
Un formics
Diverso discorso vale per il protagonista, che dimostra una profondità molto buona e riesce a trasmettere molto bene i suoi timori e le sue sensazioni. La trama ha proprio l'evoluzione di Ender come perno centrale per mandare il messaggio di odio contro la guerra e, anche se non si tratta di nulla di nuovo, riesce ad essere abbastanza efficace. Purtroppo non mancano momenti e dialoghi poco ispirati e che sono tipici dei blockbuster, ma nel complesso non si tratta di difetti insormontabili. Quindi, questo è un buon film, che ha dalla sua delle buone idee ben sfruttate, che sono in parte minate da alcune leggerezze che però non sminuiscono il buon lavoro svolto, il quale riuscirà ad appassionare e a coinvolgere lo spettatore, avendo unito in maniera intelligente fantascienza e sociale.

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