domenica 14 dicembre 2014

Orphan (2009) di Jaume Collet-Serra


Trailer del film



Buon horror che convince in parte e viene portato avanti con mestiere. La storia è quella della famiglia Coleman, che decide, per superare l'aborto spontaneo della moglie Kate, di adottare una bambina. La scelta ricadrà sull'allegra Esther, la quale sarà ben lieta di andare a vivere con la sua nuova famiglia. Purtroppo non tutto andrà per il meglio e, dall'arrivo della giovane orfana, inizieranno ad accadere strani eventi nella vita del nucleo familiare. Da lì in poi la povera Kate, che è la prima che si accorge che qualcosa non va, inizierà ad indagare sulle origini di Esther, mettendosi contro inizialmente il padre Peter e la figlia sorda Max. La trama procederà prendendo pieghe sempre più eccessive man mano che la verità viene a galla. La pellicola può essere inserita nel filone degli horror con i bambini malefici. La storia viene gestita abbastanza bene, seguendo una narrazione canonica con pochi momenti veramente horror.
Esther all'orfanotrofio
Quest'ultimi sono comunque inseriti nei posti giusti e riescono ad avere una certa forza. Il film riesce a mantenere una buona tensione per tutta la sua durata e alcune scelte narrative sono abbastanza coraggiose. Purtroppo non viene sempre mantenuta una qualità adeguata e nella parte centrale le cattiverie compiute da Esther sono un po' eccessive e prive di senso, nell'ottica del piano che sta mettendo in atto. Ciononostante la storia appassiona abbastanza e conduce degnamente lo spettatore fino all'inverosimile finale, che può far storcere il naso, ma nel complesso risulta accettabile e un po' fuori dagli schemi. Una delle cose che mi ha convinto meno è stato l'inserimento di molti cliché del genere e di alcune situazioni fin troppo improbabili che alla lunga danno fastidio, pur non minando in maniera irreparabile l'opera.
I genitori portano a casa la muova arrivata
La scelta di mostrare la famiglia non come un rifugio sicuro, ma come fonte di attriti e rancori l'ho trovata azzeccata al fine della creazione dell'atmosfera. La regia è buona, dato che riesce a spingere sull'acceleratore durante la scene horror e gestendole nel complesso molto bene. Il ritmo e la tensione sono mantenuti adeguatamente alti e la storia scorre via bene. Purtroppo non possiamo parlare di una regia ispiratissima, dato che tutto sa di già visto e la narrazione poteva essere gestita meglio, per via di scelte discutibili. Alcuni momenti sono inoltre inverosimili, come ad esempio il fatto che Kate non veda suo marito riflesso nello specchio o che le venga fatta un'iniezione all'ospedale senza il consenso di nessuno.
Esther al parco giochi
La fotografia è molto buona, con delle sequenze veramente riuscite e dai toni freddi che riescono a rimanere impresse. La scelta di ambientare tutto durante l'inverno è stata vincente nel creare un ambiente cupo e che dà un senso di isolamento. Il resto del comparto tecnico si assesta nella media e, pur non facendo gridare al miracolo, riesce a portare a compimento degnamente il lavoro. La colonna sonora invece non mi ha convinto, dato che la musica viene usata spesso in maniera troppo roboante ed è sfruttata in maniera grezza per la creazione della tensione. La fase di scrittura è quella che penalizza maggiormente l'opera e richiede allo spettatore di stare al gioco per rendere credibile la trama, che altrimenti mostrerebbe tutti suoi punti deboli. Gli attori sono in parte e riescono ad essere credibili nei rispettivi ruoli, riuscendo a creare un contesto abbastanza variegato, pur non brillando per profondità dei caratteri.
La madre tenta di salvarsi la vita passando per il tetto
Quindi, siamo di fronte ad un horror di media qualità che è minato da alcuni difetti non da poco, ma alla fine riesce a convincere e ad appassionare abbastanza bene, per via di un buon ritmo e di una tensione costruita in maniera abbastanza ispirata.

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