domenica 28 dicembre 2014

La montagna sacra (1973) di Alejandro Jodorowsky


Trailer del film


Bel film dallo stile surreale che racconta in maniera allegorica il percorso spirituale di alcuni uomini. La pellicola comincia con il risveglio di un uomo, che si ritrova a vagare in un paese surreale in cui c'è un regime dittatoriale. Lui cercherà di trovare il suo posto nel mondo, ma una volta smarrita la strada si rivolgerà ad un misterioso alchimista che vive in una torre. Quest'ultimo gli proporrà di andare in viaggio con lui e le nove persone più potenti dell'universo per raggiungere la vetta della montagna sacra ed ottenere, così, l'immortalità.
Il ladro si trova in mezzo a sue repliche in cera/plastica

Il gruppo partirà per la lontana destinazione, che porterà tutti ad affrontare numerose difficoltà. Il film è veramente pieno di significati simbolici e racconta con efficacia una storia non facile che si apre a numerosissime interpretazioni. Inizialmente viene presentata una figura quasi messianica che si ritrova in un mondo in cui la religione ha perso di significato e i più deboli sono oppressi. Quest'ultimo aspetto è mostrato con efficacia facendo vedere esecuzioni compiute da parte di un regime dittatoriale, il quale accoglie a braccia aperte gli abbienti turisti che non rimangono sconvolti, ma anzi trovano affascinanti gli usi e i costumi che vedono. Altro aspetto che ho apprezzato molto nella pellicola è l'incontro con le persone più potenti dell'universo che incarnano, ognuno a suo modo, i peggiori difetti che caratterizzano l'umanità, andando a comporre tutti insieme un ricettacolo di malignità.
I cadaveri di questi animali sono messi in mostra come fossero idoli
Attraverso queste figure viene anche posto il focus su come il potere logori e provochi ogni tipo di deviazioni morali. Tutte queste persone hanno un unico obiettivo, che corrisponde a l'unica cosa che non possono ottenere con il potere: l'immortalità. La loro bramosia viene scatenata e si metteranno in un folle viaggio alla ricerca del potere supremo. Tutta la storia vanta uno stile visionario che fa della messa in scena curata e ricercata il suo punto di forza insieme ad una narrazione ispirata che non è di facile comprensione, ma che coinvolge moltissimo. Tutto questo si traduce in un racconto fresco e colto allo stesso tempo, per via dei numerosissimi simboli che vengono mostrati. Molte sono le sequenze che restano impresse, come la presentazione dei potenti o la visita a coloro che hanno fallito la scalata della montagna sacra. Come già detto, le chiavi di lettura sono molteplici e questo può essere sia un difetto che un pregio. Un difetto perché non risulta chiaro cosa voglia realmente trasmettere il regista, mentre questo può essere un pregio per via della complessità, la quale si presenta comunque interpretabile e non appare come mero esercizio di stile. SPOILER Una cosa che ho molto apprezzato è il finale, in cui viene reso palese che ciò che stanno vivendo i personaggi è un film. Questa scoperta l'ho interpretata come la presa di coscienza delle strutture sociali che ci circondano e di come solo iniziando a smettere di coprire dei ruoli per vivere come meglio vogliamo caratterizza il raggiungimento della vera libertà intellettuale FINE SPOILER. La regia costruisce veramente bene il racconto e dona uno stile unico a tutta la vicenda, caricandola sapientemente di significato e creando benissimo un universo surreale, ma coerente. La macchina da presa dona inquadrature molto curate e che sono molto simboliche e suggestive. Il messaggio viene veicolato in maniera complessa, ma il tutto risulta veramente efficace ed affascinante. La fotografia e la messa in scena sono le componenti che colpiscono maggiormente, dato che c'è un'ottima cura nello stile delle ambientazioni e nella costruzione delle inquadrature.
Il ladro va a parlare con l'alchimista
Tutto ciò garantisce un forte interesse da parte dello spettatore che rimane rapito e quasi ubriacato dal gran numero di immagini surreali veramente ispirate. Il film riesce a passare agevolmente da uno stile più fantascientifico ad un altro più mistico con scioltezza e senza rendere la pellicola disomogenea, anche se in alcuni punti, soprattutto all'inizio, si nota forse poca continuità narrativa. Il montaggio va ad aiutare ulteriormente la creazione dell'atmosfera, essendo in molti momenti caratterizzato da stacchi molto netti e che fanno dei salti temporali in avanti marcati che danno un certo senso di disorientamento, ma permettono di dare alla narrazione un ritmo e una cronologia particolare. Anche la colonna sonora è interessante, pur non presentando momenti indimenticabili, con pezzi tribali che ben si amalgamano con la storia. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, pur rimanendo figure abbastanza squadrate e che vanno a rappresentare archetipi più che figure a se stanti. La simbologia del racconto è presente quindi anche nelle figure presenti e ciò impedisce in parte l'empatia con lo spettatore, ma restano comunque interessanti.
L'alchimista con due donne
La scelta di ridurre al minimo i dialoghi l'ho trovata veramente vincente, visto il gran numero di informazioni che vengono trasmesse con le immagini. La storia è molto interessante ed è visibile il buon lavoro di scrittura che c'è stato per scriverla e sceneggiarla. In breve, questa è un'opera che non è adatta a tutti, ma per chi saprà farsi coinvolgere rimarrà un'esperienza veramente affascinante che fa della potenza visiva la sua carta vincente per raccontare una storia non semplice, ma accattivante e pregna di significato.

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