domenica 28 dicembre 2014

Antarctic Journal (2005) di Yim Pil-sung


Trailer del film



Bell'horror che può vantare un certo grado di originalità e una messa in scena molto ispirata. La storia segue il viaggio di un gruppo di esploratori verso un luogo nell'antartico chiamato Point of Inaccessibility. Durante questo faticoso viaggio verrà rinvenuto, da uno dei ragazzi, un quaderno in cui sono scritti gli appunti di una spedizione precedente, la quale aveva fallito. Da quel momento inizieranno a manifestarsi comportamenti strani da parte del leader della spedizione e sorgeranno inquietanti parallelismi fra i due gruppi.
Due membri della spedizione
La narrazione procede con il giusto ritmo e accompagna bene lo spettatore dall'inizio alla fine, senza annoiare o utilizzare trucchi già visti. Uno degli aspetti che mi ha maggiormente convinto riguarda la freschezza con cui è stato trattato il paranormale, dato che non viene mai utilizzato in maniera roboante o come solitamente viene trattato in film simili, ma invece il contatto è molto limitato e più volte sorgerà il dubbio che i comportamenti anomali dei ragazzi siano frutto di una pazzia vera e propria, piuttosto che dalla maledizione che sembra essere presente. La narrazione è sviluppata bene e riesce a dosare molto bene le svolte narrative e gli sviluppi della trama, così da avere una certa varietà di situazioni e di ritmo.
Tutto il gruppo procede verso la metà
Pure la tensione è ben sfruttata in alcuni punti e riesce a crescere bene così da far restare lo spettatore in ansia nei momenti giusti e con la giusta intensità. L'atmosfera horror è stata studiata bene e riesce a dare corpo anche ad un'ambientazione che poteva scadere nel ripetitivo. La storia parallela della ragazza che sorveglia l'andamento della spedizione l'ho trovata più debole, ma riesce comunque ad essere interessante, soprattutto per alcune scene che fanno capire come qualcosa non vada. Nel complesso quindi tutto procede bene, con rari cali nel ritmo fino al bel finale dove c'è un bel discorso del capitano che prende atto degli eventi commessi durante il viaggio. La regia è molto curata e riesce a mantenere vivo l'interesse e a dare il giusto ritmo alla vicenda. Come già scritto, la tensione viene dosata con cura, senza far mai sfociare la pellicola nell'horror puro, ma creando un'aura malefica che circonda la spedizione.
Un macabro ritrovamento
Le ambientazioni sono veramente affascinanti e sono inquadrate con intelligenza, per evitare che sopraggiunga la ripetitività che tali luoghi possono facilmente suscitare. Anche le scene più cupe sono realizzate con inventiva e soprattutto nella parte finale c'è una fotografia freddissima che inquieta molto e crea benissimo la tensione. Anche il resto del comparto tecnico, pur non eccellendo riesce a rendere visivamente interessante il film. La storia è gestita e scritta bene, con poche ingenuità e con un buon grado di inventiva. Gli attori sono molto in parte e riescono a dar vita a personaggi interessanti. I più approfonditi sono il capitano e Kim Min-jae, i quali denotano uno spessore maggiore, con il primo che, grazie alla bella interpretazione di Song Kang-ho è quello che rimane più impresso per via della sua forza. Ciò che resta è, quindi, un horror atipico che vanta una messa in scena degna di nota e una narrazione ben gestita, che lo rende accattivante e lo fa spiccare fra le pellicole similari.

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