Bellissimo horror sul vampirismo come metafora della dipendenza dalle droghe e come fuga da una realtà insoddisfacente. La storia vede come protagonista Kathleen, studentessa di antropologia che sta svolgendo brillantemente i suoi studi, la quale una sera viene morsa da una vampira. Nella sua nuova condizione la ragazza inizierà a riflettere sul male insito in ogni persona e placherà la sua sete con i suoi compagni di studio.
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Kathleen e una sua compagna di studio |
La trama è veramente intrigante e viene sviluppata molto bene, utilizzando un ritmo molto posato, che però non sfocia mai in una sensazione di noia. Il parallelismo fra la sua condizione e l'uso di eroina è palese e la vicenda aiuta bene a capire lo stato d'animo di una persona afflitta da una dipendenza. Oltre a questo, il suo comportamento, insieme al suo nuovo modo di vedere il male, mostra come lei, e l'uomanità più in generale, sia attratta dalla malvagità e come questo si traduca in comportamenti disumani giustificati in maniera insufficiente, ma che le bastano per essere in pace con se stessa.
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Kathleen e una delle vittime della sua sete |
Lo sviluppo narrativo che viene dato risulta intelligente e va a comporre una parabola di caduta e di rinascita molto suggestiva. Il fatto poi di utilizzare massicciamente il pensiero fuoricampo da una parte appesantisce un po' l'incedere della trama, ma dall'altro carica di una profondità unica le situazioni e lo sviluppo psicologico della ragazza. Anche gli incontri con gli altri (pochi) personaggi chiave sono realizzati molto bene e viene dato il giusto pathos alle scene. Ovviamente non mancheranno anche momenti dove la violenza la fa da padrona, ma non vengono mai mostrati in maniera morbosa, impedendo allo spettatore di empatizzare con i comportamenti della vampira. La scelta di rappresentare tutto in bianco e nero l'ho trovata azzeccatissima, dato che crea un'atmosfera cupa e tetra, anche nelle sequenze ambientate durante il giorno.
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La ragazza con Peina, un vampiro che ha vinto la sua sete |
Il comparto tecnico è inoltre di prim'ordine e va a supportare egregiamente una storia che sarebbe potuta diventare confusionaria. La regia dona uno stile unico alla pellicola e riesce a scatenare interesse e repulsione nello spettatore. Il ritmo viene sempre mantenuto molto lento, con alcune accelerazioni nei punti giusti e nella parte finale, con un'esplosione di violenza che resta impressa per via della sua forza visiva. La fotografia e le inquadrature sono molto curate, riuscendo quasi sempre a comporre delle immagini intriganti e che esprimono bene la crisi della ragazza, in bilico fra la ricerca della salvezza e l'accettazione del suo stato attuale. Gli scorci urbani mostrati inoltre sono caratteristici e nel complesso le ambientazioni si adattano bene alle situazioni raccontate. Anche la colonna sonora si adatta bene alle sequenze urbane, dando ulteriore forza alle immagini.
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La donna che ha infettato Kathleen |
Dal punto di vista narrativo è, quindi, stato fatto un bel lavoro, anche se seguire al 100% la storia può risultare complicato e a volte alcuni pensieri potrebbero risultare un po' troppo complessi. I personaggi hanno quasi tutti un certo spessore, pur non essendo approfonditi più di tanto. La loro personalità viene conferita da pochi dialoghi e dall'aura che li viene costruita intorno. Questo denota un buon lavoro di caratterizzazione. Kathleen è il fulcro della vicenda e, grazie alla bella performance di Lili Taylor, riesce ad essere un personaggio che resta impresso a lungo. Quindi, questo è horror atipico, dotato di una certa profondità, che mette in luce i lati oscuri dell'uomo, in particolar modo di fronte ad una forte dipendenza, riuscendo a veicolare il suo messaggio, attraverso la sapiente creazione di atmosfera e con una tecnica molto buona, accompagnando lo spettatore nell'abisso per poi farlo riemergere.
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