sabato 28 febbraio 2015

The Chaser (2008) di Na Hong-jin


Trailer del film



Buon thriller che, pur essendo molto derivativo, riesce a regalare forti emozioni. La storia ha come protagonista Eom Joong-ho, un ex detective che adesso fa il pappone, il quale si troverà ad indagare sulla sparizione di alcune sue ragazze. L'indagine porterà alla luce una cruda verità e da lì in poi la vicenda prenderà una piega molto interessante.
Una vittima del killer
Lo sviluppo narrativo infatti non seguirà un andamento classico, ma il tutto si svolgerà come un'indagine per ottenere delle prove di colpevolezza entro un certo orario. La corsa contro il tempo sarà anche per trovare una della ragazze scomparse prima che faccia una brutta fine. Durante tutta la trama quindi, sarà costantemente presente molta tensione, soprattutto per l'incolumità della giovane ragazza. Il protagonista si ritroverà a vestire nuovamente i panni da detective e verrà affiancato da un suo dipendente e dalla figlia della prostituta scomparsa.
La trama viene sviluppata molto bene, senza cali di ritmo, con la tensione sempre elevata e con svolte narrative inserite nei momenti giusti e con la giusta intensità, così da essere valorizzati al meglio. Tutta la storia rappresenta anche la parabola di redenzione del protagonista, che ritroverà via via la sua umanità, che aveva ormai perso. Anche il rapporto fra società civile e politica è messo sotto accusa, dato che uno degli ostacoli maggiori durante le indagini è proprio dato dalla pressione della politica sulla polizia per risolvere una questione di poco conto, mentre il tempo continua a correre inesorabile.
Il killer inseguito dal protagonista
La pellicola non risparmia immagini dalla forte crudezza, al limite dello splatter, che colpiscono allo stomaco in maniera molto violenta, ma nello stesso tempo sono presenti momenti dalla forte sensibilità e molto toccanti. La storia non è priva di difetti e si vede in maniera abbastanza palese come essa si ispiri a pellicole analoghe uscite pochi anni prima, ma devo ammettere che la fattura di quest'opera è pregevole. Uno dei difetti maggiori sono le fin troppo numerose coincidenze che fanno un po' storcere il naso, anche se non si tratta di niente di grave, soprattutto paragonandole a quelle che accadono negli altri film.
Un aiutante di Eom Joong-ho
La componente tecnica è ciò che rende la pellicola qualcosa di più di un thriller già visto molte altre volte, dato che le inquadrature e la narrazione sono studiate bene e gestite con perizia. Le scene, da quelle d'azione a quelle più pacate, mantengono bene l'atmosfera mortifera che aleggia su tutta la pellicola. Insieme alla fotografia molto ispirata, vengono composte delle sequenze molto suggestive e dai toni freddi, andando a comporre una'ambientazione corrotta e nella quale le autorità non sono di aiuto, ma solo di intralcio. Una cosa che ho molto apprezzato è come sono variegate nei toni le scene di violenza, dato che, pur essendo tutte dotate di una certa ferocia, vengono mostrate in un modo più delicato o brutale a seconda del pathos che è stato scelto di dare alla scena.
La figlia di una delle vittime
Anche il sonoro è stato bene fruttato, come nella scena del pianto della bambina nella quale non viene sentito il suo lamentarsi, in modo da rendere ancora più suggestiva l'immagine. Inoltre, come già scritto, la violenza è sempre molto cruda e farà stare sempre sulle spine lo spettatore rendendo bene il senso di pericolo durante quei momenti. Gli interpreti sono molto bravi e riescono ad avere una caratterizzazione tale da renderli interessanti, facendo entrare lo spettatore  in empatia con loro. Non dico che tutti sono oggetto di un approfondimento, come ad esempio il killer, ma viene comunque costruita un'immagine e un'aura intorno ad esso tale da renderlo vitale. Il protagonista invece, vero fulcro umano della storia, viene giustamente sfaccettato e resta impresso.
Il killer al commissariato
Detto ciò, non mi resta che concludere rimarcando come questo thriller non rimarrà nella storia, per via di alcune mancanze a livello narrativo e per una qualità molto buona ma non eccellente del comparto tecnico, ma riesce nel difficile compito di far emozionare molto facendo rimanere lo spettatore incollato allo schermo in ansia per la sorte dei personaggi. Tutto questo grazie ad una messa in scena sapiente, la quale riesce a dare enfasi nei momenti giusti e a sfruttare bene la sceneggiatura che non ha paura di prendere scelte narrativamente difficili, ma che pagano nella qualità complessiva dell'opera.

Nessun commento:

Posta un commento