Quest'ultimo non crede nell'arte per il proprio piacere, ma solamente per rivalutare la propria immagine agli occhi della gente. Per fare ciò sacrificherà tutto e non si accorgerà che, mentre cerca il nuovo successo, va sgretolandosi intorno a se tutta la vita sociale e gli affetti che si era creato negli anni.
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Riggan riflette |
Altre visioni che verranno mostrate sono quelle di Mike Shiner, che usa l'arte come forma per comunicare e per mostrarsi come vorrebbe essere, o come quella della critica, che vede gli artisti come esseri vanesi che cercano di sembrare migliori di come sono in realtà, senza avere al loro interno alcun talento. Per portare avanti tutte queste teorie, che potrebbero essere associate anche ad alcuni aspetti della vita reale, viene mostrata la parabola del protagonista nella creazione del suo spettacolo.
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Riggan discute col suo produttore |
Lui si troverà in forte stress per paura di fallire e questo lo porterà a rischiare un collasso nervoso e alla pazzia, manifestata dai suoi continui dialoghi col suo subconscio, impersonato da Birdman e da come lui immagini di avere superpoteri, quando in realtà la pellicola mostra come questa sia solo la sua visione. La storia prosegue molto bene e riesce a creare un microcosmo interessante e ben strutturato, con personalità molto variegate che risultano funzionali allo svolgimento della trama. Il ritmo è mantenuto sempre ottimo, con una narrazione di qualità che si sviluppa scandagliando a fondo il carattere dei personaggi, mostrandone via via lati sempre più sfaccettati. Il tutto viene mantenuto con un tono al limite del surreale, come dimostra la scelta di far fare la colonna sonora ad un batterista che si trova realmente in scena o per via delle svolte narrative che prende la trama.
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Un momento di crisi del protagonista |
Questo porta lo spettatore a riflettere molto su ciò che vede, senza tralasciare la componente più ludica della storia, che diverte molto e crea il giusto interesse. Le critiche che vengono portate avanti condannano chi fa arte solo per se stesso, ma a volte si scade un po' nel populista, soprattutto nella critica ai blockbuster, anche se quest'ultima è più rivolta verso il pubblico che verso le opere in sé. La trama procede, quindi, molto bene, fino ad un finale che a mio avviso stona un po' con quanto mostrato fino a quel punto, anche se si apre a mille interpretazioni. Dal punto di vista tecnico ci troviamo su alti livelli, essendo stata sfruttata benissimo la tecnica del finto piano sequenza, utilizzando quindi stacchi ben piazzati fra un buon numero di scene, così da scaglionare con efficacia lo scorrere del tempo e dare un effetto visivo veramente di qualità. La macchina da presa si muove con molta bravura e riesce a seguire sempre la scena da angolazioni interessanti, con rari cali.
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Riggan combatte contro Mike |
Anche la fotografia e la messa in scena sono veramente ben fatte e riescono a calare lo spettatore nell'atmosfera del teatro. Il montaggio, per quanto poco presente, è ben fatto e non fa mai notare quando è stato inserito uno stacco. La fase di scrittura denota una certa cura, non solo nella struttura del racconto, ma anche nelle linee di dialogo, anche se alcune scene sono un po' troppo cariche e con battute non eccellenti. Il cast si rivela all'altezza delle aspettative, con interpretazioni sentite e che danno vitalità ai personaggi, cedendo raramente a dialoghi con toni un po' sopra le righe e a volte un po' magniloquenti.
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Lo spettro di Birdman non lo abbandona mai |
Quindi, questo è un film dall'ottima tecnica che presenta molti spunti di riflessione, che non aggiungono nulla al già detto, ma sono presentati molto bene e sono veicolati attraverso una trama intrigante e ben strutturata, che rimane a lungo impressa per via della sua potenza visiva e per l'intensità con cui il regista è riuscito a far entrare lo spettatore nell'universo presentato.
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