venerdì 3 gennaio 2014

Ballata dell'odio e dell'amore (2010) di Álex de la Iglesia

Trailer del film


Bel film drammatico, ambientato nella Spagna franchista, che racconta un triangolo amoroso con una poesia tale da farsi perdonare alcune imperfezioni. La storia racconta di un clown, Javier, che va a lavorare in un circo per continuare la tradizione di famiglia. In quell'ambiente si innamorerà dell'acrobata Natalia, che però è già fidanzata con Sergio, l'altro clown della compagnia circense. Questo triangolo porterà a conseguenze nefaste per tutti e tre i protagonisti che saranno inghiottiti da una spirale di odio e pazzia. La trama è raccontata e sviluppata molto bene e in maniera originale, essendo un racconto abbastanza folle con contaminazioni horror e storiche, per via dell'ambientazione. Nella travagliata storia d'amore ho visto una forte allegoria della situazione vissuta dalla Spagna in quegli anni: Natalia è la nazione, Sergio è Franco che la domina e la fa soffrire, mentre Javier è l'opposizione al regime. Questa ovviamente è una visione soggettiva, ma credo che possa calzare bene con la situazione raccontata. Viene mostrato bene come l'impossibilità di una soluzione pacifica porta alla disumanizzazione di entrambi i contendenti che si troveranno a portare sul proprio corpo i segni della lotta. Questa è un'opera molto violenta che non risparmia allo spettatore atti efferati causati dall'impossibilità del raggiungimento della felicità. Entrambi i clown si ritroveranno ad essere mostri anche a causa di un periodo storico che ha fortemente segnato gli animi, rendendo la Spagna un posto triste in cui vivere. SPOILER Una menzione d'onore va alla scena finale dove si vede Javier che piange avendo capito che la sua follia gli ha strappato Natalia, mentre Sergio, più bestiale, ride per non aver lasciato la ragazza al suo rivale, anche se la sua soddisfazione trasuda tristezza: mantengono fino alla fine il ruolo di clown triste e di clown allegro FINE SPOILER. La regia è molto curata e ben fatta, con una narrazione molto ritmata che prende strade imprevedibili, pur arrivando ad un finale sempre più inevitabile man mano che procede la storia. C'è un uso quasi virtuosistico dell'obiettivo, che però non dà alcun fastidio, ma fa risaltare le sequenze mostrate. Nonostante questo, alcune scelte narrative sembrano un po' forzate, ma si tratta di difetti di poco conto nel bilancio finale, dato che sono compensate da scene visivamente molto potenti e da una storia che suscita molto interesse. La fotografia è curatissima, con delle immagini (ad esempio il bambino con il leone) che rimangono impresse ed ho apprezzato l'utilizzo di toni horror in alcune scene. Il cambiamento di colori dalle epoche passate alle presenti l'ho trovato simile a La stanza del bambino (film del 2006 del solito regista) e, come in quel caso, mi è sembrata una scelta intelligente ed azzeccatissima. Ho apprezzato molto il fatto di non aver posto alcun filtro alla visione dello spettatore mostrando sia immagini poetiche, sia immagini molto violente. Il montaggio è ben fatto, anche se ho notato alcuni errori causati da incongruenze fra alcuni cambi di inquadratura, pur essendo di lieve entità. Il cast offre prove molto convincenti e nel complesso sia i protagonisti, sia quasi tutti i comprimari sono caratterizzati a dovere, anche se Javier è quello più approfondito. La caratterizzazione è aiutata molto da dei dialoghi ben scritti che non risultano mai fiacchi o banali. Gli effetti speciali, soprattutto nelle scene più crude sono stati molto realistici e ben fatti, aiutando a dare la giusta serietà agli avvenimenti. In conclusione, questo è un film molto bello e poetico che racconta bene la vicenda, riuscendo a creare molto pathos, in sequenze visivamente belle ed emozionanti.

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