domenica 19 gennaio 2014

Wampyr (1978) di George A. Romero


Trailer del film



Grande horror che distrugge e ricrea magistralmente la figura del vampiro spogliandola dell'aura mitica e romantica, per restituire un ragazzo malato immerso in un ambiente decadente. La storia è quella di Martin, un ragazzo che viene mandato a vivere con suo zio (Cuda) e sua cugina (Christina) in una piccola città. Lo zio è stato incaricato dalla famiglia di tenerlo d'occhio, dato che il giovane è dipendente dal sangue e per ottenerlo narcotizza le sue vittime, solitamente giovani donne, per poi berne il sangue. Questo è un film horror atipico, dato che viene dato molto più risalto al conflitto interiore del protagonista, che si vede costretto ad uccidere per via della sua dipendenza, più che per volontà propria. Questo aspetto viene sviluppato molto bene e risulta evidente la difficoltà di Martin nel resistere ai propri istinti. Altra cosa molto interessante è come è stato scelto di rappresentare questo "vampiro". Infatti lui non avrà le caratteristiche classiche del mostro, ma avrà un aspetto normalissimo e sarà in tutto e per tutto una persona normale, tranne per la dipendenza che si porta dietro. Da questo punto di vista è possibile assimilare la sua condizione a quella di un tossicodipendente, presentando tutte le sue debolezze e i suoi lati negativi. Con questa operazione viene magistralmente eliminato tutto ciò che rende i vampiri creature affascinanti e misteriose, mostrando quindi un personaggio debole, insicuro e vittima degli eventi. L'ambiente in cui è immerso ha inoltre caratteristiche che non lo aiutano ad andare avanti e a superare il suo problema. Infatti la società che lo circonda è caratterizzata da una certa superficialità e viene mostrato come sia, per i cittadini, molto più importante l'apparenza, di qualsiasi altra cosa. Le persone tentano di mantenere un'immagine impeccabile, pur nascondendo delle situazioni torbide e moralmente discutibili, insieme ad una forte vena egoistica. Emblematica è la scena in cui Martin narcotizza un uomo e la donna che è con lui preferisce rischiare di farlo morire, pur di non chiamare la polizia, per paura che il marito scopra la loro relazione. Anche la figura dello zio rispecchia questa mentalità e si preoccuperà molto di salvare l'onore della famiglia, mentre in realtà si macchia di azioni criminali e malvagie. Unica eccezione, oltre al ragazzo, è la sua cugina che però si troverà costretta a fuggire con un uomo che non ama pur di allontanarsi da quella realtà. La pellicola si schiera apertamente contro il fanatismo religioso dello zio, che vede in Martin solo una minaccia sovrannaturale, non cercando mai di aiutarlo a superare il suo problema. La regia è superba, con un ritmo posato che rende il film un'opera introspettiva che analizza benissimo la situazione di Martin. Nonostante questo non viene sacrificata la componente horror, anche se viene rilegata in alcune sequenze e lasciando nelle altre l'orrore dato dai rapporti sociali di quella realtà. La macchina da presa è mossa con maestria e, pure le sequenze più concitate, sono mantenute chiare ben orchestrate. Viene anche resa benissimo l'idea della morbosità con cui lui commette le sue efferatezze, che vengono rappresentate come atti sessuali, più che come omicidi veri e propri. Le sequenze migliori sono senza dubbio quelle nelle quali sono inseriti frammenti in bianco e nero, ambientate nel passato, come se lui fosse in un film di vampiri anni 30. Queste sono visivamente splendide, sono inserite benissimo nella narrazione e possono essere interpretate come delle visioni alle quali è sottoposto il ragazzo durante gli attacchi della dipendenza. Molto bella è la sequenza dove lui prepara la prima dose di narcotico. La fotografia è molto ispirata, con delle ambientazioni curate e che delineano bene la cittadina, e con le sequenze in bianco e nero veramente magistrali. Gli effetti speciali e i trucchi sono ben fatti, anche se risentono un po' dell'età. Gli attori danno buone prove, delineando personaggi realistici e mai sopra le righe, per via di un buon lavoro di caratterizzazione, anche se Martin è quello, ovviamente, più approfondito e sfaccettato. In conclusione questo è un'opera veramente bella che parte dal mito del vampiro per mettere in scena una versione rivisitata del mostro, inserito in un contesto realistico, che, attraverso i suoi problemi, permette di mostrare una società fatta di falsità, dove nessuno è accettato per quello che è e ciò, insieme ad un'ottima realizzazione tecnica, compone un film di alta qualità.

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