mercoledì 29 gennaio 2014

Bella addormentata (2012) di Marco Bellocchio


Trailer del film



Bel film che analizza molto bene la società italiana di fronte al tema dell'eutanasia durante i giorni precedenti la morte di Eluana Englaro. Il film è composto da quattro linee narrative, di cui solo due intrecciate fra loro, con la vicenda di Eluana sullo sfondo. La prima è quella di un senatore, Uliano Beffardi, che si trova in conflitto morale sul votare o meno la proposta per rendere obbligatorio l'accanimento terapeutico. La seconda è quella della figlia del politico, Maria, che manifesta contro l'eutanasia e che conoscerà due ragazzi, uno caratterialmente instabile e l'altro più pacato che lo tiene a bada. Lei si innamorerà del secondo e, pur avendo idee diverse riescono a passare dei momenti insieme. Queste prime due storie sono collegate dal fatto che padre e figlia interagiranno durante il film. La terza è quella di un medico che si dovrà occupare di una tossicodipendente caduta in coma e per la quale prova attrazione. L'ultima, invece, racconta di una madre che ha deciso di abbandonare completamente la sua vita e la sua famiglia per accudire la figlia in stato vegetativo. La pellicola, attraverso queste vicende riesce a comporre un quadro, fatto di persone che si trovano a contatto con la questione dell'eutanasia e mostrerà come reagiranno di fronte al problema. Quasi nessuno di loro, qualsiasi sia la loro opinione, viene mal visto, eccezion fatta per il ragazzo instabile e per la classe politica nella quale si muove Uliano che viene mostrata superficiale, gretta e non realmente interessata al problema se non per fini propri. Il film mostra dei personaggi credibili che reagiscono a modo proprio, ma comunque legittimo di fronte alla questione, mostrando come il singolo non possa sopportare il peso di un problema così grande e importante per la vita di tutti. Ovviamente pur non condannando nessun personaggio comune, non tutte le scelte vengono viste positivamente, dato che ad esempio la scelta della madre con la figlia in stato vegetativo (Divina Madre) di rinunciare a vivere e abbandonare il resto della sua famiglia, chiudendosi in una bolla con la giovane, viene presentata come una situazione non condannabile, ma che porta solo sofferenza. Molto interessante è il fatto che una realtà sfaccettata e priva di una distinzione netta fra giusto e sbagliato venga rappresentata con superficialità e stupidamente dalla televisione che punta solo a creare due fazioni contrapposte. Nel film la bella addormentata è la nazione stessa che, vittima di un impoverimento culturale non riesce a creare un dialogo per raggiungere a posizioni condivise, ma ognuno resta della sua idea senza volersene separare. I politici invece sono completamente al di fuori dei problemi della gente e ciò viene mostrato nelle sequenze in senato, dove sembrano immersi in una realtà parallela. Questo può sembrare scontato, ma risulta veritiero e funzionale al film. La regia è ben fatta, come un ritmo posato e delle inquadrature interessanti, una in particolare è quella nel bagno turco. Nel complesso comunque sono rari i momenti in cui c'è un calo eccessivo di ritmo. La fotografia è molto curata, mantiene dei toni scuri e, nel complesso, abbastanza cupi, fornendo delle inquadrature nella norma, con alcuni momenti riusciti. Il cast dà buone prove, pur non eccellendo, tranne i personaggi dei politici che sono, a mio avviso, più riusciti, insieme a quello della Divina Madre, che riesce a dare molto carisma e crea una figura interessante. La storia d'amore della figlia del politico, pur essendo significativa dal punto di vista dell'unione di due opinioni opposte, non mi ha convinto appieno e l'ho trovata meno efficace degli altri. Nel complesso il film mi è piaciuto e riesce a far ragionare su una questione dove dare giudizi insindacabili non è corretto né facile e, anche senza mantenere la stessa qualità in ogni momento, rimane comunque un'opera ben fatta, intelligente che grazie ad una regia adeguata e curata riesce a rimanere impressa non scadendo nella banalità e nelle facilonerie.

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