domenica 1 giugno 2014

Maps to the Stars (2014) di David Cronenberg


Trailer del film



Bel film di Cronenberg che mostra uno spaccato marcio della società, nascosto dietro una patina di lustrini e apparenza. La storia è quella di alcune persone che vivono nei quartieri rinomati di Hollywood, che vedranno sconvolte le loro vite dal ritorno in città di Agatha, una misteriosa ragazza gravemente ustionata da un incendio nel quale si è trovata coinvolta da piccola. Lei andrà a fare da aiutante a Havana Segrand, attrice in decadenza ossessionata dall'ombra della madre morta, una grande attrice che le provoca complessi di inferiorità. La narrazione è scandita benissimo e riesce a mantenere un tono di disagio e di inquietudine durante tutto il film. Questa sensazione continuerà anche dopo la conclusione e farà pensare di aver visto un horror, più che un thriller. La storia raccontata ha un fondo di perversione che stride con l'ambientazione sfarzosa e pulita nel quale vanno a muoversi i personaggi. Tale contrasto credo sia il fulcro di tutto il film, dato che mette bene in evidenza il marcio di una società incentrata unicamente sull'apparenza e sulle relazioni di facciata. Questi quartieri sono mostrati più pericolosi di quelli malfamati, dato che nei primi il pericolo è nascosto ed inaspettato. Inoltre la maggior parte delle nefandezze compiute si svolgono nelle mura domestiche, come se venissero ritenute l'unico posto dove mostrare il vero io delle persone, che altrimenti sarebbero costantemente osservate e giudicate dall'altra gente. In casa la cattiveria e tutte le perversioni più basse possono venire fuori, eliminando la necessità di nascondere il proprio io. Un aspetto che contribuisce molto nel creare l'atmosfera voluta è l'inserimento di scene grottesche, come Havana che esulta e canta per la morte del figlio di un'attrice rivale o quando il giovane Benjie tenta di strangolare un bambino dentro un gabinetto del set dove recita. Durante la pellicola sono inserite anche delle visioni che perseguitano alcuni personaggi. Questi momenti sono realizzati benissimo e vanno a rappresentare la debolezza nel quale vivono le vittime di queste visioni, oltre al fatto che pagano il peso di un passato che perseguita continuamente. Questo può essere anche interpretato come una certa pazzia latente nei personaggi, che gli impedisce di vivere normalmente. Anche l'arrivo di Agatha viene rappresentato come il ritorno di un passato che non può essere cancellato, ma deve essere affrontato o può finire per distruggere tutto. I legami di parentela sono la causa principale del ritorno del passato alla porta e non permettono via di fuga, soprattutto nei casi di una parentela malata, come nella famiglia Weiss. Riguardo alla pazzia latente è molto interessante il fatto che Havana non riesca o non vuole ricordare da chi ha subito violenze sessuali, come se fosse stato uno shock talmente grande da non riuscire ancora a superarlo minimamente. Interessante è il fatto che, anche se molti personaggi soffrono e non sono felici della propria vita, non pensano mai a cambiare, ma continuano incessantemente a provare a migliorare la propria condizione con mezzi meschini e subdoli. La società che viene rappresentata si basa unicamente sull'arrivismo e sulla prevaricazione dell'altro, oltre a portare avanti valori e ragionamenti superflui e di poco valore. I rapporti fra i personaggi sono intessuti veramente bene e riescono a far emergere un racconto variegato dove non c'è spazio per la bontà e nel quale l'unica fonte di espiazione e libertà è la morte. La corruzione portata da quell'ambiente viene descritta bene e nessuno ne rimane immune, scatenando in ognuno il peggio. Anche nei più giovani è presente questa corruzione che fa passare direttamente ad un modo di pensare adulto e cinico, senza avere al maturità necessaria, ma solo un'eccessiva cattiveria. In tutto ciò va aggiunta una sessualità malata e perversa, come se fosse lo specchio della deriva della società descritta. Insomma, un racconto che critica un sistema sociale che può svincolarsi dal contesto in cui è ambientato per portare una critica più estesa alla società occidentale, nella quale il denaro e la prevaricazione sociale sono la via più gettonata per realizzarsi. Oltre a ciò, anche il perbenismo e il bigottismo di facciata della gente viene messo alla berlina, raccontando di come ognuno abbia perversioni e scheletri nell'armadio da nascondere, che vengono portati a galla, in questo caso, dalla mente dei protagonisti che li sottoporrà a visioni che provocheranno parte del loro cedimento progressivo. La regia è superba e riesce a dare un senso di disagio e di sporco, che in pochi riescono a trasmettere con tale efficacia, mantenendo un ritmo rilassato e uno stile unico. La narrazione è sviluppata benissimo e segue un andamento crescente di eccessi e violenza, fino all'ottimo climax finale. Anche l'inserimento di momenti surreali e delle visioni non risulta mai forzato, ma sembra naturale per la buona riuscita del racconto. Oltretutto queste sequenze mettono ancor più in evidenza la maestria di Cronenberg con l'horror, dato che risultano più inquietanti quelle poche scene della maggior parte dei film dell'orrore di oggi. Vengono anche effettuati alcuni piani sequenza, gestiti con grande maestria, che risultano veramente funzionali alla narrazione. La fotografia è eccellente, dato che riesce ad alternare i toni freddi delle visioni ad immagini sfarzose delle strade di Hollywood, che vanno a stridere fra loro creando un quadro veramente interessante. Anche le inquadrature sono molto curate e riescono a scatenare forti sensazioni nello spettatore. Il montaggio è veramente ben fatto e in alcune sequenze riesce a lasciare la sua impronta, come in quella dove c'è la trattativa fra Benjie e i produttori, con un montaggio serrato e ben strutturato. La colonna sonora non è male, ha dei toni tribali e nel complesso fa una buona impressione, anche se non ne sono rimasto rapito. Gli attori sono veramente bravi e riescono a rendere reali i propri personaggi. Tutto questo grazie anche a dei dialoghi scritti benissimo che riescono ad evocare immagini disturbanti, senza mostrarle, ma lasciando tutto in mano all'immaginazione dello spettatore. In definitiva questo è un bellissimo film, che riesce a far emergere brillantemente il suo messaggio e a lasciare un forte senso di disagio nello spettatore, grazie alla mano geniale di Cronenberg che centra l'obiettivo e crea un'opera visionaria e tecnicamente eccellente.

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