lunedì 15 settembre 2014

The Butterfly Room - La stanza delle farfalle (2013) di Gionata Zarantonello


Trailer del film



Bell'horror che riesce a convincere grazie ad una trama gestita molto bene e al buon dosaggio della tensione. La storia ha come protagonista Ann, un'anziana signora che vive in solitudine nel suo appartamento facendo collezione di farfalle. La sua vita sembra quella di una persona normalissima, ma dietro nasconde un carattere psicopatico e violento che potrebbe causare la morte di molte persone. La storia si sviluppa molto bene e viene subito presentato in tutta la sua follia il personaggio di Ann, che inizia a mostrare comportamenti anomali. Tutta la vicenda si basa sul mantenimento di vari misteri sui passati eventi della protagonista e su ciò che nasconde nella camera delle farfalle.
Ann che sistema una bambola
Il film si sviluppa attraverso una linea narrativa abbastanza lineare, intervallata da flashback che aiutano via via a mettere insieme un quadro generale sulla vicenda. Questa scelta l'ho trovata azzeccatissima, perché viene sfruttata molto bene e permette di creare molto interesse nello spettatore, che altrimenti avrebbe a che fare con un'intreccio fin troppo canonico. Questo aspetto riesce a convincere, anche se buona parte della storia passata risulta prevedibile. L'atmosfera che si respira durante la visione è adeguatissima per il tipo di pellicola e il marciume del mondo nel quale si svolge la vicenda fa un ottimo lavoro nella creazione di un'opera convincente. Una cosa che ho molto apprezzato è che il film riesce ad inquietare, senza far fare i classici sbalzi sulla sedia con i mezzucci dei film horror meno riusciti, ma crea gradualmente apprensione per farla poi esplodere nelle sequenze finali. Lo stesso finale fa permanere il senso di inquietudine, per via di alcune inquadrature che annunciano una nuova possibile tragedia.
Ann che insegna ad Alice ad incorniciare farfalle
Va notato, come la protagonista colpisca inizialmente solo le persone che reputa incivili o moralmente corrotte, come a voler ricercare una perfezione irrealizzabile in ciò che la circonda. Effettivamente la società che viene mostrata non è priva di difetti e quasi ogni personaggio ha alle spalle delle ombre o dei modi di fare discutibili. La scelta di ambientare il tutto in quest'ambiente così torbido dà ulteriore forza al racconto. In realtà lo scopo principale di Ann è quello di accudire una bambina trattandola come la figlia che ha perduto, così da poter avere una seconda occasione. Purtroppo, per via della sua pazzia, questo desiderio non potrà che prendere pieghe nefaste.
Scena di un brutale delitto
La regia è molto curata e riesce nella difficile impresa di mantenere alto l'interesse, senza ricorrere a trucchetti, ma mantenendo un ritmo posato e facendolo aumentare solo quando necessario. Le inquadrature sono inoltre abbastanza curate e nel complesso viene mantenuto uno stile veramente ben fatto e quasi privo di sbavature. Anche la fotografia denota un certo impegno, per via di cambi di tono azzeccati per le situazioni presentate, che sono caratterizzate da toni freddi o caldi a seconda di ciò che richiede la situazione. Il montaggio riesce ad amalgamare bene il presente con i flashback e permette di creare un racconto vivace e accattivante. Anche quest'ultimo non è esente da piccole imperfezioni, ma niente di grave. Gli attori sono in parte con Barbara Steele, che la fa da padrone, dominando la scena e inquietando semplicemente con uno sguardo. I personaggi sono ben scritti e pur muovendosi a volte sul confine della macchietta, riescono ad amalgamarsi bene e a creare un gruppo convincente. Quindi, questo è un bell'horror, che riesce ad portare avanti con bravura un storia interessante, creando una tensione e una curiosità (morbosa) tali da far incollare lo spettatore allo schermo dall'inizio alla fine.

Nessun commento:

Posta un commento