domenica 13 ottobre 2013

The Human Centipede 2 (Full Sequence) (2011) di Tom Six


Trailer del film



Riuscito seguito che supera in alcuni aspetti il primo capitolo. L'incipit del film è ben riuscito con la presentazione del nuovo protagonista che visiona al PC The Human Centipede (First Sequence). Quest'uomo è un disturbato mentale che ammira le gesta compiute dal dottore nel prequel e vuole tentare di superarlo creando un centipede composto da 12 persone. Come idea per cominciare la pellicola l'ho trovata molto azzeccata, insieme al fatto di utilizzare il bianco e nero, per dividere il mondo filmico al quale si ispira dalla realtà che vive. La differenza più grande fra le due opere è che, mentre il primo presentava una fotografia asettica e una messa in scena pulita con ambienti simili a sale operatorie, qua abbiamo un'ambientazione che dà un forte senso di sporcizia e di disagio. La regia diventa molto meno "classica" con alcune scene molto azzeccate ed è presente più virtuosismo. Anche la violenza e il gore, lasciato più all'immaginazione nel primo, qua viene sbattuto in faccia e ogni colpo così come ogni ferita inferta hanno un'enfasi che alla lunga rende la visione faticosa e ripugnante, cosa che in un horror va bene. Gli attori sono migliori di quelli presenti nel primo ed è presente un protagonista veramente azzeccato dal punto di vista estetico. Viene persa ogni precisione nell'azione per portare avanti una macelleria che nella parte finale è abbastanza disturbante, anche se in un punto cerca l'estremismo in una maniera un po' forzata. La parte dove il film pecca un po' è la prima metà, durante la ricerca delle cavie, dato che ci sono scene abbastanza ripetitive che potevano essere ridotte di numero. Un'altra cosa che non funziona molto è la struttura un po' troppo simile all'altro capitolo, anche se la variazione stilistica sopperisce in parte a questo difetto. Le scene al di fuori della "caccia" sono invece molto riuscite e mostrano la vita privata del folle protagonista e di sua madre. Una cosa interessante è che tutta la vicenda presenta un realismo minore rispetto a quella inscenata nel primo, che sembrava molto più plausibile e, il fatto che la storia sia ambientata nella realtà, mentre l'altro venga rilegato alla dimensione filmica sembra una scelta voluta per indicare come la realtà a volte superi le invenzioni possibili su schermo. Ovviamente la riduzione del realismo non è di per sè un aspetto positivo, dato che non ci ho visto una motivazione artistica o di trama abbastanza forte. Quindi questo è un bel seguito stilisticamente superiore all'originale, molto più estremo e disturbante, ma che potrebbe dare un senso di deja vù seguendo un'andamento fin troppo simile allo scorso capitolo.

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