giovedì 24 ottobre 2013

Tokyo Gore Police (2008) di Yoshihiro Nishimura


Trailer del film


Film estremo che punta sullo shock visivo. Il film è ambientato in un futuro distopico in cui la polizia è privatizzata e sono presenti nella società esseri mutanti chiamati Engineer. Ruka, la protagonista, è una poliziotta che fa parte del corpo speciale che dà la caccia a questi esseri. Ogni cosa in questa pellicola è sopra le righe, dalla regia alle scene che passano dal drammatico all'ironico con una velocità spiazzante. Il cambio di tono è continuo e gli stacchi meglio riusciti sono quelli in cui vengono inserite delle finte pubblicità che trattano vari temi, come la violenza nei videogame o il suicidio, in modo critico ma ironico. La regia non è eccezionale, dato che è parecchio virtuosistica (anche se coerente con il tono della pellicola) ed ha una qualità altalenante, ad esempio inserendo troppi rallenty, pur riuscendo a rimanere su buoni livelli. La messa in scena è invece ben fatta e, pur non disponendo di un budget elevato, riesce a rendere credibili le ambientazioni. Come stile ricorda molto un anime. La fotografia sfrutta spesso colori al neon in modo da dare la giusta atmosfera alle scene. Tutto il film muove una forte critica alle privatizzazioni dei servizi essenziali dello stato, dato che tutta la vicenda ha inizio con la privatizzazione della polizia. L'aspetto che spadroneggia durante la pellicola è senza dubbio quello della violenza, che viene resa con buoni effetti speciali e messa in scena in maniera esagerata, così da rendere più digeribile il tutto. Sono presenti trovate visive e personaggi veramente fuori di testa che riusciranno a rimanere impressi e a disturbare lo spettatore. Non è presente quasi nessun personaggio positivo, nemmeno fra la società civile, come a voler indicare un marciume ormai diffuso. Interessante è anche il cambio di fronte che spinge a vedere gli Engineer come gli unici nemici, mentre dopo anche la polizia dimostra di non avere una moralità superiore ai mutanti. Perfino la protagonista, seppur mossa da buone intenzioni, è portatrice di una giustizia feroce, violenta e senza morale. Questa è un'opera non per tutti, ma solo per quelli con il pelo sullo stomaco amanti del nonsense giapponese. Rimane comunque un buon prodotto, fra i più eccessivi in circolazione, che diverte molto e non risparmia qualche critica alla società giapponese.

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