lunedì 30 settembre 2013

Stuck (2007) di Stuart Gordon


Trailer del film


Grande thriller con forte critica della società alle spalle. L'ultimo film finora diretto da Stuart Gordon è un gioiello che grazie ad una sceneggiatura di qualità rimarrà impresso nella mente dello spettatore. La vicenda ruota intorno ad un incidente causato dalla protagonista, in cui la vittima rimane incastrato nel parabrezza della macchina. Lei decide quindi di portare nel garage la macchina e il povero malcapitato così da decidere cosa farne in modo da non rischiare di perdere una promozione promessale sul lavoro. I personaggi sono pochi e i principali sono tratteggiati molto bene e risultano essere sfaccettati e di spessore. La fotografia e la regia sono asciutte e tutta la messa in scena è molto realistica senza lasciare spazio ad eccessi di nessun genere. Nonostante ciò sono presenti alcuni momenti lievemente gore che spiazzano, ma sono azzeccatissimi nel complesso. Il film pone una forte critica alla società attraverso i comportamenti della protagonista che è il personaggio più meschino e inumano del film, anche se ci viene presentata come un cittadino modello. La critica viene portata avanti anche attraverso i vicini di casa che si comportano in maniera discutibile, ma in parte giustificata. Il quadro che emerge è desolante dato che mette in mostra una realtà in cui per il successo e per la carriera le persone sono disposte a tutto, tradendo anche le proprie convinzioni. Inoltre una cosa che viene messa in evidenza è lo scarso interesse che viene ad oggi posto sui più sfortunati e sulle persone in difficoltà (critica palese all'amministrazione Bush). Le uniche figure positive sono infatti la vittima, i poveri e, in parte, gli immigrati che vivono in un clima di terrore per paura di venire deportati. Ovviamente tutte queste critiche non sono sbattute in faccia, ma sono inserite in un prodotto di alto livello che riesce ad intrattenere egregiamente e a fare dell'ironia veramente ben riuscita. Unica cosa che fa storcere il naso è che non sono ad oggi in vista altre pellicole di questo regista... veramente un peccato!

Bling Ring (2013) di Sofia Coppola


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Un film tecnicamente valido ma che si perde un po' per problemi di sceneggiatura. Avevo letto critiche molto positive su questa pellicola e mi aspettavo una qualità a livello di Spring Breakers. Il cast a mio avviso è abbastanza in parte e riesce a dare il giusto tono ai propri personaggi che sono (almeno i protagonisti) ben strutturati, ma non in maniera eccezionale. La fotografia è ben fatta, anche se un po' patinata, e anche la regia ha delle trovate veramente buone ed è secondo me di buon livello dal punto di vista tecnico, anche se pecca un po' di virtuosismo. Il problema è che non sempre riesce a trasmettere bene le emozioni e far entrare in empatia con i personaggi, essendo in alcuni momenti un po' fredda e piatta. La cosa, però, che mina principalmente il film è lo sviluppo della storia. La prima metà del film è indubbiamente la peggiore dato che è caratterizzata da una ripetitività molto marcata: scegli casa - svaligia casa - gasati con gli amici - ricomincia da capo. Secondo me era meglio dare meno spazio ai furti e darne di più ai rapporti dei personaggi durante la loro giornata così da poter creare un quadro più complesso e valido. Il secondo tempo migliora come struttura, ma presenta comunque delle scelte non azzeccatissime per raccontare tutta la parte finale. I personaggi, seppur caratterizzati, non vengono esplorati a fondo e vediamo sempre l'atteggiamento che hanno in pubblico senza mostrare bene le loro intimità. Nel complesso ciò che rimane è un film mediocre che pur essendo tecnicamente valido, non riesce a trasmettere molto e risulta molto macchinoso nelle scelte narrative. Ha comunque molta più dignità questo film rispetto alla maggior parte di quelli prodotti attualmente perché è comunque visibile un tentativo di mostrare le cose in maniera non preconfezionata e standardizzata, dato che alcune scene rimangono visivamente molto buone.

domenica 29 settembre 2013

King of the ants (2003) di Stuart Gordon


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Bel thriller a tinte noir che cambiando spesso tono riesce ad essere un film veramente interessante. Il protagonista è un ragazzo che fa il tuttofare e, per tirare su un po' di soldi, accetta di pedinare un uomo per conto di un costruttore edile criminale e poi si troverà nei guai. Il bello del film è che comincia come un thriller classico, poi presenta delle infiltrazioni horror fino ad arrivare al sentimentale per concludersi come un revenge movie (genere che adoro). Tutto è girato benissimo anche se le scene che ho apprezzato di più sono senza dubbio quelle degli incubi del protagonista e ci sono delle trovate visive che aiutano molto la narrazione. La telecamera sarà molto spesso a mano e si muoverà molto senza, però, dare fastidio. Il protagonista percorrerà una spirale di violenza che lo porterà a non poter più tornare ad essere quello di prima per via dei crimini che ha commesso (è un personaggio tutt'altro che positivo). In questo caso il passato non lascia scampo ma torna sempre a galla. La violenza mostrata non è mai supportata da effetti esagerati, anche se in una scena c'è un piccolo eccesso, quasi a voler mostrare i tratti animaleschi emersi nel personaggio principale. La storia in sé  pur non seguendo strade inedite e presentando alcune (poche) scelte un po' forzate, è molto interessante, ben sviluppata e presenta una buona alchimia fra le varie fasi, le quali sono tutte molto curate dal punto di vista della messa in scena e dell'atmosfera creata. In conclusione una pellicola atipica, a tratti delirante, che essendo ben girata riesce ad intrattenere benissimo e risulta buona anche come critica alla ricerca della ricchezza a qualunque costo.

Dagon - La mutazione del male (2001) di Stuart Gordon


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Grande film horror e una delle migliori trasposizioni di H. P. Lovecraft al cinema. La vicenda mostra una crociera fra amici che naufraga vicino ad un paese spagnolo in cui è presente il culto di Dagon. L'atmosfera che si respira è azzeccatissima e sembra identica a quella suscitata dalla lettura dei racconti. Tutta la trama si sviluppa seguendo le vicende del protagonista e, come lui, scopriamo gradualmente ciò che si nasconde dietro l'apparente calma del paese. Tutti i personaggi sono a loro modo interessanti e alcuni di essi sono truccati in maniera da ricordare veramente gli uomini pesce tanto cari ai lettori dei racconti da cui è tratta la pellicola. Essendo questo un film horror puro, il ritmo viene mantenuto basso e non è presente una grande quantità di violenza per la prima metà del film, ma sono presenti alcune scene gore veramente ben fatte (una delle quali abbastanza ripugnante). Ogni sequenza è molto curata e mi sono piaciute molto quelle in flashback in cui viene spiegata la diffusione del culto nel paese. Per un ammiratore di Lovecraft come me è stato un piacere vedere un'opera del genere e sono passato sopra a degli effetti computerizzati di qualità altalenante, che per fortuna non fanno perdere niente alla bellezza complessiva. Non sto parlando di un capolavoro (come poteva essere Re-Animator per rimanere su trasposizioni di racconti del solito autore), ma rimane comunque un grande prodotto che si regge tutto sulla magistrale atmosfera messa in scena e che quindi va assolutamente visto anche perchè è un film horror con una qualità che ormai si vede sempre più raramente.

venerdì 27 settembre 2013

You're next (2011) di Adam Wingard


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Interessante prodotto non facilmente classificabile, ma che per questo motivo non riesce a mantenere una linea ben precisa. Il tutto comincia come una classica pellicola di assedio alle mura domestiche da parte di criminali, ma via via che la storia va avanti questa prospettiva viene in parte ribaltata. Questa caratteristica è una di quelle che rendono la pellicola interessante, dato che in poche sequenze c'è un completo cambiamento di fronte in cui i cacciatori diventano vittime. Dal punto di vista tecnico il punto di forza del film è senza dubbio la fotografia, secondo me, molto curata e che riesce a creare la giusta atmosfera. La regia invece si assesta su livelli normali con alcune scene azzeccate, ma con dei movimenti di macchina un po' fastidiosi e alcuni rallenty senza ragione (tranne uno che è meraviglioso). I personaggi della pellicola sono caratterizzati più o meno bene, a seconda della loro importanza nella storia e ciò porta ad avere un trasporto emotivo altalenante a seconda di chi viene ucciso, rendendo le morti abbastanza prevedibili. Ciò non sarebbe un male se la pellicola si fosse mantenuta sopra le righe, ma vista la sua serietà, risulta essere una scelta poco riuscita. Il problema principale è che il film passa da un registro molto teso e serio, ad alcune trovate più leggere e quasi da commedia. Questo potrebbe essere un punto di forza (come accadeva in Scream 4 e in Severage - Tagli al personale) se solo si fosse deciso di spingere queste scene sul farsesco. In questo caso sembra più un tentativo riuscito in parte. La storia ha alcuni colpi di scena divertenti anche se prevedibili e scorre bene fino al finale che forse è la parte migliore dell'opera. Alla fine questo è un film molto gradevole che intrattiene bene e riesce a dare tensione e momenti più leggeri, purtroppo rimanendo a metà strada fra l'una e gli altri.

Space Truckers (1996) di Stuart Gordon


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Divertente film di fantascienza che ha delle trovate niente male. La pellicola in questione può essere inserita nel filone dei film di fantascienza volutamente ironici e sopra le righe. Esso infatti presenta un futuro caricaturale (ma non ridicolo) in cui vengono seguite le vicende di un camionista dello spazio e di un carico segreto che deve trasportare. Il film è pieno di idee veramente ben riuscite, come quella di creare camion spaziali e tavole calde spaziali praticamente uguali a quelle attuali. Tutta l'ambientazione è molto colorata, ben fatta e riesce a far immergere lo spettatore nella storia. La regia è senza sbavature e funziona alla perfezione riuscendo, insieme al montaggio, a dare al film un andamento scorrevolissimo a valorizzare il tutto. Sono inoltre presenti alcune trovate veramente geniali, fra cui un uomo risucchiato da un finestrino rotto (cosa ripresa, forse in maniera involontaria, anche in Alien - La clonazione), un cattivo con il pene che si avvia come una motosega e dei robot molto simili agli alien. Anche i pirati sono molto spassosi. Di buone idee ce ne sono molte e riescono a divertire molto anche grazie a degli attori veramente in parte (soprattutto Dennis Hopper e Charles Dance). Sono presenti anche molte citazioni in ambito fantascientifico e tutta la parte finale in ospedale non è niente male con l'arrivo del presidente della Terra fra i poliziotti che manganellano la gente che protesta. Tutta l'opera, essendo in fin dei conti una commedia, riesce a non prendersi per niente sul serio e fa passare novanta minuti piacevolissimi.

martedì 24 settembre 2013

Castle Freak (1995) di Stuart Gordon


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Bell'horror targato Gordon nonostante una sceneggiatura abbastanza classica. Tutto è ambientato in Italia in un castello, nel quale viene ad abitare una famiglia americana erede della proprietà. Purtroppo per loro non sanno che al suo interno c'è una creatura mostruosa tenuta prigioniera dalla precedente proprietaria che creerà il panico. Due delle cose più belle della pellicola sono senza dubbio la fotografia e la regia che non hanno mai sbavature o cali di tono. L'atmosfera del racconto sarà quasi sempre ben calibrata anche se sono presenti in alcuni punti cali di ritmo più che altro dovuti alla scrittura un po' dilatata a mio avviso. Il bello della regia di Gordon è che non tratta i suoi personaggi dividendoli in buoni e in cattivi come spesso accade in pellicole analoghe, ma tende a dare una morale anche al mostro. Esso è stato vittima tutta la vita delle vessazioni dell'ex proprietaria ed è quindi diventato una bestia. I personaggi principali non sono senza macchia (tranne la figlia e la moglie), ma tendono quasi tutti ad essere doppiogiochisti, approfittatori, violenti ecc dietro una patina di buonismo. Ciò fa sembrare la creatura a volte più umana degli umani normali e ciò riduce il distacco fra essa e i "buoni". La storia procede su binari rodati e non presenta una grande innovazione. Le scene di violenza sono fatte con maestria, soprattutto dal punto di vista degli effetti speciali dato che capiterà più di una volta di essere disturbati dalla violenza, anche senza arrivare mai allo splatter. Anche il trucco del mostro è fatto benissimo. In conclusione, un film da vedere perchè intrattiene molto bene e viene mostrato un cattivo che non è così malvagio come sembra ma è in parte solo vittima degli eventi.

Film per non dormire: Racconto di Natale (2005) di Paco Plaza


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Discreto racconto per ragazzi a tinte horror che risulta piacevole anche se, essendo per un target di giovani non può mostrare quanto dovrebbe. I protagonisti della vicenda sono dei bambini che trovano in una buca una rapinatrice e invece di aiutarla decidono di sfruttarla per farsi dare il frutto della rapina appena commessa. Il regista si rifà al gruppo di ragazzi dei Goonies, riuscendoci in parte, con la differenza che in questo caso la maggior parte dei ragazzi siano malvagi. Essi infatti provano sentimenti di avidità e attuano violenza in maniera simile agli adulti (o comunque di età maggiori della loro). I ragazzi arrivano al punto di torturare la "povera" criminale pur di ottenere i soldi, che non potrebbero in ogni caso riuscire a nascondere alle famiglie. Una cosa particolare è che i pochi adulti mostrati non vengono mai inquadrati in faccia, eccetto la rapinatrice, e non viene mostrato quasi nessun genitore dei ragazzi, quasi come vivessero da soli. Ciò, vedendo come si comportano i protagonisti, può voler indicare che le loro cattive azioni siano dovute alla mancanza di attenzioni da parte delle famiglie. La colonna sonora è completamente fuori luogo e tenta di portare un clima disteso e infantile alla vicenda. Le parti migliori dal punto di vista della tensione infatti sono quelle in cui manca la musica di sottofondo, eccezion fatta per la scena nella sala da ballo in cui viene usata una canzone non originale. Un'idea buona della pellicola, anche se rimane su toni molto più leggeri dei film horror è il parallelismo fra la rapinatrice e uno zombie quando questa tenta di muoversi. In queste scene ci ho visto alcuni rimandi a Romero (in particolare alla Terra dei morti viventi). Il trucco sulle ferite è molto realistico e allevia l'atmosfera infantile della pellicola. Tutta la parte finale non è male e risulta più violenta del previsto con una buona chiusura. Tutta la vicenda si mantiene su toni molto leggeri e rimane più una favola che un film horror vero e proprio, dato che non spaventa né disturba mai, anche se alcune scelte sono abbastanza coraggiose visto il target a cui è rivolto. Quindi ci troviamo di fronte ad un prodotto palesemente televisivo (anche dalla regia è visibile), con un doppiaggio bruttino, che ha pochi apici, ma secondo me riesce a non scadere in clichè o banalità tanto gravi.

giovedì 19 settembre 2013

Saw - L'enigmista (2004) di James Wan


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Gran bel thriller che ha creato un buon brand e un numero invidiabile di imitazioni. Una delle cose che hanno contribuito maggiormente al successo della pellicola è senza dubbio la creazione del personaggio dell'enigmista, visto che questo tipo di soggetti (vedi Seven) ha sempre affascinato il pubblico. Oltre a ciò è stata creata un'ottima atmosfera e una trama molto solida che porta anche lo spettatore a conoscere via via il progetto del "killer", anche se nella parte iniziale risulta a volte ripetitivo mostrare le precedenti vittime a ripetizione. La fotografia, soprattutto durante le prove dell'enigmista è ottima e riesce a dare un forte senso di straniamento. Anche nelle altre scene raramente ci troveremo in ambienti aperti e solari, privando quasi del tutto il film di momenti di distensione. La regia è curatissima, anche se a volte può risultare un po' virtuosistica e ci sono alcune inquadrature velocizzate senza apparente motivo. Altra critica che muovo è che sono presenti troppi spiegoni (e scene già viste) che potevano essere eliminati così da costringere lo spettatore a prestare molta attenzione o a dover rivedere il film per carpirne ogni sfumatura. Questi difetti però sono compensati da una regia comunque molto solida. In definitiva la pellicola è veramente ben fatta ed è un prodotto che non si eleva a capolavoro, ma ottiene risultati molto buoni riuscendo ad essere un film di genere che non si preoccupa si esagerare con la violenza e con le scelte estreme quando ce n'è bisogno.

2013 - La fortezza (1992) di Stuart Gordon


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Ennesima opera riuscita per Stuart Gordon. L'ambientazione è molto suggestiva dato che ci troviamo in una società oppressiva in cui è proibito avere più di un figlio, pena il carcere. Il protagonista viene arrestato insieme alla moglie perché lei è incinta e vengono portati nella prigione chiamata "La fortezza". Qui verrà mostrato un mondo fatto di soprusi e violenze perpetrate maggiormente dal direttore della prigione più che dai detenuti stessi. Un punto di forza della pellicola sono senza dubbio le buone scene splatter che sono realizzate molto bene. Oltre a ciò, nonostante le violenze in carcere siano abbastanza classiche, il modo con cui viene portata avanti la storia non è niente male dato che il ritmo viene mantenuto abbastanza basso, ma molto scorrevole. Vengono, inoltre, presentati una serie di personaggi ben caratterizzati che copriranno ruoli più o meno importanti nella storia. Un'altra figura di spicco nel film è quella del direttore/androide che, contrapponendosi ai protagonisti risulta essere non del tutto malvagio dato che è stato istruito per portare avanti il suo compito, mentre come principale carnefice viene presa la società attuale. La regia è molto curata e sebbene sia una produzione a basso budget, il tutto è ben fatto, grazie anche all'ambientazione che si presta ad interni spartani. Le scene in cui viene mostrato il livello animalesco raggiunto dai detenuti sono riuscite e sebbene i difetti non manchino (il protagonista è troppo senza macchia e senza paura e ci sono alcune forzature), essi non vanno da intaccare più di tanto il buon risultato finale. Anche la conclusione è notevole dato che rimane abbastanza aperta e, solo superficialmente, positiva. Ciò che abbiamo di fronte è un film di genere che, fra alti e bassi, riesce ad intrattenere bene senza prendersi troppo sul serio.

martedì 17 settembre 2013

Robot Jox (1990) di Stuart Gordon




Buon film di fantascienza giustamente diventato cult. La pellicola in questione è a bassissimo budget con effetti speciali molto caserecci e credo sia uno dei primi film con combattimenti fra robot giganti. L'ambientazione è molto politicizzata e la storia tende a criticare entrambe le fazioni in gioco (la russa e l'americana). Viene seguito il punto di vista del pilota americano, che deve effettuare la sua ultima battaglia prima del ritiro dai combattimenti. Le due fazioni non sono viste in maniera macchiettistica (cioè buoni contro cattivi), ma tendono ad essere osservate senza mettere in evidenza sostanziali differenze fra di esse, dato che entrambe usano tutti i mezzi (leciti e non) per sopraffare l'avversario. Il protagonista invece è mostrato come una persona retta e con un forte senso dell'onore e della lealtà (forse un po' stereotipato), anche se emergeranno pure in lui atteggiamenti bellicosi per difendere il proprio onore e per il gusto di combattere. Purtroppo, pur avendo più dignità della maggior parte delle grandi produzioni moderne, lo scarso budget impedisce alla pellicola di meritarsi un giudizio superiore al buono. In alcune scene gli ambienti sono un po' sciatti e spogli. Anche gli esterni in città risentono dello scarso budget, mentre risultano convincenti i combattimenti (senza aspettarsi animazioni moderne). I robot non vengono fatti muovere in maniera convulsa, ma è stato deciso di mostrarli con movimenti lenti che possono essere giustificati dalla loro mole. Insomma un film degno di essere visto dagli amanti della fantascienza, ma che potrebbe lasciare con l'amaro in bocca gli altri. In una grande produzione, con questa trama sarebbe potuto venir fuori un vero gioiello.

Come ti spaccio la famiglia (2013) di Rawson Marshall Thurberer




Una buona occasione sprecata. Qui siamo di fronte ad una classica commedia per famiglie che riesce in alcuni momenti a far ridere, ma gira su canoni troppo inflazionati per sollevarsi dalla massa di pellicole analoghe. L'idea di base di mettere insieme quattro individui quasi sconosciuti per contrabbandare droga non è male, dato che permetterebbe di mettere in scena un'ambientazione più adulta e, volendo, di critica (ovviamente condendo tutto con del buon umorismo). Purtroppo in questo caso è stato deciso di riportare sullo schermo una realtà eccessivamente edulcorata da qualsiasi elemento possa turbare le "fragili" menti del pubblico di riferimento (o almeno così credono i produttori). Ciò andrebbe bene, almeno in parte, in un film demenziale, ma in questo caso tutto ciò è inaccettabile. Ogni occasione per spingere la pellicola su lidi più estremi viene disinnescata e quindi troviamo un night club con donne vestite, la marijuana come unica droga oggetto dello spaccio, un boss della droga messicano che va di persona, negli USA, a riprendere il suo carico e un altro che si fa consegnare la merce nel salotto di casa: roba che non farei nemmeno io. La pessima regia purtroppo non aiuta le battute presenti a fare effetto e capita, praticamente di continuo, di trovare errori nel montaggio. Comunque sia il film scorre abbastanza bene e riesce a strappare qualche risata grazie ad un linguaggio un po' più scurrile della media grazie ad alcuni ammiccamenti sessuali. Purtroppo la vera e più grande nota dolente è il finale.

SPOILER
I quattro "reietti della società" vengono, infatti, alla fine reinseriti nel sistema facendoli diventare una tipica famiglia americana in cui l'amore può far superare qualsiasi ostacolo. Vedere le personalità dei protagonisti venire abbattute e distrutte per farli diventare dei cittadini modello è una cosa che fa male al cuore. Propaganda pura.
FINE SPOILER

venerdì 13 settembre 2013

Il pozzo e il pendolo (1991) di Stuart Gordon





Buon horror salvato da un ottima regia e da una messa in scena curatissima. Il film è tratto da un racconto di Edgar Allan Poe (che non ho letto) e si basa sulle vicende dei protagonisti arrestati dall'inquisizione. Questa base servirà per imbastire una forte critica alla chiesa del periodo. Ciò non sarebbe niente di eccezionale, se non fosse che tutto viene mostrato in chiave quasi horror e che i vertici dell'inquisizione vengono mostrati come persone sessualmente represse, come "yes man" non pensanti o individui abietti senza alcuna morale. Il bello è che ogni personaggio viene ben caratterizzato e rimane impresso nella memoria (soprattutto il bel Torquemada). Le ambientazioni, pur essendo un film a bassissimo budget, sono molto curate e riescono a ricreare senza filtri le torture che si vedevano in quei luoghi. La parte finale, pur perdendo le tinte horror, è ben riuscita come allegoria che intende rappresentare una sorta di giudizio divino o di maledizione, a seconda di come viene interpretato. Purtroppo non tutto è salvabile, dato che sono presenti alcuni cliché e il rapporto fra i due protagonisti è un po' troppo stereotipato. Sono presenti anche alcuni (pochi) errori, come ad esempio la lama a pendolo che rallenta la sua corsa per far liberare il protagonista. Rimane comunque un gradevolissimo film che senza la bravura del regista sarebbe stato di una banalità sconcertante.

Dolls (1987) di Stuart Gordon




Grande horror giustamente cult. La storia parla di alcune persone che, per rifugiarsi da un temporale, finiscono in casa di una coppia di anziani e dovranno vedersela con le loro bambole. La storia è raccontata molto bene e, come sempre con questo regista, i personaggi sono tutti ben caratterizzati e ben distinguibili fra loro. In quest'opera il bene e il male si mescolano, dato che le vittime, seppur uccise dalle bambole dei due anziani, sono persone abbiette e malvagie che nella loro "punizione" ritrovano un'occasione di ricominciare la loro vita come esseri buoni interpretando un altro ruolo nel mondo. Gli stessi anziani della casa non possono essere visti in maniera del tutto negativa dato che, dal loro punto di vista, stanno fornendo ai malcapitati un modo per ritrovare la bontà perduta. Il tutto è stato girato con molta maestria e ci sono scene molto inquietanti e che rimangono ben impresse nella memoria. Insomma un film veramente ben riuscito, con un'atmosfera unica, che un amante del genere deve aver visto e anche gli altri dovrebbero comunque vederlo perchè è un prodotto di qualità. Una favola nera di bellezza rara.

From Beyond - Terrore dall'ignoto (1986) di Stuart Gordon




Ottima trasposizione di Lovecraft al cinema. La storia viene ripresa direttamente dai racconti del grande scrittore horror, come già fatto con il bellissimo Re-Animator. L'ambientazione però non è di inizio novecento, ma viene aggiornata ai giorni nostri. Questo film è girato veramente bene e riesce a mio avviso a ricreare le atmosfere che si respirano nei racconti di Lovecraft, con una messa in scena veramente ben fatta e un cast molto in parte. Molte sono le sequenze da ricordare e veramente interessante è l'evoluzione dei protagonisti, a contatto con la dimensione dalla quale fuoriescono i mostri, che li porterà a perdere in parte il senno. Non mancano inoltre delle scene veramente splatter che riescono a disgustare abbastanza bene. Volendo è possibile vederci una critica alle situazioni presenti nei manicomi, visti più come delle prigioni che come centri di recupero. Senza dilungarmi troppo oltre, ci troviamo di fronte ad un film di spessore che non raggiunge i livelli di Re-Animator (che è praticamente un capolavoro), ma grazie anche ad un ottimo finale, ci va molto vicino. Per gli amanti di Lovecraft e dell'horror un must.

Phone (2002) di Ahn Byeong-ki




Horror discreto un po' troppo derivativo. Il film in questione si inserisce a pieno titolo nel genere j-horror senza aggiungere niente e accodandosi al successo ottenuto dal grande Ringu di Nakata (bellissimo!). Il tutto viene spostato dalla televisione al cellulare e c'è da dire che la trovata in parte funziona essendo ormai uno strumento fondamentale della nostra vita. Purtroppo le atmosfere create nel film non sono al livello di quelle di Ringu, ma sono comunque buone. L'esito della ricerca della protagonista risulta essere non banale ed è presente un buon crescendo sul finale, anche se risulta abbastanza canonico e prevedibile. Gli attori sono in parte e la bambina, che detestavo ad inizio film, si è rivelata un buon personaggio abbastanza inquietante. La paura non la fa da padrone, ma si punta molto sull'angoscia e sulla tensione più che sullo spavento puro, che viene ogni tanto cercato con trovate non proprio originali. Il film soffre di una scrittura a volte un po' confusa e il personaggio del maniaco è un po' superfluo. Ciò che rimane è quindi un discreto prodotto per i veri appassionati del j-horror, non superbo, ma nemmeno da buttare.

mercoledì 11 settembre 2013

Diaz - Don't clean up this blood (2012) di Daniele Vicari




Film molto bello ma allo stesso tempo terribile. La pellicola, basandosi su fatti realmente accaduti può tranquillamente essere definito un horror. La regia è molto curata e la scelta di prendere come punto focale dal quale dipanare le vicende dei protagonisti (è una pellicola corale) il lancio di una bottiglia di vetro è stata, a mio avviso, azzeccata. Ovviamente non ci dobbiamo aspettare notizie nuove o novità su un caso del quale ormai sappiamo praticamente tutto, ma viene comunque descritto il tutto in maniera eccellente mettendo in risalto le colpe dei poliziotti e dei capi che hanno dato l'ordine. Purtroppo il tutto viene mostrato senza fare nomi anche se, essendo di dominio pubblico, non è una colpa poi così grave. La scena madre dell'assalto alla scuola è resa in maniera magistrale con una regia glaciale che lascia che siano le immagini a parlare e senza porre eccessiva enfasi sulla violenza, che sarà stata sicuramente maggiore di quella mostrata. I protagonisti sono tutti ben caratterizzati e nasce una spontanea empatia con le vittime. Viene ben mostrato come lo stato si sia mosso per insabbiare la vicenda e abbia mentito alla stampa per evitare che venissero fuori gli abusi. Le uniche critiche che si possono muovere al film a mio avviso sono un eccessivo buonismo con cui sono visti i manifestanti (sembrano tutti un po' troppo buoni), per il resto tutto funziona molto bene. Una pellicola da vedere e, anche se non raggiunge le vette toccate da Il Divo (altro film recente che parla di vicende italiane), resta comunque un gran bel prodotto di un cinema italiano che ogni tanto tira fuori delle perle.

Sogni d'oro (1981) di Nanni Moretti




Moretti riesce anche in questo caso a fare un prodotto molto intelligente che va a scagliarsi contro l'ambiente culturale che circonda il regista protagonista dell'opera. Nessuno è escluso dalla visione critica del film, nemmeno il protagonista stesso che viene mostrato come una persona saccente e superba, ancora molto legata alla madre, ma scosso da incubi ad occhi aperti in cui rimpiange l'amore perso durante la sua giovinezza. Non c'è nessun personaggio positivo nel film, tranne le poche figure femminili (soprattutto materne). Una critica molto forte viene anche mossa verso la volgarità dilagante in televisione nella quale non è più possibile fare un confronto civile. Viene ben mostrato anche come la figura del regista intellettuale venga messa in discussione in nome del cinema come arte popolare e che non venga ritenuto più utile e redditizio fare film impegnati. Tutto ciò viene messo in scena con molta maestria e ironia da Moretti che si continua a dimostrare un grande artista. Alcune scene sono memorabili.

L'evocazione - The conjuring (2013) di James Wan




L'opera in questione risulta essere un buon film horror sulle possessioni. L'atmosfera durante la pellicola è giustamente cupa e riesce a dare tensione e senso di oppressione. Il fatto di separare distintamente le atmosfere del film fra il giorno (in cui non succedono fenomeni paranormali) e la notte (in cui tali fenomeni accadono) è stata una trovata abbastanza classica, ma grazie all'inserimento degli studiosi del paranormale, riescono a risultare meno banali e più funzionali alla trama. Queste fasi andranno poi a mischiarsi man mano che la situazione si aggrava. I personaggi sono generalmente molto stereotipati (soprattutto la famiglia), mentre i due studiosi sono un po' più caratterizzati. Le migliori qualità del film sono indubbiamente la bella messa in scena, le atmosfere create e la regia molto curata. Purtroppo i difetti non mancano e sono riconducibili in parte alla stessa regia che, seppur curata, diventa a volte un po' eccessiva negli spostamenti di macchina nelle scene tranquille di vita familiare rendendo quelle orrorifiche meno d'impatto. Credo che con un differenziazione maggiore dei movimenti fra i due tipi di scene avrebbe reso più giustizia ad entrambe. Altro difetto del film è la grande classicità dell'opera che non aggiunge niente al genere, ma rimane "solo" un buon prodotto di genere che rende omaggio ai suoi predecessori. Ultima nota in parte dolente è il finale, fin troppo a lieto fine, cosa da un lato inaspettata e spiazzante, dall'altro fin troppo privo di tensione. In conclusione comunque un buon prodotto, che inserisco insieme agli altri due horror di quest'anno che ho reputato molto buoni (Sinister e La madre), anche se lievemente inferiore ad essi. Rimane ancora il predominio delle Streghe di Salem per il titolo di miglior horror dell'anno (e non solo...).

martedì 10 settembre 2013

Hellboy II: The Golden Army (2008) di Guillermo Del Toro




Ottimo cinecomics, divertente che non si prende tanto sul serio, ma riesce ad appassionare ed è, secondo me, ben diretto.


SPOILER

L'incontro con la Morte è veramente bello (è fatta benissimo) e si vede come il film cambi tono durante quella scena assumendo un'aria molto più seria. Film apparentemente con lieto fine, ma in realtà risulta dubbio grazie alla profezia della Morte.

Iron Sky: saranno nazi vostri (2012) di Timo Vuorensola




Metto subito in chiaro che è un film comico. A me non è dispiaciuto, anche se è niente di eccezionale. Riesce comunque ad avere i suoi buoni momenti e a fare satira sull'america, anche se in maniera un po' grossolana. Non aspettatevi un bel film, dato che ha delle cadute di stile rovinose, ma resta piacevole da vedere.



SPOILER
Le scene che ho visto più di critica verso i politici americani (soprattutto repubblicani) sono quelle in cui la candidata alle elezioni si mette a fare comizi dicendo i discorsi scritti dai nazisti... paradossale.

Benvenuti al Nord (2012) di Luca Miniero




Come sospettavo si è rivelato inferiore a Benvenuti al Sud (che, a mio avviso, è un film abbastanza bruttino) ed è risultato noioso, senza guizzi degni di nota. Riesce solo a spiattellare un luogo comune dietro l'altro, con un Paolo Rossi veramente mal sfruttato. Una pura operazione commerciale, anche se era ovvio senza che lo dicessi io . Da evitare.

Bittersweet Life (2005) di Kim ji-Woon




Bello. Un bellissimo gangster movie che, pur non essendo originale nella trama, risulta originale nella messa in opera. Ha un ritmo trascinante con un protagonista veramente in parte e che riesce a convincere. è un film anche molto umano e riesce a far trapelare bene la solitudine del protagonista che viene in parte interrotta dall'incontro con l'amante del boss. Consigliato.

The Pusher Trilogy di Nicolas Winding Refn

Pusher: L'inizio (1996)

Pusher 2: Sangue nelle mie mani (2004)

Pusher 3 (2005)




Serie di 3 film firmati Refn. Tutti e tre sono ambientati a Copenaghen e in ognuno vengono seguite le vicende di un personaggio invischiato nel mondo della droga. Le storie sono temporalmente in sequenza e alcuni personaggi vengono riproposti in più film venendosi così a creare un mondo comune in cui accadono le varie vicende. I film sono girati molto bene e con uno stile particolare, cioè i protagonisti sono seguiti dalla telecamera come fosse un pedinamento continuo. Le storie sono raccontate bene e con sviluppi non scontati pur partendo da basi abbastanza classiche per film del genere. In conclusione questa trilogia mi è piaciuta molto e consiglio di tenere d'occhio questo regista perchè secondo me è molto valido.

I Guardiani del Destino (2011) di George Nolfi




Tratto da un racconto di Philip K. Dick, il film è in poche parole una storia d'amore con risvolti fantascientifici. La prima parte è la migliore in cui il mistero aleggia nell'aria e rimani un po' spiazzato così come accade al protagonista. Quando poi viene scoperto l'arcano il film risulta un po' ripetitivo nelle situazioni e prosegue seguendo i canoni classici del film d'azione. La fantascienza viene a mancare via via (se non per alcuni particolari) e si ha una parte finale prevedibile e, a mio avviso, con alcune incongruenze. Il tutto scade rovinosamente nel finale che ho trovato tirato via e con un'inutile spiegazione della morale del film. Peccato. In conclusione il film non è brutto, però rimane l'amaro in bocca perché l'idea di base secondo me è molto buona ed è stata realizzata allineando tutto il film ai canoni dei film d'azione più "commerciali".

I Saw The Devil (2010) di Kim Ji-woon




Gran bel film con tema di fondo la vendetta. Girato ottimamente riesce a far mantenere interesse lungo le due ore e mezza di durata. Unico difetto che ho notato è che risulta po' forzato in alcuni punti, mentre in altri è, a mio avviso, volutamente esagerato per dare più enfasi al tutto e aumentare il coinvolgimento.

Riesce anche a far passare bene il messaggio dell'inutilità della vendetta che porta chi la compie a perdere la sua umanità: non sai se sperare che la vendetta si compia o che il protagonista riesca a rimanere umano.
Chi è il vero diavolo di cui parla il titolo, il protagonista o il killer?

Cruel Intentions - Prima regola non innamorarsi (1999) di Roger Kumble




Film orribile. Recitato male, i personaggi sono macchiette e la storia è sviluppata male. Proprio un brutto film.... se non l'avessi promesso ad una mia amica non l'avrei mai visto e non avrei buttato un'ora a mezza. Spero che il libro da cui è tratto sia meglio di questa porcheria.

Strade Perdute (1997) di David Lynch




Un film bellissimo, girato da Dio. Le più di due ore di durata si reggono bene e la mano di Lynch si vede. L'unica critica che è possibile rivolgere a questo film è che, anche vedendolo due volte, ci possono essere difficoltà nella piena comprensione della trama che più il film si avvicina alla conclusione più essa si complica. Per è un capolavoro quasi a livello di Mulholland Drive (secondo me lievemente superiore). Lynch è un genio.



SPOILER
Ho letto che per capirlo al meglio è importante conoscere Freud dato che il protagonista si confronta con varie componenti della sua personalità, però secondo me con un po' di fantasia si può arrivare a capire quasi tutta la trama. L'unico personaggio che mi era rimasto dubbio era quello del Sig. Eddy / Dick Laurent.

Screamers - Urla dallo spazio (1995) di Christian Duguay




Bel film di fantascienza, con storia tratta da un racconto di Philip K. Dick. Scorre veramente bene e anche la storia risulta ben strutturata fino alla fine. L'unica pecca è un po' nel finale che risulta un po' mieloso e inferiore per significato rispetto a quello del racconto. Risulta comunque un film godibilissimo con alcune trovate niente male, nonostante degli effetti speciali, a volte, un po' bruttini. Ho notato anche una critica ai governi che usano i soldati come fossero di loro proprietà e senza curarsene occupati come sono a seguire solo obiettivi economici.

lunedì 9 settembre 2013

World War Z (2013) di Marc Forster




Il film in sè non è male, ma è fondamentalmente un film per famiglie sugli "zombie" (che in realtà sono infetti alla 28 giorni dopo). La violenza in questa pellicola è assente e ogni atto violento viene eseguito fuori dall'inquadratura, credo per non farlo vietare ai minorenni e gli zombi sono privati di tutto il messaggio politico che li ha sempre contraddistinti per rimanere il mezzo con cui portare avanti la minaccia del virus. La regia è abbastanza anonima, anche se in alcune scene i movimenti della telecamera li ho trovati molto fastidiosi e non si capiva una mazza. La trama è molto lineare e non appassiona moltissimo vista la sua prevedibilità. Alcune scene e reazioni dei personaggi invece sono abbastanza inverosimili e una cosa insostenibile è che tutte le persone incontrate nel film sono buone. Non c'è un atto di cattiveria in tutta la pellicola ed è una scelta che non mi è piaciuta. La parte migliore è quella verso il finale, ma da sola non risolleva questo film dalla mediocrità: fra 6 mesi non se lo ricorderà più nessuno.

Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato





Film tremendo, uno dei più violenti che abbia mai visto. Questo film mi è piaciuto molto, sia per il messaggio fortemente politico che manda, sia per la messa in scena e la regia che sono indubbiamente la parte migliore del film. La violenza risulta molto accentuata per ill fatto che sembra tutto così vero da avere effettivamente il dubbio di vedere uno snuff movie. Unica, a mio avviso, grande pecca del film è che le violenze sugli animali (come è noto) sono tutte vere e quindi viene un po' incrinato il messaggio di denuncia oltre ad essere una scelta immorale spettacolarizzare queste violenze. Rimane comunque un grande film, secondo me, che ricorda un'epoca in cui il cinema italiano sapeva osare e fare dei grandi film. Uno dei primi con stile POV che è tornato in voga in questo ultimo decennio. Da vedere assolutamente.

Comic Movie (2013) di Elizabeth Banks, Steven Brill, Steve Carr, Rusty Cundieff, James Duffy, Griffin Dunne, Peter Farrelly, Patrik Forsberg, James Gunn, Bob Odenkirk, Brett Ratner





Film brutto mascherato da opera fuori dal sistema. L'opera è suddivisa in sketch (una quindicina) legati insieme da un brutto espediente narrativo tanto stravisto tanto inutile. In ogni scenetta c'è il tentativo di ricercare per forza il politicamente scorretto o il disgusto andando a ricadere su scelte estreme di sceneggiatura che purtroppo si ferma alla volgarità senza avere dietro nulla. Non è presente né una qualsivoglia critica ai protagonisti delle scene, né delle trovate comiche degne di questo nome. Inoltre ogni sketch viene troncato bruscamente sul finale, rovinando in parte le aspettative create. La regia è pessima e riesce a mancare totalmente i tempi comici anche per le trovate migliori che facevano ben sperare. Il problema principale del film è che tratta tutti i suoi personaggi con benevolenza anche se si macchiano di azioni deprecabili e tende quasi a giustificarli, come a voler dire: "Sono idioti, ma alla fine sono brava gente". Mancando l'intento di fare una qualsiasi critica, il film non riesce ad essere veramente cattivo dove dovrebbe (a mio avviso per mancanza di coraggio). Il cattivo gusto la fa da padrone, cosa che nemmeno mi dispiacerebbe se non fosse che risulta essere senza cervello e puntare tutto solo sull'"estremizzazione" visiva (rispetto alla media e non rispetto ai film veramente estremi) senza avere dietro nessun messaggio rende la comicità vuota e stupida. Si capisce come il pubblico di riferimento sia quello degli under 18, che magari crederanno eversivo un film che finge subdolamente di andare contro le regole, anche se in realtà ne rimane avvinghiato per mancanza di voglia di rischiare.

Starman (1984) di John Carpenter





Questa pellicola è indubbiamente una delle storie d'amore più particolari che abbia mai visto, non solo per quello che viene mostrato, ma per il sottotesto e il messaggio che c'è dietro. In questo film il rapporto fra i due protagonisti (un alieno e un'umana) non è vissuto come qualcosa di gioioso da difendere a tutti i costi. Il rapporto viene mostrato come una necessità dalla donna che lo sfrutta come l'ultimo appiglio per vivere alcuni momenti con una figura che è simile solo esteriormente al marito defunto. Dalla parte dell'alieno non è possibile nemmeno sapere con certezza se il suo sia amore o solo una forma di empatia e di adattamento alla condizione umana (non avendo mai provato emozioni simili). Altra cosa, tipica di questo regista, che permea la storia è il disprezzo per le autorità, infatti il vero nemico sono i militari e lo stato nel suo complesso che dietro un messaggio apparentemente benevolo nascondono intenzioni violente. La regia, a mio avviso, è molto curata e trasmette molta sensibilità e grazia. Le similitudini ad ET ci sono, ma la differenza del tono con cui sono state girate le due pellicole li rendono due opere molto diverse.

SPOILER La scena del finale è emblematica in questo senso, infatti, mentre in ET la partenza viene vista come una cosa gioiosa, in questo caso è trattata in maniera tragica visto che lui lascia lei per sempre, lei invece rimane là, incinta dell'alieno senza avere alcuna certezza sul suo futuro dato che verrà probabilmente rapita e studiata dalle autorità che saranno interessate a studiare suo figlio. FINE SPOILER

In conclusione un film da vedere, non un capolavoro del regista (a causa di alcune scelte di trama abbastanza ordinarie anche imposte dalla produzione), ma comunque una bella storia raccontata con maestria.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri




Capolavoro.

Kick-Ass (2010) di Matthew Vaughn e Kick-Ass 2 (2013) di Jeff Wadlow






Il primo Kick-ass è secondo me uno dei migliori film a tema supereroistico ponendosi nettamente sopra la media come qualità, vista la generale mediocrità di questo tipo di pellicole. Il film usa il tema unicamente per fare una smitizzazione dell'supereroe inteso solitamente come una persona con un dono che difende i deboli per etica personale. La figura del supereroe che emerge è quella di una persona insoddisfatta dalla vita che aiuta gli altri soprattutto per alienarsi dalla realtà e per migliorare la propria autostima e il suo status sociale. Altra critica mossa dal film è quella alla generazione degli adulti (soprattutto ai genitori) che non emergono mai come personaggi positivi, ma che anzi vengono visti come incapaci di comunicare coi figli o di fornire un'educazione adeguata. Anche i giovani non sono esenti da critiche e sono visti come privi di una propria personalità e troppo facilmente influenzabili. Il film è anche girato bene a mio avviso, con alcune scene e citazioni gradevolissime. il tutto è condito da una buona dose di violenza che, in confronto agli altri film del genere, risulta essere ai livelli di uno splatter. Ovviamente non sto parlando di un capolavoro, però il film può tranquillamente essere definito un cult.








Anche il secondo capitolo risulta essere buono ma nettamente inferiore al primo. Copiando molto dallo stile del primo episodio, questa pellicola possiede comunque una certa dose di cattiveria, soprattutto nella parte in cui Hit Girl tenta di integrarsi nella scuola (anche se è una della parti più deboli e stereotipate del film, con critiche molto superficiali). Il problema principale è che le tesi portate avanti in Kick-ass 2 sono opposte a quelle del primo e questo mi ha dato molto fastidio, visto che è come se avessero abbandonato la linea originaria per portare unicamente avanti il brand. In questo caso infatti i genitori sono visti in maniera molto più positiva e i supereroi sono quasi legittimati e visti come utili e necessari (quindi il tutto è riportato più vicino ai canoni classici). Anche la morale buonista sul finale mi ha lasciato di sasso per quanto è fuori luogo e banale. Gli appassionati guardino anche questo, ma non si aspettino la forza demolitrice di Kick-ass.