mercoledì 11 settembre 2013

Sogni d'oro (1981) di Nanni Moretti




Moretti riesce anche in questo caso a fare un prodotto molto intelligente che va a scagliarsi contro l'ambiente culturale che circonda il regista protagonista dell'opera. Nessuno è escluso dalla visione critica del film, nemmeno il protagonista stesso che viene mostrato come una persona saccente e superba, ancora molto legata alla madre, ma scosso da incubi ad occhi aperti in cui rimpiange l'amore perso durante la sua giovinezza. Non c'è nessun personaggio positivo nel film, tranne le poche figure femminili (soprattutto materne). Una critica molto forte viene anche mossa verso la volgarità dilagante in televisione nella quale non è più possibile fare un confronto civile. Viene ben mostrato anche come la figura del regista intellettuale venga messa in discussione in nome del cinema come arte popolare e che non venga ritenuto più utile e redditizio fare film impegnati. Tutto ciò viene messo in scena con molta maestria e ironia da Moretti che si continua a dimostrare un grande artista. Alcune scene sono memorabili.

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