venerdì 13 dicembre 2013

Anno 2000: La corsa della morte (1975) di Paul Bartel


Trailer del film


Film giustamente diventato cult grazie alla bella messa in scena, all'ironia e alla critica sociale che lo contraddistingue. La storia è ambientata in una versione distopica degli Stati Uniti d'America, in cui tutto il potere è in mano al Presidente. Esso, per evitare problemi con la popolazione e per fargli sfogare la rabbia repressa, organizza degli spettacoli violenti che ne distolgono l'attenzione dai veri problemi. Oltre a ciò verranno inventati anche dei nemici (in questo caso i francesi), così da poter rafforzare il potere del governo. Lo spettacolo presentato nel film è una corsa automobilistica in cui vince chi fa più punti. Per aumentare il proprio punteggio è necessario investire le persone per strada (ogni pedone ha il suo punteggio) o arrivare primi al traguardo. Durante questa manifestazione avverranno attentati da parte di un gruppo di ribelli che ha l'obiettivo di rapire Frankenstein, il favorito della corsa, per ricattare il presidente e chiedergli di eliminare l'evento per sempre. Nonostante il contesto sia abbastanza serio, il film è contraddistinto da una forte ironia di fondo e da una messa in scena sopra le righe e kitsch che ricorda lo stile estetico dei fumetti. Un aspetto che contribuisce a dare alla pellicola questo tono sono i piloti, i quali sono visivamente molto buffi e lievemente caricaturali. Dal punto di vista sociale, la pellicola si scaglia contro la figura del presidente, vista come oppressiva e menzognera, e contro la televisione la quale viene mostrata asservita al potere e pronta a manipolare la realtà per non lasciar trapelare notizie scomode. Pure la moralità della società è sotto accusa, dato che essa accetta di buon grado una manifestazione così barbara, addirittura contribuendo con dei "sacrifici umani", così da favorire il proprio beniamino. Tale deriva morale viene evidenziata anche dal fatto che venga accettata l'esposizione dell'iconografia nazista sul casco e sulla macchina di un pilota. Nonostante sia un B-movie, la regia è ben fatta e riesce a rendere la gara interessante, oltre a rappresentarla in maniera chiara ed adrenalinica. Inoltre la regia riesce a trasmettere tensione in alcune scene (come quella davanti all'ospizio) e a dare il giusto ritmo alla storia. Anche la messa in scena, pur disponendo di un budget abbastanza basso, riesce a costruire un ambientazione credibile e curata, soprattutto negli ambienti chiusi. Saranno quindi presenti inquadrature ben fatte e dal buon impatto visivo. I piloti non sono molto caratterizzati e risultano macchiettistici, dimostrando uno spessore non molto marcato e nessuna evoluzione durante il film. Per i giornalisti c'è da dire che, nonostante siano poco approfonditi, essi vengono utilizzati unicamente per far emergere i lati peggiori dei media e quindi risultano comunque funzionali alla trama. Unica eccezione è data dal protagonista che ha uno stile interessante e dimostra di avere molte sfaccettature nella sua morale e nei suoi modi di fare. Insieme a lui sono ben caratterizzati pure la sua navigatrice, combattuta fra il suo obiettivo e l'attrazione per Frankenstein, e, in maniera minore, alcuni membri della resistenza. L'opera è abbastanza violenta, anche se non vengono mai mostrate direttamente scene splatter, le quali vengono solo accennate con brevi inquadrature (sembra per dei tagli), e quindi alcune scene saranno disturbanti più per cosa suggeriscono piuttosto che per effetti sanguinolenti. Una caratteristica che ho trovato azzeccata è l'ironia e la comicità grottesca con cui vengono presentate alcune sequenze, che tendono a stemperare i toni, altrimenti troppo seri, del film. Essendo la messa in scena esagerata e orientata ad offrire uno spettacolo coinvolgente, avrebbe stonato una serietà eccessiva in determinati momenti. Altro aspetto interessante è riscontrabile nel finale che, pur essendo inverosimile, mostra come non basti eliminare il precedente persecutore per scardinare la corruzione derivante dal potere. Infatti, SPOILER le persone che eleggeranno Frankenstein come presidente, lo faranno per via delle sue imprese, più che per la sua onestà, cosa che emerge nel rifiuto a rispondere a domande scomode e nel fatto che lui è comunque un assassino dalla moralità deviata, anche se mosso da buoni propositi FINE SPOILER. In conclusione, un bel film di fantascienza che dietro una veste fracassona e disimpegnata nasconde una forte critica alla società e alla deriva morale che rischia di prendere.

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