martedì 17 dicembre 2013

M - Il mostro di Düsseldorf (1931) di Fritz Lang

Trailer del film


Capolavoro di Fritz Lang che dimostra la sua genialità in ogni fotogramma della pellicola. La trama segue le indagini per la cattura di un serial killer di bambini che ha fatto piombare nel terrore la popolazione di Berlino. Sulle sue tracce si metteranno la polizia, che dimostra una certa rigidità formale che ne rallenta i movimenti, e la malavita, per via dei danneggiamenti ai loro traffici, dovuti ai continui raid delle forze dell'ordine per scovare il killer. La vicenda proseguirà abbastanza linearmente, mostrando in parallelo i ragionamenti e le misure prese da queste due fazioni per portare a termine la "caccia". Il film utilizza il personaggio dell'assassino come pretesto per mostrare una società allo sbando. Essa si trova impotente di fronte alla forza destabilizzante del criminale che la porterà ad imbarbarirsi, come è possibile vedere in alcune scene. Verrà ricercata continuamente dalla popolazione una soluzione rapida e sommaria, senza curarsi più di ciò che giusto e ciò che non lo è. Una cosa grandiosa della pellicola è il fatto che fa montare l'odio verso il mostro, per poi ribaltare il punto di vista mostrandolo impotente e malato. Questa cosa fa svanire di colpo tutto l'astio, accumulato fino a quel momento, che porta a parteggiare per i criminali, anche se colpevoli di reati altrettanto gravi. Questo cambio di prospettiva metterà in luce l'immoralità della malavita e il loro processo servirà a mostrare un punto di vista vendicativo, che li fa apparire più crudeli del killer stesso. La fazione della criminalità rappresenta una specie di giustizia privata che non aiuta quella ordinaria, ma anzi ne ostacola il lavoro. Oltre alla grande modernità della messa in scena, viene evidenziato come la legge funzioni solo se chi la mette in pratica è moralmente onesto, mentre, in mancanza di ciò, pur rispettando le formalità, non può essere ottenuto un verdetto giusto. Ho trovato interessante la scelta di lasciare il finale aperto, così da non far capire se la giustizia ordinaria avrà un moralità superiore a quella criminale. Viene anche messa in luce la bramosia di vendetta e di sangue tipica della folla, che è rappresentata come una forza animalesca priva di qualsiasi umanità. Molto azzeccata e rivoluzionaria ho trovato la scelta di rendere l'aspetto del mostro molto comune e quasi rassicurante, così da rendere meglio l'insensatezza nel valutare l'esteriorità per capire realmente una persona. Dal punto di vista tecnico quest'opera è incredibile. La regia è eccezionale, con un ritmo altissimo, nonostante un uso massiccio dei dialoghi, e delle trovate visive bellissime e molto innovative per gli anni 30. Alcune scene, come la prima apparizione del mostro, il primo omicidio e il suo monologo finale sono entrare di diritto nella storia del cinema e sono talmente belle da lasciare storditi. Anche i continui parallelismi fra i poliziotti e i criminali sono gestiti in maniera eccezionale, grazie anche ad un montaggio che ha dell'incredibile. Ancora oggi sono pochi i film che hanno una tale qualità nel montaggio, non essendo presente alcun errore di congiunzione fra le scene e riuscendo a creare sequenze orchestrate benissimo. La fotografia è ottima, con inquadrature studiate benissimo, dal forte impatto visivo e, in alcuni casi, molto simboliche. Fra tutte queste meraviglie, la cosa che più spicca per l'innovazione portata alla cinematografia è senza dubbio il sonoro, dato che era solo quattro anni che veniva utilizzato. C'è un uso così intelligente e avanguardista dei suoni da far impallidire i film moderni, oltre ad avere un ruolo fondamentale ai fini della trama. L'uso dell'audio fuori campo, a volte inquadrando solo le ombre degli interlocutori, ha permesso di creare ottime scene. Non dilungandomi oltre posso affermare che questo è una delle opere migliori che mi è capitato di vedere e risulta talmente moderna che potrebbe uscire oggi senza destare alcun sospetto sia per i temi trattati che per lo stile modernissimo che la caratterizza.

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