mercoledì 18 dicembre 2013

Dancer in the Dark (2000) di Lars von Trier


Trailer del film


Bellissimo dramma in cui un'immigrata rimane vittima di una società (americana) in cui domina solo il denaro. La storia racconta di Selma, una cecoslovacca emigrata negli Stati Uniti per avere un futuro più roseo rispetto alla patria natia. Una volta là inizierà a lavorare in una fabbrica per mantenersi e per risparmiare soldi per un'operazione che deve fare il figlio agli occhi, dato che ha una malattia, così come la madre, che lo porterà alla cecità. Partendo da questo incipit si sviluppa una trama che vedrà scontrarsi Selma con un sistema dove tutto ruota intorno al possesso di denaro e che non presenta alcuna clemenza o tutela verso le classi più deboli. Lei si troverà quindi a subire soprusi e a fare scelte molto critiche, trovandosi perfino a dover scegliere fra la sua vita e la vista del suo bambino. Questa è un'opera molto amara che userà i rari momenti di speranza, unicamente per poterli poi affossare con la crudezza della realtà. Nel film sono anche inseriti momenti cantati, tutti causati dall'immaginazione della protagonista, che vede nella realtà fornita dai musical l'unica forma di evasione dal mondo. Questo è un racconto che parla anche di ingiustizia perpetrata dallo Stato che non interverrà mai a favore della protagonista, pur avendo la possibilità di cambiare il suo destino. Il film svuota lo spettatore da ogni speranza e fa provare molta empatia con Selma, rendendo partecipe lo spettatore delle sue emozioni. Tutta la parte finale è indubbiamente quella che fa provare più tristezza e amarezza, soprattutto contro un sistema che ha al suo interno troppe falle morali (fra cui viene indicata anche la sanità). Unica cosa negativa che mi sento di dover segnalare è forse un eccesso di eventi negativi, come in un tentativo di far provare emozioni estreme, ma io credo che fosse questo l'intento del regista, quindi non mi ha dato alla fine alcun fastidio. La regia è particolare, ma, a mio avviso, molto bella: verrà infatti utilizzata la telecamera a mano facendola muovere abbastanza durante tutto il film, tranne quando ci saranno le scene musicali, nelle quali vengono utilizzate moltissime telecamere fisse. Questa tecnica permette di entrare molto più in empatia con i personaggi, perché fa sembrare partecipi dell'azione. Anche la fotografia ha due registri ben distinti, infatti durante le canzoni avrà colori molto più accesi, oltre a dare inquadrature di più ampio respiro, mentre nelle altre scene sono utilizzate riprese più ravvicinate ai personaggi, così da calarci nella vicenda, e un'illuminazione naturale. La colonna sonora è ottima, anche se presente unicamente durante i momenti cantati, mentre negli altri ci sarà una totale assenza di musica. Le canzoni sono molto belle e sfruttano i rumori del mondo che circonda la protagonista. Queste sequenze stonano molto con le sequenze che le precedono e che le seguono, dando un tono molto più liberatorio alle fantasie di Selma. Gli attori fanno un ottimo lavoro e riescono a dare il giusto tono alle loro azioni e a dar vita a dei personaggi realistici e che rimangono impressi, anche se ovviamente la protagonista sarà padrona della scena. Questo è un film bellissimo, che riesce a smuovere gli animi e a far provare forti emozioni durante tutta la sua durata grazie ad un'ottima realizzazione tecnica e a delle tematiche trattate molto bene, insieme ad una protagonista che riesce a rimanere impressa nella mente.

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