giovedì 26 dicembre 2013

Himizu (2011) di Sion Sono

Trailer del film


Bel film che lancia un grido di speranza al Giappone. La pellicola vede protagonista un ragazzo che vive nella zona colpita dal maremoto che ha causato il disastro di Fukushima. Insieme a lui vivono la mamma e alcune persone che hanno ottenuto ospitalità davanti al suo piccolo noleggio di barche. La vita per il ragazzo è molto dura, dato che i soldi sono pochi, è vessato da un padre violento e deve portare avanti l'attività di famiglia continuando a frequentare la scuola. Durante la pellicola il ragazzo conoscerà Chazawa, una ragazza benestante che ha una cotta per lui. Lei lo aiuterà durante la vicenda a superare ed affrontare le difficoltà e i traumi che si troverà a vivere. Durante tutto il film vedremo il giovane tentare di raggiungere la normalità nella sua vita, cercando di tagliare i ponti con il passato per poter ricominciare da capo con le sue forze. L'opera è molto allegorica e credo voglia rappresentare le difficoltà e lo sconforto del Giappone dopo il disastro del 2011, mostrando lo stato d'animo del paese attraverso le emozioni del ragazzo, che non vede più un futuro per lui e cerca di arrivare alla normalità perduta. Nel complesso vengono mostrati giovani senza aspirazioni e senza speranze per il futuro a causa di situazioni familiari problematiche in cui i genitori odiano la prole e la vedono come un peso. In tal senso è molto efficace l'immagine dei genitori di Chazawa mentre costruiscono la forca con la quale sperano che la figlia si suicidi. Ovviamente non tutti gli adulti sono personaggi negativi, ma gli unici positivi sono quelli messi ai margini della società ed etichettati come reietti. Questo credo voglia rappresentare come la scorsa generazione abbia minato il futuro proprio e dei propri figli, facendo ricadere le responsabilità sulla prole. Oltre a ciò, la forma di ribellione che hanno i due ragazzi verso i genitori può essere vista come la ricerca del Giappone di liberarsi di un passato scomodo per poter ricominciare senza zavorre. Nel complesso la pellicola tenta di mandare un forte messaggio di speranza, indicando come con la buona volontà sia possibile superare le difficoltà e come sia necessario non arrendersi. Questo può sembrare un appello banale e poco originale, ma esso è messo in scena con una forza e un sentimento tali da far credere nella genuinità dell'intento del regista, che sembra sentire profondamente la questione. Oltretutto il film trasmette molto bene la rabbia scatenata dagli eventi e ciò impedisce al film di diventare piatto e banale. La regia è molto bella, con rari cali di ritmo, ma curata molto e visivamente ispirata. I movimenti di macchina sono molto curati e sono presenti alcuni piani sequenza ben fatti. La fotografia è ben fatta e mostra inquadrature interessanti, soprattutto quando mostra le macerie. Tali inquadrature vogliono indicare come sia l'animo del ragazzo ad essere in macerie. Anche la colonna sonora è curata, alternando momenti con musica classica ad altri con suoni disturbanti. Il film riesce a trasmettere benissimo le emozioni dei protagonisti e farà entrare molto in empatia con i personaggi. Gli attori offrono performance buone, anche se i due giovani danno delle ottime prove attoriali. Non tutti i personaggi sono caratterizzati a dovere, mentre i due protagonisti e alcuni comprimari sono fatti benissimo. Nel complesso, questo è un film che riesce ad emozionare e a lasciare un forte messaggio di speranza e, pur non brillando per originalità, riesce a convincere per la messa in scena e per la veste non banale con cui è confezionato. Quindi non una delle migliori opere di questo regista, ma comunque un bel film.

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