venerdì 20 dicembre 2013

La samaritana (2004) di Kim Ki-duk


Trailer del film


Bella storia raccontata con eleganza. La trama racconta di due amiche minorenni che organizzano un giro di prostituzione per comprarsi i biglietti aerei per andare in Europa. Solo una delle due (Yeong-ki) fa materialmente sesso con i clienti, mentre l'altra (Yeo-jin) organizza gli appuntamenti. A seguito di una retata, per scappare da un rapporto con un uomo, Yeong-ki rimane uccisa cadendo dalla finestra. L'altra inizierà così un percorso di espiazione che prevederà di restituire i soldi ai clienti ed avere dei rapporti sessuali con essi. Il padre scoprirà le attività della figlia ed inizierà a seguirla. Questa è una pellicola molto poetica, dal ritmo tranquillo che permette allo spettatore di ragionare sulle domande e le questioni che vengono poste. Ho trovato molto interessanti i vari punti di vista con cui viene esaminata la prostituzione, infatti per l'organizzatrice e suo padre i clienti sono da disprezzare totalmente, mentre l'altra non ci vede nulla di male in quello che fanno, ma anzi spera di renderli felici il più possibile. Anche gli utilizzatori non vengono mostrati in maniera totalmente negativa, ma fra l'immoralità che dimostrano, riescono a far emergere tratti di umanità e una forte insoddisfazione per la loro vita. Il ribaltamento di prospettiva spiazza lo spettatore, che si troverà immerso in una società malata, nella quale a farne le spese sono le due ragazze, che, consapevoli delle loro azioni, non vengono mai condannate. Ovviamente la pellicola condanna maggiormente i clienti e il padre, il quale si macchia di crimini pur tentando di portare giustizia, anche se vengono rappresentati come persone normali. Forse questo voleva rappresentare come l'immoralità si sia talmente insinuata nella società da poter coinvolgere anche le persone più insospettabili. I rapporti umani, soprattutto all'interno delle famiglie, sono distorti e non è presente una vera e propria comunicazione. Ciò porta a incomprensioni e alla perdita di morale fra le generazioni. Emblematica in questo senso è la reazione del padre che, invece di confrontarsi con la figlia, decide di rimanere nell'ombra lasciandosi trascinare in una spirale autodistruttiva. A farne le spese sono le due ragazze che, non rendendosi conto delle conseguenze delle loro azioni, portano avanti un progetto senza futuro, essendo rimaste senza la guida delle precedenti generazioni. Molto interessante è il modo con cui vengono vissuti i rapporti sessuali dalle due ragazze: Yeong-ki, come già accennato, lo fa per portare piacere al cliente tentando di costruire un legame con lui, probabilmente a causa di un rapporto mancante con i genitori, che non saranno i primi ad essere avvisati dell'incidente; Yeo-jin lo fa come espiazione per aver sfruttato il corpo dell'amica e avere rapporti con i vecchi clienti è come se fosse una specie di autoflagellazione. La regia è molto posata e punta molto sulla bellezza estetica delle scene, che risultano visivamente interessanti grazie anche ad una fotografia di buon livello. Il film riesce a mantenere bene l'interesse fino alla fine, pur non avendo un ritmo altissimo, che risulta però adatto al tono che è stato dato alla vicenda. Anche la colonna sonora è molto calma e rilassante e risulta un buono "sfondo" alle scene. Nel complesso il cast dà delle prove convincenti, anche se il padre sembra avere una marcia in più, e i personaggi sono sviluppati bene presentando una caratterizzazione realistica. Uniche note negative sono l'apparente mancanza di motivazione nel salto dalla finestra della prostituta (anche se fosse per fuggire, mi è sembrato un po' estremo) e il fatto che il regista non prenda una posizione ferma contro determinati comportamenti, anche se questo può essere visto come un elemento positivo che aiuta ad avere una riflessione in parte autonoma e in parte guidata. Quindi, questo è un film pregevole per via della bellezza delle immagini e per il fatto di affrontare temi scottanti senza faciloneria, ma lasciando allo spettatore il compimento del ragionamento introdotto presentando una realtà degradata e purtroppo attuale.

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